100 giorni in India

di freefred

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BIKANER

Bikaner ha uno splendido forte, tutto decorato e ben tenuto,
ancora assurdamente proprieta' del Maraja' (o cosi' mi dicono).
Nei pavimenti marmo di Carrara, come in tutti i forti del
Rajasthan.
Bikaner e' pure gemellata con Udine, e appena qualcuno
si accorge della mia italianza non puo' fare a meno di ricordarmelo.
Ma il meglio e' Deshnok, a 25 km, e il tempio dei topi.
Centinaia di topi che se la spassano per il tempio,
scorrazzando qua e la'e uscendo dai buchi, bevendo in gruppo da enormi ciotole
di latte e mangiando le noci di cocco e la frutta che offrono i fedeli.
Non sono ahime' riuscito a vedere il leggendario unico topo bianco,
che si dice porti una fortuna incredibile e della cui esistenza
anche alcuni indiani cominciano a dubitare.
Tra questi, il giovane musulmano che mi fa da guida per il meraviglioso
tempio gianista di Bikaner(al contrario dei templi hindu, che all'interno
sono piutosto spogli, i templi gianisti sono tutti scolpiti decorati
e dipinti anche all'interno.)
Altro marmo di Carrara, of course.

DELHI

Ora sono tornato a Delhi dopo un difficilmente dimenticabile viaggio di 11 ore
in ordinary class (altre su quel treno non ce n'erano), ovvero
seduto su una grande panca in legno sulla quale ci si siede finche' ci si sta.
Sono entusiasta di essere a delhi, mi piace persino Paharganj, dopo un mese di
India.
Questo quartiere turistico pieno di negozi, sporco come tutta l'India,
dove tra freaks scoppiati, fango e mucche, regna assoluto un puro, genuino,
luminoso caos.
Ovviamente ho subito comprato del fumo.
Ma niente astinenza.Sono stato dieci dieci giorni senza fumare e come
al solito non mi ha fatto ne' bene ne' male.
Solo incazzare il fatto che una cosa che non fa niente non possa comprarla
insieme alle sigarette e ai fiammiferi.
Ma delhi mi piace, e non ci sono cammelli.
A Delhi oltretutto,e' piu' facile scomparire, e tutti sono meno
assedianti che in Rajasthan, dove ti chiedono se vuoi un rickshaw anche
quando stai bevendo una birra in un bar parlando con qualcuno.
O forse,in un mese, ho imparato a schivare.
Di certo ormai mento alla perfezione e so a memoria i dialoghi meccanici
che ogni turista arriva a conoscere.
Uno classico d'esempio e' il dialogo per comprare l'acqua:

- Quanto costa un litro?
- 15 rupie.
- Non 10?
- Si', 10.

All'albergo dove l'avevo lasciata avevano ancora la mia borsa (anche se prima
fanno per darmi lo zaino di un altro che onestamente rifuto).
Stamattina quindi me ne esco con in mente il fatto di vendere
le mie finte scarpe da trekking, che hanno cominciato a farmi male
dopo un paio d'ore, e la guida del Nepal.
Gli avidi commercianti di Paharganj non mi danno nessuna sopddisfazione,
offrendomi 50 rupie (1 dollaro) per la guida e masssimo 250 per le scarpe.
Vado quindi ad Old Delhi, dove a un certo punto,dal gruppo di persone che si
e' creato attorno alla mia figura con in mano un paio di scarpe, spunta un
sikh (quindi ricco, o quantomeno benestante) a cui piacciono moltissimo e alla
fine
riesco a farmi dare 350 rupie.
La guida riesco a venderla a Connaught Place per 200 rupie, anche se il fatto
che il tipo abbia accettato cosi' presto mi fa pensare che forse avrei potuto
avere il doppio.
Ma va bene, piu' soldi e meno peso.
Sono stato al Red Fort anche, l'antica dimora dell'Imperatore, un misto
tra un castello e Versailles.
Ci sono stato solo un paio d'ore perche' alle 13 chiude, e decine di
poliziotti
e militari cominciano a soffiare nei loro fischietti e a cercare di
far uscire la gente il piu' in fretta possibile.
Alcuni corrono minacciosamente verso i visitatori che si attardano, urlando
e fischiando.
Una specie di evacuazione, insomma.
A me dimostra semplicemente che tra le forme o gli aspetti che ha assunto
la nostra specie, quello militare e' senz'altro uno di quelli che piu'
ci allontana dalla perfezione.


Comunque, ora come ora,
e' vero che l' India e' dura, difficile, faticosa e tosta,
ma ci sono dei momenti in cui sto cosi' bene,
delle mattine in cui mi sveglio cosi' in forma
e delle sere sulle terrazze
in cui mi sento cosi' in pace
fragile
e ovviamente
libero.


Domani vado a benares, la citta' sacra, a vedere il Gange, finalmente.

byez

 

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