AFRICA 2007 – MOZAMBICO  ….. VIAGGIANDO IMPARI....

il senso della Pace, dell’Unità,  del Rispetto.. dell’Amore…

Diario di viaggio 2007

di Saby Brambilla

 

 

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Questi sono gli appunti di un viaggio iniziato in Malawi spostato in Mozambico, passato velocemente per la Tanzania,  che mi ricordano che molte volte in Viaggio come nella Vita, l'ordine delle cose non è l'ordine giusto ed il disordine non per forza è il senso sbagliato delle cose…

 

 

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MOZAMBICO …….  un viaggio molto particolare, di quelli che non appartiene alle classiche mete turistiche africane, destinato ai veri amanti della natura e del mare, a tutti coloro che amano mettersi in gioco, stupirsi, avventurarsi, che ogni tanto vogliono perdersi… insomma a quelli che si gustano la Vita…

 

Un’esperienza che dal mio punto di vista ha richiesto impegno, disponibilità, forza di volontà, capacità di condividere con gli altri, adattabilità a situazioni particolari o ai cosidetti  imprevisti, certo come tutti i viaggi ha preteso molto, ma altrettanto ci ha ripagato e a me personalmente  ha fatto riflettere che nel Viaggio (come nella Vita) si impara sempre, ovunque ….

 

Perché ogni Viaggio è in realtà un piccolo grande dono, che ognuno deve saper ricevere …come un talento che ci arricchisce , solo per chi lo vuole…

Un talento o un dono che per magia si riceve al momento giusto, nel posto giusto, con le persone giuste… inaspettatamente… sotto un sole africano che ti ustiona la pelle e te la fa cambiare, tra il casino in  un vagone di un treno di terza classe o sotto una  fitta pioggierellina, in una piccola barca senza motore immersa nel niente, inghiottita dal blu… e ancora tra le onde delle Quirimbas perlate, tra le nostre Ibo Matemo Macaloè  Pemba e Pangane….

 

In viaggio lo stupore e  la felicità sono nascosti nei posti ancora da conoscere… e in tutto quello che ancora la vita ci vorrà  regalare ...

Perché per me la Felicità non e' quella che affannosamente si insegue credendo che i soldi il lavoro il telefonino o  gli occhiali siano il tutto o il niente...

La felicità egoisticamente parlando… è la filosofia dell’essere se stessi, del godersi, dell’essere liberi e basta …

 

La felicità sta nella semplicità della giornata,  è la consapevolezza che stai vivendo le tue emozioni, è la  dolcezza  di guardare altri occhi… davanti a tuoi.…laggiù nell’oceano...tra il celeste del mare e del cielo, è il lasciarsi  andare all’onda e  farsi cullare, è in toto quando senti di star bene nel proprio io, e IO in AFRICA mi sento perchè non faccio fatica ad ascoltare il suo richiamo !

 

…penso al senso del viaggiare liberi.... il vento mi  rilassa e mi libera dai pensieri…

 

Questo “Mozambico” posso considerarlo veramente il viaggio della mia anima,  o meglio l’anima in viaggio,  l’anima  danzante, l’anima  viaggiatrice che cerca e gode di quello che  trova … che vuole arrivare anche se non sa ancora dove sta andando…

 

L’anima che viaggia che guarda e che cosa vede??

L’anima in viaggio partita da qualche giorno… ho iniziato dal Malawi e ci ho preso gusto …sta  viaggiando davvero…liberamente

 

Sto viaggiando in una terra lontana qualsiasi e finisco qui, a sentire quello che c’è dentro di me…

 

 

Amo essere in viaggio perché VIAGGIARE per me è lo stesso che andare, scoprire,  imparare, vuol dire non fermarsi, procedere e io che non sono capace di rallentare… come devo fare??

Andare o fermarmi, avanzare  o no?

 

La mia risposta è Andare …d’istinto, in effetti mi piace camminare, correre e  “proiettarmi” ... ringraziando il cielo ho buoni polmoni e volontà quanto basta …  e dall'altra parte è bello pensare che posso proseguire il nostro viaggio anche con il “comunicarlo”  con lo scrivere o parlare sensibilizzando , facendo conoscere realtà remote a chi non le potrà vedere e a chi neppure se le immagina, raccontare gli accaduti, le sensazioni,  perché la parola è una grande  forma di potere, un pò come la fotografia che invece parla attraverso il silenzio…

Non a scaso sono le uniche poche forme di potere che io preferisco, insieme all’amore, perché le considero immediate… e cosi semplici…

 

E pensare che all’inizio il Mozambico doveva essere solo una bella vacanza, una pausa di relax , adesso la considero  la mia Dolce Intima Parentesi ;

 

all’inizio tutto era solo un itinerario imbastito ancora da inventare…adesso è il mio  Schizzo Del Cuore;

 

coloro che all’inizio erano semplicemente compagni di 18 gg. ora sono Deliziosi Nuovi Amici, note vibranti di una musica che non ha mai stonato, con  i quali si è  realizzata un’ armonia tale, fatta di timbri suoni e ritmi diversi, ognuno con la sua forza e con la sua varietà d’interpretazione… che ha dato come risultato finale una melodia fantastica, come quella del pianoforte, creata …cantata …ballata improvvisata soltanto da noi 5 ;

 

 

 

 

all’inizio la gente d’Africa era solo Gente comune, adesso trovo che sono Fratelli Africani, appena sfiorati, che mi hanno regalato emozioni uniche perché hanno impreziosito questa mia evasione …

 

 

 

 

 

Il Mozambico ha preteso la nostra flessibilità, in quanto abbiamo collaudato tutti i tipi di trasferimenti : in volo, in fuoristrada, a piedi, il treno, in pulman “dalla dalla”, in dohw barca a vela locale , con  le canoe a bilanciere, …sotto il sole, sotto la pioggia, con e senza vento …a qualsiasi ora del giorno e della notte …all’alba, al tramonto …sotto le stelle

 

 

Questo devo ammettere, non  è stato un viaggio organizzato nei minimi dettagli, o meglio è stato studiato  in maniera “flessibile”, con i soli punti essenziali fermi ed il resto è stato improvvisato dagli eventi e  da noi…e infatti  il  vero viaggio in Mozambico è iniziato alle 4 di una mattina di aprile, per fortuna o per caso da una terza classe di un treno che parte da Cuamba destinazione Nanpula…prezzo  del biglietto  100 metical tondi.

 

Partiamo dalla stazione dei treni con l’oscurità, tutto intorno è nero assoluto,  sforziamo gli occhi e sbattiamo contro il buio,  ci facciamo largo tra la gente facendo fatica a trovare il posto a  sedere  … ma ecco che una volta seduti tra il rammarico e la sorpresa ci accorgiamo di esser stati scippati di 1 cellulare 1 orologio 1 paio di occhiali gli appunti veloci di viaggio e cosa più importante i nostri golosi snacks…

 Che Bel Battesimo… Bienvindos…Benvenuti In Mozambico…:J)

 

Qui a quanto pare lo spettacolo siamo noi … infatti tutti ci guardano in modo curioso e quasi sbigottito.… mai visto viaggiare dei bianchi in 3° classe.

A poco a poco scorgo  le prime luci, il rosa  delle nuvole che arriva dai finestrini da un senso alla giornata, così come quello spiffero d’aria freddo e pungente che arriva da dietro e mi batte sul collo, sembra volermi svegliare a tutti i costi dal  dormiveglia…

 

Con il passare delle ore finalmente il sole si sveglia e tutti ci svegliamo insieme a lui,  dalla bruma i miei occhi passano al chiaro e cercano la strada i colori e la gente ….c’è talmente tanta vita intorno che non posso continuare a tenerli chiusi.

 

 

 

 

Per me questo è solo un tragitto che congiunge due città , invece per tutti i locali che mi circondano è un percorso di vita quotidiano, mamme assonnate  con neonati in braccio che non vanno  a dormire e arrivano prestissimo alla stazione per accaparrarsi un buon posto a sedere … anche e solo se in terza classe, perché è tutto quello che si possono permettere…

commercianti pimpanti che ottimizzano le vendite riempiendo quintali di sacchi sacchetti e borsoni all’inverosimile, raccogliendo velocemente i pochi chicchi di mais che cadono a terra o trattenendo nelle mani pomodori e radici di manioca, gente che viaggia per lavorare e vendere e comprare e campare di solo qualche metical, paralitici che faticosamente avanzano sulle braccia e sollevano pesi in ogni modo…con ogni forza…

è incredibile come l’uomo di adatti alle situazioni più disperate.. che miseria .. che povertà… che scene crude e che esaltazione della vita al tempo stesso..

Insomma ad ogni fermata tutti si affacciano ai finestrini delle carrozze e si accaparrano  di tutto,  sapone, verdure, bibite, galline vive , ridendosela e chiacchierando serenamente con chi sta fuori all’aria aperta lungo i binari…  intrecci con  altre vite … altre storie

Avverto che C’è tensione nell’aria, ma si tratta di una tensione positiva, protesa, come un’ energia stimolante …i miei occhi sono incollati al finestrino …

 

Vorrei catturare ogni istante e la tentazione di fotografare tutti questi meravigliosi  sorrisi,  i volti, gli occhi gonfi e le  espressioni stanche è molto forte, però vengo  ripresa da un controllore che tra un biglietto e l’altro mi ricorda di non scattare  all’interno del vagone… porque non tiengo autorizazion…

Mi spiace, alla fine cedo contravvenendo e immortalo (mi è partito anche il flash) la faccetta birbante di quella bimba che mi sta seduta accanto … è troppo carina vestita di giallo mentre mangia del pane…

Non posso assolutamente perdermi questi momenti, manco farlo apposta ci sono i tempi giusti, le ombre perfette, i riflessi, i chiaro scuri e sento così pacificamente mia e rilassante questa situazione che al contrario infastidirebbe chiunque considerandola non solo alquanto scomoda faticosa ma anche di basso livello…

Fuori intanto scorre  una scenografia da cartolina, distese di prati verde sgargiante, montagne gigantesche modellate dal vento, soffici enormi nuvole bianche, una spettacolare immagine del sole sullo sfondo e  il suo  strascico  dorato che filtra nel vagone …

Lungo questi binari ho imparato che assaporare il casino fragoroso trovato su una carrozza di terza classe è come vivere in un film a colori, in cui c’è di tutto…

Su questo treno diretto in paradiso ho “parlato” la lingua portoghese senza conoscerla, con  un ragazzo che mi ride in faccia dicendo “Sopporta… Sopporta …turista .. tu dovevi andare in 1* classe ….”  e subito dopo quasi scusandosi carinamente riattacca bottone, scherza, mi sorride ricordandomi “Sopporta… Sopporta…ma  noi stiamo lavorando”…

 

Altrochè “SOPPORTA SOPPORTA??” …  IO STO GODENDO !!!

 

Così mentre mi gusto la gente che mangia, allatta, canticchia e suda, arriviamo a Nanpula… sono passate “solo 11 ore su rigidi sedili di legno e a pensarci bene, senza che nessuno sia andato a fare pipì!” …Fantastico.

 

Giunti alla stazione di Nanpula di nuovo il finimondo…le persone scaricano merci bambini e animali dai finestrini, tutti che spingono, che urlano, che si cercano e noi che ,  alla fine recuperati i deformati  bagagli  ci fiondiamo letteralmente alla ricerca di un taxi che ci porti in città.

Alla fine di questo viaggio in treno non trovo più differenze tra “noi e loro” i  turisti e i locali, i lavoranti o i viaggiatori, i bianchi e i neri, no… c’è molto di più…

Scendevano da quella carrozza Semplicemente e Solo Persone Sorridenti che hanno condiviso “accalcate accaldate addomesticate” assaggi di vita quotidiana, ed è stato stupendo sentirsi parte di questo viaggio… di queste 11 ore di vita vera, 11 ore memorabili … a  soli 100 metical.

 

L’indomani altra sveglia all’alba, altro tragitto impegnativo per percorrere i chilometri che da Nampula ci portano questa volta a Pemba, con assalto ai posti in  fondo ad un  bus che ci garantiscono un viaggio più sicuro soprattutto per il controllo dei nostri enormi zaini.

Scenari altrettanto belli si susseguono tra le montagne e attraverso le stradine dei villaggi ancora vergini, strapieni di gente genuina che a tutte le fermate ci propone  (anche qui) di comprare frutta e spiedini di pollo cotto e galline vive…

Il solo pensiero di comperarmi una gallina in Africa mi stuzzica e mi fa sorridere, potrebbe tornarmi comoda per le uova… sarebbe utile …ma poi dove la metto, a chi la regalo ??

Cosi mi limito a comprare banane, anzi un intero casco di banane spartito e divorato all’istante… in Mozambico ho mangiato  tante di quelle banane… ne ho mangiate in  quantità industriale , di ogni tipo, verdi, gialle , tutte  piccole zuccherose, più dolci delle nostre, buonissime…

 

Dopo 6 ore di viaggio tra caldo e  fatica, ho  bisogno di sgranchirmi le gambe perché il posto è davvero stretto, fa caldo si soffoca e il pullman è sovraffollato…… ma nel contempo mi dico  “almeno io sono fortunata ad essere seduta”e  allora divido il mio posto con un bambino che si addormenta dolcemente riversato su di me…  lo lascio riposare …perché Viaggiare fondamentalmente è condividere, lasciarsi andare e non avere paura di avvicinarsi agli  altri 

 

Siamo tutti un po’ stanchi ma sereni, non manca la voglia  di ridere tra di noi e finalmente scomodamente allegri dopo 450 km di afa intravediamo l’orizzonte, ci avviciniamo alla costa e gia pregustiamo  l’amato oceano indiano.. cosa volere di più…nada!

 

Raggiungiamo e pernottiamo al Russel Beach campeggio fuori tempo e fuori mano, “ stile figli dei fiori”  dove conosciamo Jasper e Burt i due fratelli olandesi nonchè ns. drivers con i quali abbiamo organizzato l’escursione per Pangane. Sono simpatici anche se caratterialmente uno l’opposto dell'altro, il primo giovane e solare è piacione e ama ridere, mentre Burt il maggiore è più riflessivo e molto professionale.

 

La mattina successiva dopo un’improvvisata colazione a base di caffè pane e miele si riparte … lasciamo Pemba per Pangane  …altri 200 km questa volta in fuoristrada…siamo sempre in viaggio con il corpo con la testa ma soprattutto con  i nostri cuori…

 

Arriviamo a Pangane e qui una premessa è doverosa perché fuorchè il villaggio di Ashim dove siamo stati accampati  non c’è nulla….

Non ci sono le cosiddette case intelligenti, i grandi hotel o i servizi comodi ed eleganti,  gli all inclusive o le vasche idromassaggio, ne gli oggetti progrediti, neppure una presa elettrica per ricaricare le batterie...

…ma noi una volta arrivati nella nostra capannina di paglia, così  minimalista troviamo quell’essenziale  indispensabile, invisibile agli occhi ma vicino al cuore, necessario a chi è alla ricerca del nulla, ovvero della sola natura …

Siamo fuori dal mondo, è davvero tutto un altro mondo…

 

Siamo forse in Paradiso, chi può dirlo??

 

 

Una  cosa è certa per me il paradiso è quel posto, quel  suono, quella parola dove trovo la pace e a Pangane  c’è “solo”  la leggiadria della natura allo stato puro, la  magia, la contemplazione … che mi fanno sentire la “Vera pace” che  esalta e sprigiona energia.

 

 

La fortuna è che qui il ritmo quotidiano della giornata è scandito e passa attraverso la bellezza che ci sta di fronte, provo un pò di sana onesta invidia per la  gente del posto che ha il privilegio di vivere inconsapevolmente in questa atmosfera unica…

I pescatori dispongono i pesciolini al sole per farli seccare, i ragazzi raccolgono elegantemente le reti dall’acqua, le puliscono le tirano le ripiegano, le donne chiacchierano al pozzo  e al tramonto i bimbi entrano allegramente in acqua per farsi l’ultimo  bagno della giornata …

Pangane è un gioiellino che mi affascina e da subito mi strega,  non saprei come definirla, è Semplicemente Molto Molto Bella che non mi rimane altro che elevare la mia Preghiera e ringraziare l’Architetto di questa Magnificenza, perché  qui la Bellezza è in ogni dove, in ogni espressione, in ogni aspetto, in ogni angolo, sto godendo della purezza di tutto questo contesto e  del suo manifestarsi.

 

Mi sembra di essere  come  in un teatro all’aperto, senza palcoscenico, senza sipario che si apre o si chiude, non c’è attesa perché  so che non si presenterà mai nessuno,   cosi come so anche e ne son ben felice, che non accadrà nulla di particolare..

C’è solo l’autentica contemplazione di questa cartolina… Pangane mi esalta e mi raddolcisce al tempo stesso, favolosa!

 

E di questo viaggio adesso capisco che mi bastano  giusto i mille  colori al tramonto che mi scaldano il cuore, visti dalla scogliera della “mia one & only Pangane” che si tinge  di rosso  e non solo ..

 

…. Perché mi è bastato mangiare con le mani il riso bianco condito di solo polipo e pomodoro, accompagnato dalle aragostine e dalla birra fresca, alzare gli occhi contemplare il mare, ascoltare il vuoto, sentire l’infinito, non pensare a niente e stare così perfettamente bene…

 

…. Mi son bastate le note di una canzone allegra cantata dai bimbi scatenati di Ashim in una serata con le stelle cadenti, loro così piccoli illuminati da una piccola  pila ma accesi scoppiettanti esuberanti nell’energetico senso della vita, e poi ancora ..

 

…. Mi son bastate le ondine del mare sulla spiaggia di notte e quel silenzio che fa paura…ho tutto con  poco…anzi no, con poco ho tutto, perché intorno c’è solo armonia naturale, talmente tanta bellezza che mi sembra troppa..

 

Questi si che sono i  momenti da non perdere!!

 

E dopo esserci incantati ed ambientati in Pangane, decidiamo senza indugio di andare alle  QUIRIMBAS (che tradotto significa Isole Fortunate che caso vero?!?!) un arcipelago composto da una trentina di piccole isolette quasi tutte disabitate, appartenente alla provincia di Cabo Delgado, un santuario naturale praticamente incontaminato, difatti il cosiddetto Parco Nazionale Quirimbas è una riserva naturale marina (che posso solo definire “innamorabile” è giusto usare questo termine, credo di si....) protetta dal WWF

 

Al mattino presto è prevista un’altra “levataccia” la giornata sarà intensa e siamo completamente ignari di cosa ci aspetta... un altro giorno incredibile, un altro viaggio nel viaggio…

Lasciamo Ashim e facciamo un tratto rallystico sull’unica strada che conduce  al porto di Olumbua dove ci attende il dohw che parte per Ibo.

Ma a circa 5 km dall’arrivo la ns. jeep  trova un avallamento riempitosi di acqua per le pioggie della notte e questo intoppo ci obbliga a proseguire a piedi, attraverso il bush.

Piedi e gambe in ammollo, con il sole alto nel cielo e gli zaini in spalla, ci armiamo di buona volontà e decidiamo di procedere nel percorso… le Quirimbas ci aspettano…

 

Guadiamo lo stagno, zig zaghiamo  nell’erba alta e dopo un’ ora di cammino arriviamo alla spiaggia dove ad accoglierci c’è l’allegria dell’ intero villaggio.

Tutti questi bambini cosi belli, sorridenti, poveri e malvestiti mi disorientano, è inevitabile fare il paragone con la nostra realtà fatta di spreco, cose superflue ed effimere, questi bimbi, anche i più timidi, quelli che se ne stanno per un pò in disparte, hanno tutti gli occhi decisamente brillanti, vivaci...la loro gioia per un momento mi fa dimenticare la disparità che ci divide, forse sono proprio le nostre differenze ad avvicinarci…

 

Ridono, ci toccano, cantano per noi, ci conducono sotto l’ombra di una pianta di cocco e qui rimaniamo tutti insieme per  un bel pò, ci lasciano solo quando dobbiamo salire sulla barca e ancora ci salutano da lontano con le manine …sono cosi contagiosi di allegria e di vita!

 

Nonostante l’ora troviamo una piccola barca disposta a portarci a Ibo … contrattiamo il prezzo per 6 azungu e iniziamo la nostra navigazione .. una navigazione lenta fatta solamente del sole sopra di noi , dell’acqua e le sue onde intorno a noi, della forza del vento che ci fa rimanere in equilibrio e galleggiare…abbiamo una sola  meta IBO.

Arrivati  all’isola ci sistemiamo in un alberghetto e facciamo subito un piccolo giretto al tramonto per osservare le antiche abitazioni ed il fortino portoghese ormai abbandonati e disabitati. Anche qui foto a non finire, sulla spiaggia, alle rovine, alla bassa marea, alla linea dell’orizzonte piena di piccole barche  ormeggiate nella secca.

Mi sembra quasi di essere proiettati indietro nei secoli, l’isola di Ibo appare deserta  e forse proprio l’isolamento alla quale è stata condannata dopo il suo abbandono da parte dei coloni portoghesi, la rende molto tranquilla quasi sonnolente. L’unico contatto con la realtà sono i collegamenti con i dohw e i pochi turisti che si avventurano alla ricerca del tempo perduto. Sull’isola non c’è acqua, né energia elettrica,  si coltivano solo piccoli orti, si aggiustano reti, si cresce con il mare ...

Facciamo conoscenza con una ragazza del posto  biologa marina che lavora per il centro WWF la quale ci parla della sua vita e anche nel suo racconto traspare qualcosa di impercettibilmente surreale, sperduto, senza tempo e senza misura…

O forse essere a Ibo sperduti nelle Quirimbas significa proprio questo, significa dimenticarsi del tempo e della nostra assurda frenesia, significa riacquisirci e riappropriarci di noi stessi, significa imparare a riassaporare la qualità e non la quantità delle cose, ascoltare i respiri della vita, ammirare intensamente quello che sta intorno e rimanerne ovviamente senza fiato…

Alle Quirimbas  ho imparato che le “stelle” e i “bambini” mi fanno decisamente commuovere e che il “sole” e “l’amore” mi fanno brillare, che le conchiglie mi fanno ritornare bambina e forse è per questo che le raccolgo.. così che le porto a casa proprio per ricordare il caldo di quella sabbia borotalco dove mi  sdraiavo… e di quei momenti che adesso non ci sono più…

 

 

In Africa ho capito che si può (e si deve) acchiappare l’arcobaleno e coglierne tutti i suoi colori, toccare le stelle con un dito, rimirare gli  infuocati tramonti, sentire  la velocità del vento e la leggerezza delle aquile, rispettare  la maestosità degli elefanti e l’ingombrante agilità  degli hyppo… perché sono stata in un Eden in miniatura e il mio cuore ha ricevuto solo energie nuove ed uniche…

 

L’Africa chiama e bisogna non solo saperla ascoltare ma Le si deve anche rispondere!!

L’Africa chiama anzi urla attraverso i suoi silenzi, attraverso i suoi bimbi i suoi paesaggi e non si può rimanerLe indifferenti!!

Almeno per me è cosi, tutte le volte  e sempre con la stessa intensità…

 In questo viaggio ho imparato che ci  possono anche rubare il block notes degli appunti, e non me ce frega niente perchè si, magari ci risiediamo un attimo con calma a rileggere  il  routing map cercando di ricordare le tappe o i km. percorsi …ma in fondo gli appunti anzi gli schizzi dei nostri cuori non ce li ruberà MAI nessuno ne sul treno ne altrove…ne ora  ne chissà…

 

E a distanza di tempo, adesso che sono a casa, se qualcuno mi chiede … W O W …sei stata in MOZAMBICO …come sono queste  QUIRIMBAS… ?? o cose del genere, inavvertitamente mi viene da ridere…

 

Rido perché Non saprei bene cosa rispondere, perchè avrei mille finestre da aprire, troppe emozioni che non saprei spiegare a parole, troppi colori cosi intensi che non riuscirei a  pennellare…come faccio a trasmettere la magia di tutti quegli occhi e quei sorrisi , il benessere che ho assaporato…

Perchè mi prendono sempre e ancora quei ricordi  che sbattono, perchè non saprei da che parte iniziare a raccontare un viaggio infinito ormai finito ma che continua a vivere dentro di me…

 

.. e allora mantenendo gli occhi un pò socchiusi continuando ad assaporare… mi gusto  il ricordo Bellissimo del MIO Mozambico ... e rispondo superficialmente.. .

 

 

Bello Il Mozambico È Stato Davvero Bello, taglio corto, tutto qui …Basta!

 

Però tra me e me  continuo a ridere  da sola (ma che cavolo mi rido…)  al solo pensiero che la MIA Africa mi aspetta già..........perchè davvero, dopo aver percorso 330 km in 11 ore in treno, 450 km in 8 ore in bus , 200 km in 4 ore in auto, ore e ore in barca senza motore  …. cosa vuoi che sia la distanza che ci divide dall’Africa???             

…Dio quanto vorrei essere già là…

 

L’insegnamento di questo viaggio ( dove ho imparato sempre e ovunque) è stato il senso   della pace, dell’unità,  del rispetto...ma soprattutto dell’Amore…

 

AMORE CON LA A MAIUSCOLA, A COME AFRICA…

 

O MEGLIO L’ AFRICA È  COME L’AMORE … IN VERITÀ MI RENDE LIBERA…

 

Besitos, Saby

sabivo2002@libero.it  

 

http://www.globalgeografia.com/africa/mozambico.htm

http://www.mozambique.co.za

http://www.iboisland.com/

http://www.travelblog.org/Africa/Mozambique/photos-page-1.html

http://www.ecoafrica.com/african/travel/QuirimbasArchipelago.html

http://www.inafrica.it/maldafrica/paesi/mozambico.html

 

p.s.

IN ULTIMO DEDICO OGNI BENE A TUTTE QUELLE PERSONE CHE COME ME, AMANO GODONO SENTONO E SOFFRONO L’AFRICA… PERCHÉ COME CITA UN VECCHIO PROVERBIO MASAI :

TU LASCI  L'AFRICA...MA L 'AFRICA NON TI LASCIA ANDARE MAI!

 

 

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