POLINESIA Francese, 3 settimane in autonomia

Diario di viaggio 2017

di Lauro

 

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Questa è la terza parte del nostro viaggio di tre mesi in Vietnam, Nuova Zelanda, Polinesia Francese, Nuova Caledonia e Corea del Sud.

Siamo una coppia di pensionati e viaggiamo con il solo bagaglio a mano (trolley + zainetto).

Siamo arrivati a Papeete da Auckland il 13/5/2017 sera e siamo ripartiti da Papeete per la Nuova Caledonia il 3/6/2017.

Abbiamo visitato le seguenti isole facendo il biglietto aereo ‘’Bora Bora Pass’’ con Air Tahiti: Moorea, Tahaa, Huahine, Bora Bora, Maupiti, Tahiti. Vi dico subito che l’isola che mi è piaciuta di più è stata Maupiti, seguita da Huahine e Bora Bora.

Abbiamo alloggiato in pensioni famigliari, tranne che a Tahaa, con uso cucina per farci la colazione e un pasto in camera. Sconsiglio assolutamente l’Hotel Hibiscus a Tahaa (gestione pessima dell’anziano signor Leo, a causa del quale abbiamo avuto tanti di quei problemi che sarebbe troppo lungo elencare qui) e la pensione Auira a Maupiti (pensione su un isolotto molto isolata, la seconda sera di permanenza non si presentato nessuno per prepararci la cena già pagata e noi, più una coppia di francesi, abbiamo dovuto arrangiarci per cucinare qualche cosa in una cucina da terzo mondo dalla quale è anche scappato un topo).

Il posto migliore dove abbiamo alloggiato è stato il Residence Maupiti a Maupiti.

 

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La Polinesia è un Paradiso? 

No, la Polinesia Francese che abbiamo visto noi è molto bella ma non è quel ‘’Paradiso in Terra’’ che il loro ufficio marketing è riuscito ad inculcare nell’immaginario collettivo.

Già all’arrivo all’aeroporto di Papeete ci hanno accolti, oltre che con ballerina e suonatori, con uno stampato con il quale ci suggerivano caldamente di difenderci dalle zanzare con vestiti e repellenti per limitare la diffusione della infezione dengue, ed effettivamente solo in Polinesia abbiamo usato molto spesso il repellente anti-zanzare portato dall’Italia. Le isole sono piene di cani randagi di grossa taglia che di solito girano tranquilli dovunque: strade, ristoranti e spiagge, ovviamente lasciando i loro escrementi in giro. Abbiamo saputo di una turista morsicata al viso da un cane randagio a Bora Bora, ma di solito i cani non sono pericolosi ma molto fastidiosi.

La Polinesia è fatta per i turisti che spendono molto perché le poche spiagge delle isole che abbiamo visitato, tutte montuose, sono state quasi tutte accaparrate dai grandi alberghi o da privati che ne impediscono l’accesso con lunghe recinzioni di filo spinato.

Ma anche chi spende molto non è detto che se la passi benissimo a Bora Bora, dove le riviste e i dépliant mostrano esclusivi isolati residence con i bungalow sull’acqua, ma in effetti ci sono centinaia di bungalow sull’acqua di innumerevoli residence uno accanto all’altro, inoltre gli over-water sono su isolotti in punti dove l’acqua è molto bassa con il fondo corallifero, quindi è molto difficile se non impossibile, nuotare nelle vicinanze del proprio bungalow e bisogna prendere una barca ogni volta che ci si vuole spostare.

Il clima è molto variabile con rapida successione di pioggia e sole. Le montagne sono sempre coperte da nubi. Non ci sono mezzi pubblici sulle isole e per muoversi bisogna noleggiare un’auto o una moto: noi abbiamo noleggiato delle moto e spesso abbiamo preso la pioggia.  Tutte le isole hanno galline e galli che razzolano liberamente, e i galli sono tutti impegnati nella nobile gara consistente nel cantare il più presto e il più forte possibile. Anche quest’anno tra maggio e giugno, come già l’anno scorso nello stesso periodo, c’è stato uno sciopero che ha fatto annullare moltissimi voli bloccando sulle isole migliaia di persone: l’anno scorso avevano scioperato i dipendenti di Air Tahiti e quest’anno i pompieri, senza i quali gli aerei non possono né partire né arrivare. Lo sciopero è iniziato il 14 maggio con isole completamente isolate per molti giorni e il 3 giugno il nostro volo Papeete-Noumea ha avuto un ritardo di 14 ore.

Ma ovviamente ci sono anche cose molto positive: le isole sono rigogliose, le lagune hanno colori fantastici, le gite in barca sono carissime ma bellissime, la popolazione locale è molto gentile, il clima, quando non piove, è ottimo sia di giorno che di notte, il cielo di notte è pieno di stelle.

Il messaggio che voglio trasmettere è che la Polinesia è bella ma non è quel Paradiso che vogliono venderci.

 

Costi 

Non considerando le spese riguardanti i voli aerei intercontinentali, l’assicurazione sanitaria, la guida LP, in due abbiamo speso circa 4450 euro, con le seguenti voci principali: alberghi 1774, cibo 783, Air Pass Bora Bora con Air Tahiti 788, gite 460, noleggi moto/auto 221.

All’ufficio cambi dell’aeroporto c’è il limite di 1200 USD e 500 EUR a testa al giorno, mentre nella banca di Papeete dove sono andato, sperando che non avessero limiti, ho trovato il limite di 480 euro a testa al giorno. L’ufficio cambi dell’aeroporto è aperto in concomitanza con i voli internazionali (qualche ora prima e dopo i voli). Il cambio è stato di circa 119 CFA per 1 euro.

 

Programma di viaggio 

I costi sono per la camera doppia per l’intera durata della permanenza.

13/5/2017 Tahiti Papeete, Tahiti Airport Motel, 98 euro

14-15-16/5 Moorea, Fare Aute, 249 euro

17-18-19/5 Tahaa, Hibiscus Hotel, 171 euro (sconsigliato)

20-21-22/5 Huahine, Chez Guyette, 150 euro

23-24-25/5 Bora Bora, Bungalows Manuka, 365 euro

26-27/5, Maupiti, Pension Auira mezza pensione, 288 euro (sconsigliato)

28-29/5, Maupiti, Maupiti Residence, 233 euro

30-31/5 1-2/6 Tahiti Papeete, Fare Faimano (AirB&B, offerta speciale), 220 euro

 

Pass aereo con Air Tahiti 

Non è possibile comprare un pass aereo via Internet. Bisogna mandare una email a Air Tahiti dicendo quale pass si vuole e le date/orari che si vogliono, ma attenzione: se scrivete in inglese probabilmente non vi risponderanno mai, per cui bisogna scrivere in francese.

Se e quando Air Tahiti risponderà, manderà il programma dei voli e un modulo di autorizzazione all’addebito della carta di credito, modulo che andrà compilato, firmato e rispedito. A quel punto Air Tahiti addebiterà la carta di credito e manderà la conferma dei voli. Al check-in di Air Tahiti basterà poi presentare il passaporto e i posti in aereo sono liberi. 

 

Moorea 

La parte migliore dell’isola, turisticamente parlando, è la metà verso l’aeroporto. Il nostro alloggio invece era esattamente dalla parte opposta dell’isola rispetto all’aeroporto, con alte montagne subito alle spalle. La mia impressione è stata che le montagne attirassero le nuvole e che il sole splendesse molto di più nella parte verso l’aeroporto, e fin dal primo giorno siamo partiti dall’aeroporto con il sole mentre nel nostro alloggio c’erano le nuvole, rimaste poi fisse nei tre giorni della nostra permanenza. Moorea ha pochissime spiagge degne di questo nome e sono quasi tutte private: per vedere una bella spiaggia con degli isolotti davanti abbiamo dovuto entrare abusivamente nell’Hotel Les Tipaniers. Da Papeete è più comodo andare a Moorea in traghetto piuttosto che in aereo perché il traghetto costa molto poco, ci si può imbarcare all’ultimo minuto, la laguna è tranquilla e la traversata dura circa 40 minuti. Per potersi muovere nell’isola è essenziale affittare uno scooter o una macchina. Gli scooter sono da 50 cc perché per guidare cilindrate maggiori serve la patente specifica da moto. La lunga spiaggia libera di Tamae è stretta e non particolarmente invitante, mentre è molto bella la parte della spiaggia riservata dall’Hotel Sofitel. Meglio della spiaggia Tamae è la spiaggia di Ta’ahiamanu (chiamata anche Public beach Mareto) con tavoli per il pic-nic: apparentemente questa spiaggia è a pagamento ma quando siamo andati noi non c’era nessuno al botteghino. Questa spiaggia è ottima sia per nuotare che per vedere un po’ di pesci colorati quasi a riva. Siamo andati in moto al Belvedere, posto un po’ in alto in mezzo all’isola, che ha una bellissima vista. Girando l’isola salta subito all’occhio la povertà dei polinesiani, mentre tutte le attività turistiche che rendono benissimo sono in mano agli occidentali. Non credo che tutti i polinesiani che vediamo andare in giro in bicicletta disdegnerebbero una moto, se potessero permettersela, e non credo che qualcuno possa essere felice di avere poco avendo accanto gente che ha tantissimo.

Nel primo pomeriggio del 17/5 avremmo dovuto prendere il volo per Raiatea/Tahaa, ma invece lo sciopero dei pompieri ci ha costretti ad una precipitosa corsa al mattino per andare a prendere il traghetto Moorea/Tahiti e da Tahiti prendere un volo per Raiatea/Tahaa, dato che dall’aeroporto di Papeete partivano alcuni voli: quindi traghetto Moorea/Tahiti, taxi imbarcadero/aeroporto di Papeete e volo preso appunto ‘’al volo’’. Ovviamente tutte le spese extra sono rimaste a nostro carico.

 

Tahaa 

Non abbiamo potuto visitare bene l’isola a causa dell’organizzazione balorda e truffaldina dell’Hotel Hibiscus. L’aeroporto si trova sull’isola di Raiatea, poi con un pulmino collettivo si va al porto della vicina città di Uturoa e si aspetta il traghetto pubblico per Tahaa che parte lun-ven alle 7:00 11:15 15:30 18:00, sab 8:00 11:00 18:00, dom 10:30 18. All’arrivo del traghetto a Tahaa viene poi a prendervi l’albergo. Questo è il sistema che abbiamo usato noi e che abbiamo scoperto con qualche difficoltà in loco, dato che l’albergo non ci aveva spiegato niente malgrado avessimo chiesto e ottenuto il ‘’transfer’’ che praticamente non c’è stato. Ho visto altri alberghi andare a prendere i clienti all’aeroporto, che si trova accanto al mare, con una propria imbarcazione.

Tahaa non ha spiagge. L’albergo ci aveva proposto, ma non siamo riusciti a farlo, il tour di un giorno con visita alle coltivazioni di vaniglia e giro in barca. Non siamo neppure riusciti a noleggiare una moto e usare le biciclette (tra l’altro a pagamento) era troppo faticoso per via dei continui sali-scendi dell’isola. Per tanti motivi non ci è piaciuta la nostra permanenza all’isola e non vedevo l’ora di andarmene. Avremmo voluto fare un giro a Raiatea affittando una macchina dato che il nostro volo era previsto per il pomeriggio, ma lo sciopero dei pompieri ha fatto spostare il nostro volo alle 9 del mattino e fortunatamente c’era una corsa del battello pubblico in partenza da Tahaa alle 7.

Problemi con l’Hotel Hibiscus, prenotato e pagato mesi prima del nostro arrivo: transfer a pagamento all’arrivo praticamente inesistente, arrivati alle 19 in albergo ci hanno detto che il nostro bungalow non c’era e che ci avrebbero trasferiti per quella notte in un altro albergo lontano e privo di ristorante (abbiamo allora preso un sandwich e una coca cola a testa che ci siamo ritrovati sul conto finale), il mattino dopo avrebbero dovuto passare a prenderci alle 9 ma sono venuti alle 10:30 e il nostro bungalow è stato pronto alle 12 facendoci perdere tutta la mattinata e a quel punto anche il pomeriggio essendo ormai troppo tardi per le gite e non essendoci spiaggia o altro vicino all’albergo, il giorno dopo avevamo prenotato una gita in jeep + barca e invece ci hanno fatto fare il giro dell’isola in jeep che non ci interessava (addebitandocela comunque nel conto finale, ma non l’abbiamo pagata dopo una discussione molto accesa), nel conto finale c’erano anche consumazioni non fatte.

L’isola di Tahha è completamente priva di spiagge e la sua bellezza è probabilmente nei suoi fondali, cosa che non abbiamo potuto appurare a causa delle perdite di tempo + cattiva gestione  causate dall’Hotel Hibiscus.

Huahine 

Huahine mi è piaciuta molto. E’ un’isola poco abitata, selvaggia, con una bella vegetazione e tanti scorci panoramici. Inoltre è poco turistica e la sua capitale Fare è una vera cittadina polinesiana non turistica, con qualche negozietto, un ristorante, le roulotte che alla sera cucinano, un grande supermarket e una bella spiaggia libera. Ci è piaciuto molto sia girare l’isola in moto (senza aver trovato alcun posto per pranzare, se non in un albergo di lusso a sud dell’isola piccola) sia fare l’escursione di un giorno in barca. Noi abbiamo alloggiato al bar/pensione (bar chiuso al pomeriggio/sera) Chez Guyette nel centro di Fare, alloggio modesto (tanto per dire il bagno non aveva una porta ma una tenda) ma pulito, con uso cucina e soprattutto in città e a due passi dalla spiaggia. La spiaggia migliore dell’isola è quella di Fare e quindi suggerisco di alloggiare a Fare o comunque ad una distanza tale da poterci andare a piedi. Le roulotte sono un tipo di ristorante molto diffuso in Polinesia, a volte sono vere roulotte mobili che arrivano alla sera mentre altre volte sono roulotte fisse. In Polinesia alla sera chiudono quasi tutti i posti per mangiare e le roulotte sono un’ottima soluzione per la cena, cucinano bene ad un prezzo ragionevole (per la cara Polinesia). Noi abbiamo cenato parecchie volte nei tavolini all’aperto delle roulotte (che fungono solo da cucina).

 

Bora Bora 

Il volo Huahine-Bora Bora è partito con 20 minuti di ritardo. Tutti si sono precipitati all’imbarco per prendere i posti a sinistra dell’aereo perché effettivamente da sinistra si ha la migliore visione della spettacolare laguna di Bora Bora. Io invece me la sono presa comoda e sono finito nei sedili a destra. All’arrivo a Bora Bora si viene presi in consegna dai grandi alberghi che hanno le barche private, oppure quelli come noi prendono un grande catamarano gratuito che porta alla capitale dell’isola Vaitape. Bellissima la laguna che si attraversa con il catamarano.

Bora Bora è un nome mitico ed è sinonimo di isola paradisiaca. Certo, è molto bella con la sua laguna dai tanti colori, ma non è stata la mia isola preferita. L’isola in sé non presenta punti panoramici particolari ed è molto urbanizzata. La strada che corre lungo tutta l’isola è in cattive condizioni. Ci sono molti cani randagi anche di grossa taglia che girano nelle strade, nelle spiagge e nei ristoranti lasciando escrementi dovunque, anche in spiaggia. Ci sono anche molte zanzare. I celebri resort con le camere over-water sono uno accanto all’altro e sulla laguna si vedono centinaia di over-water, di solito costruiti sopra i coralli, quindi su acqua bassa dove non è possibile nuotare. Alla sera non c’è nulla da fare, come anche nelle altre isole. Bora Bora è indubbiamente molto bella e merita di essere visitata, ma secondo me non è quella specie di Paradiso che è entrato da sempre nell’immaginario collettivo. Per apprezzare davvero Bora Bora, ed in generale tutte le isole, bisogna per forza partecipare alle care ma bellissime gite in barca della durata di una intera giornata, con pranzo incluso. Noi abbiamo fatto una gita con Nono Tours/Teremoana (difficile da trovare perché senza insegna): sono venuti a prenderci in albergo alle 9 per portarci in sede dove eravamo andati il giorno prima a Matira, abbiamo pagato i 19000 CPF e in 14 siamo saliti sulla solita grande canoa con galleggiante laterale e copertura. Gita dalle 9 alle 16 con pic-nic su un motu (isolotto). Prima tappa un posto con squali pinna nera e tante razze che venivano a strusciarsi addosso e si facevano prendere facilmente. Molto bello. Bella giornata e bellissima laguna giustamente famosa. Innumerevoli bungalow sull’acqua, di tutti i tipi, dai più ricchi con piccola piscina/vasca personale a quelli più piccoli e chiaramente più modesti. Ovviamente la maggior parte sono sui motu, quindi per muoversi da lì ci vuole la barca. Abbiamo cercato le mante ma non le abbiamo viste, incontrando invece dei delfini e una testuggine. Abbiamo pranzato in un bel motu con l’acqua troppo bassa per nuotare, ma comunque il posto era molto scenografico. Altra tappa al ‘’giardino di coralli’’, con coralli scuri ma comunque con tanti pesciolini colorati, quindi ritorno alla base sulla spiaggia di Matira, decisamente la migliore dell’isola.

Breve nota sul nostro bungalow: il bungalow non aveva sapone in bagno (abbiamo usato il nostro), gli asciugamani e il detersivo per i piatti abbiamo dovuto chiederli, la carta igienica non aveva il rotolo di ricambio e alla fine abbiamo usato la mia scorta dall’Italia. In cucina c’erano 1 pentola, 1 padella, niente scolapasta, nessun strofinaccio né tovaglia, e anche qui come negli altri alloggi non sono mai venuti per le pulizie o per svuotare il cestino della spazzatura, malgrado il costo di circa 122 euro a notte.

Un pomeriggio sono andato al supermarket per comprare una birra e ho scoperto che la vendita di alcolici termina alle ore 12.

La capitale Vaitape è una piccola cittadina senza particolari attrattive, piena di negozi di perle, un grande supermercato, un ufficio turistico dove è possibile vedere gli orari di partenza del traghetto gratuito per l’aeroporto (gli orari variano di giorno in giorno perché sono in coincidenza con i voli), un parcheggio di taxi.

Mi aspettavo di più dalla zona di Matira (dove abbiamo alloggiato) dato che ha la spiaggia migliore dell’isola e ha anche una grande concentrazione di hotel di lusso, e quindi pensavo che ci fossero molti negozi e ristoranti e movimento, mentre invece è una zona molto tranquilla con un piccolo supermarket e un paio di negozi.

Per fare il giro dell’isola con lo scooter basta fare un noleggio di 4 ore perché l’isola è piccola.

Partendo in aereo da Bora Bora conviene sedersi a destra per avere la visuale della laguna.

 

Maupiti 

Maupiti è un’isola poco battuta dai giri tradizionali in Polinesia, non ha grandi alberghi né alloggi over-water, gli alberghi sono semplici ma la laguna è bellissima, simile a quella di Bora Bora. Malgrado la disavventura iniziale con il primo alloggio questa è l’isola che ci è piaciuta di più.

Avevo previsto di restare in questa isola 4 notti e l’alloggio che mi era sembrato migliore come rapporto qualità/prezzo era il Maupiti Residence, ma aveva posto solo per 2 notti. Così ho prenotato le prime 2 notti alla pensione Fare Pae’Ao e le ultime 2 al Maupiti Residence. Mentre eravamo già in viaggio in Nuova Zelanda il proprietario di Fare Pae’Ao mi ha scritto per dirmi che si era ammalato e che aveva dovuto trasferirsi a Tahiti, ma che comunque ci aveva trovato posto allo stesso prezzo alla Pension Auira. Ho quindi scritto alla Pension Auira in inglese per avere informazioni, ma non mi hanno risposto (scoprendo poi che il proprietario risponde solo alle email in francese, non conoscendo neppure il servizio di traduzioni di Google). Comunque all’arrivo a Maupiti abbiamo trovato a prenderci il proprietario Gilbert con una minuscola barchetta, con la quale siamo arrivati, con qualche apprensione, al motu dell’albergo consistente in 4 bungalow su una bellissima spiaggia deserta. L’unico problema era dato dalle noci di cocco che continuavano a cadere dalle altissime palme attorno ai bungalow. C’eravamo noi e una coppia di francesi. Il prezzo era per la mezza pensione. La prima sera tutto bene con cena preparata da Gilbert e due suoi aiutanti, ed anche la colazione il giorno dopo. Però la sera del secondo giorno non c’era nessuno, con la pensione abbandonata a sé stessa. I francesi hanno fatto un po’ di telefonate alla polizia e all’ospedale per cercare Gilbert ma senza esito. Ad un certo punto siamo andati nella cucina da terzo mondo, con topo uscito da un armadietto, e abbiamo cercato qualche cosa da cucinare e da bere. Con molta fatica abbiamo trovato del cibo e alcune lattine di bibita e grazie alla coppia francese (con l’uomo insegnante di cucina a Tahiti) abbiamo cenato. Il mattino dopo a colazione ancora non c’era nessuno. Infine a metà mattinata è arrivato Gilbert, apparentemente zoppicante, accompagnato da un ragazzo. Gilbert ci ha raccontato una improbabile storia di incidente ad una gamba, ma abbiamo appurato in Internet che è un ben noto ubriacone e quindi riteniamo che si sia ubriacato da qualche parte nell’isola di Maupiti. Abbiamo discusso per un po’ e ho ottenuto uno sconto per la cena. I francesi ci hanno anche detto che recentemente Gilbert aveva avuto un incidente con la sua barca grande che usava per le gite, facendola rovesciare con dei turisti a bordo, ed è per quel motivo che era venuto a prenderci con una barchetta peggiore di quelle usate da Paperino. Dalla Pension Auira ci siamo fatti traghettare al dirimpettaio Maupiti Residence. Volendo con la bassa marea è possibile attraversare la laguna a piedi tra il motu della Pension Auira e l’isola di Maupiti.

Il Maupiti Residence è composto da 2 soli bungalow bellissimi e grandissimi, ognuno con 2 camere da letto, grande soggiorno con cucina, ampia veranda su una spiaggia bellissima. Nelle immediate vicinanze ci sono un ristorante e una roulotte con buona cucina.

L’isola è molto piccola e bella con una strada che la percorre tutta con bei scorci sulla laguna colorata con varie tonalità di azzurro. Non ci sono moto da noleggiare e ci si sposta a piedi o in bicicletta.

Al Maupiti Residence ci siamo trovati benissimo e se dovessimo tornare in Polinesia questo è il posto dove ci fermeremmo più a lungo:  http://www.maupitiresidence.info

Anche a Maupiti abbiamo fatto un bel giro in barca: alle 9 è passata a prenderci una barca più piccola delle altre usate nelle gite ma comunque coperta, con già a bordo una famiglia di 5 francesi. Non sappiamo di quale agenzia perché se ne è occupato Gilbert. Prezzo 8000 CPF a testa pranzo compreso. La laguna era un po’ mossa a causa del forte vento e ci sono arrivati un sacco di schizzi d’acqua  addosso. Colori bellissimi. Sosta in un punto del mare dove di solito si vedono le mante. Andiamo in acqua e ne vedo subito una a 2 o 3 metri sotto di me che continua a girare in tondo per un sacco di tempo. E’ incredibile quanto sia grande una manta, con una bocca enorme, ma non sono pericolose. Il capitano ci ha offerto delle aragoste bollite. Poi altra sosta in una zona di coralli, e io ho avuto grandi problemi con la forte corrente contraria anche se eravamo all’interno della laguna. Il capitano ce lo aveva anticipato raccomandandoci di usare le pinne che io non ho, per cui sono rimasto nelle vicinanze della barca, vedendo comunque molti pesci colorati. Scendendo dalla barca senza scaletta ho sfregato uno stinco contro il bordo e mi sono ferito sanguinando leggermente. Me ne sono accorto solo dopo essere tornato sulla barca. Un ragazzo francese si era invece probabilmente ferito con un corallo e sanguinava parecchio: come al solito solo io avevo un pronto soccorso con me e così ci siamo disinfettati e messo dei cerotti. Dal mare si vede chiaramente che l’isola principale è molto montuosa con piccole zone pianeggianti e l’unica spiaggia è quella di Tereia, molto lunga, dove c’è anche il nostro residence. L’ultima tappa è stata su un motu con una bella spiaggia e mare basso davanti, come al solito con tanti colori. Questo è il tradizionale punto di ritrovo anche per i polinesiani del sabato a pranzo + animazione varia. C’erano tantissimi tavoli e abbiamo atteso che arrivassero tutti, circa 15 barche tutte piccole con pochi turisti e molti polinesiani, prima di cominciare a mangiare. Il cibo è stato cotto con il sistema polinesiano (e anche Maori): buco nella sabbia, braci, cibo (carne e pesce) rinchiuso in vari contenitori, strati e strati di foglie, strati e strati di teli, tanta sabbia sopra tutto quanto. Abbiamo assistito allo smembramento di tutta questa copertura e il cibo era cotto molto bene. Birra fredda a volontà. Dopo pranzo ci sono stati giochi di vario tipo dividendoci in squadre, come il lancio di noci di cocco dentro delle buche nella sabbia e la nostra squadra è arrivata seconda. Poi balli e giochi per bambini. Verso le 16 è arrivato un violento breve temporale e comunque era ora di tornare.

Dall’isola principale Maupiti all’aeroporto, che si trova in un motu, c’è un servizio pubblico di traghetto che parte dalla  piccola capitale di Maupiti, Vaiea.

 

Tahiti 

L’isola di Tahiti è stata la prima e l’ultima del nostro viaggio in Polinesia Francese. Ci siamo arrivati la prima volta di notte provenendo da Aukland e avendo superato la linea del cambio di data sono rimasto un po’ in apprensione finchè l’albergatore non mi ha confermato che quello era il giorno giusto di prenotazione.

Per la notte del nostro primo arrivo il 13/5 avevo prenotato il Tahiti Airport Motel che si trova su una collinetta vicinissimo all’aeroporto, facilmente raggiungibile a piedi sapendo la strada, ma quando siamo arrivati di notte era tutto buio e abbiamo dovuto prendere un taxi che ha preteso un costo molto alto per il breve tragitto, come se ci avesse portati a Papeete. Al mattino dopo siamo andati a piedi in comoda discesa dall’albergo all’aeroporto per prendere il volo per Moorea. Come sempre il fatto di viaggiare con il solo bagaglio a mano si è rivelato utilissimo.

Quindi all’inizio del viaggio non abbiamo visto nulla di Tahiti e l’abbiamo girata al ritorno.

Il giorno dopo il nostro secondo arrivo abbiamo preso all’aeroporto la macchina a noleggio per una giornata che avevo già prenotato dall’Italia con la compagnia Tahiti Easy Car

Uscendo da Papeete abbiamo subito sbagliato strada finendo nel porto, e poi ancora trovandoci in mezzo ai monti a caccia di un belvedere fantasma. Alla fine abbiamo ripreso la strada giusta, continuamente interrotta da lavori in corso. Abbiamo fatto il giro dell’isola in senso orario. La costa orientale non ci è sembrata granchè e la strada per le 3 cascate era ancora chiusa. Verso metà della costa orientale il tempo è peggiorato e a tratti ha piovuto. Arrivati a Taravao abbiamo seguito i cartelli per il plateau, ma poi li abbiamo persi. Comunque alla fine ci siamo arrivati usando il solito programma MAPS-ME (app per smartphone che funziona come un navigatore satellitare off-line). Dal belvedere c’era una bella vista ma l’aria non era molto limpida. Poi siamo andati ai Jardin Vaipehi (piccoli), il museo di Gauguin era ancora chiuso, visita alle Grotte di Maraa, al marae di Arahuahu con due belle statue e messo in un posto affascinante, ed infine al museo di Tahiti e delle Isole (bello e a pagamento di 600 CPF a testa). Dopo queste visite turistiche siamo andati al Carrefour più grande dell’isola a Punaauia per comprare vari olii di Monoi. Verso le 16 abbiamo riconsegnato l’auto (anziché il giorno dopo) perché il giro dell’isola era completato e la macchina non ci serviva più. Per tornare a Papeete abbiamo preso il bus sulla strada a grande scorrimento davanti all’aeroporto. A Papeete siamo stati un po’ in giro in attesa dell’ora di cena alle roulotte di piazza Vaiete. L’isola di Tahiti, quantomeno nel giro che abbiamo fatto noi, non mi è piaciuta molto. Probabilmente l’interno è bello ma da un punto di vista ‘’turistico’’ l’isola non offre molto ed è meglio volare subito altrove. Inoltre l’isola sembra povera e dimessa, con brutte strade, bus sgangherati, pochi marciapiedi, tanti barboni.

Il mercato coperto è molto interessante anche da un punto di vista prettamente turistico, con tanti negozietti di perle e souvenir. Le perle, principalmente nere, sono molto diffuse in tutta la Polinesia e vengono portate da tantissime donne, forse tutte, e da molti uomini. Anche noi abbiamo comprato un anello con perla in uno dei tanti negozi del centro per 20000 CPF (negozio TeVai Creation). Abbiamo preferito comprare un anello con perla a Papeete, dove c’è concorrenza, piuttosto che nelle ‘’fabbriche’’ che avevamo visitato in mezzo alle lagune durante le gite in barca perché non hanno concorrenza e quindi ritengo, a torto o a ragione, che abbiano prezzi più alti. Comunque è impossibile fare confronti sui prezzi delle perle perché sono tante le caratteristiche delle perle che ne determinano il prezzo (colore, dimensione, spessore, forma, gibbosità, puntini bianchi…).

A Papeete i negozi chiudono alle 17:30, ci sono pochi ristoranti mentre sono numerosissime le roulotte per mangiare alla sera, con cibi di tutti i tipi, nella piazza Vaiete in centro davanti all’oceano. E’ molto bello il parco sul lungomare con bella vista di Moorea, specialmente al tramonto. In fondo al parco, dalla parte opposta della piazza Vaiete, ci sono dei ristoranti con prezzi normali.

Tahiti è sicuramente un posto piacevole per viverci e Papeete è una città molto dinamica con tante iniziative (anche noi siamo andati a vedere un bel balletto una sera) ma da un punto di vista turistico è poco interessante. A Papeete abbiamo incontrato Manuela, una signora romana che da 6 anni vive a Papeete ed è entusiasta della Polinesia avendola girata in lungo e in largo, ma ci ha detto che la stagione delle piogge in dicembre/gennaio è lunga e pesante, per cui tutti gli anni in quei mesi torna in Italia: se ne deduce che il periodo natalizio è pessimo per visitare la Polinesia.

   

Considerazioni finali 

Ogni viaggiatore ha la Polinesia Francese nell’elenco dei posti da visitare prima di morire e ogni coppia che si sposa ci fa un pensierino per il viaggio di nozze, quindi anche noi da almeno vent’anni avevamo in mente di andarci ed infine, a 64 anni, ci siamo andati. La Polinesia Francese ci è ovviamente piaciuta molto, il clima è stato molto variabile ma tendenzialmente buono, la popolazione locale è molto gentile, le lagune delle isole sono meravigliose, la natura è lussureggiante. Però abbiamo visto anche qualche aspetto negativo: tantissime zanzare, molti cani randagi di grossa taglia, prezzi alti, popolazione locale con vaste sacche di povertà, sovrabbondanza di bungalow over-water a Bora Bora, trasporti pubblici carenti nelle varie isole, poche spiagge e molto rare quelle pubbliche.

 

 

Lauro

lau@iol.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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