Diario di due senior a New York

Usa

Racconto di viaggio marzo 2012

di Ferny Forner

 

Arriviamo, alle ore 4.30 p.m di martedì  20 Marzo 2012, all’aeroporto Kennedy di New York, non ci sembrava vero di essere nella città che avevamo visto in centinaia di film.

Per il volo abbiamo speso con Air france 780 euro (compresa assicurazione annullamento), taxi multiplo fino all’hotel $ 38, hotel Belleclaire nella 77 W st. per 8 notti euro 1100 comprese tasse, camera grande, bagno completo, tv (no canali italiani), wifi free, piccola colazione, vicino al Central Park, segnalato anche come edificio storico, acquisto Metrocard unlimited $ 29 per 7 giorni, liberi di circolare senza limiti, su tutti i trasporti, altamente consigliabile.

Poi giro della Broadway av., a lato hotel, che percorre tutta la città da nord a sud, una delle più lunghe del mondo, negozi di ogni genere molti aperti 24 ore, ristoranti, aria di casa con la gelateria Grom, poi bancarelle di libri usati, dvd, cartoline, stampe, souvenirs ecc,

Alle 9 cena al ristorante Nice Matin sulla 79 st., ci ritorneremo più volte.

 

Mercoledì 21: Time Square e dintorni, luogo simbolo della città, luci sfavillanti, video giganteschi che trasmettono spot pubblicitari, teatri dove si rappresentano musicals, lunga coda al Tkts il botteghino dei tickets a sconto, in un lato una gradinata in plastica rossa e sedie e tavolini a disposizione gratis.

Ci procuriamo un po’di materiale all’ufficio del turismo, poi la Grand Central Station sulla 42 st., facciata in stile deco, in alto interessanti sculture, all’interno un enorme elegante salone ribassato con grandi finestroni, ai lati balconate con ristoranti griffati e negozi, bellissima la volta con un affresco di un cielo stellato, gli scaloni sono monumentali.

Nelle vicinanze la New York Pubblic Library, una delle biblioteche più ricche del mondo, anche museo di manoscritti, facciata in stile classico con colonne corinzie, due grandi leoni in marmo bianco ai lati, grandi sale di lettura, volte con affreschi e soffitti a cassettoni decorati, alle pareti grandi dipinti con soggetto la lettura, ci è piaciuto quello con  Milton (cieco) dettare il Paradiso Perduto, le sale sono finemente arredate con tavoli e scaffali in legno con grandi lampade sui tavoli, sembra di essere nella biblioteca vaticana. Sulla facciata opposta il Bryant Park, parco alberato con fiori, con tavolini di metallo a disposizione,  dove si può fare un pasto economico acquistandolo nei chioschi ed eventuale relax al sole.

Ci perdiamo in queste strade, con il naso all’insù, piene di grattacieli, vediamo il Chrysler Building, con le caratteristiche decorazioni che sembrano parti di auto, notevoli gli alti e sporgenti gargouille.

Nel tardo pomeriggio imbarco sui ferry gratuiti per Staten Island e Liberty Island, dopo una tappa a Bowling street per la classica foto davanti all’affollato Charging Bull, un enorme toro in bronzo che si appresta a caricare, simbolo della borsa in rialzo, non a caso collocato in zona Wall Street, poi passiamo davanti a Castle Clinton, un fortino di colore rosso scuro del 1800, dove c’è la biglietteria per Ellis island

Finalmente saliamo sul ferry (gratis) che passa vicino alla Statua della Libertà, anche se il cielo è cupo e una leggera nebbia la circonda, è molto suggestiva.

Cena a Eataly sulla 23st, quasi davanti al Flatiron Building.

 

Giovedì 22: giornata soleggiata e calda, ne approfittiamo per fare la traversata del Ponte di Brooklin, che inizia dal City Hall,  il municipio della città, elegante facciata in marmo bianco, davanti un parco, con sculture e tavoli con scacchiera disegnata. 

Camminiamo sulla passerella pedonale soprelevata del ponte (80 m), molto affollata, turisti, ciclisti,  impressionanti gli archi, in stile neogotico, da cui partono  i cavi d’acciaio di sostegno, verso Manhattan una imperdibile vista dei grattacieli, dall’altro lato il Manhattan Bridge, meno interessante il panorama verso Brooklin.

Pomeriggio a Chinatown , percorriamo la Canal Street, visita al tempio buddista Manayama, un piccolo edificio con annessa rivendita di souvenirs, all’interno un grande Budda dorato, ragazze cinesi accendono incensi. Sulla Canal st.  insegne quasi tutte cinesi, merci esposte nelle vetrine e sui banchi dei marciapiedi, tutto molto colorato, ma nel complesso deludente, un po’ meglio la Mott st., dove mi sono piaciute soprattutto  i negozi che sembrano farmacie  (?) molto colorati all’interno, con i caratteristici contenitori di pillole spesso enormi, con etichette cinesi con cartelli in inglese con indicazione delle malattie, comunque Chinatown non mi ha fatto una grande impressione.

Poi Greene St. in zona Soho, una perpendicolare di Canal st., per vedere le case di ghisa, in auge nel XIX secolo, edifici con  struttura e/o facciata in ghisa,  erano fatte in serie, molte sembrano quasi uguali, grandi finestre, colonne in stile classico, alcune hanno elaborate decorazioni sui tetti, sembra che spesso le facciate fossero scelte su catalogo, molto decorative  le scale esterne di sicurezza e i balconi.

Dopo cena a Time Square,  affollatissima, abbagliati dalla pubblicità dei grandi schermi, curiosi i bici risciò che attendono clienti,  entriamo in alcuni grandi negozi tra cui il Disney, che ci fa tornare all’infanzia, poi ci sediamo sulla gradinata rossa, scambiando qualche impressione di viaggio con americani incuriositi.   

Venerdì 23: ancora una giornata con sole, arriviamo nella 5th av., la strada del lusso insieme alla Madison av., grandi vetrine di oggetti e abbigliamento griffati, grattacieli, traffico intenso, ne percorriamo un lungo tratto, visitiamo in particolare la cattedrale di Saint Patrick, la più grande d’America, stretta tra due grattacieli, è molto grande, in uno stile neogotico del XIX sec., interno con vetrate istoriate, a cui avevano lavorato anche vetrai che avevano restaurato le vetrate di Notre Dame di Parigi,  notevoli le cappelle laterali in marmo bianco e il tipico rosone, enorme organo, interessanti i portali di bronzo,

Di fronte alla chiesa  la splendida statua di Atlante che regge il mondo, poi visita  alla Trump Tower,  un po’ kitch l’ingresso in marmo  rosa, con la cascata di acqua di circa 20 metri su di una parete, giardino interno con sculture moderne in marmo bianco, infine la vicina chiesa di St. Thomas (1823), interessante l’altare con un grande blocco di marmo bianco con piccole sculture (circa 60) di vescovi, santi.

Entriamo poi nel vasto Rockfeller center, un complesso di edifici, con giardini, pista di pattinaggio su ghiaccio funzionante dove domina una scultura dorata di Prometeo, poi negozi, ristoranti ecc. quasi una città nella città

Dopo uno spuntino in un self service del center, continuiamo il giro, ad un certo punto verso le 4 p.m. passiamo davanti ad una fila di persone, molte sedute per terra,  attendono di entrare al MOMA gratis (solo al Venerdì), mi metto in fila, gli addetti alla vigilanza passano continuamente a lato della coda, se non si è in linea si rischia di essere letteralmente calpestati.  Il museo è vastissimo, non solo pittura ma anche disegni, fotografia, stampe, sale cinema ecc., si parte con gli impressionisti e si arriva alle ultime tendenze di molte arti figurative.

 

Sabato 24: Rita visita Ellis Island, per vedere i luoghi dove sbarcavano nel secolo scorso gli immigrati provenienti da quasi tutto il mondo, il museo della memoria è ricco di fotografie dell’epoca, emozionante la visita ai poveri luoghi dove erano accolti e smistati.

Io vado a passeggiare sulla High Line, una passerella sopraelevata costruita dove transitavano treni (in certi tratti sono stati conservati i binari), si cammina tra gli edifici, la bella giornata di sole fa si che vi sia molta gente, ai lati panchine e piccole aree verdi, in alcuni punti interessanti panorami, in definitiva una specie di Promenade Plantée di Parigi.

Al pomeriggio visita alla sede dell’Onu, il Palazzo di Vetro, un enorme blocco a forma di parallelepipedo, l’entrata è gratuita,  grande l’ingresso, in un lato una vetrata istoriata di Chagall, vi sono anche due mostre una con fotografie dello Tsunami in Giappone, con composizioni in tessuto sulle violenze sulle donne in molti paesi del mondo

Alla sera  Washinghton Square, che appare piuttosto buia e deserta anche perché spira un vento gelido, abbiamo anche occasione di vedere la New York University,       

Domenica 25:  al mattino pioggia leggera, è la giornata ideale per visitare musei, cominciamo con il Guggenheim, museo di arte moderna, splendido l’originale edificio bianco fatto a spirale, alto sei piani, penso che gran parte della notorietà del museo sia dovuta a questa e struttura, all’interno si cammina su un percorso a spirale in lieve salita, ai lati le sale espositive,  sul percorso una esposizione temporanea di sculture in lamiera di Chamberlain, straordinaria anche la cupola, che illumina egregiamente di luce naturale il complesso, molti i capolavori esposti che vanno dagli impressionisti per arrivare  a Kandiskij, Klee, Warhol e alle più recenti espressioni del’arte.

La visita di circa 2 ore, dopo andiamo al vicino Metropolitan Museum, che contende al Louvre il primato mondiale.

E’ un museo di tipo antologico sono esposte opere di tutti i periodi dell’arte e di grandi artisti, nonché le sue espressioni geografiche, dagli egizi all’arte contemporanea, dall’Africa alle americhe.

Pranzo alla Public Cafeteria del museo per un lunch, molto affollata, con prezzi convenienti, compreso l’espresso italiano.

Dopo questo pieno di arte, passeggiata nel Central Park, facciamo un giro al lago Reservoir, non molto affollato, il tempo è molto nuvoloso.

 

Lunedì 26: saliamo sul tram, così viene chiamata la teleferica che collega Manhattan con la Roosvelt Island una piccola e stretta  isola situata nella parte Est, la cabina rosso vivo è simile a quelle di alta montagna, la tariffa è quella normale, vale la metrocard. Il percorso di attraversamento dell’East river è con vista mozzafiato su Manhattan, scorre a lato del Queensboro Bridge, il tragitto dura pochi minuti, passa ad una altezza di 70-80 m dal fiume, il vento rende ancora più emozionante il breve viaggio (circa 900 m  in 5 minuti), breve passeggiata sulla strada pedonale dell’isola con bella vista sui grattacieli.

Nel pomeriggio alla Madison Square, parco alberato con sculture e tavolini in pietra che se ben ricordo hanno una scacchiera disegnata, notevole anche la skyline, curioso il Flatiron Building, a forma triangolare in pietra, molto decorato, soprattutto l’ultimo piano, però per vedere le decorazioni della parte alta occorre avere un binocolo, poi il Metropolitan building (con gli orologi, ai 4 lati). Proseguo la mia passeggiata, arrivando alla Union Square, dove è in corso una manifestazione, ma ci sono più agenti che manifestanti.

Dopo cena al Top of the Rock, per goderci il panorama della città di notte, vento freddo, che rende piuttosto scarsa la coda al botteghino, saliamo sull’ascensore che ci porta in pochi secondi  a goderci un panorama mozzafiato, non sembra nemmeno notte, infatti, i grattacieli della skyline sono talmente illuminati che si possono riconoscere facilmente, andiamo al livello più alto, un terrazzo all’aperto ma protetto da vetri che lasciano piccoli spazi aperti per le foto, anche se c’è una leggera foschia, che rende la visione ancora più suggestiva.  

Martedi 27, passeggiata  al  Greenwich Village,, e alla  Washingthon Square, con il suo arco di trionfo.

Pranzo al Ristorante Ollio, non male.

Al pomeriggio visita della zona di Ground Zero e della vicina chiesa di St. Paul (1766), la più antica della città, sopravvissuta miracolosamente all’attentato dell’11 Settembre è adibita ad attività assistenziali e  memoria della strage, visitiamo quindi il cantiere della ricostruzione World Trade Center, ci perdiamo nei dintorni, dopo cena in una affollata Time Square,

 

Mercoledì 28: Giro per acquisti sulle bancarelle della Broadway.

Premesso che nel diario non c’è tutto quello che abbiamo fatto e visto, nel fare la nostra ultima passeggiata facciamo qualche riflessione sul viaggio, in primo luogo abbiamo notato la grande disponibilità dei newyorchesi nell’aiutare i turisti, quando ci vedevano consultare la mappa spesso si avvicinavano (need help?), per chiedere se avevamo bisogno di aiuto, poi da sottolineare la facilità con cui si socializza, da notare anche come italiani di seconda o terza generazione ci raccontavano della loro origine, spesso parlando un inglese farcito di qualche parola in italiano.

Per quanto riguarda la sicurezza, nessun problema, abbiamo sempre utilizzato la metro anche oltre l’una di notte, con stazioni spesso deserte.

Qualche difficoltà iniziale per la metro, infatti, in molte stazioni, l’entrata per le due direzioni è separata, di regola le indicazioni recano downtown e uptown, ma spesso non sono indicate, per cui occorre risalire e andare dall’altra parte della strada, praticamente inesistenti le scale mobili.

Di grande aiuto il navigatore sul cellulare e l’apps sui trasporti. In quasi tutti i luoghi visitati a pagamento, abbiamo avuto lo sconto per i senior.

Prezzi in linea con quelli italiani, i giornali si trovano facilmente come il caffè espresso.

Abbiamo anche notate che sul web si esagera sulle code e sulla necessità di prenotare la visita alle attrazioni con largo anticipo, noi non avevamo prenotato nulla ma non abbiamo mai trovato più di un decina di persone agli sportelli.

Poi partenza.

   

Ferny Forner

fernando.forner@gmail.com

 

 

 

 

 

 

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