Bali, Gili, Singapore

Come chicchi di riso

Racconto di viaggio settembre/ ottobre 2007

di Cinzia Gallastroni

 

 

 

L’Indonesia, paese ricco di storia, usi e costumi cosi rari e vari, terre ancora inesplorate e popoli dalle antichissime tradizioni, attraversata dalla linea di Wallace, che delimita il continente Asiatico con L’Oceania , donandole una flora e fauna uniche.
In questa terra vastissima formata da oltre 17.000 isole, spicca per fama e bellezza una piccola isola grande quanto la Liguria.

Una leggenda, narra che gli Dei quanto la videro dall’alto, la scelsero come il loro rifugio, nessun luogo era più bello.
Bali è realmente un angolo di paradiso in terra, non puoi non rimanere contagiato dalla sua natura, dal mare, da profumi e colori, che ne fanno veramente un posto leggendario……
Da isola degli dei.
La religione fa parte della quotidianità dei Balinesi, con i suoi riti e culti dedicati agli antenati e alle forze della natura, in quest’angolo di mondo, particolarmente presenti e potenti, come l’oceano impetuoso e i tanti vulcani ancora attivi.

 

                                     

Arriviamo a Bali dopo un volo di circa quindici ore ,via Singapore.
La prima tappa è a sud, a Jimbaran, poco distante dall’aeroporto e da Kuta, una delle principali località turistiche, un po’ troppo incasinata per noi,
mentre Jimbaran è tranquilla, famosa per i warung sulla spiaggia gestiti dai pescatori.
La sera si accende di mille candele, mentre scalzi con i piedi affondati nella sabbia,
gusti del buon pesce appena pescato, grigliato su gusci di noce di cocco, davanti a un indimenticabile tramonto.
Alloggiamo al http://www.keratonjimbaranresort.com/, un hotel carino, dislocato in un bellissimo giardino di bonsai centenari e profumati alberi di frangipane.

 

  

 

Il mattino si passeggia lungo la spiaggia osservando i pescatori che preparano e offrono ai terribili e temuti Dei del mare, piccoli cestini di palma intrecciata, i canang sari che contengono dolci, riso, incensi, fiori e a volte qualche monetina .
Molti ragazzi fanno surf, li guardiamo ammirati, ci viene voglia di provare , sembra facile, che ci vuole! Sali sulla tavola e ti lasci trasportare …. Prendiamo le tavole a noleggio e andiamo …. siiiii facile !!!! riusciamo solo a rotolare di continuo tra un ‘onda e l’altra ridendo e prendendoci in giro a vicenda .

La sera si va a Kuta, musica, locali, luci, tanti turisti che bevono birra e schiamazzano, per entrare in alcuni locali la polizia ti controlla con delle macchinette metal detector, questo dopo l’attentato degli integralisti nel 2005 che costo la vita a diverse persone.
Prendiamo un taxi per tornare nella pace della nostra baia e parlando con il taxista veniamo a sapere che un suo amico porta i turisti in giro per l’isola, ci fidiamo e fissiamo per la mattina dopo.

Infatti, puntualissimo alle otto del mattino arriva, un ragazzo carino dal viso simpatico, Sopono, il nostro personal driver, che ci accompagnerà spesso durante il nostro girovagare.
Partiamo alla scoperta dell’isola iniziando dal Pura Taman Ayung a Mengwi, immerso in giardini curatissimi , solo gli orientali riescono ad averne di cosi perfetti , ricchi di fiori colorati e cascatelle d’acqua.
Poi per Bedugul e Candikuning, ci fermiamo a visitare il suo rinomato mercato di ortaggi e fiori, il piu’ importante dell’isola , in molti hanno sulla testa catini di plastica con dentro pannocchie di mais cotti al vapore e pronti da mangiare .


Continuiamo a salire ,fino al lago Bratan, dove sorge, su un’isoletta un piccolo tempio molto scenografico Ulun Danu Bratan , dedicato alla dea del lago Dawi Danu venerata
dai risicoltori, infatti si assiste a una cerimonia,decine di persone sfilano tutti vestiti di bianco con fusciacche gialle, le donne elegantissime portano sulla testa i Gebogan spettacolari offerte disposte a torre intorno a un tronco di banano, formate da frutta, dolci di riso colorati e fiori.

       


Riprendiamo la strada verso sud in direzione Kediri, tra vaste e verdi risaie, ci ritroviamo.
in mezzo ad una cerimonia Odalan, la festa che celebra la venuta degli dei e la fondazione del loro tempio. Non è raro trovarne in ogni periodo dell’anno, le strade in queste occasioni sono decorate dai Penjor, alti e flessuosi pali di bambù.
Ci sono i suonatori di gamelon con i loro sgargianti costumi turchesi e viola e gli uomini che danzano con il tipico poleng a scacchi bianco nero, fieri e orgogliosi .

  

Non resisto, mi unisco alle donne che ballano e cantano estasiata da quest’atmosfera.

Arriviamo al famoso Tanah lot,arroccato in una spettacolare posizione su un isolotto sferzato dalle onde , dove (tanah) terra e (lot) mare, s’incontrano,
E’un posto bellissimo, oltre a noi solo qualche bimbo che gioca con piccoli pesciolini imprigionati nelle pozze d’acqua lasciate dalla bassa marea, d'altronde i turisti arrivano qua per vederlo al tramonto, e noi, ” antiturismo di massa”, cerc

                      

cherchiamo sempre di vedere quello che ci interessa in ore diverse , per gustarne la vera bellezza

Il giorno dopo, prendiamo un motorino a noleggio e andiamo a visitare l’estremo sud, la penisola di Bukit e il tempio di Pura Uluwatu arriviamo con indosso i nostri parei,ma ci fanno mettere lo stesso una cintura gialla, che simbolicamente servirebbe a tenere strette le tentazioni.
Lungo la salita verso il tempio, troviamo molti macachi dispettosi e ladri, che cercano di rubare tutto, infatti sparsi terra ci sono molte tracce dei loro furti, occhiali, orecchini, ecc. sono comunque teneri e buffissimi da osservare, sanno bere dal bicchiere, o cercano di fumare le sigaretta.
Questa è la zona più secca e assolata dell’isola, ricca di splendide baie, come, Dreamland, Sulubuan, Padang padang, Uluwatu…con i migliori break per surfisti esperti,


Se Bali è magia, Ubud ne è il suo cuore, cittadina tranquilla, nello stesso tempo ricca di spettacoli, gallerie e mercati d’arte, di cultura, di favolosi ristorantini, dove la cucina Balinese e Indonesiana dal meglio di se con piatti gustosi e ricchi di sapori autentici . Natura e arte si incontrano in un’ unione perfetta creando un’atmosfera un po’ bohemien,
e’ uno di quei posti da dove non andresti più via, perche’ ti senti in pace , felice …a casa .

       


Alloggiamo nell’artistico villaggio di Nyuh Kuning, al www.balispirithotel.com/, un hotel semplice e piccolo, avvolto nel verde della lussureggiante vegetazione .
E’ un ottimo punto di partenza per visitare la zona, attraversando sentieri tra le risaie e piccoli ponti sul fiume, per arrivare fino ai tanti villaggi degli artisti che ci sono nei dintorni di ubud.

Sempre a piedi decidiamo di andare a vedere le grotte di Goa Gajak non ci entusiasmano, forse la stanchezza, il caldo, o la fame, (non abbiamo trovato neanche un warung).
Passiamo qualche ora sul patio della nostra camera, a mangiare biscotti di riso e bere nescaffe’, osservando dei bambini che si tuffano, e si rincorrono nel fiume sotto di noi.
Sopono ci regala una giornata straordinaria portandoci in uno sperduto villaggio, ai piedi del vulcano Batur. La strada per arrivarci è tra nere colate laviche e piantagioni di pomodori, un posto assolutamente non turistico ma affascinante ,dove troviamo una cerimonia e una schiera di bambini tutti vestiti a festa e bellissimi, ci circondano
chiedendoci di continuo da dove veniamo, come ci chiamiamo, ci sono diverse bancarelle che vendono dolcetti di riso dai colori pastello, fiori, frutta.
Possiamo solo accedere al primo cortile del tempio, offerte e fiori sono disposti in maniera ordinata, dei teneri bimbi piccolissimi suonano un gamelon su un piccolo altare, siamo i soli occidentali, qui anche Sopono è estraneo e non può entrare al tempio perché non ha il vestito adatto.

         


Al ritorno ci fermiamo a mangiare al celebre Ibu Oka che diventerà il mio preferito, gestito a turno dalle famiglie di Ubud, dove è cucinato in maniera sublime il re dei piatti di Bali, il Baby Guling, maialino al latte fatto al forno e molto speziato, accompagnato con riso bianco al vapore e l’urab (un trito aromatizzato di fagiolini, spezie, polpa di cocco), frequentato da balinesi e qualche viaggiatore che come noi ne apprezza il gusto piccante.

         

 


Continuiamo il nostro girovagare per l’isola, con Sopono,o a piedi,o in bici.
Fra i monumenti più belli visitati, Gunug Kawi, in fondo a una gola tra le immancabili verdissime risaie, sorgono questi grandi monumenti commemorativi, dedicati ai re e regine, scavati nella roccia, con finte porte che dicono conducano nell’aldilà’.

 

Sicuramente da non perdere è il grande tempio madre di bali il Besakih, il più importante e venerato da tutti, che sorge sul fianco dell’ancora fumante vulcano Agung luogo dove dimorano gli Dei, formato da un grande e spettacolare complesso di neri Meru

       

 

Da Ubud ci spostiamo a Candidasa http://www.ramacandidasahotel.com/ nell’est dell’isola e di turisti ce ne sono pochi perche’ non ci sono spiagge e la vita notturna è inesistente.
Con uno scassatissimo motorino andiamo al villaggio dei Bali Aga, Un popolo che ha saputo mantenere nel corso degli anni vive le loro tradizioni, “gli originari balinesi”.
Veniamo accolti in maniera sorprendentemente calorosa, visto che avevamo sentito dire che non amano i turisti,ma gentilmente ci lasciano liberi di passeggiare per il villaggio e osservarne la vita, è pulito ordinato, tranquillo, le belle porte delle abitazioni sono finemente decorate , gli Aga sono artisti bravissimi , famosi per essere gli unici a produrre
Le famose e molto pregiate stoffe geringising dai “magici “ poteri .


Lasciato il villaggio, ci dirigiamo alla meravigliosa spiaggia di Pasir Puthik, una mezzaluna di sabbia candida e acqua cristallina assolutamente deserta ,certo non è comoda da raggiungere poco più di un sentiero tra la vegetazione, ma la bellezza della baia ripaga ,
ci fermiamo a un warung a mangiare pesce fresco appena portato a riva dai pescatori.

Partiamo da Bali per Lombok,con un breve volo di circa venti minuti, ci troviamo in un altro mondo, per cultura , religione e panorami , selvaggia e meno turistica
varrebbe la pena fermarsi e vederne le spiagge del sud e i parchi naturali, ma purtroppo non abbiamo molto tempo .

Arriviamo alle Gili che il sole sta tramontando, completamente bagnati per il mare molto mosso durante la breve traversata in barchetta .
Oramai siamo a ottobre e di turisti ce ne sono veramente pochi, ci godiamo queste piccole splendide isole nella loro semplice atmosfera informale.

 


Gili Trawangan la più “grande”e turistica,un solo sentiero sterrato percorribile a piedi in bici o con le carrozzelle trainate dai cavallini , qualche ristorantino e negozietto .
Gili Meno piccola e bellissima, Gili Air e i suoi famosi coralli azzurri,
tre frammenti in questa immensa Indonesia.


Le giornate scorrono piacevolmente a ritmo lento, tra lunghe passeggiate in riva al mare ,
o a zonzo nei sentieri del piccolo e secco entroterra, bagni e snorkeling nelle acque color cristallo delle isole, simili anche se ognuna con carattere diverso .
La sera si torna in hotel per una fantastica doccia salata nel bagno all’aperto sotto le stelle
Poi cena nei ristorantini per gustare la piccantissima cucina sasak,
(Lombok è anche chiamata isola del peperoncino. )
Per poi al mattino dopo iniziare con un altro giorno e il suo scorrere lento.

              




E’ arrivato il momento di lasciare questo meraviglioso paese , come sempre, lasciamo un po’ del nostro cuore , con la ferma certezza di ritornarci presto .

Ci rimane qualche giorno da passare a Singapore , che noi adoriamo , c’e’ sempre una mostra d’arte da visitare , piatti sconosciuti da assaporare , tanti pensano che sia solo shopping e banche , ma non e’ cosi , se vai oltre la prima apparenza ,trovi angoli di vita vera , case coloniali , indiane, cinesi ,un mix di gusti e razze che non puo’ lasciare indifferente un viaggiatore attento .

    

Gioco con la sabbia finissima come borotalco, che mi lascio scivolare tra le dita ,
ripenso a una lontana e antica piazza in Toscana ,venti giorni prima
quando lanciati allegramente per aria da pochi cari .

“ bianchi chicchi di riso volteggiavano nel vento .”

               

 

 

Cinzia

sgrinfio@hotmail.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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