New York

Usa

Diario di viaggio 28 dicembre 2009 - 5 gennaio 2010

di Domenico


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Andare a spasso per New York non è cosa semplice se fuori ci sono fino a 2°F quando il vento freddo soffia sulla tua faccia. Per me è stato un viaggio un po’ anomalo: prima volta fuori continente, prima volta per raggiungere la mia fidanzata così lontana. Un po’ il freddo, un po’ la necessità di dedicarci un po’ di tempo, un po’ i tempi non proprio sincroni con la mia pain in the neck preferita e i suoi inconvenienti quali rottura portatile e sparizione borsellino con conseguente tour dei distretti di polizia: il risultato è che sono riuscito a visitare molto meno di quello di quello che avevo previsto. Questo però non mi impedisce di farmi una opinione della città e della sua gente, anche perché una piccola parte del mio tempo l'ho spesa vivendo alcune delle tante offerte culturali di New York.

L'idea che mi ero fatto era molto diversa dalla realtà. Avevo immaginato una città cupa, scura, fredda, dove la gente corre e ti urta senza voltarsi. In questo ero stato indotto anche dalla lettura di alcune guide turistiche. Ad esempio la Lonely Planet: la guida suggerisce di non fermarsi ai semafori in attesa del verde, ma di attraversare seguendo la folla. Vittima degli stessi fastidiosi comportamenti italici, resto onestamente un po’ perplesso.

Una volta sul posto le cose sono diventate man mano più limpide, ma non subito.

 

 

 

Lo shuttle bus dall'aeroporto mi lascia alle 22 ora locale, dopo circa 20 ore di viaggio e 6 ore di fuso orario, sotto il Grand Central Terminal e la buia e rumorosa 42nd Street. Inquietante la luminosità della facciata della stazione e poco a lato quella del Chrysler Building e il buio dell'incrocio con Park Avenue e il vapore che ogni tanto esce dai marciapiedi. Stanco e infreddolito non vedo l’ora di raggiungere l’appartamento e di ritrovare Natalie, che non vedo da cinque mesi e con la quale abbiamo scelto proprio la Grande Mela per riabbracciarci.

Comunque cercherò di andare per ordine.

 

 

Nonostante la frenesia della gente, il flusso d'auto e i colori non certo sgargianti (batterà mail il sole sull'asfalto della strada nello strapiombo dei grattacieli?) New York è una accogliente megalopoli americana, grazie soprattutto alla sterminata offerta culturale e alla sua gente molto socievole e simpatica. Se non fosse per questi due valori, la città potrebbe risultare un po' monotona (e scura) per il ripetersi ossessivo dei grattacieli tanto che, alla fine, nessuno sembra poi così alto (è pur vero che non ho visitato zone quali Chinatown e Little Italy). Il cosiddetto "skyline" che si può apprezzare dall'alto del Top of the Rock o dell'Empire State Building (che ahimè non ho visitato!) oppure dall'autostrada poco prima di entrare dal lato sud di Manhattan (tanto per citare alcuni hot spot) è il tratto distintivo di New York che rende unico anche il grande parco cittadino. Qui non è il verde lo sfondo della città, ma la città il background della natura.

Central Park è un bellissimo parco nel cuore di Manhattan con uno zoo, la riserva Onassis, un laghetto, scoiattoli ovunque e, ovviamente, l’impressionante linea dei grattacieli sul lato sud. In mancanza dei colori estivi o autunnali, il parco dà il meglio di sé con la neve. Grazie alla piccola nevicata del 31 dicembre, Central Park si è offerto come altrimenti non si potrebbe apprezzare in questo periodo dell'anno.

Quello che colpisce in New York è ovviamente la mancanza di storia antica. Se Manhattan era già abitata 11.500 anni fa dai paleo-indiani, solo nel 1600 si comincia a vedere qualche insediamento permanente sull'isola fino alla fondazione di New Amsterdam. Quindi quando si visita una città del nuovo continente si perde qualche riferimento: le mura antiche, qualche traccia delle culture fondatrici dell'Europa. In fondo New York nasceva quando in Europa cominciava l'età barocca.

Per questo penso che la Grande Mela vada vissuta molto all'interno dei suoi numerosi edifici, teatri, locali di jazz, musei: se la città appare un po’ fredda fuori, nelle sue mura è pulsante di vita e cultura.

Un semplice itinerario che dà una ottima idea dell'offerta newyorchese è senza dubbio la 5th Avenue. Partendo da nord verso sud, inizialmente costeggiando Central Park, troviamo (solo per citarne alcuni) il Guggenheim Museum, il Metropolitan Museum, la Frick Collection, la Grand Army Plaza, il Rockfeller Center, il Moma, la Public Library e una serie di elegantissimi negozi quali Tiffany o Bergdorf Goodman (al confine sud di Central Park) e altri molto più commerciali dove trovare idee regalo e souvenir a dire il vero poco originali.

Dato che quindi le temperature esterne sono state spesso proibitive, la soluzione culturale “indoor” è la scelta ideale.

Con il Museum of Modern Art, meglio conosciuto come MoMA, chiudo definitivamente le mie visite a esposizioni di arte moderna. Al di là della mia inesistente affinità con l'arte dell'ultimo secolo, il MoMa mi ha un po' deluso, ma onestamente c'è tanto da vedere: pittura, scultura, film, architettura, libri. C'era anche una sezione temporanea dedicata a Tim Burton, ma non avendo prenotato in tempo non trovo il biglietto. E' ovvio che trovo soddisfazione essenzialmente nelle sale dedicate agli impressionisti e in qualche dipinto di Andy Wahrol.  A pensare che ho scelto il MoMa al posto dell’Empire!

Molto meglio il Metropolitan Museum of Art che pure ospita opere moderne. Il Met Museum è il più vasto museo dell'emisfero occidentale e quindi è meglio muoversi con criterio magari scegliendo cosa vedere visto che le esposizioni coprono tutta la storia dell'arte. Il museo è molto ben curato e l'immersione (o la "sommersione") in dipinti di eccezionale pregio (Raffaello, Botticelli, Rembrandt, Degas, Van Gogh etc etc) lascia completamente soddisfatti.

Poco distante dal Met Museum c'è un'altro piccolo museo, la Neue Galerie Museum, che accoglie alcune opere dell'espressionismo tedesco e di Klimt. Al piano terra c'è una elegante (e abbastanza cara) sala da tè in stile austriaco, Sabarsky. Io visito la sala da tè, non il museo...

 

 

Soddisfatto e piacevolmente sorpreso mi lascia la Frick Collection (foto a lato), piccolo ma elegantissimo palazzo - museo poco più a sud del Met Museum. A differenza degli sterminati MoMA e Met, questa collezione è inserita in un piccolo palazzo che fu abitazione dell'industriale Henry Clay Frick e muovendosi nelle sale sembra proprio di visitare l'elegante dimora che lo ospitò. Gli arredi caldi e le opere esposte, tutte di pregio tra cui Tiziano, Vermeer, Van Dyck, Velazquez, conducono fuori dal tempo e restituiscono una fruizione dell'arte completamente a misura d'uomo.

 

Prima di partire mi concedo la visita anche dalla New York Public Library che, come la Frick Collection, è un po' fuori dagli itinerari più comuni pur trovandosi in posizione centralissima. La biblioteca infatti si trova a metà strada tra Times Square e il Grand Central e affaccia sul Bryant Park, parco molto carino che almeno fino al 31 dicembre aveva ospitato un bel mercatino. La biblioteca è una istituzione culturale di grande importanza mondiale e la si può visitare tranquillamente durante gli orari di apertura. E' insolito vedere turisti che fotografano nelle grandi sale affollate dai lettori, ma i pannelli lignei, i lampadari e qualche affresco, meritano una visita.

Non si può pensare a New York senza pensare a Broadway. Mentre la parte alta della strada (Broadway appunto) sembra essere una zona molto richiesta per la qualità della vita, la parte mediana è quella del Theater District, quella dei musical per intenderci, ma non solo. Il caoticissimo distretto dei teatri è a due passi da Times Square, anzi quasi non si distingue, perché si sa che a le luci sono sempre luminose a Broadway così come a Times Square (che onestamente non mi dice granché). Limitarsi allo scintillio delle strade sarebbe un grosso errore perché vi lascerebbe l'idea di un cultura svenduta e di scarso pregio. Invece a Broadway c'è anche qualcosa di magico nell'aria ed è quello che si nasconde dietro le mura dei teatri. Alcuni sono davvero stupendi come il New Amsterdam nel quale vediamo Mary Poppins, ma anche il Helen Hayes che propone per gli ultimi giorni, dopo anni, "39 Steps".

Il New Amsterdam è uno sfarzoso teatro recentemente ristrutturato con alcune decorazioni che ricordano un po' quelle di una fiaba. Scenario adatto per Mary Poppins, ultra acclamato musical da anni che, ammetto, ho trovato altrettanto stupefacente quanto il film. Tra trovate illusionistiche, coreografie e scene curatissime e qualche trucco molto spettacolare (Mary Poppins – Laura Michelle Kelly - che vola o Bert – Christian Borle – che passeggia sul soffitto), Mary Poppins è anche il musical adattissimo a chi non conosce bene l'inglese in quanto più o meno la storia la sappiamo tutti. In realtà la storia sul palco è un po' diversa da quella del film e c'è pure qualche musica nuova, ma il risultato come dicevo mi lascia senza parole!

Sorpresa anche per "39 Steps", il mio battesimo con il teatro americano nel bel Helen Hayes Theater. Quattro attori sul palco si alternano in una storia divertentissima e ricca di trovate sceniche semplici ma efficacissime, grazie anche al collaudatissimo e affiatato cast che interpreta una ventina di personaggi. E' difficile seguire la storia ma capisco il necessario per non perdermi e per morire dal ridere durante tutto lo spettacolo.

Ultima tappa teatrale prevista è stata quella al Lincoln Center a alla Metropolitan Opera House. Cronologicamente è stato il primo appuntamento con i teatri di New York. La mia idea era di vedere il teatro non attraverso una visita guidata ma seguendo un'opera, pensando di fare cosa gradita anche alla mia adorata soprano personale. Per diversi motivi la scelta era caduta sull'Elektra di Richard Strauss. Dunque, andando per ordine, la serata gelida (nonchè la prima a New York per me - all'uscita del teatro sono 2°F che, per i non pratici, vuole dire 17°C sotto lo zero!!!) non mi permette una visita attenta alle strutture del Lincoln Center. In onestà non credo ci sarebbe stato molto da vedere, forse molto di più in estate quando si organizzano intrattenimenti anche fuori le mura. La sala dell'Opera, nell'edificio centrale, è molto bella, moderna, comoda, funzionale, elegante. Sullo schienale di ogni poltrona c'è un display con la traduzione (ovviamente non in italiano) del libretto: nel mio caso ascolto in tedesco e leggo in inglese. Ringraziando il Cielo, l'Elektra dura solo 100 minuti: opera peggiore non potevamo scegliere. L'Elektra è noiosa, lenta, monotona, le musiche piatte...Insomma, avrei sperato in qualcosa di più coinvolgente per apprezzare il teatro.

Poco distante dal Lincoln Center c’è l’American Museum of Natural History e la sua enorme collezione di animali viventi ed estinti compresi i celebri dinosauri che sono apparsi pure nel film “Una notte al museo”. Accanto al museo c’è il Rose Center, centro di divulgazione scientifica la cui attrazione principale e la sfera dell’Hyden Planetarium, al cui interno si può assistere alla proiezione di brevi documentari scientifici sotto la calotta sferica con ottima resa visiva (noi vediamo quello sul cosmo). Prenotiamo anche la visita nella sala delle farfalle dove ci si muove tra questi insetti che ti volano intorno. Fa molto caldo e sulla macchina digitale condensa l’umido che mi impedisce di fare foto. Sopperisce alla meglio il Blackberry di Natalie. Nel complesso il museo non mi è parso molto coinvolgente, forse anche per le sue dimensioni, ed è anche molto caro.

A questo punto resta un piccolo riassunto delle visite outdoor. Natale è un ottimo momento per vistare la città (temperature a parte, ma pare che sia stata una anomalia anche per i newyorchesi): gli addobbi natalizi sono ovunque e penso che abbia un certo fascino anche entrare in una qualsiasi chiesa per provare lo spirito natalizio americano. Magari non nella St. Patrick Cathedral che, nonostante la guida del National Geographic indichi come "quieto rifugio", mi sembra un mercato! L'immensa cattedrale, sul motivo gotico di quella di Colonia, non è affatto un rifugio per il fastidioso e continuo vociare, per l'incessante flusso caotico di gente che entra ed esce e si muove come in un centro commerciale. Intendiamoci, la cattedrale è molto bella, ma di sicuro non si avverte niente di sacro.

 

A pochi metri non si può assolutamente perdere la visita al Rockfeller Center e, nel periodo natalizio, al suo celeberrimo albero di natale proprio sopra la pista di pattinaggio si ghiaccio. Lì vicino c'è l'edificio con tanti negozi e un ottimo punto di osservazione dall'alto, il Top of The Rock che, per mancanza di tempo, non riesco a vedere. Sempre nelle vicinanze c'è la Radio City Music Hall, sede delle ballerine Rockettes e vetrina di varie star della musica. Al n°30 di Rockfeller Plaza c'è invece la sede centrale della NBC.

Poco più a sud e sulla parallela Park Ave si trova la stazione ferroviaria Grand Central Terminal che, come dicono nel film Madagascar, "è grande ed è centrale". Vale sicuramente un pena la visita alla stazione, meglio se si entra dal lato della 42nd Street da dove si staglia il grosso orologio con la figura di Mercurio e, alla sua destra, il Chrysler Building. La stazione ha una bellissima sala centrale con tanto di pavimento in marmo e affresco con costellazioni al soffitto; nei corridoi laterali ci sono locali per ristoro e qualche negozio. Dicevamo, adiacente alla stazione c'è  il Chrysler Building con il famosissimo pinnacolo in acciaio inossidabile che è la versione liberty della griglia di un radiatore.

 

 

 

 

Il Crysler risale al 1930 e diventò l'edificio più alto del mondo, superando con i suoi 319 metri la torre Eiffel, grazie soprattutto alla guglia di acciaio assemblata in gran segreto affinché l'architetto del Crysler, William Van Halen, potesse battere Craig Severance per la costruzione dell'edificio più alto. La gloria durò poco perché nel 1931 fu inaugurato l'Empire State Building: 102 piani in 380 metri. Anche qui manco la visita, in particolare la salita all'86° piano con il velocissimo ascensore. Due storie in particolare voglio citare per l'edificio. Nel 1933 fu scenario per la celeberrima scena del film King Kong che salvò la torre di metallo (inizialmente pensata come attracco per dirigibili) dalla demolizione. Nel 1945 invece un aereo militare americano si schiantò tra il 78° e 79° piano senza scalfire l'edificio.

 

La 42nd Street conduce prima al Bryant Park e poi a Times Square, sede della festa di capodanno di New York. Non era nelle mie intenzioni assistervi, avrei preferito seguire invece i fuochi d'artificio da Central Park. Trascorrerò invece il capodanno con l’ottima compagnia di Natalie, sorella e marito in una abitazione di Harlem: qui si usa stappare lo spumante prima della mezzanotte così che a mezzanotte si può brindare. E poi nessun petardo.

Riguardo le celebrazioni in città, cosa accade a Times Square lo si vede dalla TV. Io ho la sfortuna che il giorno prima la zona era stata evacuata per un falso allarme bomba a causa di un'automobile abbandonata. Passo vicino la piazza alle ore 18 del 31 dicembre e c'è già movimento, le strade sono transennate, la polizia regola traffico e pedoni. Essenzialmente Times Square è la patria delle insegne luminose (una volta al neon, adesso ci sono i led), ce ne sono a decine sulle facciate dei grattacieli così come sull'adiacente Broadway. Quando ci ritorno il 2 gennaio, all'uscita del New Amsterdam Theater fa un freddo cane e quindi ci dedico pochi minuti.

 

Per trovare una New York un po' diversa, per me che non ho visto Chinatown e Little Italy, faccio affidamento sul Greenwich Village. Il primo impatto conferma la scelta, ma abbiamo due problemi. Il primo è che è domenica mattina e qui sembra tutto taciturno. Il secondo è che c'è un vento gelido che rende impossibile camminare a lungo. Inoltre Washington Square è in ristrutturazione. Insomma, sono convinto che il quartiere abbia molto da offrire: peccato aver trovato la giornata sbagliata. Nelle vicinanze c’è anche Union Square, bella piazza dove – non ricordo i giorni – si tiene un grande e rinomato mercato che rifornisce molti negozi del posto.

Visita d’obbligo a Ground Zero. Ci passiamo in tardo pomeriggio, in giro c’è poca gente e tutto quello che vedo è un enorme cantiere. La guida dice che la Freedom Tower e il memoriale ufficiale dovrebbero essere completati per il 2010; riguardo la torre, è evidente che sono enormemente in ritardo. Riguardo il memoriale, non è certo il buio a permettere una buona visita. Insomma, sarà l’ora o il freddo, ma della tragedia che fu non si percepisce molto. Troviamo chiusa anche la Trinity Church: il sito dice che è aperta il venerdì, ma questo venerdì è 1°gennaio, quindi festivo…

 

 

Il World Trade Center è vicino al City Hall Park (Foto a lato), dove c’è il municipio. Dall’altro lato c’è il ponte di Brooklyn che, stando a testimonianze di amici, dà il suo meglio se lo si percorre da Brooklyn verso Manhattan. Verso ovest c’è invece un piacevole passeggio lungo l’Hudson che conduce fino al Wagner Park e alla cui sponda opposta c’è Jersey City: si vede un bello skyline e il Colgate Clock. E poi, luminosa e piccola, è emozionante la vista della Statua della Libertà. Miss Liberty sarebbe valsa una visita ma le attese sono lunghe ed è quindi meglio prenotare. Ci avevo provato una settimana prima di partire, ma le prenotazioni erano chiuse fino al 13 gennaio: attendere il proprio turno quando si è sottozero non era un’ottima prospettiva.

 

 

 

 

 

Penso che il feeling con New York debba essere maturato lentamente, soprattutto per chi, come me, non è amante delle architetture moderne dei grattacieli. I colori bui degli alti edifici che si illuminano paradossalmente di notte, la loro linea che si staglia sotto il cielo azzurro, le strade ombrose, il vapore che viene dai sotterranei, le enormi avenues che si perdono all’orizzonte così come nei film, i numerosissimi taxi che si chiamano sempre come nei film, rendono il paesaggio unico e per questo imperdibile. L’offerta culturale della città ti lascia la voglia di vedere e sentire di tutto, al teatro come nei jazz club, ai pub come ai caffè. E poi la gente di tutte le facce, di tutti i colori, multietnica nel profondo, accogliente nei suoi geni. In una parola ricorderò New York per l’accoglienza della sua gente e dei sui edifici. Oltre naturalmente per avermi permesso di abbracciare Natalie dopo tanto tempo. Alla fine, ce l’abbiamo fatta, anche se il tempo, dolce e inesorabile, è già andato

 

 

 

 

Consigli e link utili

Aeroporti

A Madrid sono di passaggio. Dati i recenti fatti di cronaca, i controlli sono molto pignoli e lenti. Per New York poi c’è il solito questionario da compilare in aereo e da consegnare al controllo finale. Il volo che scelgo (700€ comprato a metà ottobre) è Air Europa. Il volo per Madrid è un low cost; poi 4 ore di attesa prima del volo intercontinentale. Gli spazi non sono poi molto maggiori del low cost (è pur sempre classe turistica), vengono serviti due pasti e la colazione, c’è la televisione con diversi film da scegliere (ma in inglese o spagnolo: io scelgo “L’era glaciale 3”) e una selezione di musiche. Il tempo non passa mai e tra il rumore dei motori, le luci persistenti, le 8 ore di viaggio e le sei di fuso orario, prendere sonno a New York è molto difficile. Consiglio tappi per orecchie e mascherina per gli occhi.

Dall’aeroporto JFK prendo lo shuttle bus (27$ andata e ritorno che pago fuori il terminal). Si può prenotare on line, ma il mio era praticamente vuoto. Tempo di percorrenza da e verso Grand Central Station: circa 40 minuti.

Alternative: metro, autobus pubblico.

Il viaggio di ritorno inizia con 2 ore tra check in e controlli. Estenuante! La curiosità è che una volta passato il metal detector non ho visto i soliti grandi e numerosi negozi di merce tax free.

Tutti i voli Air Europa sono partiti puntualmente in ritardo, ma l’arrivo è stato più o meno in orario.

 

Trasporti

Il sistema di trasporti di New York è ben attrezzato. La metropolitana ha diverse linee che vi portano in tutte le zone di maggior interesse. I treni sono diretti “uptown” se verso nord, “downtown” se verso sud. Attenzione ai treni “Express” che non fanno tutte le fermate. Non so onestamente se ci sono orari in cui il trasporto pubblico non funziona: non ho mai letto informazioni a riguardo.

L’unico problema è attraversare Central Park: non si può fare con una sola linea di metropolitana. L’alternativa al passeggio (che è piacevole è richiede più o meno una mezz’ora) sono gli autobus “crosstown”, quelli appunto che vanno da est a ovest della città.

La metropolitana mi è parsa sicura e ben controllata ma è sempre meglio evitare gli orari di minor affollamento; ovviamente dato l’elevato numero di passeggeri nel corso della giornata è sempre meglio stare attenti.

La curiosità delle stazioni è che si entra e si esce attraverso gli stessi tornelli, quindi si incrociano passeggeri in entrata e in uscita. Se avete bagagli che non passano nei tornelli ci sono uscite/entrate apposite. Ad esempio per l’uscita si usa l’uscita di emergenza dopo aver avvisato un poliziotto; per l’entrata si avvisa sempre un poliziotto o l’addetto alla biglietteria, si passa il biglietto o la carta al tornello adiacente alla porta, si gira il tornello con la mano e quindi ti aprono la porta (è tutto scritto alla porta di emergenza).

Gli autobus (almeno nelle zone centrali) mi sono sembrati piuttosto puntuali (considerando dimensioni e traffico della città) e frequenti. La tessera o il biglietto si timbra alla salita che avviene davanti al conducente. Se non avete uno dei due, potete pagare il biglietto all’autista: il bus aspetta che tutti siano dentro e abbiano pagato o timbrato il titolo di viaggio. New York sarà anche una città frenetica, ma nessuno si lamenta del tempo impiegato da queste operazioni!

In alternativa al biglietto di singola corsa (piuttosto costoso, se non sbaglio 2,50$) ci sono due soluzioni. La metro card unlimited permette corse illimitate su bus e metro per il numero di giorni che si sceglie. Noi prendiamo quella da 7 giorni per 27$. C’è poi quella a “carnet” di corse: ogni viaggio vi costa 2$.

 

Viabilità e taxi

L’opinione da pedone è che New York è ovviamente una città piena di auto, ma non di motociclette (non ne ho vista una). Molti di più sono i taxi, si trovano ovunque e si fermano così come si vede nei film: sul ciglio della strada con il braccio teso. Le tariffe non sono malvagie e in molte occasioni sono una buona alternativa al trasporto pubblico.

Il sistema di strade a NY è molto semplice: la pianta è ortogonale e quindi ci sono strade verticali (generalmente le “Avenue”) e quelle orizzontali (generalmente le “street”). Se prendete una mappa della città vi accorgete di quanto sia facile orientarsi: il numero delle avenues cresce da est a ovest (con qualche intermezzo di viali con nome diverso quali la “Park Avenue” o “Broadway”), il numero delle strade cresce verso nord. Ciò detto, prese un po’ le misure, al massimo potete camminare un “block” in più (gli edifici tra un rettangolo di strade) prima di trovare la giusta direzione.

Considerando che molte strade (attenzione, non tutte!) sono a senso unico, a NY la strada si attraversa ai semafori generalmente con il verde: se da lontano non si vede nessuno si attraversa anche con il rosso.

 

Cibo

Non ho sperimentato molti posti. Buoni fast food sono: Whole Food nel Warner Village e in Union Square, Europan Bakery vicino alla metro verde sulla 86th Strada, un ristorante/ pub (Lancheonette-Delicatessen) subito fuori un ingresso della metro Penn. Station (non ricordo il nome ma servono ottimo cibo in stile british pub). E poi ci sono i “vendors” lungo le strade, quelli che vendono gli hot dog.

Curiosità nei supermercati: si trovano ovviamente i classici marchi italiani della pasta e qualche vino; la Nutella ha i barattoli in plastica e le nocciole provengono dal Canada. Diffusissimi i prodotti “tipici italiani” (specialmente latticini) ma all’occhio italiano non sfugge qualche differenza da quelli che usiamo noi. Attenzione ai vini: spesso sono indicati come prodotti a base di vino, il che lo rende leggermente diversi dal vino vero e proprio.

 

Meteo

Pare che il tempo che ho trovato sia stato anomalo. Ha fatto molto freddo, più del solito. Le temperature sono scese anche a 13°F (quindi -11°C) e, con vento, fino a 2°F (17 gradi sotto zero!!). Mediamente si sono mantenute intorno gli zero gradi Celsius, con un paio di giorni a qualche grado positivo. Un po’ di pioggia, un paio di giorni di sole, pochino di neve eccetto la bella nevicata del 31 dicembre che ha permesso di vedere Central Park innevato.

Sicuramente con un tempo più mite la città si sarebbe potuta godere molto di più.

 

Mance

In certe occasioni si sfiora il ridicolo. A New York, ma suppongo negli USA in generale, la mancia è richiesta più o meno esplicitamente. A volte è suggerita e in questi casi ti dicono anche quanto! Così capita che paghi la mancia già quando chiedi (o ti stanno per offrire) un servizio. Mancia al tassita (1$ almeno), mancia al facchino che ti aiuta con i bagagli, mancia al ristorante che non ti fa pagare il servizio ma se ne aspetta più o meno il 15 - 20%, mancia quando ti ridanno il cappotto, mancia al pullman che ti porta dall’aeroporto in città. Spesso mi è venuta in mente la scena di Fantozzi che paga anche per sentirsi rispondere “Buongiorno”. Onestamente pagare qualcuno che ti porge il cappotto mi sembra come ricompensare con i soldi un normale gesto di cortesia.

 

Alloggi

Gli albergi a New York costano davvero tanto e spesso non offrono la colazione.

Se posso suggerire alcune zone, per quello che ho potuto vedere cercherei una sistemazione lontano da Times Square, meglio in zona Upper East o West Side (cercando di rimanere in linea con il confine nord di Central Park). In queste zone passano le linee rosse (1,2,3) e quelle verdi (4,5,6) che vi portano in zone centralissime e turistiche.

Quest’anno ho sperimentato il “home exchange”, lo scambio di casa.

 

Cosa vedere. Consigli

Devo premettere che non ho visto molte parti della città e che, causa tempo gelido, le visite outdoor sono state spesso frettolose.

Sicuramente è da vivere qualche spettacolo di Broadway. Natalie mi aveva saggiamente suggerito – e io mi sento di suggerire – di vedere almeno un musical e una commedia.

Per i musei, non amando l’arte moderna, mi sento di consigliare assolutamente il Metropolitan Museum (che pure contiene molte opere moderne)e la Frick Collection. Al Met si entra con offerta libera (così è scritto sui cartelloni) anche se alle casse danno per certo che offrirete quanto da loro suggerito. Per tutti i musei vale un suggerimento: cercate di non portare borse o zaini perché così evitate la seconda coda (dopo quella per entrare) per depositare il vostro bagaglio. Se siete inoltre sicuri della visita, meglio prenotare.

Per l’esterno, sicuramente è la stessa New York da vedere. Se siete in inverno, sperate di vedere Central Park innevato.

Per la visita a Ellis Island e Statua della Libertà, considerate che per vedere tutto, attesa incluso, vi occorreranno intorno alle 4-6 ore. Ci sono in genere lunghe file dall’imbarco da Battery Park, più corte dalla parte di Jersey City. Meglio prenotare attraverso sito web e, se possibile, con buon anticipo.

 

Home Exchange – La mia opinione

Ci sono diversi siti a riguardo. Io ho scelto Homelink, mi è sembrato quello più collaudato e con molte opportunità di scelta. Si paga l’iscrizione (120€ all’anno, ma altri siti sono gratis) e questa mi è sembrata una ulteriore garanzia.

È stato molto difficile trovare una famiglia interessata allo scambio, perché io avevo già scelto meta e periodo. In generale per uno scambio di casa è consigliabile essere flessibili sia per la meta che per le date del viaggio.

Alla fine trovo una ragazza americana con la quale mi accordo sui tempi. Anche per lei è il primo scambio di casa.

Il sito Homelink aiuta molto all’approccio con questa pratica: bisogna essere molto aperti per ospitare qualcuno (sconosciuto) in casa tua. In generale non sono mai stati segnalati grossi problemi: il timore non deve essere il furto (in fondo anche voi siete ospiti in casa altrui) ma qualche piccolo incidente domestico. Conviene accordarsi su tutto anche se oggettivamente parlare di eventuali danni e rimborsi non è semplice (e infatti noi non lo facciamo).

Alla fine decido di fidarmi e di provare. Il risultato del mio scambio è in definitiva positivo. Nelle note negative c’è che abbiamo trovato il loro appartamento non propriamente preparato per accogliere ospiti: pochissimo spazio per i nostri abiti e un po’ di disordine, per non dire poca pulizia, ma gli standard italiani di pulizia credo siano diversi da quelli di altri Paesi. Inoltre i miei ospiti non sono stati rintracciabili attraverso cellulare e mail per 5 giorni e questo mi ha parecchio infastidito. Tra le note positive abbiamo trovato la vicinanza a mezzi pubblici e al centro e, naturalmente, ho trovato al ritorno casa mia perfettamente in ordine.

Ovviamente vanno prese alcune precauzioni, come togliere cose di valore e documenti.

 

Costo della vita

New York è cara e il costo della vita si sopporta grazie alla forza dell’euro.

All’andata (presso le Poste Italiane) e al ritorno (presso il cambio all’aeroporto dell’aeroporto Barajas) il cambio è più o meno 1€ = 1,48$. Quindi il prezzo in euro è circa il 30% in meno di quello in dollari.

 

Link

Aeroporto JFK

http://www.panynj.gov/airports/jfk.html

 

Shuttle Bus

http://www.nyairportservice.com/page.php?id=31

 

Metropolitana e autobus

http://www.mta.info/nyct/

 

Città di New York

http://www.nyc.gov/portal/site/nycgov/?front_door=true

http://www.nyc-site.com/index.php

http://www.iloveny.com/home.aspx


Broadway

http://www.broadway.com/

 

Metropolitan Museum

http://www.metmuseum.org/

 

MoMA

http://www.moma.org/
 

Lincoln Center e Metropolitan Opera

http://new.lincolncenter.org/live/

http://www.metoperafamily.org/metopera/

 

Frick Collection

http://www.frick.org/

 

Museum of Natural Hystory e Rose Center

http://www.amnh.org/

http://www.amnh.org/rose/

 

Statua della libertà

http://www.nps.gov/stli/index.htm

http://www.statuecruises.com/

 

National Library

http://www.nypl.org/

 

Trinity Church

http://www.trinitywallstreet.org/

 

 

 

 

Domenico

domenico_z74@libero.it

 

 

 

 

 

 

 

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