MARRAKESH  E QUEL PIZZICO  DI MAGIA

Maroc

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Diario di viaggio maggio 2017

di Saby e Ivo

FIND THE OTHERS WITH HEARTS LIKE YOURS…

RUN FAR RUN FREE I’ M HERE WITH YOU !

Trova Coloro Che Hanno Cuori Come Il Tuo…Corri Lontano, Corri Libero Io Sono QUI CON TE!

§ABIVO  - MAGGIO 2017

Ho bene impressi i parecchi libri di fotografia e di architettura regalati nel corso degli anni, raffiguranti  le magnificenze delle straordinarie città imperiali di Rabat Meknes e Fès . La mia preferita al di sopra di tutte, è sempre stata Marrakech.

E’ proprio grazie a quelle foto che mi sono innamorata di questa città e ho sempre desiderato fare un viaggio “ vero “ tra quei posti, per il raffinato condensed di ricchezza culturale,  sagome profili ed opulenza . 

Quest’anno il sogno si concretizza.

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Come le altre città imperiali del Marocco, anche RAK  è divisa in due parti.

Il suo CUORE è la grande Medina, detta città vecchia o rossa dove predomina la  severità della storia con quei suoi bastioni spettacolari di terra e quelle mura morbide ...  qualcosa di magico…… mi sembra di essere confusa e proiettata  in una favola moderna dai colori arabeggianti.

Al di fuori della muraglia si trova la Ville Nouvelle la città nuova, costruita dai francesi durante la loro dominazione coloniale, entrambe le zone sono entità amministrative distinte, molto dissimili tra loro.

Vagabondare a Marrakesh fra suq e mercati, vicoli, palazzi e moschee è frizzante, davvero bello….. stare in un mondo che non è cambiato poi molto, nell’architettura e nello stile di vita, da com’era ai tempi in cui queste superbe città furono edificate.

QUESTA CITTÀ CONTIENE IL MONDO INTERO :

prima di tutto L'ARTE sinuosa nelle forme e nella grafia, poi la GENTE, che sorride urla tocca cerca l’incontro, i marocchini hanno un desiderio esagerato di confronto,  di chiacchierare,  tipico dei posti generosi d’Africa.

i  CIBI stuzzicanti  e saporiti , qua l’ospite è pressato ad assaggiare tutto  con gli insistenti kul kul ovvero mangia mangia e … l’appetito è accompagnato dal rutto naturale, condiviso e seguito ad un RINGRAZIAMENTO A DIO E LODE ALLA SALUTE (grandi cose). Aspettatevi e accogliete ospitalità e grandi inviti .

anche le DONNE son ben altra componente d’arte, ammaliatrici ed ammalianti , qua ne ho viste di bellissime!  Ovunque corpi facce e occhi che colpiscono.

Spavalde al volante, moderne nelle metropoli o sbraitanti ai mercati a contrattare.

Oppure timide alcune, altre seminascoste negli angoli dei riad, coi veli morbidi a coprirne il capo o col collo stracarico di bigiotteria stravagante.

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e poi c’è L’ABBIGLIAMENTO che oltre ad esser arte è vanità , raffinato quando sfoggiato con le  bellissime djellaba le  vesti lunghe fino alle caviglie, ornate da pietre perline fili simil oro o i meravigliosi kaftan abiti da cerimonia  in seta colorata.

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Quando siamo partiti da MILANO destinazione Menara, non mi aspettavo nulla di tutto ciò che ho vissuto assaggiato odorato toccato e sperimentato pienamente .

Una sorpresa. Una scoperta.

Arriviamo che è pieno RAMADAN. Non ne sapevamo nulla. In aeroporto dopo i inflessibili controlli , facciamo il primo  incontro con i gentili dettagli di grafia araba

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Il rivestimento dell’ edificio è costituito da grandi lastre ondulate  di bronzo ricamato con fori e fiori mentre dal soffitto scendono leggiadri anelli e grandi palle di vetro che sembrano bolle di sapone on the air.

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Ci trasferiamo velocemente in hotel situato nel quartiere GUELIZ  - Eglìse storpiato in arabo – la città nuova in stile Art Decò, a pochi  passi dalla grande  Avenue Mohammed VI . Beneficiamo della frescura della camera posta all’interno di  un rigoglioso giardino ornato da fontane, fiori, palme  di datteri.

Il nostro patio è una vera oasi nel deserto.

Piscina merenda e poi relax per recuperare le ore di sonno, raggiungiamo solo nel tardo pomeriggio la piazza DJEMAA EL FNA,  smisurato teatro a cielo aperto .

La medina, variopinta e decisamente vivace di giorno, assume il massimo della sua animazione verso l’ora del tramonto.

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Noi ci accaparriamo un posto alla terrasse, e ammiriamo il paesaggio sottostante, gustando un fresco aperitivo. 

Dall’alto è vero che tutto sembra più rilassato.

Le persone paiono figurine che si muovono lente nella place, come fossero telecomandate.

in contrasto c’è la frenetica bellezza delle bancarelle che si accendono con tenui fili di chiarore, lucine  multicolor  appese  a improbabili sostegni di legno indicano che la notte è in preparazione.

I venditori di spremute d’arancio invitano all’assaggio con ampi movimenti di braccia , i fumi delle braci salgono verso l’alto. 

il centro nevralgico di RAK è questo: eccoci nella vera  piazza dei dannati !

Scendendo in strada siamo avvolti da una marea di gente.

Schiviamo cantastorie e incantatori di serpenti, venditori di pugnali , asini che trainano carretti e donne velate pronte ad assalirti e prenderti la mano con forza per fare il famoso tatoo hennè free, oltre ad improvvisati gruppetti di  musicisti  .

 

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immancabili  i GUERRAB  venditori d’acqua con costume tradizionale, attraenti  strasudati e carichi di peso sotto il loro grande cappello a campana.

Questi uomini indossano turbanti bianchi per coprirsi il capo, sulle spalle hanno bicchierini di bronzo nei quali versano l’ acqua  da  vendere, alla cinta enormi fasce con mani di Fatima penzolanti e per richiamare l’attenzione sbatacchiano l’immancabile campana che fa casino per  ogni angolo della piazza.

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Dopo tutto il trambusto iniziale, facciamo il primo ingresso al souk EL JADID .

Decidiamo di perderci tra le viuzze troppo trafficate.

Il piacere della scoperta e dell’ inatteso sta alla base del fascino di questa e delle altre medine ricche di umanità; il segreto è non guardare la mappa ma abbandonarsi alla confusione e mescolarsi con essa. 

Terremo come unico riferimento la luce maestra che spara dalla torre della Koutobia .

Prima cena tipica alla bancarella n. 22 dove ragazzi estroversi e scomposti ci inseguono proponendo golosi banchetti a base di lumache zamponi pesce fritto sardine olive cous cous pastelle tajine di agnello con salse variopinte e frutta a volta. 

Ovviamente accettiamo . Facciamo  notte  in compagnia di un canadese un filippino e un portughes.

 

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L’indomani mattina dato che amiamo camminare e abbiamo un minimo di spirito di adattamento, oltre che dell’orientamento, partiamo alla scoperta della città.… a piedi, soli soletti.

Sono le 9.00 e tante serrande sono ancora abbassate.

Le bancarelle coperte da giganteschi teloni ,  i negozi chiusi.

Tutto a riposo e  tutti a digiuno in osservanza del Ramadan, quest’anno iniziato il 26.5.2017

Le poche persone, ovviamente di sesso maschile in circolazione  o sonnecchiano o cantano  i versetti religiosi o passeggiano a testa bassa tra le vie con l’immancabile Corano in mano.

Muovendoci veloci per la città rosa, puntiamo all’angolo dei tintori , il souk  SEBBAGHINE seguendo , appesi tra finestre e cielo, le grandi matasse di lana che seccano al sole .

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Gli uomini non vogliono essere fotografati in faccia ma ci permettono con un sorriso generoso di riprendere il loro faticoso lavoro.

Braccia nude che affondano in paioli giganti immergono chili di fili di seta o cotone pronti a diventare sciarpe foulard tappeti pantaloni di una moltitudine di colori.

Questi pittoreschi artigiani affrontano il duro compito quotidiano tra caldo e vapore, sforzi e rispettabilità, tutti si lamentano con noi dei cinesi , concorrenti sleali e dei  loro coloranti chimici tossici.

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Ci vestono i fianchi e ci coprono il capo con meravigliosi foulard di seta blu berbero, un modo gentile per farsi conoscere ed apprezzare in modo genuino.

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Tutto ciò che si vende non ha prezzo stabilito, cosi scatta la famelica contrattazione , e per quanto cerchiamo di ridere, essere ferrei, tagliare corto, definire una cifra o semplicemente prendere ed imbustare un souvenir , paghiamo quello che secondo il venditore marocchino è il prezzo giusto !

Per i vicoli stretti bisogna far gran attenzione un pò ovunque : agli scooter impazziti che scheggiano intorno, evitare le pozze colorate per terra o inciampare tra i banchi sporgenti di legno carichi di pane caldo. 

Ma soprattutto tapparsi le orecchie se qualcuno ti urla violentemente e da vicino BALEK ovvero pericolo, è in arrivo un conducente di asino che trasporta il tutto anzi l’impossibile, correndo stracolmo di oggetti tra il dedalo di vie . 

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Non so come facciano sti animali e i loro conducenti a non fare incidenti !?

Riprendiamo il giro col souk dei fabbri detto  HADDARINE.

Il sole è alto nel cielo ma filtra appena.  La semplicità qui è di casa.

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Siamo riparati da enormi tende di bambù e fronde di palme che ci proteggono nella penombra e danno oltre al riparo e al fresco, anche un non so che di poetico  alla passeggiata.

Non siamo ancora a FEZ ma in questo preciso momento mi ritorna alla mente quel video degli U2 di MAGNIFICENT,  con quei veli biancastri leggeri  svolazzanti che prima ricoprono  i tetti e poi svelano dolcemente le bellezze della medina.

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Più avanti ci abbandoniamo nello SMATA il regno delle baccuccie fatte a mano. Nascoste negli scatoloni, appese ai muri e per terra ci sono una miriade di ciabattine.

Ne troviamo e proviamo di ogni modello e colore. 

Morbide eleganti in nero oro zafferano verde indaco rosso fuoco in pelle in camoscio con perline lustrini o pendagli, uno spettacolo per i ns. piedi non ancora stanchi ma sempre in cammino.

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Arriviamo finalmente alla MERDESA DI BEN YOUSSEF (che doveva essere la 1° tappa del mattino ) la scuola coranica più grande fondata dai Merenidi.

 

La moschea domina la piazza omonima, in mezzo al quartiere dei suk si estende a nord della piazza Jemaa el Fna.

L’architettura araba andalusa sorprende chiunque.

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Quando varchiamo la grande porta di legno traforato siamo  strabiliati dall’enorme vasca principale, in roccia bianca, colma d’acqua chiara , grande bacino per le abluzioni.

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La visitiamo in compagnia di una famiglia australiana che sta facendo il giro d’Europa e insieme contempliamo la bellezza del tutto, siamo circondati da alte balconate di cedro ricchissime di decorazioni.

Una profusione di stucchi e mosaici ispano moreschi colorati nelle 5 tinte principali .

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Qui impariamo che i numeri sono cosi importanti che ritornano spesso : 1 un solo Dio - 3 le grandi religioni monoteiste - 5 i pilastri islamici  - 7 le virtù.

Tutto dispari.

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Una volta usciti dalla merdesa cerchiamo la MAISON DE LA PHOTOGRAPHIE nel Souq El Fassi, dov’è raccolta le più antica collezione di foto berbere dell 800.

Autori noti e gente sconosciuta han lasciato in dono intere raccolte di fotografie bianco e nero con giornali e francobolli di storia berbera.

Cimeli di storia e tradizioni antiche da salvaguardare. Stupendi  volti di donne meticce ingioiellate ci guardano da grandi poster,  immortalate davanti all’obiettivo dei secoli passati.

Le opere sono  esposte in un riad a 3 piani assieme a macchine e obiettivi dell epoca. Molto interessante.

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Saliamo in terrazza per goderci panorama e pranzo, subito dopo raggiungiamo in taxi ( molto economico )  i Giardini Majorelle.

Lunga fila per entrare. 

Villa serre e fontane si alternano in un colore blu eccentrico. Creati dal paesaggista Majorelle che comprò il terreno, sono stati arricchiti dallo stilista  Y. S. Laurent che per decenni ne fece il suo buen retiro.

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Oltre allo psichedelico giardino con  piante esotiche, vasche ,  palme e canali d’acqua, tra  cactus e  limoni ritroviamo un altro piccolo museo d’arte berbera con esposti quadri e gioielli  delle popolazioni native.

Il giardino è carino ma niente di speciale, per i miei gusti è troppo finto. È un pò come il voler apparire senza essere, alla fine stanca.

Curatissimo nei dettagli ma senza alcuna sostanza.

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Solita cena e nottata in piazza, tra musica dal vivo e danze dei musicisti, qualche dentista estemporaneo offre consulenze ai tavoli, i venditori di fiori propongono mazzi variopinti e delle bimbette tentano di venderci quadri fatti con ali di farfalla.

A lato gli incantatori di serpenti maneggiano cesti e pifferi  stregando noi e la folla intera. 

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Verso le 22 ci spostiamo alla vicina Koutobia ( da Koutub – librai perchè in questo luogo secoli fa  sorgeva il suq dei venditori di libri sacri ) e assistiamo allo spettacolo orale della preghiera islamica a cielo aperto.  

La torre è circondata da cespugli di rose ed illuminata a giorno.

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Massima allerta e controlli rigidi. 

La moschea è  transennata e non ci è consentito avvicinarci  neppure per fare foto.

La prefettura di RAK vigila sulla folla, blocca i taxi , dispone lunghi tappeti color ocra che serviranno per le preghiere dei fedeli. Nel disordine c’è un ordine rigido , inflessibile proprio come il rito arcaico. La gente intreccia i passi , si tiene per mano, prega alzando sguardi e braccia al cielo.

Tutti  concentrati guidati dalla voce del muezzin, nei canti nei gesti. Con capisco il senso della lingua, ma trovo il tutto molto coinvolgente. Alla fine del rito, il fiume in piena di gente attraversa  la piazza e lascia particolarmente lenta il  minareto a base quadrata.

Rientriamo in hotel sotto un cielo stellato.

Nella nuova mattina conosciamo Taoufiq la nostra guida, con lui iniziamo la visita guidata della città. Siamo 6 italiani in un vasto gruppo multilingue, che rappresenta un pò tutto il mondo: Perù Usa Australia Canada Francia e Uk.

Incominciamo dalla Palmèrie, la vasta oasi di palme e di terra nuda che si estende a nord  della Medina.

Tutto è in costruzione, gru e residence si arrampicano a dismisura, l'ultima frontiera dei milionari marocchini e stranieri che vogliono costruire e vendere grandi case di lusso.

Proseguiamo con la KOUTOMBIA  in versione by day. 

Questa volta entrando dal retro, costeggiamo enormi fontane d’acqua per arrivare proprio sotto il maestoso minareto, che sovrasta la città con la sua imponente altezza.

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Proseguiamo con le TOMBE SAADIANE, volute dal sultano che le decorò con oro massiccio e marmi di Carrara.

Il mausoleo comprende i sepolcri  dei  membri della dinastia Sa'diana originaria delle valle del fiume Draa.

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In ogni angolo esuberanti roseti colorati .

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Di seguito arriviamo al PALAZZO REALE, sontuosa residenza del gran visir, un vero capolavoro dell'architettura.

Il nome del palazzo prende il nome da BĀHIYA, la moglie preferita .

L’edificio è composto da 150 stanze incastonate tra fontane celle, filari di alberi d’arancio, scuderie e hammam. 

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Sarà la luce abbagliante del primo mattino ma tutto appare luccicante quasi dorato col riverbero del sole. D’obbligo gli occhiali da sole e il cappello per coprirsi il capo.

Breve sosta per pranzare e poi riprendere  con i  Founduk Salas , le vecchie locande medioevali con i giardini interni.

Visitiamo di nuovo il souk dei fabbri col loro ferro battuto e quello dei falegnami attraversando in gruppo i vicoli stretti .

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Nel primo è incessante il ritmo del martello che batte sul metallo .

Nel secondo c’è pace, totale silenzio e tranquillità.

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Passeggiando fra la  medina, scopriamo numerose porte decorate, tutte diverse tra loro , che qualche volta si sono anche aperte per permetterci di fotografare l’intimo di una realtà privata. 

Un'altra giornata si è conclusa velocemente.

Tralasciamo la cena prevista in hotel per rimmergerci nella magia di  Piazza Jama El Fna e divertirci tra  i suoi numerosi intrattenimenti, un vero patrimonio orale e immateriale dell ‘Umanità !

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Da domani non saremo più in questa città, quindi è meglio godersi tutto e subito.

Serata , musiche, ingorghi, i nuovi amici.

Con loro al crepuscolo ci gustiamo un’ottima cena tipica a base di cous cous tajine gamberoni polpi e per dessert scegliamo le delicate corna di gazzella, il dolce più rinomato e conosciuto della piazza.

il  profumo zuccherino allarga i sensi, le paste sono di fatte con miele fico pistacchi mandorla cocco, un tripudio di forme e granelle colorate.

 

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Anche nelle ultime  ore notturne la città  ci ha regalato sensazioni uniche !

Il vero spettacolo a Marrakesh è a mio parere la moltitudine di gente animata, che crea inconsapevolmente o volutamente, calca con passione il grande palcoscenico del quotidiano.

E Ovviamente Noi Siamo Felici di essere qui e di farne parte!

………….. IL VIAGGIO CONTINUA …………..

SALAM , Saby &  Ivo

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sabivo2002@libero.it

 

 

 

 

 

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