SudAfrica
Più viaggi in uno con scenari sempre diversi
Diario di viaggio 2025
Ogni giorno un viaggio diverso alla ricerca di scenari, natura e animali.
Due settimane immersi nel Paese Arcobaleno con tappe nella Garden Route, Città del Capo, le foreste del Nord e il Kruger.
Quattromila chilometri con un volo interno.
Una piccola parte del Paese Arcobaleno che cambia in continuazione scenari in panorami mozzafiato che la mente e lo spirito fotografano come una sorta di purificazione spirituale.
Un assaggio di Africa, piano piano più selvatica, ma al tempo stesso vera.
Luoghi turistici per antonomasia, che non si smette di ammirarli.
Dal nostro ritorno a giugno 2024 dalla Namibia, iniziamo a pensare al viaggio del 2025.
Cerchiamo ancora una volta l'Africa degli altopiani ma con un impatto soft, e si sceglie il SudAfrica.
Per me sarebbe la nona volta nel paese arcobaleno, cerco posti ancora non visti e inizio a mandare email per informarmi.
Durante le vacanze di Natale si aggiungono altre due persone all'idea di viaggio, curiose di vedere questa parte del mondo ancora inesplorata, ma più volte raccontata dalle esperienze altrui.
Devo rivedere gli itinerari, come posso non fargli vedere Cape Town, la città più bella del mondo (insieme ad altre ovviamente), Capo Buona Speranza e le storiche cantine della Wine Route. Mentre per me l'Africa è la Savana con i suoi suggestivi scenari e gli animali.
Partenza dopo le vacanze di Pasqua con una settimana tra l'avvistare le Balene e Città del Capo e una nel Kruger. Il viaggio slitta per mille motivi fino a decidere di spostarlo tra settembre e ottobre, l'ultima finestra della stagione secca, ancora ideale per i Cetacei e la primavera del sud, e ultima chiamata per il nord prima della stagione delle piogge. A fine maggio ci decidiamo: volo Roma-Città del Capo e ritorno Jo'burg-Roma (Ethiopian con scalo ad Adissa Beba costo 1184 euro in due e 1134 euro gli altri due con date sfalsate di tre giorni); mentre il volo interno 271,20 euro per quattro con FlySafair; assicurazione viaggio con Heymondo 170 euro in quattro; parcheggio a Fiumicino con Parking Way 41 euro; una Toyota Corolla Sedan 1.8 da ritirare nella capitale finanziaria nell'agenzia Enterprice a 206.09 euro e un'altra a Jo'Burg con Firstfly-Hertz a 210,75 euro entrambe con assicurazione completa.
Ora bisogna pianificare il viaggio e iniziamo a cercare su Booking i posti dove dormire-visitare.
Quattro mesi estivi e sottolineo estivi alla ricerca di un itinerario che possa comprendere le bellezze di questa parte del mondo. Certo il sito https://map.tracks4africa.co.za/ non ci aiuta, anzi ci confonde le idee. Ideale per gli amanti del 4x4, fornisce in maniera dettagliata strade, shopping, servizi, alberghi, benzinai, attrazioni, scenari, parchi, città, camping e ristoranti. Ma quando andiamo a cliccare su attrazioni su una determinata zona sono talmente tante che servirebbe una vita per vederle tutte.
Dato che due persone come accennato arriveranno tre giorni dopo di noi, optiamo per una breve escursione sulla Garden Route per avvistare le balene. Poi quattro giorni a Cape Town, due giorni tra le foreste e il Blyde River Canyon e cinque notti al Kruger tra National Park e riserve private.
lunedì 22 settembre 2025
Si dovrebbe partire il 21 settembre alle
23.00, ma i ritardi slittano il volo il 22 settembre all'1.30 con scalo ad
Addiss Abeba e preso al volo, direttamente dalla pista senza passare
dall'aeroporto, la coincidenza per il SudAfrica. Fila per il visto e nessuna
procedura bagagli avendo optato per quello a mano (quattro valigie sarebbero
diventate un problema per trasportarle in auto); alle 14.45 eravamo già a
prelevare un po' di valuta locale per qualche evenienza, il cambio a 17 rand per
euro è un furto, ma ci preoccupa soprattutto le autostrade che poi scopriamo
dotate di pos.
Arriviamo al banco consegna auto dell'Enterprice, qui la prima avventura. Prima
di partire da casa ci arriva una email da Expedia chiedendoci di dare una
valutazione sul ritiro dell'auto. Ma come? dobbiamo ancora partire? ci
accorgiamo che avevamo fatto la prenotazione per un giorno prima. Chiamiamo
Expedia a Milano, e come sempre la disponibilità del personale capisce a volo il
nostro problema, ma ci dicono che loro non possono fare nulla perchè la pratica
è già evasa, e ci avverte che è possibile che non essendo stata ritirata l'auto
nei tempi richiesti, c'è la possibilità di rimanere a piedi (in parole povere).
Scriviamo all'agenzia di noleggio spiegando l'accaduto, ma l'indirizzo è la sede
centrale (non sappiamo se sia mai arrivata a destinazione). Mentre eravamo in
attesa di partire a Fiumicino, ci arriva l'email da Città del Capo chiedendo il
motivo del non ritiro. Rispondiamo che l'avremmo ritirata il l'indomani alle
14.30. Ci rispondo in fretta che tutto era ok. Quindi arriviamo al ritiro con le
sue solite formalità e poi la domanda se volevamo ampliare di un giorno la
consegna, dato che l'avevamo pagato. Ovviamente non era possibile, ma qua sta la
diversa mentalità tra le due culture, noi ci preoccupavamo di dover pagare una
penale, loro che avevamo versato di più e cercare di recuperarlo.
Prendiamo la nostra Toyota Corolla bianca e iniziamo l'avventura ricordandoci che la guida è a destra (la tecnica per i primi giorni è quella dell'orologio; inserirsi sempre nel braccio in cui si mette l'orologio). Si parte in un clima primaverile con pioggerellina fina, per Hermanus la città delle Balene, ad accoglierci il Nautilus Cottage (69 euro compresa la colazione) che ha un affaccio sulla baia. La stanchezza è tanta, il letto è la migliore soluzione per recuperare qualche ora persa di sonno. Prima dell'imbrunire siamo sulla baia a scrutare il mare, qualche spruzzo all'orizzonte ci fa sperare di avvistare qualche cetaceo che viene durante la stagione fredda sulle coste africane (aprile-ottobre) dove nascono i piccoli e poi ritorna nell'antartico in quella calda. La spesa al Pick n Pay con l'immancabile acqua, qualche biscotto e un po' di frutta da tenere per il viaggio, una passeggiata per il centro fino a sera e poi a letto senza cena.
martedì 23 settembre 2025
Ci svegliamo con le prime ore del giorno e ci facciamo una passeggiata prima delle 7.30 ora della colazione.
Siamo di nuovo per strada e avvistiamo la
prima Balena. Ci sono anche chi lo fa con i Kayak, ,un gruppo ben nutrito,
bisogna stare sempre con lo sguardo attento, ecco un altro grosso sbuffo e
subito dopo apparire il dorso scuro, viene aggirato da due traghetti che portano
i visitatori; in altra zona scorgiamo una testa.
Partiamo per capo Agulhas, il punto in cui i due oceani Atlantico e Pacifico
miscelano le loro acque (su qualche libro avrete letto di Capo Buona Speranza,
ma con i moderni strumenti questa credenza è stata del tutto smentita anche se
rimane il fascino leggendario di doppiare le Colonne d'Ercole). In linea d'aria
sono 80 km, ma in realtà non si può fare tramite la costa bisogna aggirare le
montagne è il percorso risulta di 130 km e oltre 1h e mezzo. Ma ne vale la pena.
Chilometri e chilometri di coltivazione di cereali (non siamo così esperti di
dirvi quali), si sale e si scende in continuazione senza mai stancarsi di
ammirare il paesaggio. Poi si scende al Capo, il paesino è arroccato, noi lo
attraversiamo in fretta sulla baia per arrivare all'entrata del Parco Nazionale
(entrata gratuita, crediamo per ora dato che stanno già ultimando i lavori per
chiuderlo). All'interno una grossa Africa in cemento che si può calpestare, con
il monumento dedicato al parco. Incontriamo molti visitatori locali con cui
scambiamo foto. Usciamo dal parco e ci fermiamo in un "casotto" con sopra il
ristorante per mangiare dei calamari fritti con relative patatine e la nostra
prima Windhoek, la birra dei viaggi in Africa (tutto 16,82 euro in due). Di
strada c'è nè ancora molta da fare perchè dormiremo a George, precisamente a
Oubaai Hotel Golf e spa (57.37 euro una stanza 4stelle in un resort da favola).
Arriviamo guidati da Google maps al punto richiesto ma troviamo un posto di
blocco con la relativa barra abbassata. Ci chiedono la patente e la
prenotazione, annotano l'auto e ci fanno passare. Una rotonda ci indica
l'indicazione del Campo da Golf, gli alloggi e l'Hotel. Ma che Hotel... urca, 4
stelle, noi gli e ne diamo almeno 7.
Immersi nella natura e nel silenzio, di fronte a noi la palestra e la spa, sotto la piscina. Noi non abbiamo tempo, una doccia e subito alla ricerca di un ristorante per mangiare (da queste parti alle 19.30 la cucina chiude, alle 20.00 c'è il coprifuoco). Ne troviamo subito uno sulla strada, ma avevamo letto che ce ne sono altri due nell'Herold's Bay. Ci perdiamo nelle stradine arrampicate nel promontorio, poi ne troviamo una per scendere sulla baia. Lo spettacolo è da perdere il fiato ma i locali sono tutti chiusi è aperto uno ma non capiamo se è una casa con una vetrata enorme (vediamo gente che guarda la tv, o un ritrovo per pescatori dato che fuori la porta ci sono delle canne). Risaliamo a quello che avevamo visto ma solo grazie al navigatore, è il Dutton's Cove, ordiniamo il pesce e la Windhoek (23.50 per due persone) il personale è gioioso, accanto a noi un tavolo che festeggiava un compleanno, la persona più anziana vuole fare subito amicizia (i primi giorni la lingua è più arrugginita del solito riusciamo a dire solo che siamo italiani), ci vogliono coinvolgere alla festa, tra loro un bambino di 4-5 anni bellissimo, occhi marroni vivi come la pelle vellutata, che facciamo del tutto per volerlo in braccio ma lui non molla il papà, tra loro due asiatici forse coreani (boh) ma che importa, il mondo come spiega bene quel tavolo è solo uno e di tutti. Rientriamo in Hotel ma prima le formalità per farci aprile la barra, ancora dobbiamo esibire la patente ci ricorda il film di Troisi e Benigni "un fiorino".
mercoledì 24 settembre 2025
Mega colazione e il rimpianto di non aver fatto qualche giorno in più in questo paradiso. L'idea è quella di proseguire sulla Garden Route in direzione Port Elisabeth nel parco nazionale Tsitsikamma (4.22 l'entrata si paga in autostrada) ci fermiamo a Natura Valley con il fiume che, prima di sboccare sull'Oceano Indiano, forma un lago, immortaliamo lo scenario dal basso e poi dall’altro non prima di aver fatto una camminata sulla sabbia bianca di Natura Valley. Sulla strada una famigliora di Babuini. Arriviamo a Bloukrans Bungy, prima si chiamava Adrenaline, l'attività principale è tuffarsi da un viadotto alto oltre 200 metri legati ai piedi con un elastico "bungy Jamping". Fa paura solo a guardarlo. Nel parcheggio ci sono molti venditori con la "solita" mercanzia a terra. Prima facciamo amicizia con la parcheggiatrice che ci dice di essere del popolo Khoisan (inevitabile lo scocco della lingua sul palato), poi dei venditori quasi tutti di etnia Shona provenienti dal vicino Zimbabwe. Si parla di politica e della crisi del loro paese ormai ridotto in ginocchio dal Covid e dai loro governanti. Chi vuole sopravvivere è costretto a emigrare, entrano per lo più in SudAfrica dato che a destra c'è il Mozambico dove la situazione non è tanto migliore, a sinistra il muro con il Botswana difficile da valicare. Perdiamo delle ore a vedere "pazzi" che si buttano dal ponte o che fanno il volo dell'angelo tra un arcata all'atra. C'è solo il tempo per tornare indietro a Monsel Bay dove dormiremo in centro a Avenues Guest House (59.45 la nostra cameretta). La padrona di casa ci spiega come funziona il tutto, ci da le chiavi e il telecomando del cancello e noi parcheggiamo l'auto sul prato all'inglese davanti alla porta della nostra stanzetta (rispetto al Golf Club ormai tutto è relativo). Si scende al porto per la cena dove ci sono parecchi ristoranti uno affianco all'altro (la padrona di casa ci ha detto di consultare un tomo dove ci sono i menu di tutti i ristoranti, ma noi ci affidiamo all'istinto), saliamo a Mozambik per vedere l'atmosfera, sono da poco passate le 18.00 ed è già pieno di gente per la cena. Facciamo un po' di melina e poi ordiniamo il pesce con un antipasto di calamari in salsa di limone (25 euro sempre in due), veramente tutto ottimo specialmente quella salsetta che avremo gustato di più con il nostro pane locale (scusateci se viviamo in posto dove olio, vino e pane sono le specialità). Usciamo dal locale che manca qualche minuto alle 20.00, proviamo a girare con l'auto cercando scorci e posti dove passare qualche oretta, di scorci molti, di posti pochi, in cima al promontorio la strada finisce inaspettatamente all'entrata di un Golf Club.
giovedì 25 settembre 2025
Ci svegliamo per la colazione alle 7.30, la padrona di casa ha preparato un buffet dove c'è uno di tutto, ma a richiesta apre la dispensa o il frigorifero per ogni evenienza. Gentilezza e disponibilità non hanno voto. Dobbiamo subito metterci in cammino, dobbiamo arrivare in tempo all'aeroporto di Città del Capo per prende gli altri due del viaggio, ci sono 376 km da percorrere e il navigatore ci da oltre 4 ore di viaggio. Solo una breve sosta a Riversondered per fare il pieno benzina e comprare qualche cosa al market e poi di nuovo in marcia tra sterminate salite e discese senza curve dove si scorge sempre un panorama diverso. Il panorama quando si scende verso Cape Town è mozzafiato, si vede l’ampia False Bay con le sue numerose spiagge di sabbia bianchissima, meta dei surfisti. Quando costeggiamo l'aeroporto vediamo l'aereo dell'Ethiopian atterrare. Andiamo all'agenzia auto per lamentarci della Corolla, non siamo mai riusciti a chiudere il bagagliaio e l'aria condizionata è poco efficiente, in più rumori da tutte le parti. Loro ci spiegano il meccanismo, capiamo che il difetto è insito nella logica della marca e non nell'auto. Lasciamo l'auto parcheggiata lì e ci dirigiamo in aeroporto dove arrivano gli altri due componenti del viaggio.
Ora siamo quattro, il bagagliaio è pieno, l'auto si abbassa quasi a toccare terra, la tocca a ogni dosso artificiale. Ci dirigiamo subito all'Home Suite Hotels Station House a Sea Point, la spiaggia centrale a nord di Città del Capo dove dormiremo quattro notti (90 euro a camera per un totale di 714 euro colazione inclusa). Le porte si aprono con il riconoscimento visivo, il parcheggio è a -4 bisogna passare due controlli con sbarra per arrivarci. La stanza oltre ai due letti alla francese, ha un piano cottura con lavabo, forno a microonde, frigo e solito bollitore; un salottino e il terrazzino con sedie e tavolino che da sulla strada principale di fronte alla vecchia caserma dei pompieri. Ci riposiamo un po' e poi si va diretti a Victoria and Albert Waterfront, il porto attrezzato della città, dove c'è tutto moltiplicato per cento. Anche la confusione. C'ero stato nel 1995 quando era ancora in costruzione, ci sono tornato nel 2007 quando gli spazi erano enormi e i locali, tanti ma sparsi. Questa volta con ancora lavori in corso, non sono riuscito a orientarmi. Mi aspettavo il caos ma non così. Abbiamo cenato a Tigers Milk V&A (64.10 euro in quattro) e poi comprato acqua e biscotti al Pick n Pay (4,11 euro), parcheggio coperto (1.76 euro) e direzione Albergo.
venerdì 26 settembre 2025
Appuntamento alle 7.30 per colazione ma
prima a +9 dove c’è la piscina per ammirare dall’alto questa parte della Città.
L'Hotel è convenzionato con Sonny and Irene per la colazione dove avevamo un
budget massimo di spesa di 1500 rand circa 75 euro; siamo riusciti a sforare di
344 rand (17 euro) "sfondandoci" tra dolce e salato.
Con la pancia piena e la moglie ubriaca (forse non è proprio così il proverbio)
siamo partiti per il classico giro sulla penisola delle Colonne d'Ercole. Vista
da tutte le posizioni Camps Bay, la spiaggia più famosa, primo stop al porto di
Hout Bay per prendere il traghetto per andare all'isola delle Otarie (30 euro
sempre in quattro). Ci intrattiene una grossa Otaria che sul molo si fa
fotografare mentre prende da mangiare dalla sua padrona. L’enorme bestione fa
paura, ma con coraggio i visitatori s’immortalano a dorso del carnivoro
diventato ormai domestico. Poi la crociera verso Duiker Island (o Seal Island)
dove si stimano circa 75.000 Otarie Orsine del Capo.
Riprendiamo il percorso entrando nel parco Chapmans Peak Drive (3,87 l'ingresso
più 4,22 il pedaggio), dove sostiamo per immortalare la baia. La strada gira per
scorgere Noordhoek Beach, altra baia bianchissima dove c’è un maneggio e si può
fare una cavalcata sulla sabbia costeggiando una piccola laguna. A Scarborough
la strada va verso l'interno tagliando da ovest a est tutta la penisola del Capo
per poi costeggiare la costa est con allo sfondo i monti del Drago che sono
dall'altra parte della baia. Si entra del parco Cape of Good Hope (48 euro), la
strada termina nel parcheggio del faro di Buona Speranza anche se ora hanno
aperto una strada che porta verso la spiaggia sottostante. Una lunga scarpinata
per raggiungere la punta più estrema, sullo sfondo il mare da tutti i lati, per
poi godersi il panorama dal faro esposti ai venti, e che vento, siamo all'inizio
della loro primavera e le temperature sono ancora basse anche se il sole scotta.
Scendiamo nel posto di ristoro per mangiarci un toast a Cape Point Food Shoop
Take Away (23.47 euro), poi di corsa verso Tmnp Boulders Gate (43 euro
l'entrata) per vedere i Pinguini prima della chiusura. Sulla strada una
famigliola di Babbuini con i piccoli. Abbiamo solo mezz'ora di tempo, ma sulla
passerella possiamo scorgere le femmine che stanno covando. Sfruttiamo le ultime
ore di sole per ammirare le cabine colorate di Muizenberg Beach Huts, poi
tranciamo la Muizenberg Mountains per ammirare il tramonto sulla Camps Bey Dr,
ci fermiamo lungo la strada per fotografarlo in tutto il suo splendore. Poi
scendiamo sulla spiaggia, parcheggiamo l'auto per farci una passeggiata sul
lungomare in cerca di un posto dove cenare. L'ambiente è di lusso, con locali
terrazzati per far apprezzare il panorama. Noi scegliamo il Mozambik per i
Calamari e il Nasello (56 euro in quattro). Torniamo in Hotel stanchi ma pieni
di momenti positivi che arricchiscono la mente e alimentano lo spirito.
sabato 27 settembre 2025
Ritrovo alle 7.30 per la colazione a Sonny and Irene, stiamo più attenti a ordinare. Fissiamo l'itinerario della giornata: Stellenbosch con la sua strada dei vini. Scegliamo tre vecchie cantine. Ma prima passiamo per Bo-Kaap il vecchio quartiere arabo con le sue case pastello e le strade lastricate. Questo quartiere è ora un’area multiculturale con forte entità Malese-Capense e un simbolo di libertà, dato che le case furono dipinte con colori vivaci quando gli schiavi ottennero la possibilità di acquistarle.
La prima è Laborie Estate che si trova a Paarl, con una tradizione vinicola che risale al 1691: "nel XVII secolo, la famiglia Taillefert di La Bri portò la sua competenza vitivinicola francese a Laborie, fondando vigneti che, dopo oltre 300 anni, continuano a produrre vini pregiati". All'interno un market con prodotti tipici oltre alla rivendita dei vini. Ci fermiamo per una degustazione e ordiniamo una pizza (15 euro). Ci spostiamo a Remhoogte Wine Estate che chiudono alle 14 perchè riservato per un evento. Arriviamo in ritardo ma ci dicono che possiamo entrare, solo la degustazione è chiusa. Parcheggiamo davanti ad un campo dove pascolano Zebre, Gnu e altre antilopi. Scendiamo verso il laghetto dove c'è una costruzione recintata. Chiediamo di entrare, in un primo momento ci dicono di no, poi ci aprono il cancelletto di legno spiegandoci che è un ristorante stellato aperto solo su prenotazione. Noi chiediamo solo di sederci e loro ci invitano a farlo. Abbiamo di fronte a noi l'accesso per il parco mentre alle spalle c'è il laghetto. Siamo sotto gli alberi in un posto da favola. "Nella tenuta si coltivano viti fin dal 1812. Inizialmente i vigneti erano tutti piantati nelle valli e sui pendii più bassi della proprietà e solo a metà degli anni '90 abbiamo iniziato a sradicare i vigneti più bassi e a piantare pendii più alti nella proprietà, alla ricerca di luoghi meglio drenati e più freschi. Tutte le varietà sono state attentamente abbinate al sito in cui sono state piantate. L'età dei vigneti varia da appena piantati a 36 anni. Abbiamo 8 varietà di uve piantate nella proprietà".
Vorremmo rimanere più a lungo ma non possiamo tirare la corda di un favore fatto.
Cambiamo zona e torniamo in Città per
visitare il Groot Costantia Trust, la cantina più antica del SudAfrica. Nel
parcheggio ci sono pulmann turistici anche perchè è presente un museo. "Ci
vogliono anni per costruire un'eredità. Anche decenni. O a volte secoli.
L'azienda vinicola Groot Constantia è la testimonianza di come l'amore di un
uomo per il vino abbia dato vita alla prima azienda vinicola del Sudafrica nel
1685. In una parola, i nostri vini provengono da un ricco suolo africano,
lavorati alla perfezione. I ricordi di Groot Constantia fanno parte della
letteratura e del patrimonio culturale e incarnano l'impegno senza tempo verso
la perfezione. Inoltre, la nostra eredità è sinonimo di crescita, vita e
bellezza. Altrettanto importante, è viva e vibrante, come i vigneti a cui
teniamo. È nei nostri cuori".
Entriamo nella parte della degustazione che sta per chiudere, è una cantina
piena di bottiglie con un bancone laterale e al centro i posti per sedere. Fuori
un'altro locale più "moderno" con moltissima gente che ha in mano un bicchiere e
aspetta il suo turno per riempirlo. Già c'è chi va via portando con se il calice
avvolto in fazzoletti di carta. Anche qui ci sono le ultime chiamate, anche se i
tavolini dentro e fuori al locale sono affollati. La Cantina è enorme, si vede
all'orizzonte dove finisce il vigneto, mentre nel parco ci sono i Cercopitechi,
lungo un viale alberato. C'è anche un baretto dove si può mangiare con i tavoli
all'aperto, nel menù il filetto di Struzzo e altra selvaggina come lo Springbok.
Nella parte marginale e più in basso, fruibile da una strada laterale il Simons
Restaurant, dove ceniamo mangiando carne e bevendo un Sauvignon Blanc (120 euro
in quattro).
Torniamo in Hotel lungo una strada ricca di salite e discese e piena di curve, non è il massimo viaggiare con il buio, ci impieghiamo più di mezz'ora anche se il traffico è quasi inesistente.
domenica 28 settembre 2025
Colazione alle 7.30 al Sonny and Irene e
breve riunione per il programma della giornata, l'ultima nella capitale
finanziaria. Attività da fare in città ce ne sono tante, e le opinioni sono
diverse. Il gruppo si divide tra chi vuole restare in centro e magari aspettare
che cali la nebbia per salire sulla Table Mountain e chi vuole vedere le balene.
Si parte in direzione Hermanus, 130 km ma il navigatore ci da 2h di percorrenza;
si deve uscire dal centro e poi lasciata la N2 all'altezza del Bot River, la
strada è più stretta e trafficata. Ci fermiamo nella prima baia e ci accorgiamo
che è piena di Delfini. Fanno avanti e indietro proprio davanti a noi. Sullo
sfondo si vedono le Balene. Bisogna stare attenti allo sfiatatoio per
individuarle e poi attendere che una parte del corpo venga in superficie. Ce ne
sono molte, ma è difficile focalizzarle anche per la distanza. Ci fermiamo a
Burgundy Hermanus per mangiare e bere qualche cosa (20 euro in tre), ritorniamo
sul punto più a sud e scorgiamo una mamma con il figlioletto, affiorano di tanto
in tanto le loro teste.
Di nuovo in macchina per raggiungere Waterfront e riunire il gruppo che nel
frattempo ha fatto un giro turistico (20 euro a persona).
Dal primo giorno si discuteva se fare un giro in elicottero o in barca, l'idea
anche quella d'immergersi con gli squali. C'è chi insiste e convince altri due
di salire sull'elicottero per un giro breve nella parte ovest della Montagna
fatta a Tavola (360 euro in tre).
Soddisfatti e elettrizzati dall'esperienza si va in un zona del porto adibita
alla ristorazione Take e way. Ne abbiamo contate una ventina di stand e ognuno
assaggia ciò che più desidera, solo specialità provenienti da tutto il mondo (la
spesa totale è di 34 euro per 4 persone). Usciamo pagando il parcheggio (1.76
euro) e ci dirigiamo nel vicino albergo dove abbiamo chiesto la colazione a
sacco perchè l'indomani ci dovremo alzare presto per prendere l'aereo
lunedì 29 settembre 2025
Alle 6.30 siamo già in auto con le valigie nel portabagaglio, ci dirigiamo di corsa all'aeroporto per il volo delle 8.50 per Jo'Burg della FlySafair (271.20 euro quattro persone). Riconsegniamo la Toyota bianca all'Enterprice senza nessun problema e carte d'imbarco alla mano ci dirigiamo all'area partenze nazionali. Volo in perfetto orario e atterraggio alle 10.55. Nessuna formalità per i bagagli e subito in direzione Car Rental Firefly. Il banco è condiviso con l'Hertz. Attendiamo il nostro turno, ma ci sono dei problemi. Avevamo prenotato l'auto alle 13.00 (riconsegna alle 12.00) e mancava un'ora e mezzo, per aver l'auto dovevamo pagare una penale di 60 euro. Peccato che per gli otto giorni avevamo pagato 112.34 euro (più l'assicurazione completa altri 98,31), quindi una somma eccessiva. L'ultima proposta è stata quella di prendere subito l'auto e riconsegnarla alle 11.45 per rientrare negli otto giorni senza sforare. Proposta accettata e consegnata un'altra Toyota Corolla Sedan 1.8 ma questa volta grigia. Dobbiamo fare quasi 400 km e non c’è tanto tempo da perdere. A Jo'Burg non si può sbagliare strada per non rimanere imbottigliati nel traffico, quindi navigatore e cartine alla mano subito in direzione R21 per imboccare la N12 e dopo 112 km la N4 quella che da Pretoria va al confine con il Mozambico. Alle 14.30 ci fermiamo nell'area di servizio dei Safaristi, Alzu Petrol Station, prendiamo l'acqua e qualche biscotto, si va ai servizi, si ammira la pozza con gli animali che in questo caso è completamente vuota, e poi si fa uno spuntino all'Appaloosa Spur (39.46 euro in quattro). Si lascia la N4 all'altezza di eMachazeni per arrampicarsi tra le foreste tagliate dalla R540 per arrivare a Sabie all'imbrunire. Tra Città del Capo e Sabie c'è lo stesso fuso orario, ma ci sono 1700 km di distanza trasversali che nella linea dei fusi equivale a circa 1100 km, circa un'ora differenza tra alba e tramonto in più si è saliti circa 1000 km rispetto al Tropico del Capricorno che ora dista un centinaio di chilometri. Queste ragioni insieme ad altre ci portano a pensare che abbiamo finito una vacanza e ce ne aspetta un'altra completamente diversa rimanendo nella stessa nazione. Del resto il SudAfrica è 1 milione e 220 mila kmq, come Italia-Svizzera-Francia-Germania e quindi come spostarsi da Palermo a Berlino.
Sabie è all'interno di una zona ricca di foreste, situata sulle rive dell’omonimo fiume, nello stato di Mpumalanga. Il nome Sabie deriva dalla parola " Sava " in lingua Xitsonga, che significa "sabbia", a causa della ricchezza di sabbia della zona. La parola Sava fu modernizzata dai coloni afrikaner, che la trasformarono da Sava (Xitsonga) nell'afrikaans "Sabie". Fu fondata perchè la zona è ricca d'oro. L'abbiamo scelta per vari motivi: gli scenari, sembra di stare in Svizzera anche se è a soli 1100 metri di altezza (Jo'Burg è a 1600); perchè ci permetterà di entrare nel Blyde River Canyon National Park; perchè la zona è ricca di scenari e cascate; infine perchè è a 60 km dall'entrata del Kruger. Faremo due notti al The Sabie House Guest House più l'ultima dopo aver visitato il Kruger (403 euro per tre notti 4 persone). L'accoglienza è calorosa e il personale della Guest House si mette subito a disposizione per le nostre esigenze dopo averci spiegato come funziona l'alloggio. E' di una bellezza sconvolgente, uno chalet arredato con maniacale attenzione verso l'ambiente, all'esterno l'Honesty bar con uno speciale bagno su un albero (solo questo vale il costo del biglietto). Ci chiedono se devono prenotare il ristorante dato che la cucina chiude alle 19.30. Vogliamo fare le cose con calma, ero stato a Sabie nel 2019 e conoscevo un Pub con cucina che è aperto anche nelle ore piccole. Siamo solo noi a cenare al The Woodsman Pub & Restaurant (14,93 euro in quattro), mentre al banco ci sono cinque clienti. Fuori piove e la serata è quella di rimanere al calduccio. Nessuno ci da fretta e rimaniamo a parlare ancora un po' dopo la cena, poi si torna a casa è si crolla per la stanchezza.
martedì 30 settembre 2025
"Stessa storia, stesso posto, stesso bar" citando gli 883, nel nostro caso altra storia, altro posto ma stessa ora: 7.30 colazione. Si pianifica la giornata cercando di valutare una decina di meraviglie da vedere nell'immensità delle possibilità che abbiamo. La giornata è piovosa con le nuvole basse, questo ci condizionerà le scelte. Siamo a pochi chilometri dal Blyde River Canyon National Park e partiamo in direzione nord. Sorvoliamo la zona Mac Mac con il laghetto e le cascate e all'incrocio tra la R352 e la R353 per le condizioni atmosferiche avverse decidiamo di svoltare per Pilgrim's Rest, l'ex città mineraria ora diventata un museo. C'è ancora chi cerca fortuna scavando delle gallerie nella terra in cerca dell'oro del Transvaal. Ci facciamo una lunga camminata nello scenario di un periodo ormai andato. Tutto è rimasto come allora, anche la pompa di benzina, ma le auto parcheggiate sono ormai dei rottami arrugginiti. Torniamo indietro in direzione Graskop, per entrare nel parco. Ignoriamo Good Windows (un balcone di 1000 metri di dislivello sulla pianura-savana) e The Pinnacle Rock (una roccia a forma di guglia tra i due versati) per via della nebbia, e puntiamo dritti su Tree Rondawels View (10 euro l'entrata in quattro), il punto più a nord del nostro itinerario giornaliero, sperando che al ritorno ci siano condizioni migliori. Intanto il percorso ci offre spettacoli naturali affascinanti. Arriviamo alle Capanne delle tre mogli del capo locale, Chief Maripi Mahile, i cui nomi sono Magabolle, Modoladikwe e Maseroto; così almeno dice la leggenda; in realtà sono pinnacoli rocciosi formati dall'erosione di quarzite e altri sedimenti nel corso di milioni di anni. Ma la zona è famosa per l'affaccio sull'ansa del Blyde River Canyon che forma un lago naturale e artificiale sfruttato da una diga. E’ la terza volta che vengo e ogni volta un'emozione grandissima. Il Canyon è il terzo al mondo per grandezza dopo quello del Colorado e del sud della Namibia. Ci "riprendiamo" fermandoci al chioschetto che fa da rotonda per le auto a mangiarci un toast (18 euro in quattro). Sosta a Bourke's Luck Potholes (35 euro l'entrata), dove le acque hanno scavato la roccia nel corso dei millenni formando delle vasche. Con noi una scolaresca locale che ci allieta l'animo. Sono passate le 17 e ormai troveremo tutto chiuso. Proviamo a deviare per Good Windows e The Pinnacle Rock, ma una fitta nebbia ci fa tornare indietro, proviamo ad entrare nelle cascate: la Berlin Falls è senza personale ma si può scorgere ugualmente e sentire lo scroscio dell'acqua dopo il salto. Anche alla Lisbon Falls non c'è anima viva, possiamo visitarla da più angolazioni, mentre la Mac Mac è sbarrata da un cancello che non ci permettiamo di violare. Arriviamo a Sabie (dove c'è anche qui una cascata a pochi metri da Lodge) che ormai è notte. Abbiamo telefonato in giornata alla disponibile "gestora" che ci ha prenotato un tavolo al The Wild Fig Tree un ristorante dove si può apprezzare la selvaggina locale. Lo raggiungiamo dopo una breve rinfrescata in albergo e ordiniamo Coccodrillo, Springbok e Kudu (96 euro in quattro) il tavolo è davanti ad un camino acceso. Si torna alla Guest House per una partita di biliardo, poi a nanna, l'indomani si parte presto per il Kruger.
mercoledì 1° ottobre 2025
Sveglia alle 6.00 e partenza verso Skukuza, una delle tante entrate nel grande Parco Nazionale del SudAfrica, forse il più famoso al mondo. La strada è piena di curve e poi si attraversano abitati che in quell'ora del giorno pullulano di gente che va al lavoro. Dalle Township escono centinaia di pulmini stracolmi di gente, alcuni lo prendono al volo sulla strada. Un caleidoscopico bailamme carnevalesco di colori e odori diversi. Dopo le formalità di entrata al parco (317 euro per quattro giorni e quattro persone), ci fermiamo a consumare la colazione che ci aveva preparato con cura in albergo.
Una Iena Maculata porta in bocca una preda lacerata, attraversa davanti a noi la strada, e si tuffa nella boscaglia. In un incrocio le Iene hanno scavato sotto l’asfalto una tana, a quest’ora della mattina sono tutti svegli, si contano almeno quattro adulti e altrettanti cuccioli, che entrano e escono dalla tana. Su di un albero secco una Aquila di Wahlberg a scrutar l’orizzonte, sotto Impala e Springbox, più avanti una Mangusta Striata che raggiunge la sua tana e si mette a fare la guardia, poi dei Bufali per arrivare al Rest Camp di Skukuza (206 euro solo la doppia abitazione), dove dalla terrazza del caffè-ristorante si scorge il fiume e si può vedere in lontananza degli Ippopotami e dall’altra parte della riva gli Elefanti. Compriamo la cartina del parco per orientarci e verificare gli animali, acqua e qualche biscotto (11.25 euro) e poi di nuovo nella Savana. Un nutrito gruppo di auto ci fa pensare a qualcosa di grosso. Sul bordo strada tra la sterpaglia due Leoni, facciamo fatica a vederli bene nel traffico, quindi decidiamo di aggirarli in una strada secondaria e invece troviamo il resto del gruppo con le femmine e la numerosa prole. Un maschio giovane si alza e percorre un lungo tratto di strada davanti a noi, lo seguiamo finché non lo perdiamo tra gli arbusti. Ripartiamo è scorgiamo una mandria numerosa di Bufali che corrono paralleli alla strada.
Ci sono degli Elefanti maschi che ci sfidano, ma noi buttiamo subito la spugna. Torniamo al camping per il pranzo (10.20 in quattro) e prendiamo l'abitazione, facciamo spesa dato che non avremo la colazione ma solo un bollitore in camera (39.05 euro). Di nuovo in strada per il Safari pomeridiano dove scorgiamo delle Giraffe. Con la coda dell’occhio vediamo qualcosa che si muove tra la sterpaglia. Fermiamo l’auto e dai rovi spunta una Leonessa che attraversa la strada proprio davanti alla nostra macchina, a sfiorarla, attraversa e si perde nel fossato vicino. Rimaniamo senza respiro. Ci sono delle Quaglie sul bordo e una Mangusta fa capolino dalla tana. Ci fermiamo su Mathekeyane “granoso” un punto panoramico dove si può scendere dall’alto e ammirare il panorama dall’alto. Ancora Elefanti e Iene Maculate prima di ammirare il tramonto e tornare a Skukuza. Alle 18.00 il Gate chiude e siamo subito pronti per la cena, anche se è più la stanchezza che la fame ad assalirci (62.15 euro in quattro). Siamo passati da temperature umide di 12°-16° in poche ore a oltre 30° secco. Ma c'è chi vuole ugualmente tentare l'avventura del Safari notturno (32 euro due persone).
giovedì 2 ottobre 2025
Alle 5.30 è giorno e siamo già in fila all'apertura del cancello di Skukuza. Nel Kruger gli animali sono liberi, sono infatti gli uomini in gabbia ad attendere gli orari di apertura. Due Giraffe sono per strada a mangiare le foglie spinose di un’acacia. Un Waterbuck si fa notare, un maschio di Elefante ci fa segno di non fermarci, Gnu, Zebre, Springbok e Impala ci sono diventati indifferenti per quanti ne troviamo. Una Iena maculata ci attraversa la strada, seguita da un’altra, su un albero secco degli Avvoltoi ci fanno presagire che qualcuno nei pressi ha cacciato.
Torniamo a Skukuza per liberare le casette e goderci un caffè nel bar che affaccia sul Sabie River. Carichiamo le valigie in direzione nord. Subito un Southern Ground Hmbill della famiglia dei Bucorvi, mentre sui rami degli Avvoltoi. Ci fermiamo a Tshokwane Trading Post & Picnic Site per una breve sosta, sgranchirci le gambe e soprattutto andare in bagno (è inutile dire che nel parco non ci si può fermare e scendere dall'auto che nelle aree segnalate); poi una mandria di Bufali, ancora Avvoltoi e delle Giraffe, mentre un Elefante sradica un troco. Una Giraffa c’impedisce il cammino, due Struzzi in lontananza. Arriviamo al Satara Rest Camp (206 euro solo la doppia abitazione) a ora di pranzo (39,11 euro in quattro) e attendiamo le 14 per la consegna della "casetta". Ripartiamo per il safari pomeridiano e su un albero secco contiamo 12 Avvoltoi. Buceri, Gnu, Zebre, Springbok e Impala lungo il fiume N'wanetzi, arriviamo fino al parcheggio omonimo che è al confine con il Mozambico. Ammiriamo il tramonto prima della chiusura dei cancelli alle 18.00 e siamo nel market a fare spesa (20 euro). Il caldo secco della giornata ci fa girare la testa, abbiamo toccato i 36°.
La cena è parca (20 euro in tre) e c'è chi preferisce di andare subito a letto.
venerdì 3 ottobre 2025
Gabbie aperte alle 5.30 e noi fuori alla ricerca di animali. Un gruppo di Elefanti li scorgiamo alle prime luci del giorno, poi altri animali. Torniamo per consegnare le chiavi e lasciare la capanna, un caffè e di nuovo in strada in direzione Nord passando per la S127. Un altro gruppo di Elefanti sta letteralmente disboscando la foresta, in una pozza delle Cicogne Bianche e delle Folaghe, mimetizzato con la sabbia un grosso Coccodrillo, poi ne scorgiamo un altro. Arriviamo al Timbavati picnic dove si può scendere e ammirare la pozza sottostante dove ci sono degli Ippopotami, riprendiamo sulla S39 che costeggia il fiume Timbavati e scorgiamo prima una Giraffa e poi dei Babbuini che attraversano il fiume, gli scorci sono incantevoli, gli animali non riusciamo tutti a immortalarli nelle foto. Arriviamo sul lungo ponte che attraversa l’Olifant River sulla H1 e possiamo scendere. Sulle sue rive c’è una coppia di Leoni. Arriviamo a Olifant Rest Camp alle 14.00 proprio all'ora d'inizio della consegna delle abitazioni (187 euro solo la doppia abitazione) e consumiamo il pasto sulla terrazza del ristorante che affaccia sul fiume omonimo (23.71 in quattro). Torniamo in strada nel pomeriggio e sulla ghiaiosa S92 due Elefanti fanno a lotta sulla strada, ci sono due auto davanti a noi e sono in pericolo, i due pachidermi possono essere infastiditi da loro e attaccare, noi siamo a distanza con la retro ingranata, anche loro dopo un po’ si accorgono del pericolo e fanno indietro, per fortuna tutto bene. Ci affacciamo sul ponte dopo il trivio S92-S91-S90 dove un Martin Pescatore Gigante è immobile sulla balaustra del ponte, nell’acqua volano altri uccelli che facciamo fatica ad identificare. Ritorniamo sul ponte mentre sugli alberi ci sono Babbuini e Circopitechi, tra i massi a crogiolarsi in un tiepido sole un Coccodrillo, anche dall’altra parte del ponte ci sono dei Babbuini sull’albero a guardare il tramonto, mentre un gruppo si strige assieme per sopperire al vento gelido. Torniamo alle 18.00 ed è sempre il market ad attenderci (15.04 euro). Ceniamo (53 euro in quattro) dentro al ristorante di fronte alla Tv dove è inutile tentare di cambiare canale, stanno trasmettendo le gare del campionato di rugby, uno degli sport nazionali del SudAfrica.
sabato 4 ottobre 2025
Alle 5.30 depositiamo le chiavi dell'abitazione in una apposita cassetta (tipo posta) e lasciamo Rest Camp Olifant percorrendo la strada dell'andata. Ci fermiamo sul Ponte Olifant a scorgere qualche animale. Ci sono sempre Babbuini e Circopitechi. Ci attraversano la strada delle tre Iene Maculate, poi torniamo a Olifante per prendere gli altri amici e sulla strada degli Elefanti. Ancor di nuovo sul ponte dove in basso c’è un coccodrillo e un bellissima Oca Egiziana, si scorgono anche degli Ippopotami, poi Babbuini e Circopitechi. Lungo la strada ancoro Buceri e un gruppo numeroso di Zebbre, poi tra la boscaglia si scorgono dei Leoni. Sono tanti e lontani, ne riusciamo a contare sei adulti. Su un ramo un Airone Cenerino; uno Struzzo ci attraversa la strada. Vediamo un capannello di auto lungo la strada puntare dritto su un’alta Acacia. Facciamo fatica a capire cosa guardano, poi la pelliccia maculata si muove e mostra la sua faccia. È un Leopardo accovacciato su un ramo, finalmente si gira verso di noi e lo possiamo vedere bene anche se lontano. Ha portato sull’albero la preda della notte, si notano solo le zampe della Gazzella. Stiamo quasi un’oretta ad ammirarlo. Riprendiamo e Otarda Kori, che con eleganza si muove sul terreno. Costeggiando il fiume troviamo un grosso Coccodrillo di spalle e sullo sfondo delle Oche Egiziane, poi scorgiamo un altro Coccodrillo che si era mimetizzato con la sabbia. Ancora Ippopotami e sui rami di un albero un Bucero. Ci fermiamo a Satara per un caffè e prendere l'acqua e poi subito in direzione Orpen dove prima di uscire ci mangiamo un panino (15 euro in quattro). Sulla strada Elefanti, Giraffe, Zebbre e Antilopi di tutti i tipi, oltre agli uccelli.
All'uscita del Parco c'è subito l'entrata al Wild Olive Tree Camp (225,12 due tende doppie con colazione e cena) e chiediamo di mangiare un toast. Al posto di fare il safari pomeridiano preferiamo rilassarci, due di noi utilizzano la spa (in una capanna tra la vegetazione) per farsi dei massaggi (50 euro). Facciamo conoscenza con un medico madrileno che vive a Las Palmas nelle Canarie che è nel parco da 40 giorni con la moglie. Si parla di tutto specialmente della situazione politica dei nostri due paesi ma anche internazionale. La conversazione continua anche a cena dove la moglie intavola la discussione in madre lingua (anche a volte con alcuni slang) ma si fa capire, i concetti sono chiari. Siamo gli unici a parlare in una tavolata di 16 persone, gli altri o tacciono o stanno al telefonino (il male moderno).
domenica 5 ottobre 2025
I ritmi sono quelli della sveglia alle 5.00 e ammiriamo prima l’aurora e poi l’alba da un torretta di legno che affaccia sulla riserva di caccia Manyeleti. La vista è mozzafiato, non si sentono rumori nemmeno degli animali. Alle 6.30 si parte per il Safari (300 euro in quattro) e subito un grosso Elefante solitario. Poi una Iena Maculata ci attraversa la strada, su un albero due Aquile Minori. Poi altre due che hanno fatto un nido in cima all’albero più alto, ormai secco per il lungo periodo asciutto. Uno Struzzo che becca l’erba verde, dei Buceri. Ci fermiamo in un laghetto a prendere un caffè, sullo sfondo due Coccodrilli a crogiolarsi al sole, sotto di noi un gruppo di Ippopotami. Riprendiamo la marcia con un Bucero su una pianta e una mandria di Zebre con qualche Gnu. Poi altre sulla strada che vengono verso di noi. Occhio, sulla strada due Wild Dog, animali assai rari quasi in via d’estinzione, li seguiamo e se ne aggiungono altri ne contiamo una decina.
Colazione e partenza per il Blyde River Canyon ma questa volta lo vogliamo vedere dal basso in una crociera in battello. Entriamo nel Mpumalanga National Park (15 euro un quattro) di corsa sapendo che l'ultima escursione è alle 13.00. Arriviamo ai banchi per l'imbarco e ci dicono che è tutto pieno, chiediamo se possiamo farlo l'indomani e ci dicono che non è possibile a meno che qualcuno non disdica. Siamo ostinati e non molliamo, supplicando di farci imbarcare. Alle 13.00 a imbarco chiuso ci danno l'ok, si sono liberati dei posti e possiamo salire; paghiamo al rientro (78 euro in quattro). Lo scenario è spettacolare, le gole del Canyon mostrano ruscelli e cascatelle, sullo sfondo si punta sulle Tre Capanne. Sugli scogli un Cormorano Petto Bianco, poi altri tre su una rupe. Si notano i bastioni erosi dal tempo a formare delle torri naturali di roccia. In fondo una cascata di un centinaio di metri lascia cadere le sue acque in una zona piena di Babbuini, che si spostano dall’ombra degli alberi a una zona più assolata passando sopra la cascata. Sono numerosi e ci sono anche i piccoli che fanno fatica ad attraversare la roccia bagnata. Ora le Tre Rondawels sono proprio sopra di noi e possiamo scorgere anche il punto di avvistamento visitato qualche giorno prima. Costeggiamo la riva, ci sono altri Babbuini, degli ippopotami in acqua e dei Coccodrilli, mentre tra la boscaglia si scorgono Kudu e altre Antilopi.
Ci trasferiamo a Hoedespruit la città dei safaristi. E' domenica pomeriggio è la città è vuota, tutti i negozi sono chiusi, è aperto solo il barbiere. Qualche baretto ospita gli appassionati di sport che sono davanti al maxischermo, i bambini giocano nella piscina del parco. Ci facciamo un toast (11 euro in quattro) al Kalimambo Pub e Restaurant mentre ci vediamo la partita Fiorentina-Roma. Torniamo al Camp che è quasi notte ed è sfumato il safari pomeridiano. Ci prepariamo per la cena, dove nell'unica tavolata ci sono altri otto ospiti (siamo in 12) accanto a noi tre 29enni di Berna; di una simpatia trascinante. Due di loro hanno lavorato 6 mesi in un lodge in Namibia nei pressi della Striscia del Caprivi e ci raccontano avventure e disavventure. Si parla un po' di tutto ma soprattutto dell'Africa che sta a loro e a noi a cuore. Ci fermiamo anche dopo cena seduti accanto al boma acceso, torniamo nelle tende che puzziamo di fumo con degli amici in più (che forse non rivedremo mai).
lunedì 6 ottobre 2025
Ancora un’aurora e un alba da ammirare al Kruger, l’ultima per noi. Alle 6.30 si parte per il Safari (300 euro in quattro più 50 euro di mancia al ranger). Subito un gruppo di Gnu, poi delle Giraffe, su uno specchio d’acqua due Becchi Africani, Antilopi e uccelli vari. Il ranger accelera e raggiunge gli altri tra la boscaglia. Ci sono due Leoncini, un maschio e una femmina a giocare. Li seguiamo nei loro spostamenti fino a perderli nella boscaglia. Cerchiamo la mamma che sicuramente è nei paraggi a cacciare, ma la ricerca è vana. Troviamo dei Waterbuck e poi ci fermiamo di fronte ad una pozza melmosa a prendere un caffè. Dalla vegetazione viene in nostra direzione una Iena, noi siamo scesi dalla Jeep e ce la vediamo a poca distanza. Cerchiamo di coinvolgere la Guida, che dopo un po’ ci dice di non preoccuparci, la Iena non è pericolosa. Infatti cambia direzione e si perde nella Savana. Saliamo sul 4x4 e scorgiamo altre due Iene arrivare allo stagno. Prima si dissetano, poi si fanno il bagno nella pozza melmosa. Arriva anche una terza, forse la stessa di prima, ma non essendo del gruppo non si azzarda a bere. Sulla strada un gruppo numeroso di Giraffe con gli uccelli pulitori le Bufaghe (ne avevamo viste altre ma queste sono molto vicine), che ci bloccano il cammino, mentre sullo sfondo si vedono Zebre e Gnu.
Torniamo al Campo Tendato per la colazione, liberiamo le stanze e paghiamo alla reception di Olga (60 euro tra extra e mancia) e ci mettiamo in cammino per Hoedespruit sperando di vederla "aperta". Siamo attratti dalle centinaia di vetrine in giro per la città, che questa volta la vediamo pullulante di gente. Ci fermiamo In The Hoed PTY LTD per il pranzo (47.50 in quattro).
Quando ci rimettiamo in cammino vediamo l'insegna di un lavaggio. Dobbiamo togliere tutta la polvere del Kruger dalla Toyota per non intercorrere in sanzioni, Inni Gat Pub & Grill ci mette a disposizione due persone che riportano a lucido l'auto (10 euro). Rimbocchiamo la N40 in direzione sud. Passato l'abitato di Acornhoek trafficato dal rientro nelle case delle persone, sentiamo squillare il telefono. Ma nessuno di noi risponde. Perchè? perchè non è il nostro ma di uno dei due ragazzi che ci ha lavato l'auto. Ci dicono di tornare per riconsegnarlo, ma non possiamo ripercorrere la quarantina di chilometri perchè i tempi si allungherebbero e finiremmo per guidare di notte (molto sconsigliato in Africa), in più il lodge ci aveva pregato di rientrare entro le 18.00. La telefonata si allunga, proviamo a poggiarlo in un negozio, ma l'ambiente ci fa subito desistere, quindi cerchiamo una pompa di benzina. Le stazioni di servizio sono aperte 24 ore su 24 ed è il posto più facile da rintracciare. Torniamo indietro alla prima; anche qui l'ambiente non è bonario, ma riusciamo ugualmente a parlare e far parlare il ragazzo con il gestore. Non è facile spiegarsi, lasciamo al lui il telefono e ripartiamo, non sapendo mai come sarà andata a finire. Chiamiamo il The Sabie Town House Guest Lodge per comunicare il nostro ritardo e scusarci, la signora è invece preoccupata della nostra cena e ci dice di far presto che avrebbe prenotato il ristorante per le 19.15 un quarto d'ora prima della chiusura delle cucine; ne approfittiamo per farci preparare la colazione al sacco per la mattina successiva; lei è un po' turbata per l'ora della richiesta e ci dice che farà il possibile.
Prendiamo il buio proprio lungo il tratto tortuoso del percorso all'interno della foresta e arriviamo a destinazione alle 18.40, è lei con il marito ad attenderci e consegnarci le stanze, questa volte ci ha dato due suite ancora più confortevoli. Nel frigo la colazione preparata (con le scuse che non c'è lo yogurt bianco e il prosciutto cotto che avevamo chiesto il primo giorno a colazione), il codice per aprile il cancello ce l'ha inviato via WhatsApp. Corriamo al ristorante con la signora che ci fa subito una ramanzina per il ritardo, sono le 19.20, ma è subito sorridente e prende le nostre ordinazioni: coccodrillo, springbok, kudu e bisteccona (67.75 euro in quattro). Torniamo alla Guest House e ci sdraiamo sui comodi divani. Prepariamo tutto per la partenza della mattina e andiamo a dormire.
martedì 7 ottobre 2025
Partenza alle 6.30 per il Tambo
International dove avremo il volo alle 14.30; ma ricordate dobbiamo consegnare
l'auto entro le 11.45. Ci sono quasi 400 km di cui i primi 60 km di curve
all'interno della foresta. Unica sosta all'Alzu Petrol Station per consumare la
colazione e una rinfrescata. Nella pozza della stazione ci sono Orici, Kudu,
Zebre, Gnu, Springbox e Impala; all'orizzonte tre puntini, i loro Rinoceronti
Bianchi. Arriviamo all'aeroporto di Jo'Burg alle 11.00 abbiamo una mezzoretta
per trovare un benzinaio per riconsegnare l'auto con il pieno. Arriviamo al
primo che ci dice che non c'è elettricità quindi o aspettiamo o dobbiamo
trovarne un'altra, siamo di nuovo sulla tangenziale della metropoli e usciamo
alla prima per cercare una altro distributore. Riusciamo a completare il tutto
nei tempi prestabiliti e riconsegnare l'auto alla FirstFly anche se sulle maglie
hanno scritto Hertz.
Il volo è puntuale partenza alle 14.30 per Addiss Abeba, arrivo alle 20.45 (un
ora avanti), 3 ore e mezzo di stop per ripartire alle 0.15 e atterrare a
Fiumicino alle 5.45. Solo formalità di entrata, ma con il passaporto elettronico
tutto scorre veloce, nessun bagaglio da aspettare e nemmeno la navetta della
Parking Way che casualmente ha appena scaricato ed è al punto d'appuntamento.
Riprendiamo l'auto e, dato che alcuni di noi non conoscono i dintorni di Roma, ultimo tour sulla via dei Laghi, con soste sul lago di Castel Gandolfo, alla "salita in discesa" e a Nemi. Per poi attraversare i Pratoni del Vivaro e tornare a casa.
E già, con i ricordi ancora vivi, pensiamo al prossimo Viaggio... in Africa ovviamente
Spese in sintesi
Dobbiamo dividere i due gruppi. Noi che abbiamo fatto 18 giorni abbiamo speso 1/3 per il volo (1.405 euro in due), 1/3 per dormire e prima colazione (1.601 euro in due) e il resto tra auto, parchi e mangiare (1.458 in due). Gli altri due che hanno fatto due settimane rispettivamente 1.355, 1.465 e 1.046 che sarebbe un po' più di 2.200 e circa 1.900 senza ovviamente contare i souvenir e degli extra come un volo in elicottero (120 a persona) e la spa (20-30 a persona).
Alessandro