A MIO “COMPARE NINO”
"UN ETERNO CAMMINO DALLA VITA ALLA MORTE.....ALLA VITA NUOVAMENTE"
“Si muore soltanto quando lo vuoi tu”
Maggio
– Giugno 2003
PER NON DIMENTICARE NINO VALENTI
Ho deciso di rendere pubblico questo breve documento che, nel giugno del 2003, spinto da una forte emozione, scrissi sulla figura di Nino Valenti.
L’argomento trattato riguarda la VITA-MORTE, non viste come due facce di una stessa medaglia, bensì come un’unica realtà.
Dall’esperienza profonda vissuta accanto “al meraviglioso corpo di Nino”, disteso per 23 giorni su quel letto di ospedale senza apparentemente dirci nulla, nasce un nuovo amore per la vita.
La sua scomparsa ha lasciato qualcosa in tanta gente di Motta.
Il profumo che ha emanato in vita non si è disperso.
I Suoi insegnamenti continuano ad illuminare non solo chi Gli è stato direttamente vicino, ma l’intero paese, secondo me, ne continua a trarre beneficio.
Nino era un grande dispensatore di energia perchè ogni Sua azione la svolgeva in piena consapevolezza. Era un GRANDE UOMO che ha capito l’importanza nel CONSIDERARE L’UOMO COME UN ESSERE DIVINO UNO CON TUTTI E TUTTO.
Quest’opuscolo è stato scritto dopo quattro anni da quel momento, quindi molte emozioni disfattiste di allora, oggi sono superate.
Con molta più razionalità ho cercato di esporre i fatti come sono avvenuti. Cito qualche Sua esperienza vissuta assieme agli scout o insieme ai Suoi amici inserendovi dei dialoghi avuti negli anni passati.
Mi inserisco in quest’avventura esponendo parte delle mie idee SULLA VITA e sulla morte.
Vi ringrazio per l’apertura mentale con la quale vi accingete a leggere il resoconto di questa MERAVIGLIOSA AVVENTURA.
nuccio
guarnera
UNA
CONDIVISIONE DI SABIVO
Non avere paura di Vivere, perchè la Morte per me in fondo è giusta, non fa distinzioni, e non mi fa paura, perchè se ho vissuto intensamente, e sopratutto con AMORE la Vita, allora vale la pena anche Morire.
Non ti scrivo queste cose solo per dovere di risposta nei tuoi riguardi, e neppure in memoria di Elisa o di Nino. Tra una settimana sarà un anno giusto dalla sua Dipartita e sai cosa ti dico??
……….che chi l'ha Amata e pregata e pensata intensamente non avrà bisogno di ricordarsela piangendo.
Per chi in tanti, tantissimi momenti in questo anno, l'avrà stretta al cuore, a Sè, nei pensieri, nei silenzi, nei viaggi, nei momenti di condivisione, e io voglio che quello che le ho scritto nella poesia si avveri.
Lei, Loro, che per paradosso non ci sono più, sono i primi che ci devono dare la Forza di andare avanti, con i loro sguardi, nei loro ricordi, dobbiamo "imperativo" vivere BENE le nostre Vite, cosi come tu fai con Nino, e con tutte le persone che abbiamo dentro.
Quando si dice pregando “io credo nella resurrezione e la Vita, credo nello Spirito Santo, la comunione dei Santi, la vita eterna. ...ecco fermiamoci un attimo , la Vita eterna in fondo è semplicemente L'Amore.
Per me "credere nella vita eterna" non sono il mucchietto di ossa o il cervello che ritorneranno in Vita, ma è il senso alto dell'Amore che va oltre il dolore e chi non ha paura di ragionare cosi, lo potrà capire appieno.
E’ giusto aver paura, la Vita è un esame continuo, ma se si impara dalla paura, si impara a scegliere, a decidere, ad andare bene, ad Amare bene...e a Vivere bene!!
Io
spero di continuare a dimostrartelo, ogni volta che ti
abbraccerò, ogni volta che ti scriverò, che il nostro affetto è il Bene più
grande , è un grande veicolo.
Sabivo
15 marzo 2009
LA VITA DI NINO E’ IL SUO MESSAGGIO
E’
una lunga e meravigliosa storia l’esperienza di vita vissuta accanto alla
magica figura di mio compare Nino.
Lui
era presente ovunque e sempre in perfetta armonia con la gente e l’ambiente
circostante.
Non
stonava affatto, anzi con le Sue felici battute si incastonava gioiosamente in
qualsiasi situazione.
Un
giorno Lui ha deciso di andarsene cogliendoci tutti di sorpresa.
Mi
sono sempre chiesto: chissà se era stufo di noi!?
Chi
lo sa se le nostre azioni così disarmoniche e spesse volte persino insensibili
ai fatti della vita, non Lo abbiano disturbato a tal punto da farGli prendere la
decisione di andarsene?
E’
un dubbio che mi rimarrà per tutta la vita.
Sempre
mi chiederò il perché. Perché lo ha fatto?!
Ci
ha voluto insegnare qualcosa o ci ha voluto rimproverare
qualcosa?
Nino
era l’uomo adatto, almeno così credevo, a vivere in questo mondo, tra tutte
queste contraddizioni e violenze senza venirne toccato minimamente.
La
Sua prodigiosa figura mentre sembrava vivere terra terra, a contatto col mondo
reale, interiormente volava molto in alto rimanendo sempre agganciata alla
sorgente divina dalla quale era partito. Questo inconsapevole contatto con
l’Energia Divina, implicitamente Lo rendeva forte e niente in questo mondo
riusciva a scuoterLo.
Agiva,
aiutava e amava ma …..NON C’ERA.
Sembrava
di un altro mondo.
Quel
filo eterico che tiene tutti legati alla LUCE DIVINA in Lui non si era
evidentemente tagliato, difatti da sempre, nei momenti più terreni, Lui usciva
con una delle Sue solite battute, richiamandoci alla Presenza Mentale.
A
volte si arrabbiava talmente con gli scout da sembrare in procinto di rompere
tutto, ma poi, subito dopo, riprendeva a ridere e a scherzare…., ma
soprattutto a lavorare.
Lavorava
molto….. senza concedersi un attimo di pausa.
Era
come una roccia…… Instancabile…..EPPURE HA DECISO DI ANDARSENE.
Nessuno
lo ha chiamato da lassù.
Forse,
inserito in un programma che Lui stesso in altre dimensioni parallele si era
costruito, in relazione alle aspettative maturate in una precedente vita, il
momento del distacco per Lui non era arrivato per puro caso.
La
conoscenza implicita, senz’altro inconscia, che Lui possedeva, lo teneva
distaccato da tutto e da tutti.
Ha
deciso di andarsene nel modo più stupendo possibile.
Non
ha pensato, come sempre, a Lui.
Ha
scelto per Amore di pensare a tutti noi, anche nel momento della morte.
Il
momento della morte rappresenta per un Maestro l’essenza culminante della vita
terrena per lasciare in chi rimane il SEME DELLA CONOSCENZA E DELL’AMORE.
Il
proprio corpo deve essere lo strumento primario per l’insegnamento.
Lui
ci ha donato la propria vita per dirci che LA MORTE NON ESISTE.
Per
dirci che LA VITA E LA MORTE SI COMPENETRANO RISPETTIVAMENTE e nessuna delle due
primeggia sull’altra.
La
vita non si “lascia finire” se prima non si è garantita la propria
rinascita tramite “la morte”.
Quando
ebbi la gioia di assistere in diretta alla transizione del meraviglioso corpo di
Nino, perfezionatosi in vita, verso un altro corpo più energetico, il corpo
astrale, la mia felicità fu infinita.
Ho
ringraziato Dio per avermi fatto assistere in prima persona a questo grande e
raro evento.
La
dignità con la quale se ne è andato è stata l’espressione massima del
Suo insegnamento.
Da
quel letto, esanime, privo di forze, per 24 giorni, non mosse un dito e nessun
battito di ciglia.
ERA
LI’ PER NOI……
Ci
educava alla morte con dignità e serenità esponendosi in prima persona.
A
volte l’insegnamento non avviene per via diretta o per le solite vie
tradizionali. Spesse volte è il silenzio ad insegnare, è l’inazione ad
indicare la strada da seguire, generando in questo modo un profondo fermento
nello spirito di chi è vicino al corpo che esprime quest’energia.
L’apparente
immobilità del corpo di Nino a tutti noi, che stavamo col naso spiaccicato sul
vetro, suscitava grandi emozioni.
Si
passava dal pianto alla speranza,
dalla disperazione alla comprensione, dalla vita alla morte, dalla gioia alla
tristezza………
nessuno
poteva esimersi da questo travaso continuo di sensazioni così intense.
Quanto
parlare dietro quella porta fredda in alluminio!!!!!!!!!!!……….
…..e
quanti sguardi acquosi e trasparenti si incrociavano con gli sguardi di tanti
altri.
Eravamo
spaesati e confusi……..quale Dio
può aiutarci!!!!!!!!!! Dimmelo!!!!!!!!!
Lui,
Nino, sapeva tutto.
Lui
ascoltava, ci osservava, ci biasimava….rideva.
Da
sotto quei baffi…………rideva.
Oggi,
ripensandoci un po’, sono certo che Lui rideva.
Mentre
assisteva allo svolgersi di questa opera pensata, scritta e decisa da Lui
stesso, quando ancora era energia pura, nell’altra dimensione……
lui
ci guardava e…….…rideva.
“Non
capite, sembrava dire, che è tutta una pantomima per coinvolgere tutto il paese
attorno al problema della VITA , che per futili motivi abbiamo trascurato?”
In
effetti la vita oggi si è ridotta ad una continua corsa verso la morte,
dimenticando che non si vive solo per poi morire, bensì si vive “per
continuare a vivere”…..sempre in eterno……..forse cambiando solo di
aspetto, ma senz’altro conseguenza diretta delle nostre azioni.
Sembrava
compiacersi di aver orchestrato una così bella fine.
E’
l’addio delle prime donne: costringere il pubblico ad assistere all’addio
dalle scene suscitando sentimenti d’Amore e di Unità in tutti, ottenendo così
finalmente quel risultato per il quale in vita, da vivo, ha sempre tentato di
trasmettere con le parole e con le azioni.
Sono
certo che gioiva nel vederci tutti uniti.
Credo
che il passaggio in un'altra dimensione già da tempo Lui lo aveva preavvertito.
Tutti
i grandi in genere vivono il distacco dal corpo già molto tempo prima che
avvenga materialmente.
Nino,
secondo me, apparteneva a questa schiera.
Da
tempo, diversi atteggiamenti strani punteggiavano la Sua vita e nessuno di noi,
se non dopo la Sua morte, ha avuto l’intuito di avvertire dei segnali
premonitori in questi comportamenti inusuali.
“Ultimamente
eri molto distaccato da tutto e da tutti….e questa sensazione non era solo la
mia….vivevi la Tua vita guardandoci da un piedistallo.
Mi
ricordo quando si parlava sulla guerra in Kosovo, a differenza della guerra
precedente dove interveniVi con passione, questa volta eri silenzioso, in
disparte, come se la cosa riguardasse solo noi, semplici mortali.
Tu
eri assente….come mai?
Dov’eri?!……(in
seguito citerò i motivi che preannunciavano, osservando il Suo comportamento,
l’avvento di qualcosa di strano. Li ho elencati in una lettera che inviai “
a Nino” il 7 luglio 1999).
Avevi
pensato a tutto, persino alla nostra preparazione interiore, se fosse già
matura per assistere a questo
grande evento.
A
tutti, rispettivamente, hai dato la forza di accettare la Tua morte senza alcun
trauma.
Quei
giorni Ti sono serviti per educarci alla VITA, e noi Ti ringraziamo per questo.
Quei giorni li hai usati per donarci, con l’esempio della Tua vita, la gioia
che si prova nell’amare indiscriminatamente chiunque.
Hai
usato l’ultima settimana di vita andando nel famoso campo profughi del Kosovo
a Comiso, per aiutare chi sta peggio di noi.
Pur
essendo contrario alla guerra, sei partito senza alcun problema.
Mi
ricordo quando, un giorno prima di partire, mi dicesti: “compare Nuccio, Io
non guardo le cause, vedo gli effetti e in questo momento questa gente soffre ed
ha bisogno del Mio aiuto”.
Parole
sagge che non dimenticherò mai.
Ogni
Sua manifestazione conteneva Amore…..e Obbligo.
Agiva
con Amore e per Amore, ma non dimenticava mai la priorità da dare alle COSE
GIUSTE DA FARE.
Per
Lui “le cose giuste” travalicavano qualsiasi ideale.
Anche
l’Amore, quello dei “buoni ad ogni costo”, non lo considerava quando vi
era qualcosa da fare inevitabilmente e principalmente GIUSTA.
I
profughi del Kosovo rientravano esplicitamente in questa categoria.
Partì
assieme ad altri carico di buoni propositi, consapevole che la Sua azione
avrebbe forse sortito un effetto immediato sulla sofferenza di questa povera
gente, ma che non avrebbe affatto cambiato le menti di chi decide le guerre
senza considerare affatto la sofferenza che produce e la violenza che sprigiona.
La
guerra guarda oltre.
Nino
è stato una Sua vittima.
Si
pensa che durante la Sua permanenza a Comiso abbia contratto il virus della
mielite fulminante.
Proprio
in quel periodo nel Kosovo ne morivano diversi, colpiti dalla violenza
distruttiva di questi virus.
E
dove può prodursi un virus così virulento se non in luoghi dove la sofferenza,
la violenza e la voglia di vendetta esplodono tutti insieme generando altro
odio, altra violenza e soprattutto VIRUS MORTALI?????
S t a z i o n a r i o
La magica porta dalla quale di tanto in tanto si affacciava un medico per
pronunciare la sentenza, difficilmente stava aperta.
Era
di un alluminio freddo, ed era l’unica entrata dalla quale si poteva accedere
in corsia per osservare i malati in rianimazione, rimanendo dietro una lunga
parete di vetro.
La
sentenza emanata dal medico era sempre ……………………..…di morte.
Mai
sentimmo pronunciare parole di speranza.
La
telematicità con la quale pronunciavano la vuota parola “stazionario”, era
divenuta così fredda da gelare ogni volta il nostro entusiasmo.
Cosa
volevano dire i medici con la parola “stazionario”?
Forse
che non vi era alcun miglioramento,o forse che la fine, nel caso particolare,
era talmente scontata da essere inevitabile? ………………………..Chi lo
sa?………………..
Sta
di fatto che ogni volta che si apriva quella porta, le nostre speranze venivano
tarpate proprio quando con difficoltà, reduci dal disastroso comunicato
precedente, stavamo riprendendo a sperare.
Ogni
volta era così.
Quella
porta non ci diede mai speranze di alcun genere.
L’aggettivo
“stazionario” era divenuto un soggetto.
Sembrava
vuoto, ma dalla sua ripetitività sistematica, si era riempito di diversi
significati.
Per
qualcuno conteneva “speranze”, quindi era il caso di gioire; per qualcun
altro conteneva rassegnazione, quindi era motivo di oscuramento.
Proiettavamo
continuamente emozioni sempre diverse e senza volerlo ci condizionavamo l’un
con l’altro.
Spesso
mi convincevo che per il fatto di rimanere “stazionario”, il tempo giocasse
a favore di un lento miglioramento, dovuto alla reazione delle difese
immunitarie, o autodifese, che si erano ristabilite dopo lo stato confusionale ,
tipico in chi subisce questi attacchi così repentini.
Credevo
che la vita e la voglia di vivere riprendessero in mano le sorti del corpo,
spingendolo nuovamente a camminare verso la luce.
Evidentemente
Nino aveva deciso di smettere di camminare in quel preciso istante,
perché la Sua vita, secondo i Suoi calcoli, era già matura per
“andare oltre”.
Questi
pensieri mi frullavano nella testa, ed ogni volta, proprio quando stavo per
decollare nel mondo della serenità, quel corpo sommerso da tubicini e da
monitor lampeggianti, mi richiamava velocemente giù.
Quel
corpo, amante del movimento, sempre attivo e pronto a servire chiunque, stava lì.
Fermo…..
Immoto….
Esposto
dietro un vetro dal quale noi proiettavamo le nostre speranze e cercavamo di
darGli la nostra forza, pur di vederLo nuovamente camminare assieme a noi.
In
India la sola visione di una persona “realizzata” (darshan) viene
considerata un evento rigenerante, difatti si è convinti che l’energia
d’Amore e di Pace che emana un “Essere” simile possa influenzare
beneficamente la mente di chi ne viene abbracciato.
Io,
per tutti quei giorni, mi sono sentito avvolto da questa energia d’Amore che
senz’altro sprigionava il corpo di Nino.
Col
passare del tempo, assistevamo al cambiamento collettivo di un intero paese
pervaso da quest’energia e palesemente sempre più predisposto al sorriso,
alla dolcezza e alla comprensione.
Quante
volte, scossi da un lieve sussulto di gioia, ci illudevamo di spingere con la
forza della volontà un Suo semplice dito verso un movimento che rivelasse una
certa vita…..….
e
quante volte spingevamo le Sue ciglia verso l’alto per gridare:si è aperto
l’occhio!…. Respira!!!!!! Si è
mosso…. sta alzando un
piede……
EVVIVA!
Ai
numeri colorati che si alternavano sui monitor davamo sempre una spiegazione a
nostro favore… i battiti del
cuore sono perfetti… anche la
frequenza del respiro è perfetta….. e il fluire del sangue,lo vedi, segna una
ossigenazione perfetta.
In
pochi giorni eravamo tutti esperti nel decifrare le sequenze dei
numeri che pulsavano a scatti su tutti quei monitor: tutti desideravamo
la Sua guarigione e tutti pendevamo da questa lettura.
Tutto
cominciò la mattina del 21 maggio 1999.
Mentre
si stava preparando per andare in ufficio, improvvisamente cadeva per terra
dicendo queste parole: - “Si
muore proprio così…..” –
Altre
volte aveva pronunciato questa frase così emblematica: proprio durante una
uscita con gli scout, mentre con la mano spiaccicava sul materassino di gomma
una zanzara, aveva ripetuto quelle parole sagge, sature di una consapevolezza
che sembravano contenere verità profonde.
…..“Così
si muore……!”…………………semplice esclamazione o profondo
insegnamento?
Chi
lo sa!……………….. Veniamo da così lontano.
La
nostra storia è tanto antica che si perde nel tempo.
Siamo
talmente carichi di “conoscenza” che a volte, non riuscendo ad esprimerla in
modo semplice, nel momento in cui la nostra anima sta per abbandonare il corpo,
esprime un ultima verità in modo ermetico.
“Così
si muore….o cosi si continua vivere!?”
Mistero!……..
Ancora
una volta la morte e la vita si confondono l’una nell’altra e diventano UNO.
Così si muore e così si ritorna “al Padre”, all’Assoluto dal quale ci
siamo sganciati chissà in quale epoca e in quale dimensione, e per quale
motivo.
Sembra
l’ultimo atto di un corpo che, acquistando consapevolezza di chi è veramente,
prima di lasciar transitare l’energia che lo animava verso altri mondi, lancia
un Suo ultimo messaggio.
Così
si muore….finalmente sto ritornando a casa!
E
come si dovrebbe morire se non svuotando l’involucro umano dall’energia che
lo ha sostenuto?
Dal
momento in cui lo spirito decide di lasciar marcire il corpo che lo conteneva,
abbandonandolo, vuol dire che le condizioni fisiche non riescono più a
trattenere l’irruenza con la quale “il figlio vuole ritornare al
padre”…………...e così si muore.
Nino
se ne andava in questo modo: riempiendo e svuotando.
Lasciando
il vuoto intorno e riempiendosi del TUTTO.
La
storia della fine, o della rinascita, di Nino iniziava proprio in questo modo:
la scomparsa del Suo corpo faceva prendere coscienza a tutti di aver vissuto
accanto ad un ESSERE SUPERIORE.
Quella mattina ero uscito di buon’ora, quindi non ero in casa quando
accadeva il fatto.
Nino,
mentre era in bagno, cadeva per terra colto da un dolore lancinante alla
nuca……………..
La
solita corsa in ambulanza e subito veniva ricoverato al Garibaldi nel reparto
rianimazione.
Verso
le 10 rientravo a casa e subito la telefonata di Nicoletta mi avvertiva
dell’accaduto.
Sono
passato a prenderla e, mentre mi
spiegava concitatamente cosa fosse successo, mi sentivo gelare il sangue
addosso.
Intuii
subito la gravità della situazione dal tremore della Sua voce.
In
macchina decisi di darmi un po’ di tempo, guidando molto piano, per cercare di
capire meglio e per razionalizzare la gravità dell’accaduto.
Volevo
capire……………. Non riuscivo a decollare con l’immaginazione……….
Forse
la gravità dell’incidente era percepita dal mio subconscio che, atrofizzando
il libero fluire della mente, non le
permetteva di volare.
Non
riuscivo a pensare positivo…………………….
Tra
me e me mi dicevo di stare calmo, di respirare in presenza mentale e di non
farmi prendere dalla paura.
Nino
non è quel corpo, mi dicevo………..
nessuno nasce e nessuno muore, pensavo…..intanto piangevo senza
riuscire a trattenere le lacrime.
Il
dramma che stava per succedere, senz’altro era gia stato percepito dal mio
SE’.
Guidavo
sempre più piano.
Volevo
entrare in ospedale calmo, certo di poter controllare la situazione e di poter
essere rassicurante anche per gli altri.
Cercavo
di convincermi che fosse uno dei soliti malanni domenicali dai quali Nino ne era
sempre preda, per i quali bastava un sorriso,……… una pacca sulle
spalle……… un fregatene…………… e tutto filava liscio…..
Stavolta
ci voleva ben altro e subito me ne resi conto.
Giaculando
la GAYATRI MANTRA in piena consapevolezza, un passo dopo l’altro, toccando con
gioia la terra, mi avviai assieme a Nicoletta in ospedale, al reparto
rianimazione,l primo piano.
Erano
tutti li…………. Seduti………... Confusi………….
Distrutti………..
Notizie
certe ancora non se ne avevano, quindi nessuno si pronunciò.
Li
guardai, mi guardarono ….e poi
silenzio……………………………………..
Tanto
silenzio……………… Non vi era niente da dire……..
Il
sorriso che volevo portare in quella sala e il coraggio che volevo dare a tutti,
in un attimo venne ridimensionato.
Come si fa a deviare un fiume quando il fiume stesso è talmente
in
piena da trascinare Te stesso!
Mi
misi in un angolino e non dissi nulla.
Nessuno
parlava…..
Ognuno
aveva la mente bloccata su un pensiero……………………….
Chiusi
gli occhi e cercai di capire.
La porta si aprì dopo un poco, ed il primo verdetto ufficiale del medico
definì con estrema schiettezza la situazione di Nino:” Non c’è niente da
fare.”
E’
stato un infarto al midollo spinale…………………….
E’
spezzato in due come se avesse ricevuto con violenza un colpo di legno
alla nuca.
Fine
della storia.
Fu
molto esplicito ed esauriente.
Questo
truce verdetto non cambiò mai durante il periodo del coma.
Un’
atroce sentenza senza alcuna possibilità di ricorrere in appello…….
Definitiva……..
Intontiti
e privi delle difese immunitarie adatte per superare simili momenti, ci
depositammo alla spicciolata in diversi angoli dalla sala senza proferire alcuna
parola.
Da
quel momento in poi l’immagine di Nino entrava nei nostri pensieri svegliando
zone nascoste, dentro di noi sensibili al problema della MORTE.
Con
grande dignità ognuno cercò di darsi una risposta concreta a tutto ciò che
stava per succedere.
Senz’altro
ognuno trovò la propria soluzione, trovò la forza per andare oltre questo
dramma, ma nessuno seppe mai spiegare quale fosse stato il motivo vero per il
quale Nino abbia deciso di andarsene.
Durante
il periodo del coma ed anche nei diversi mesi che seguirono la Sua scomparsa,
non riuscii a darmi una spiegazione, però, grazie ad essa, grazie alla Sua
immolazione, iniziava nel mio corpo l’avventura della rinascita a nuova vita,
risvegliando in me un grande
interesse “sul mistero della morte”.
L’intero
paese quindi veniva travolto da quest’avventura trascinando nel dubbio verità
storiche e religiose già consolidate.
L’impreparazione
di tutti uscì fuori insieme ai deboli insegnamenti propinateci da una
religione, confusa con questa società, che da sempre ha
cercato di allontanarci dal “problema morte” perché, dicono, essa
distrugge gli affetti, i legami con la terra, ma soprattutto perché rende
“brutto” il bel corpo che con sacrifici, anche con prevaricazioni, ci siamo
costruiti.
La
morte, dicono i sostenitore del bello, si deve allontanare dal mondo di
“bellezze” in cui viviamo, fa paura, è terribile e rende il bel corpo
profumato….puzzolente e pasto per i vermi.
Dall’esperienza
di Comiso era ritornato amareggiato per la grande insensibilità che aveva
trovato tra i vari “gruppi di volontariato”.
La
voglia di apparire caratterizzava quasi tutti i volontari e non riusciva a
capire l’immane spreco e la mancanza di organizzazione che vi era.
Lui
che, per comodità e per istinto,
era un “organizzato”, Lui che non lasciava niente al caso, non riusciva a
stare calmo in una situazione così palesemente caotica.
“E’
un casino ambulante”…….. disse al Suo ritorno.
Forse
in futuro avrebbe intrapreso delle iniziative per smascherare questo immenso
baraccone fatto di falso buonismo e di grandi apparati burocratici, dove il
fiume di denaro che scorre offusca la pulizia mentale di chi vuole veramente
aiutare chi soffre.
Il
giorno prima del rientro si sentì male e fu portato al pronto soccorso di
Comiso. Dissero che il malessere era dovuto ad una semplice intossicazione.
Al
Suo rientro riuscì a dire solamente poche parole, perchè il giorno dopo smise
di vivere.
Proprio
in quel giorno il Centro Spirituale che frequentavo, veniva visitato da un
grande Maestro, un Realizzato, che raramente si allontana dall’Asrham in cui
vive. La Sua opera sulla terra, ormai da più di 30 anni, si basa sulla
filosofia dell’Advaita Vedanta, NON DUALITA’, e nel silenzio più
consapevole diversi devoti Lo seguono prendendo Luce e Amore dai Suoi
insegnamenti.
Per
un attimo mi illusi di rivolgerMi a Lui per ottenere la guarigione di Nino, ma
subito dopo mi ricordai che l’unica richiesta da fare in questi momenti al
nostro Dio è il dire che: “sia fatta la Tua volontà”.
Feci
proprio così, a differenza di tanti altri che, trascinati dal grande desiderio
di vedere Nino guarito, chiedevano il miracolo.
Ognuno
si rivolgeva al proprio Dio.
Io
mi rivolgevo al Dio che vive in me, meditando e visualizzando l’immagine di
Nino felice e piena d’Amore.
Lentamente
il miracolo attorno a noi, col passare dei giorni, avveniva sicuramente.
Mentre
noi aspettavamo il risveglio di Nino, la nostra coscienza, nel silenzio più
profondo, andava risvegliandosi.
La
disperazione iniziale si trasformava in serenità.
Una
profonda accettazione del “così com’è” subentrava, impregnando la nostra
mente e il nostro corpo.
Aleggiava
una grande sensazione di pace e quel miracolo tanto desiderato, lentamente stava
avvenendo.
Nei
termini richiesti il miracolo, in effetti, non avvenne mai, però cambiarono le
nostre coscienze: da dubbiose divennero “certe”.
La
sofferenza e la paura iniziale si trasformarono in comprensione e poi in
accettazione.
Dalla
morte si passava alla vita………………………………….. Nostra e di
Nino………………
Mi
immaginavo una luce bianca mentre avvolgeva tutto e tutti………..…..
in
effetti il nostro intimo (il SE’) emana
energia curatrice….
Mi
vedevo mentre proiettavo, creavo e disfacevo il Tutto.
Peccato
che la forza dell’abitudine, che da sempre ci ha visti deboli, imperfetti,
destinati alla morte ecc, non ci permette
di andare oltre questo conosciuto così relativo.
Peccato
che siamo cresciuti con questa religione, la quale da sempre ha inculcato la
subalternità dell’uomo all’immane figura di Dio, ed inoltre è stata
manovrata e classificata da semplici uomini con l’unica aspirazione di
possedere il potere e di rimpicciolire le coscienze “grandiose”
dell’uomo…… ………
Peccato!
Quei
giorni potevano essere risolutivi se ognuno, me compreso, avesse avuto piena
consapevolezza di questa eterna Verità.
Le
nostre preghiere avrebbero avuto senz’altro il successo sperato, invece siamo
stati dei “ semplici accattoni” che chiedono ad un Dio che vive fuori di noi
“il miracolo”.
Se
avessimo creduto di essere Dio, dato che in effetti lo siamo, potevamo scuotere
le montagne.
Del
resto anche il Cristo andava dicendo che la
fede IN NOI STESSI può smuovere persino le
montagne………………………………………………Un’occasione
sprecata!!!!!!!!!!!!!!.
Quel
primo giorno in effetti iniziava nella disperazione più assoluta.
Alle
11 il primo verdetto, poi ad aspettare che si facessero le ore 13 per vedere con
i nostri occhi il corpo di Nino.
Nel
frattempo la notizia correva sibilando tra le strade di Motta.
Tutti
lo vennero a sapere nella stessa mattinata e un infinità di gente, spinti dalla
grande figura di Nino e dal grande Amore che aveva creato con le Sue azioni
attorno a Sé, iniziarono a venire in ospedale.
L’intento
era comune: la guarigione di Nino.
Questa
nuova realtà così travolgente ammantava i cuori di gran parte dei mottesi. Una
nuvola di tristezza e di impotenza rischiava di spingere le menti di tanta gente
a scivolare in un’apatia che non lasciava intravedere nessuna forma di
luce…..
E
si sa a quali disastri conduce un atteggiamento di “non-reazione” a simili
fatti della vita: alla depressione, alla sfiducia
in sé stessi, al crollo delle difese immunitarie fisiche e mentali, al crollo
dei punti fermi, della fede, quindi bisognava da subito agire senza perdersi in
vuote parole.
Senza
rendercene conto ognuno iniziava, non proprio dal primo giorno, a farsi coraggio
e implicitamente ad infonderlo anche negli altri.
Ero
certo che la morte non avrebbe coinvolto nessuno dei miei amici.
L’ho
sempre allontanata pensando positivo ed immaginandomi un futuro felice e pieno
di cose belle e di grandi viaggi.
Ho
cercato quindi di trasmettere questa mia sensazione a tutti.
Nino,
dicevo, è la forza divina nell’uomo, e non può andarsene in questo modo.
Stiamo insieme e siamo UNO, l’unità non è una forza da trascurare.
Dando
energia alla consapevolezza di ESSERE UNO E DI ESSERE DIVINI, possiamo veramente
stravolgere la realtà.
Essa
non è nè eterna né assoluta, appartiene al divenire, alla MAYA (illusione),
è semplicemente qualcosa che cambia perché non è mai ferma, quindi
abbandoniamo le paure e le insicurezze, che non sono altro che forme sottili di
legami terreni che agiscono per non farci prendere coscienza di chi veramente
siamo.
Il
miracolo non è un atto, è un processo. Avviene per gradi, per acquisizioni
continue di conoscenze che conducono alla piena
consapevolezza di essere DIO FATTO UOMO.
Questo
argomento, insito nella coscienza dell’uomo, può sembrare dissacrante,
ma è quanto di più profondo e vero esiste in noi.
Ci
siamo trascurati, abbiamo dimenticato la nostra provenienza e la nostra vera
essenza per seguire religioni “artificializzate” volute da poteri occulti
che preferiscono mantenere l’uomo nell’ambito del relativo e
dell’imperfetto.
Così
le nostre paure hanno dato potere a questo loro Dio sempre più misterioso e
irraggiungibile.
Motta
in quei giorni era permeata da questa grande energia.
Dovunque
si formavano gruppi per pregare, ed ogni sera in chiesa si riunivano assieme
agli scout, amici e parenti, tutti con l’intento di aiutare
Nino.
Una
grande energia d’Amore univa tutti.
Si
pregava a voce alta o in silenzio e
mentre quest’energia saliva in cielo per avvolgere tutta la terra, i nostri
cuori cambiavano.
Diventavano
sempre più dolci, più fiduciosi, più arrendevoli......
Oggi,
dopo quattro anni, ringrazio Nino per la Sua dipartita che, avvenuta in quel
modo tragico, ha dato a tutti noi la possibilità di credere nella forza
dell’AMORE…….
Amore
che non solo rigenera i cuori ma anche i corpi e le menti indurite da un
quotidiano così deleterio e arrivista.
Confondere
i corpi, come in genere si fa con i neonati quando si guardano da dietro il
vetro, era praticamente impossibile.
Quei
corpi appartenevano a persone conosciute, quindi difficilmente confondibili.
Quel giorno, eppure, si sono ritrovati tutti lì, nel vivere quest’avventura
insieme, come se un destino comune li avesse finalmente, potrebbero dire, spinti
a ritrovarsi per concludere qualcosa iniziata tanto tempo fa.
Mi
immaginavo le anime di tutti, mentre in quella sala di rianimazione, o meglio di
“ritorno forzato” alla vita, quella vita che forse loro stessi avevano
voluto abbandonare, osservavano gli involucri distesi sui lettini sui quali
altri involucri, coperti da camici bianchi e da mascherine sul naso e sulla
bocca, tentavano con tutti i mezzi di rianimare per restituirli agli affetti dei
loro cari.
….……....quel
grande fiume che lega e trascina molte vite, apparentemente differenti,
riprendeva coscienza della propria UNITA’ DI FIUME, composto di acqua che
scorre in un mondo sempre diverso, ma alla fine della storia, quando i vari
gorghi si rendono conto di essere composti sempre e solo di acqua, si
risvegliano, si osservano e si scoprono TUTTI
UNO …….……….
Un
altro mistero!
Nino
non era solo dietro quella parete di vetro, dalla quale ogni giorno, dalle ore
13 alle 14, venivano esibiti al
pubblico i corpi in coma, di chi per un motivo o per un altro aveva subito il
dramma di un “incidente”.
Il
pubblico si asserragliava dietro il vetro e, separato da questa sottile parete,
quasi invisibile, iniziava a dialogare col proprio “malato” usando il cuore
e il sentimento.
L’ora
della “visione” la impegnavamo, quasi tutti, in un soliloquio con noi stessi
ponendoci le domande e dandoci noi stessi le risposte che volevamo sentire.
Un
grande silenzio riempiva la stanza in cui si trovavano “i
malati”…………………………
Il
coma nel quale erano entrati li teneva lontano da noi.
Chi
lo sa se comunicavano tra di loro????!!!!!!
Erano
in diversi, ed ognuno portava con sé la propria storia.
NIno
era il secondo della fila, disteso su un letto alto e molto piccolo per
contenerLo comodamente……………….non vi era alcun pericolo che potesse
cadere. Magari!!!!!!.....
…..era
col viso rivolto al cielo, con gli occhi chiusi e le mani semi aperte, con il
dorso scoperto e i piedi che uscivano fuori dal lenzuolo, con diversi tubicini
di plastica che scorazzavano senza ritegno su tutto il Suo corpo.
Era
fermo…………………………………..
L’unica
parte del corpo che si muoveva vistosamente era il diaframma, alimentato
artificialmente di aria che gli permetteva di respirare e di ossigenare
il sangue.
Era
arrivata anche Pina, ed anche Lei non riusciva a spiegarsi il perché.
Era
molto legata a Nino.
Mi
ricordo che disse: …..“era l’unica persona che mi capiva”………
Ci
stringemmo in silenzio lasciando scivolare qualche lacrima sul viso.
Eravamo
tutti presenti.
Ognuno
accanto all’altro a guardare esterrefatti quel corpo dal quale non uscì mai
alcun segnale per darci qualche speranza.
Un
fiume di gente si riversava dietro quel vetro per guardarLo.
Ormai
in paese si era sparsa la notizia e chi poteva, avvicinava in ospedale per
donare qualcosa di sé.
Tutti
cambiavano continuamente, Lui invece rimaneva sempre immobile nella Sua immensità.
Qualche
volta, mi ricordo, lo trasportarono per poche ore in un altro ospedale per fare
accertamenti particolari, ma ritornava sempre là.
Quella
stanza sarebbe stata la Sua ultima dimora.
Mentre
era così indifeso su quel letto, pensavo ad esperienze di vita vissute
insieme………………………………...
RICORDI
……e
come fare a dimenticare quella settimana a Roma durante un ritiro di
consapevolezza accanto al Maestro Thict Nhat Han??????
Come
spiegare, attraverso i lineamenti del suo viso, lo stupore e la felicità
emanati quando scopriva il mondo
del silenzio,
il
mondo della presenza mentale,
quando
si stupiva di fronte ad un nuovo modo di respirare in piena consapevolezza,
quando durante la meditazione camminata il suono della campanella lo richiamava
all’attenzione, risvegliandolo alla gioia del momento presente……
………e
come posso dimenticare il primo pasto, tutti insieme in una grande sala, in
silenzio e “in presenza mentale” dove la compassionevole presenza del
RISVEGLIATO ci teneva tutti uniti nella piena consapevolezza che OGNI COSA E’
COSI’ PERCHE’ TUTTE LE ALTRE COSE SONO COSI’……..
……dimenticare
è impossibile…………...
Il
Suo continuo “ruttare”, come poterlo dimenticare???????
Non
riusciva a fermarsi!!!!!!!!!!
Era
un tic nervoso dal procedere incontrollabile….ed allora si lasciava
andare….. non cercava di frenarsi…… perché non poteva…tanto vale non
farci caso…. pensava.
Nino
era un connubio di forza controllata e un’ esplosione di sincerità.
La
Sua vita veramente è stato il Suo unico messaggio.
Mai
l’ho colto in fallo.
E’
stato sempre perfetto in ogni Sua manifestazione…..addirittura per “Amore
del giusto” andava oltre l’Amore per i figli pur di scegliere chi al momento
era “nel giusto”.
Qui
da noi, specialmente nel sud, si dice che i propri figli vengono prima di tutto
e di tutti.
Si
dice anche: “prima i ‘picciriddi’ e poi gli altri”.
Si
va oltre “la giusta cosa da fare” pur di dare priorità ai figli o ai “picciriddi”.
Una
mentalità pericolosa la quale apre visioni su un mondo razzista dove prima
vengono considerate le “nostre cose”, anche se sono nell’errore, e poi
vengono gli altri.
Nino
aborriva questa mentalità e la lottava con tutti i mezzi.
Intanto
la prima ora del primo giorno, permessa ai visitatori per “guardare i
malati”, trascorse nel migliore dei modi.
Trascorsero
ben 23 giorni in questo modo.
La
gente era sempre in aumento.
I
medici e gli infermieri erano meravigliati di quanta presenza umana, che
sprizzava AMORE da tutti gli angoli, vi fosse attorno alla figura di Nino.
Gli
umori di ognuno cambiavano di momento in momento.
Dalla
disperazione più tetra alla speranza più gioiosa; dalla frenesia del parlare
ad ogni costo al silenzio più cupo.
Cambiavamo
continuamente.
Quell’emozione
controllata esplodeva appena trapelava una nuova notizia.
Dall’oscurità
alla luce……dal sorriso al pianto……dalla morte alla vita..…..
….quante
emozioni in quei giorni!
Dietro
quel vetro…..dietro quella porta…..dietro quella diagnosi medica
vacillante….. dietro le preghiere….…..dietro le speranze………..dietro
la sofferenza…………..…..
dietro
tutto il mondo conosciuto, che si ripete e si proietta eternamente
nell’inutile….. nel senza senso, che si proietta nella fine immaginandosi un
inizio……….
Dietro
tutto VI ERA LUI……………vi era il Suo desiderio di andarsene
lontano.……………
in
altri mondi…..
….vi
era il nostro egoismo, grande, che lo tratteneva, lo voleva a tutti i costi
ancora tra di noi……….
oh
quanta gente ha tentato con tutti i mezzi a non farlo
andare!!!!!!!!!!!!!!!!!!!…..……
vi
erano gli amanti del magico che interpellando personaggi oscuri tentavano di
riportaLo in vita con pratiche esoteriche molto pericolose…………….…
c’erano
i tentativi estremi dei grandi luminari per capire almeno la
causa..……….… ma niente da fare!!!!!!!!!!!!……………..…….
Fino
all’ultimo la Sua anima venne tartassata e trattenuta in quel corpo da questi
metodi.
L’uomo
ha bisogno, ne abbiamo tutti bisogno, di agire in questo modo per perpetuarsi.
Proprio
nel bisogno di “sicurezze”
questo comportamento, del non volersi staccare dalle cose “considerate
nostre”, trova un ampia giustificazione.
Del
resto, come si fa ad abbandonarsi apaticamente ad un simile evento senza
tentarne con tutti i mezzi il suo ribaltamento?
………….“Sia
fatta la Tua volontà”, così i grandi Maestri ci hanno insegnato…….
Ma
Lui aveva già deciso.
Si
decise di non lasciarLo solo mai, nemmeno la notte, quindi ognuno liberamente
poteva decidere di rimanere in ospedale oppure no.
Decisi
di trascorrere quella prima notte dietro “la
famosa porta in alluminio” nella speranza di stargli accanto.
Era
l’ora naturale del silenzio.
Era
il momento di fare i conti della giornata legando il filo dei fatti accaduti.
Nino
era dietro questa porta, in coma, i medici lo davano per spacciato e niente
lasciava presagire una Sua ripresa perché sono stati compromessi anche organi
vitali.
Cosa
fare!????????????????
Aspettando
la soluzione dell’enigma, quella notte, quando la stanchezza aveva spento gran
parte del caos del giorno, mi rintanai in un angolino, proprio su uno di quei
tavoli di plastica rigida che formano un tutt’uno con le
sedie………………………… mi misi comodamente nella posizione del
loto, chiusi gli occhi, rivolsi la mia mente al Dio che vive in me e lentamente,
in presenza mentale, lasciai che l’energia
pranica entrasse nel mio corpo nel
modo più naturale possibile.
Inspiravo
pensando di inspirare, espiravo pensando di espirare.
Sapevo
che Nino era a conoscenza di questa pratica meditativa, quindi
cercai di visualizzarLo per porGli delle domande:
…………cosa
dobbiamo fare?
………..Come
vuoi vederci durante questo momento?
…………Forti?……
paurosi?..…. confusi…..?
Sapevo
che la Sua Anima, quella parte di noi che è sempre rimasta ancorata
all’Assoluto, avrebbe preferito svincolarsi dal legame del corpo, per
ritrovarsi confusa con il TUTTO, ma sapevo anche che Nino pur di non far
soffrire chi Gli stava accanto avrebbe fatto l’impossibile per non andare via,
o almeno, se doveva per forza farlo, l’avrebbe fatto in modo indolore.
Il
momento del distacco è sempre un dramma.
Per
chi rimane e per chi se ne va.
E’
l’ignoranza l’ostacolo da superare.
Entrambi
ne sono preda e al momento del trapasso, se durante la vita non si è fatto
nulla per approfondire l’argomento MORTE, si rischia di soffrire
maledettamente e di trascinare in un baratro senza fondo chi se ne sta per
andare.
Abbiamo
sempre suddiviso la vita dalla morte, la luce dal buio, il bello dal brutto.
Queste marcate differenze hanno prodotto le cause della nostra sofferenza.
Le
guerre sono nate proprio per creare attorno a noi vita e bellezza.
La
morte e la bruttezza non devono mai coinvolgere il nostro mondo quindi, verso
chi mette in pericolo queste “gioie”, considerate le uniche fonti della
felicità, non si può fare altro che la
guerra…………………………………...altro che la guerra!
Basterebbe
fermarsi un attimo e guardare in profondità………….
Solo
così puoi scoprire che nella vita vi è la morte e viceversa, che nella luce vi
è il buio e viceversa, che ogni cosa è compenetrata da tutte le cose per
smettere di suddividere i buoni dai cattivi, i neri dai bianchi.
Con
Nino ne avevamo parlato tanto di questi argomenti e nel tempo eravamo riusciti a
creare intorno a noi queste certezze.
Il
Suo mondo era pervaso da simili concetti, la Sua vita stessa era piena di fatti
che ne rimarcavano la veridicità.
Mi
ricordo quando per diversi mesi, verso mezzogiorno, giravamo a distribuire cibo
a determinate famiglie in condizioni di bisogno…..
e
quando sostenevamo dei ragazzi con problemi di droga portandoli tra le nostre
famiglie…..un continuo essere presente con discrezione nella vita di chi ha
avuto bisogno.
Lui
ne era consapevole, ma non solo, si scontrava con passione con chi suddivideva
il mondo in questo modo……..
e
il grande aiuto che ha dato ai marocchini, ai senegalesi, non solo portandoli a
casa, ma organizzando gite a proprie spese (è ancora fresco il ricordo di
quella gita svolta a Siracusa con due autobus pieni di senegalesi)……..
come
si può dimenticare?…………………………………!
Continuavo
a meditare nel silenzio della notte richiamando sempre l’attenzione sul
momento presente, consapevole che esso contiene il passato ed
il futuro.
Le
scelte che ognuno fa nel presente, contengono
già il futuro.
Un
buon presente un buon futuro!!!!.
Mentre
meditavo, applicando un lieve sforzo per rimanere
con la schiena dritta che lasciasse fluire il sangue e il prana liberamente, un
concitato frastuono di voci umane mi spinse ad aprire gli occhi per conoscerne
la causa.
Era
stato portato con urgenza un ragazzo che aveva avuto un grave incidente con la
moto.
Un
altro dramma!!!!!!!.
La
famiglia lo seguiva e subito la sala, quella sala che era diventata mia, si
riempì di gente disperata.
Nella
notte il ragazzo subì due interventi pesanti a causa del fegato
spappolato…….
…….alla
fine, forse l’unico che uscì indenne dalla morte è stato proprio
costui……
Per
diversi giorni camminarono insieme sospesi sul filo della vita e della morte,
poi Nino continuò imperterrito il suo cammino mentre l’altro preferì
rimanere tra i Suoi cari: il suo spirito doveva ancora animare quel corpo prima
di abbandonarlo.
Anche
la nostra avventura si incrociò con i parenti e gli amici del nuovo
arrivato….
e
tutto riprese a scorrere tra un momento di gioia e un attimo dopo………di
tristezza.
La
notte si animava di personaggi strani e con storie particolari.
La
sala d’attesa, dove noi aspettavamo “la buona notizia”, era già occupata
da un personaggio molto distinto il quale, ormai da diversi mesi, vi si era
trasferito con quel poco che possedeva.
Nessuno
lo disturbava.
Diviso
dalla moglie, in quel luogo cercava di superare la solitudine ascoltando le
storie dei vari incidentati.
La
nostra storia, la storia di Nino, lo coinvolse e per tutto il periodo
del coma con molta mestizia ascoltò e partecipò al nostro dramma.
Rientrava
la sera verso le 21 con una busta di plastica, univa più sedie e con dignità
vi si sdraiava e cercava di dormire.
Purtroppo
la nostra ingerenza disturbò quell’equilibrio che lui si era creato, così,
quando vedeva confusione, o vi era troppo rumore, con tranquillità
lasciava la
sala………………………………………………ritirandosi in qualche
altra sala al piano superiore.
Al
piano inferiore invece affluivano altri tipi di personaggi, con altre storie,
forse un po’ più estreme, ma sempre di solitudine.
Le
notti si accavallavano così l’una sull’altra portando con sé questo carico
di tristezza misto alla speranza.
Di
solito a tarda notte arrivavano quegli amici per i quali era impossibile venire
durante il giorno, quindi la discussione in quella sala o nell’androne
principale, non smetteva mai.
Tutti
ci sentivamo impegnati ad aiutare tutti.
Ognuno
usava i propri mezzi, e nessuno mai si è lasciato abbattere dalla disperazione.
La
sola presenza serviva da incitamento ad andare avanti, a sperare, a non
abbattersi affatto di fronte a nessun ostacolo.
Moltissimi
erano i ragazzi, molti anche i Suoi colleghi e molta la gente comune…..era
molto anche l’Amore che sprizzava da ogni angolo.
Ognuno
raccontava la propria esperienza vissuta con Nino……..e ridevamo quando
qualcuno Lo ricordava nei panni di quei personaggi teatrali rappresentati
durante i campi scout………………….
…..ridevamo
anche quando veniva rappresentato “morto
di sonno” durante le notti a discutere in casa o attorno al fuoco del campo
scout…………………………..
del
resto come non si poteva ridere quando per primo era Lui a sdrammatizzare la
situazione più cupa con le Sue storiche battute ad
effetto……………………..…………..
Una
volta in ospedale, mentre facevamo visita ad un malato, mi disse di prendere un
registratore e suonare ad alto volume della musica per rianimare
l’ambiente…..
Un’altra
volta, mentre assistevamo alla processione del Venerdì Santo, meravigliato
dalla tanta tristezza nei visi della gente, mi disse: “compare Nuccio, andiamo
a suonare ad alto volume qualcosa per far ridere e ballare questa gente……che
piange!”……..
Cristo
è andato in croce per noi per insegnarci ad Amare, ma soprattutto, perché
voleva vederci felici, col sorriso sulle labbra e nel cuore.
Non
ci ha voluto rappresentare la morte, ci ha esortati a sconfiggerla…
……..ci
ha voluto insegnare a vivere………..e non a piangere.
Ecco
perché oggi la morte, in questo mondo sommerso da immensi “averi”,
rappresenta il peggio che ad un uomo possa capitare………….
e
allora si piange……. la si ritualizza persino nella processione del Venerdì
Santo, per darle un immagine più cupa, più severa, più minacciosa……..
…..e
Nino conosceva queste verità e cercava
di ribaltare con il Suo atteggiamento, in modo pacifico, tutto il falso
che la società, in connubio intrinseco con le varie religioni, ha da sempre
imposto all’uomo.
Le
notti trascorrevano velocemente perché non si rimaneva mai da soli.
Si
andava al bar o a prendere una pizza, parlando sempre del solito Nino.
Ci
ha coinvolto in tanti………………, forse nemmeno Lui stesso si aspettava
così tanta gente……………….., eppure giorno e notte, senza mai
interrompersi, un fiume di persone
stazionava fisso davanti l’ospedale.
L’alba
ci vedeva con le ossa rotte, pieni di morsi di zanzare e soprattutto pieni di
speranza.
Tra
qualche ora la porta si sarebbe aperta e il primo verdetto avrebbe movimentato
la giornata, poi l’ora della visione…………e poi ancora un'altra
notte…………………, altri discorsi……….,altra gente………, altri
maghi pronti a guarirLo…e ancora speranza……..
Accanto
alla magica porta vi era la scala che portava al secondo piano, ebbene
l’abbiamo presa come punto di incontro e di riflessione dove trovare un
momento di silenzio.
Ormai
quel luogo era casa nostra.
Per
23 giorni quasi sempre rimasi seduto dietro quella porta.
Non
mi mancavano i miei libri, il mio diario, la penna e…. …..il pubblico.
Mi
ricordo di aver parlato moltissimo, continuamente e forse, sicuramente, anche
senza senso.
Mi
prese la frenesia del parlare….parlare……., per nascondere la mia paura e
per convincermi dell’inutilità della morte.
Elaboravo
teorie strane sulla morte e sull’aldilà.
Spiegavo
con fervore la teoria del Karma e della reincarnazione per convincermi e per
convincere che la situazione nella quale si trovava il nostro Nino non stava
succedendo per caso, ma era l’effetto di cause passate: un concatenarsi di
causa-effetto confusasi l’una nell’altro per creare l’evento drammatico
che al momento stiamo vivendo.
Doveva
quindi per forza accadere o, conoscendolo in tempo, si sarebbe potuto evitare?
Nessuno
può rispondere……., eppure si tenta sempre di
darsi una risposta ….… eppure dalla morte, intesa come dissolvimento
del corpo, non si può sfuggire….
Questo
corpo che cresce, che invecchia, che diviene, che scorre …….ma dove VA ?
Qual’è la sua meta?
Avrà
senz’altro un punto fermo a cui riferirsi, a cui donarsi, quando nel tortuoso
procedere della vita si sente solo, si vede malato…..
quando
l’appiglio al quale si è riferito invecchia assieme a Lui…. muore come
muore Lui……..a chi fare riferimento quando questa realtà, che noi ci
ostiniamo a definire tale, cambia e invecchia anche Lei assieme a noi?……
verso
chi tendere quando il movimento è generale, ossessivo e vacillante?
Una
ruota per girare, per considerarsi in movimento, ha bisogno di un punto fermo
che non cambia mai a cui riferirsi.
Noi,
illusoriamente, abbiamo identificato questi punti fermi nelle “facezie” di
questo mondo.
I
punti fermi sono: il denaro, il potere, la bellezza, la gioventù, la bella
vita, la bella macchina, il bel parlare, il sapere amare a letto, l’arrivare
al dunque…..
tutti
punti fermi che stranamente passano, finiscono assieme a noi……….ed allora?
Il dilemma si ripresenta, la vita ritorna alla sofferenza e tutto rimane come
prima.
Ci
siamo mai chiesti chi dona l’illusione del movimento a questo mondo che
continua a divenire?
Abbiamo
mai visto qualcosa di tangibile rimanere incorruttibile?
Eppure
qualcosa esiste.
Qualcosa
di fermo, di immoto, di incorruttibile…… esiste.
Aristotele
lo chiama motore immobile che dà il movimento a tutte le cose.
E’
DIO.
E’
L’ENERGIA ASSOLUTA.
E’
L’INCESSANTE TENDERE A NON CAMBIARE MAI VERSO LA LUCE.
SONO
LE NOSTRE QUALITA’ A RIMANERE SEMPRE TALI E A DETERMINARE ASSOLUTAMENTE LA
NOSTRA RINASCITA……
SONO
LE QUALITA’ CHE PORTIAMO SEMPRE CON NOI………..
SONO
LE STESSE QUALITA’ A REINCARNARSI NEL FUTURO CORPO, QUANDO, PER UN SEMPLICE
GIOCO, DECIDIAMO DI RIMETTERCI IN CAMPO PER CONCLUDERE L’INCONCLUSO DELLA VITA
PRECEDENTE.
Qualcosa
che ci appartiene è rimasto da quella parte e ci attira continuamente a
ritornare………………………….qualcosa che non è mai sceso in questo
mondo……………… il divino che noi siamo, ci richiama “a casa”.
Noi
siamo in bilico tra qui e là; siamo natura e spirito; siamo vita quando amiamo,
siamo morte quando odiamo; siamo luce e buio nello stesso tempo.
A
volte siamo morti quando commettiamo violenze, siamo vivi quando abbracciamo con
Amore il mondo.
Questo
vivere e morire continuamente è contenuto nel momento presente.
La
prima notte passò nel migliore dei modi.
Passarono
tante altre notti apparentemente simili, ma nello spirito erano molto diverse.
Mai
ricordo di essermi sentito stanco o annoiato, il desiderio di starGli vicino era
molto forte.
I
giorni scorrevano senza alcuna interruzione.
Il
tempo stava per scadere e non si era ancora capito cosa Gli fosse
accaduto………….
Varie
diagnosi, ma di certo niente…………………………
Si
sapeva per certo che aveva il midollo spinale spezzato ma la causa era
sconosciuta.
Per
qualche giorno ci siamo tutti illusi di assistere ad un lieve miglioramento, ma
subito dopo i comunicati dei medici, il mondo ci ricadeva addosso.
Bisognava
aspettare e
pregare………………………………………………………………………..
Intanto
l’incessante discutere dei primi giorni si andava ridimensionando.
Si
parlava di meno, si rifletteva molto e si riprendeva a vivere la solita vita.
Mentre
il terremoto iniziale sembrava essere passato, rimaneva il vuoto derivato dalla
drammaticità dell’accaduto e il “senso del nulla” prodotto dalla
consapevolezza della scomparsa di Nino.
Riempire
un vuoto non è semplice.
A
volte non si riempie mai perché le medesime condizioni non si formano più, ed
allora si tenta di tutto.
Si
cerca di far rivivere il passato per non dimenticare,
si
dedicano targhe o coppe alla memoria,
si
organizzano manifestazioni per ricordare,
si
cerca di perpetuare un sogno in tutti i modi pur di riempire quel vuoto……..
….il
vuoto creato dalla Sua scomparsa.
Lui
non c’è più…………. Lui se ne è andato………è rimasto il Suo
profumo e da questo dobbiamo
partire per riempire questo vuoto.
Dalle
Sue azioni dobbiamo trarre insegnamenti per dare un senso al nulla,
dalla
Sua vita si deve recepire il Suo messaggio……
e
tutti sappiamo quale grandi esempi Lui dava a tutti, principalmente al mondo
degli scout trasformato nella Sua famiglia.
“L’Angelo
degli scout”, così venne definito dopo la Sua morte.
Lo
era veramente, non solo per gli scout, ma per tutti.
L’ambiente
disastroso che aveva trovato in ufficio, dopo il Suo arrivo si era
tranquillizzato.
Tutti
Gli aprivano le braccia perché le Sue parole cercavano sempre di unire …….
……..anche
in politica la Sua presenza addolciva i cuori.
Mi
ricordo quando assieme a qualche altro vivemmo l’avventura elettorale spinti
dal desiderio di cambiare il paese.
E’
stato un momento di grazia per tutti noi.
La
Sua presenza non solo teneva alto il morale di tutti ma ci stimolava a non
essere intransigenti con nessuno.
“
La politica deve unire - non dividere “ - ….diceva.
Dobbiamo
tutti ritrovarci al Comune per
gestire la cosa pubblica.
A
differenza degli altri gruppi il nostro cercava di muoversi rispettando la
dignità della gente.
Non
si andava a chiedere il voto senza tenere conto dell’intelligenza delle
persone. Ognuno ha una propria idea, un’opinione, che si deve rispettare senza
addurgli violenza.
E’
mentalità corrente dei politici considerare la gente come
semplici numeri…….
e
non fanno altro, con vile sfacciataggine, di pressare, ricattare o minacciare,
con violenza ……. per estorcere il voto.
A
volte usano anche la dolcezza, ma quella è ancora più pericolosa…..
Loschi
individui dalle limitate capacità e dal desiderio di andare al potere per
gestirsi i propri interessi, durante i periodi elettorali si aggirano tra le
strade del paese ad offendere la dignità della gente.
Poi,
per chi ha una grande parentela, l’offesa esercitata diventa ancora più
meschina e umiliante perché l’estorsione va a intaccare i sentimenti e gli
affetti.
In
questi periodi tra le strade del nostro paese scivola un mare di fango.
Noi……………Lui………
ci ha sempre richiamati al rispetto assoluto del prossimo, specialmente quando
è la povera gente ad essere coinvolta.
Questi
pensieri riempivano i giorni e le notti che trascorrevamo dietro quella porta
sempre chiusa.
Intanto
quella lunga parete di vetro attirava sempre più gente.
Un
Suo vecchio professore con la moglie quasi ogni giorno avvicinavano in ospedale
e non riuscivano a capirne il motivo:dopotutto lui era stato solo un alunno, ma
nonostante gli anni rimaneva
presente nella sua mente.
Dimenticare
uno come Nino dopo averLo conosciuto, era ed è impossibile!!!!!!!!!!.…
Chiunque
ne rimaneva affascinato specialmente quando si aveva la possibilità di
trascorrere più di un giorno insieme a Lui.
Io,
grazie a Dio, ho avuto questa fortuna e ogni volta mi sentivo rinato……
Un
lungo viaggio in jeep tra i Tuareg del Sahara, assieme alle mogli, ci vide a
girovagare tra le sabbie del deserto per quasi un mese.
L’avventura
iniziò ancora prima di partire: infatti, la preparazione della jeep, che
dovevamo usare anche come camera da letto, ci vide impegnati lungamente.
Trapani, la nave, il mal di mare, le strade tunisine e poi l’immensità del
deserto….
la
tempesta di sabbia, la macchina in tilt, il filo della frizione rotto che,
grazie alla Sua prontezza, non prese a fuoco, i tuareg, Mohamed il Maestro, le
notti sotto la jeep, il freddo….e il rito del The, lAssekrem, le lunghe notti
sotto la croce del sud……….
la
paura di insabbiare….., di perderci nel deserto……il profondo insegnamento
di Mohamed….
tante
avventure…………………
e
le rose di sabbia raccolte in una pericolosa pista sahariana,……..la foresta
pietrificata……
esperienze
assolute………….., umane e profondamente spirituali in quel mese ci hanno
tenuto compagnia.
Lui
emergeva in tutto.
Affascinava
tutti e in poco tempo era padrone della situazione………
Abbiamo
fatto diversi viaggi insieme vivendo esperienze indimenticabili.
Abbiamo
campeggiato in luoghi estremi anche con altri amici e sempre la Sua assoluta
capacità di adattarsi a tutte le situazioni ha sempre
risolto qualsiasi problema.
Si
potrebbe parlare veramente tanto su di Lui……..
Adesso
però è disteso su un letto sotto gli occhi di tutti a farsi osservare senza
alcun ritegno.
Lui
che aborriva il sentimento della pietà perché ci rende schiavi…………
adesso subisce il peso della pietà da parte di tanta gente;
Lui
che odiava stare fermo è……….suo malgrado, immobile su un letto.
Quei
visi meravigliati e confusi dei primi giorni, col passare del tempo, diventavano
più consapevoli della situazione, serenamente e lentamente assumevano
l’espressione di chi
ormai, ineluttabilmente, conosce la
fine della storia.
Del
resto ci convincevamo, un giorno dopo l’altro, che tutte le strade che
imboccavamo dopo un po’ si
interrompevano…………………………………………...
Sembravano
tutte senza uscita!!!!!!!!!!!.
NINO STAVA PER CONQUISTARE DIO PERCIO’
PER FORZA DOVEVA PERDERE LA VITA.
Questa
nostra esistenza, così lontana dal Dio-Amore contemplato nei libri sacri, deve
per forza “terminare” per raggiungere questo Dio?
Non
si può raggiungere in vita, col nostro corpo, questo Dio così etereo che vive
in mondi così lontani?
E
ancora, se il corpo e ciò che lo compone e lo anima ci consente di pensare,
parlare e cercare questo Dio, perché per poterLo abbracciare dobbiamo per forza
“finire” la nostra vita????
Il
corpo è quell’elemento essenziale che ci permette di sognare e di immaginare
Dio, quindi ad ESSO dobbiamo dare un grande valore evitando di ridurlo ad un
semplice contenitore.
Inoltre,
anche se naviga nell’illusione , il corpo deve essere rispettato………
è
Lui che rappresenta l’idea materializzata del
“divino fattosi uomo” e, tramite QUESTO, lo spirito può
ricongiungersi con l’Assoluto.
Intanto
la fine di questa storia volgeva al termine.
L’aria
stava diventando pesante, tetra, premonitrice di eventi già scritti.
L’aria
conteneva implicitamente da sempre la storia di quest’avventura.
Per
il mondo non vi era niente di nuovo.
Era
tutto vecchio, noto, già conosciuto e, soprattutto, non creava nessun
sconvolgimento sulla terra, tranne per noi ,che venivamo travolti da questo
evento.
La
terra contiene il Tutto, e quindi, anche gli eventi mortali, ma fino a quando il
singolo non si riconoscerà nel Tutto, si sentirà sempre defraudato quando gli
verrà a mancare la “cosa” amata……..
e
la storia così continua: si continua a raccontare da sé senza mai trovare la
fine ………... una fine che non esiste.
Diciotto
mesi dopo la Sua scomparsa mi trovai ad inviarGli una lettera e, proprio oggi,
in mezzo a vecchi appunti me la ritrovo tra le mani:
Caro Nino,
Ti ricordi
quel vuoto che hai lasciato quando hai deciso di
andare via in
un altro mondo?
Te la ricordi
la tristezza e la confusione
che è
derivata dalla Tua partenza?
Ebbene, oggi, a distanza di 18 mesi
quel
vuoto e quella confusione sembrano non esserci più.
E’
tutto colmo
di Te.
Allora non sapevo dove metterTi per trovarTi in qualunque
momento, oggi
ho capito che non vi è luogo particolare, ben definito,
che possa
contenerTi.
Sei in tutte le cose.
Sei
nell’aria,
sei nel vento,
sei in un fiore,
sei
un dolce pensiero d’Amore,
sei Dio e
contieni tutto e sei contenuto da tutto.
Per lunghi
mesi la mia mente è stata ossessionata da quel gelido lastrone
di marmo sul
quale , coperto da un lenzuolo bianco, sei
stato
depositato
senza alcun rispetto.
Per
mesi Ti ho visto su quel letto di
ospedale
mentre ansimavi tra la vita e la morte, e non riuscivo a vederTi
in piedi a
gioire con tutti noi.
Quell’immagine
è stata troppo intensa ed è riuscita ad incidersi con
violenza
nella mia mente.
E’ passato tanto tempo da quel giorno………
La Tua
immagine sembra diluirsi…….ed io non voglio.
Mi ostino a
pensarTi e cerco di riempire quel senso di vuoto che
periodicamente
mi pervade, facendomi trascendere questa realtà.
Ho bisogno di
punti fermi, immoti, che non cambiano, e Tu sei il più
grande senso
di pienezza che io possa immaginare.
La realtà
che cambia, che diviene, cerca di trascinare con sé qualunque
cosa……..con
me non vi riesce…..
IO
HO TE.
Ho la Tua
essenza che da relativa è divenuta “assoluta”.
Il
giorno più felice di questa lunga agonia fu quello in cui finalmente potei
entrare nella sala dove giaceva Nino.
Lui
conosceva benissimo la mia voce e senz’altro avrebbe cercato di comunicarmi
qualcosa.
Entrai
indossando un camice verde ed una mascherina, da solo, senza nessun spettatore.
Il
Suo corpo adesso mi era vicino e potevo toccarlo.
Lo
accarezzavo con molta delicatezza per non sciuparlo.
Gli
presi la mano destra tra le mie mani, gliela strinsi, ma non avvertii alcun
calore. Non era fredda, ma non mi trasmetteva niente.
La
pelle era diventata fine per il forzato riposo.
Lo
toccai anche in viso, i baffetti…..era un po’ dimagrito, ma la Sua figura
pienotta non si era per niente sciupata.
Aveva
la barba rasata da poco, i capelli pettinati e profumava da tutte le parti.
Sembrava stesse dormendo, quasi quasi non volevo disturbarlo da quel sonno così
profondo……..parlai poco……poco…...poco…….
Le
poche parole che Gli dissi furono: “stai tranquillo, segui la Tua strada senza
lasciarTi impietosire dal nostro pianto.
Decidi
liberamente se tornare o andare negli altri mondi.
Noi
siamo molto legati alla Tua figura e non vorremmo perderTi, ma Tu scegli ciò
che è più giusto fare………sia fatta la volontà di Dio, ma principalmente
sia fatta la Tua volontà perché anche Tu sei Dio”.
Chi
lo sa se ha mai avvertito la mia presenza!!!!!!!!!!!!!
Io
credo che il messaggio Gli sia arrivato e per quanto fosse piccolo, credo che
gli abbia giovato.
Chi
assiste un malato in punto di morte, credo che possa esserGli di grande aiuto,
soprattutto se assume un giusto atteggiamento.
Innanzitutto
bisogna abbassare la voce e non farsi sentire o vedere triste.
Il
passaggio dal fisico al sottile è molto traumatico e per chi ancora non ha
realizzato ciò che sta succedendo, ogni atteggiamento o ogni suggerimento che
riceve da chi Gli sta accanto, Gli può servire per vivere meglio l’attimo del
distacco. Continua a vedere e a sentire, quindi le immagini di sofferenza lo
coinvolgono senz’altro, e le voci strazianti dei propri cari lo feriscono con
violenza.
Non
riesce a prendere niente con le mani perché sostanzialmente non ha più un
corpo fisico quindi, tutto diventa etereo privo di fisicità e ogni cosa lo
attraversa come se fosse
trasparente………………………………………………………………..
………………………………….la
confusione perciò diventa enorme e la paura incontenibile.
Per
questo motivo bisogna prepararsi durante la vita nell’affrontare con grande
serietà il prima, il durante e il dopo la morte.
Il
momento del trapasso è l’attimo in cui, determinati dalla giusta conoscenza,
si può indirizzare lo spirito sulla strada della serenità senza sottoporlo a
momenti di confusione generale.
Bisogna
innanzitutto credere nella continuità della vita sotto forma di energia.
Dalla
conoscenza acquisita dal corpo, mentre ancora era in vita, dipende la qualità
del distacco e la serenità con la quale si accede nelle altre dimensioni.
Certamente
se un corpo è vissuto sommerso da preconcetti quali inferno, purgatorio e
paradiso, nelle altre dimensioni troverà tutto questo e, AUTOGIUDICANDOSI, si
porrà in uno di questi “livelli”.
Diversamente
invece per chi non ha creduto a niente, troverà il vuoto, il niente perché Lui
stesso ha sempre considerato da sempre che con la morte finisce tutto.
In
poche parole ci portiamo con noi sempre e solamente tutto ciò su cui abbiamo
intessuto la nostra esistenza.
Quindi
è in questa vita che si costruisce non solo il futuro nel mondo reale in cui
viviamo, ma principalmente il futuro “eterno” nel quale le nostre scelte
verranno precluse dalla QUALITA’ delle nostre azioni e dalla giusta conoscenza
assimilata dal corpo.
Uscii dalla stanza soddisfatto.
Non
avvertii nessuna sofferenza dal corpo di Nino.
Non
mi diede alcuna risposta, fui io a darmene diverse, e tutte convergenti: Nino
non soffre.
E’
pronto.
Sta
solamente aspettando che noi ci abituiamo alla Sua scomparsa e non cerchiamo di
trattenerLo in quel corpo con le nostre lacrime.
Se
ne andò proprio il 13 giugno, festa del Suo santo protettore, per dare ancora
maggior coraggio a chi rimaneva, principalmente ai Suoi genitori i quali
avrebbero senz’altro preso come un segno positivo la morte del figlio
in quel santo giorno.
Dopo
questa esperienza le speranze si assottigliavano sempre di più.
Altre
strade non se ne conoscevano.
Alcuni
hanno intrapreso la strada esoterica per richiamare il corpo di Nino in
vita.
Altri
hanno speso del denaro per pagare prestazioni “di magia” su determinate
forze oscure le quali, pensavano, avrebbero “resuscitato” Nino per poi
trascinarlo in un baratro.
Il
risultato, in entrambi i casi, non è stato positivo.
L’unica
cosa che mi dispiace di questa situazione è l’intromissione di certi loschi
individui che, interpellati dalla disperazione, non aspettavano altro che
inserirsi nelle menti…….e nelle tasche…..degli
ingenui malcapitati.
Ma
la purezza non può mai essere intaccata dalla sporcizia: vive in piani
differenti.
E’
una strada molto usata oggi.
Si
crede di poter condizionare la vita di chiunque con queste pratiche,
dimenticando che la luce non permetterà mai al buio di spegnerla, sino a quando
le condizioni di luce permangono.
Appena
la luce, anche solo per un attimo, viene assalita dal dubbio, allora si che il
buio la invade e può anche distruggerla…….ma questo dipende da noi e dalla
vita pulita che conduciamo.
Nino
era un uomo pulito, puro, leale, buono, umano….…..niente
che non fosse stato tutte queste cose lo avrebbe mai potuto tentare.
In
quei giorni diverse favole giravano attorno a quel corpo.
Nessuna
forse rispondeva a verità.
Erano
altre forme usate dalla gente per cercare di superare la paura.
Si
cercava per ogni cosa un motivo interessante da addurre, ancora meglio se fosse
avvolto da un po’ di mistero.
Intanto
il decorso del coma procedeva inesorabilmente, distruggendo le funzioni
organiche del corpo……….
Il
risveglio si allontanava sempre di più…………………
Man
mano che passavano i giorni la frenesia delle prime settimane scemava in una
apatia rassegnata.
Nessuna
reazione da parte nostra………………………
I
discorsi si spegnevano………, la confusione si
affievoliva,……………………,il caldo
aumentava…………………..era il periodo degli esami universitari e molti,
tra i quali il figlio, rimanevano a casa a studiare.
La
vita sembrava riprendere i ritmi di sempre………………….si avvicinava
anche il momento della preparazione del campo scout di cui Nino era perno
principale.
Un
campo senza di Lui………., con i Suoi scherzi,……………. la Sua capacità
organizzativa…………….., la passione travolgente e il senso carismatico
nell’approntare tutto,………………… non avrebbe avuto alcun motivo per
farsi. Quell’anno, mi ricordo, si fece ugualmente, con un ardore maggiore e
sotto la supervisione astrale del nostro caro Nino.
Era
la Sua vita.
La
preparazione e lo svolgimento di un campo, per gli
scout è la fase culminante: una sorta di prova finale…………..
Coinvolge chiunque…………………………
A
volte per preparare i giochi e le recite da fare durante il campo, si inizia
a lavorare tanti giorni prima e Nino in questa fase, riusciva sempre a trascinare con sé anche chi non era impegnato in prima
persona.
Mio
cugino lo seguiva in queste Sue imprese con entusiasmo e senza mai
lamentarsi.
Lui,
come me e come tanti, era innamorato di Nino, ed era impossibile rifiutarGli
qualcosa.
…………quella
volta quando con la jeep (eravamo in 7) partimmo in giro per l’Italia la gioia
è stata immensa.
Anche
i rischi e le multe erano immense.
La
polizia in diverse zone della penisola ci fermò meravigliandosi della nostra
spensieratezza: infatti, adducendo la colpa al governo di turno che invitava gli
italiani ad utilizzare un’unica auto per consumare poco carburante, riuscivamo
a strappare un’enorme risata alle forze dell’ordine e ad evitare pesanti
multe………
Poi………..
via……!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!……. cantando e gioendo di un momento di così
grande unità.
………anche
il Lama, residente all’istituto buddhista Mahayanico “Tzong Khapa” di
Pomaia, si mise a ridere quando, in presenza mentale, con la spontanea semplicità
che distingueva Nino, si sentì da lui salutare: - “buongiorno signor LAMA”!
La
Sua semplicità era disarmante!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!.
………quando
visse l’avventura dell’operazione della moglie per
tumore………………..anche lì fu grande!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!.
Dimostrò
la Sua magnificenza in modo sublime: infatti, proprio in quel caso, si rivelò
UN MAESTRO.
Affrontò
la situazione con grande dignità e, senza scomporsi, organizzò, assieme alla
moglie, il viaggio nel nord Italia nella località dove doveva operarsi.
Era
un tumore molto “pesante” che, da molti anni, riempiva di dolori la testa
della moglie, quindi doveva per forza essere asportato e nel più breve tempo
possibile. Insieme erano una coppia esemplare……………..
Non
hanno dato fastidio a nessuno e solo in pochi conoscevano i rischi che
comportava l’operazione.
Finì
tutto bene e, da quest’esperienza, tutti ne uscimmo “riveduti” nello
spirito.
Il
pomeriggio ormai per diverse famiglie mottesi era divenuto il momento della
“passeggiata
in ospedale”.
Ci
si incontrava davanti l’androne del pronto soccorso e si parlava.
Qualcuno
stava dietro la “magica
porta” ad aspettare qualche notizia, seduto sui gradini della scala.
La
presenza di qualche specialista, di tanto in tanto, ci donava un attimo di
respiro……, ed allora il fermento……, la speranza……….., un raggio di
luce……….. ritornava a
splendere come i primi giorni.
Poi
tutti i giorni ritornavano uguali………………………, con la ripetitività
delle cose che si succedono, con la coscienza della situazione sempre
stazionaria.
Tuttavia,
sotto l’apparente calma del solito tran-tran, ferveva un grande movimento di
energie che, mosso dal desiderio di risolvere la situazione nel migliore dei
modi, non smetteva mai di lottare.
Il
pensiero è energia.
Il
pensiero decade in desiderio se non trova subito uno sbocco.
Il
desiderio sollecita la mente che, a sua volta, stimola la volontà
ad agire per cercare di realizzarsi……..…….
Noi
vivevamo tutte queste fasi insieme e simultaneamente dentro di noi,
figuriamoci quindi quale grande forza eravamo capaci di esprimere quando
unitariamente pensavamo e desideravamo tutti la stessa cosa!?
La
lotta non era con un entità astratta che voleva portarsi Nino con sé, bensì
lottavamo con Lui stesso, con la Sua energia che voleva , forse anche doveva…
chi
lo sa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!, andare
via………………………………………………..
Una
lotta persa in partenza.
I giorni ormai si accavallavano e si rincorrevano senza darci il tempo di
fermarci a riflettere.
Doveva
andarsene tra poco e l’appuntamento, stabilito chissà quando e dove, non
poteva assolutamente rinviarsi.
Quel
13 di giugno era la Sua festa.
In
paese si è soliti portare il Santo “sulla vara” e accompagnare tutta la
processione con la banda musicale.
Quella
notte la trascorsi in ospedale come sempre.
All’alba
sua cognata mi portò un dolce, ma io non volli andare a casa; piuttosto
preferii rimanere in ospedale tutto il giorno.
Avvertivo
qualcosa…………...tutti avvertivamo qualcosa…….….ormai era
stanco……., la conclusione della storia volgeva al termine.
Verso
le due del pomeriggio passò a prendermi mia moglie e mi convinse a rientrare
per riposarmi qualche ora.
Era
domenica, vi era un gran caldo e per giunta quel giorno si votava per uno dei
soliti falsi “momenti di democrazia” al quale periodicamente viene chiamato
il popolo italiano.
La
solita danza di politici in cerca del voto aveva coinvolto molta gente, quindi
quella mattina in ospedale vi erano state poche persone.
Mancavano
i giovani, tutti occupati nelle sedi comunali per l’espletamento del
voto………. Un voto rubato con l’inganno dietro la promessa del posto di
lavoro….. Da noi i politici possono sfruttare un grande serbatoio di
“disperati” sul quale impiantare la loro campagna elettorale.
L’infamia
di questi meschini politici è l’emblema della loro vera natura: gente
ingorda, corrotta, schiava dei potenti, senza ideali di alcun genere, ambiziosa
e priva di dignità.
Però
in questi periodi si trasformano, mostrandosi buoni, onesti e pieni di
grande umanità.
Nino
non riusciva a giustificarne l’esistenza
e il loro comportamento:” Fanno solo male e tutto per il proprio tornaconto.
Così,
avvolti da questa atmosfera, verso le due del pomeriggio rientrammo di corsa a
casa, convinti ormai che mancasse poco tempo.
Non
Lo volevo lasciare.
Nessuno
quel giorno voleva allontanarsi.
Mi
ricordo che mio cugino dovette convincere Sua moglie ad assentarsi solo il tempo
di mettere qualcosa in bocca………………………. e poi ritornare subito.
Lei
acconsentì a malincuore.
L’aria
a quell’ora era ferma.
Una
pesante cappa di umido sovrastava il grande silenzio che rendeva tutto immobile.
Da
una traversa sbucarono due monache vestite di nero..….sole…..….dal passo
spedito…………, dirette verso l’ospedale.
Mio
cugino le notò con meraviglia, la mamma di Nino, invece, che era con Lui in
macchina, pensò che forse era un segnale di buon auspicio……….
La
buona fortuna arrivò veramente.
Mentre
pranzavo, una telefonata concitata mi avvertiva che era giunto il momento.
Dall’ospedale avevano avvisato che la situazione stava
precipitando….………….
la
fine era imminente!!!!!!!.
Corro
insieme a mia moglie e, nella solita tranquillità, in presenza mentale, mi
avvio in ospedale.
Stavolta
non caddi nel panico, ero già pronto.
Ci
prendemmo per mano, ci guardammo e ci abbracciammo.
Il
mondo stava per caderci addosso.
Bisogna
essere forti, ma principalmente, non essere soli in questi frangenti.
“Il
buio non riesce a squarciare la luce, è la luce a squarciarlo, a fenderlo come
una lama.
Il
buio non è un buon compagno, crea altro buio, parla solo di buio e vede solo
buio………………..e….. se non si reagisce in tempo………….,
trascina tutto con sé.
Attorno
al buio si muove chi è già al buio……. Non trascina chi è nella luce….
Vorrebbe
farlo………, ci prova con tutti i mezzi…….., ma chi vive nella luce non
sa nemmeno che esiste il buio………quindi
non cade nelle sue grinfie.”
Rifacciamo
la stessa strada di prima, troviamo il posteggio proprio accanto all’ospedale
e, mano nella mano, varchiamo la porta dell’androne, ma quando saliamo le
scale, stranamente, nessun vocio proviene dalla saletta antistante la “magica
porta”.
Solo
due ragazze, impaurite perché avevano intuito qualcosa, stavano sedute in un
angolino aspettando che trapelasse qualche notizia.
E’ un momento di gioia quando lo spirito di un “grande” abbandona il corpo che lo ha contenuto.
Si
dice che nel firmamento si accende una nuova stella.
Un’
immensa esplosione di luce saetta per
congiungersi alla fonte iniziale.
Le
galassie sono piene di questi puntini luminosi.
Ogni
punto è una fonte di luce che brilla di luce propria e viene attratta da chi,
in qualsiasi momento e in qualunque parte del pianeta,
viene
ammantato dalla vibrazione che questa luce emette.
Bussiamo alla porta, qualcuno apre e già avvertiamo un grande vuoto………,
subito ci rendiamo conto di cosa sia successo.
Se ne era andato da poco……, era ancora caldo………., il diaframma continuava ad andare su e giù…. spinto da una macchina che ancora non si era resa conto che il suo lavoro era finito.
Noi,
in punta di piedi, come se guardassimo dal buco della serratura, entrammo nella
sala aprendoci alla visione con molta gradualità.
Prima
i piedi…., poi lentamente su….. fino ai ginocchi….., ancora più su……
verso il petto nudo….., poi il collo…..e, infine….., il viso.
Sereno.
Pacifico
come non mai.
La
fredda macchina non smetteva di farlo respirare, ma si capiva che non era Lui.
Un movimento artificiale.
Lui
se ne era andato…..via.
L’osservavamo
da pochi metri…… restando imbambolati….…e
piangendo.
Tentai
di penetrarLo con lo sguardo, per scrutarlo, osservarlo…..tentando di carpire
ogni cosa e sforzandomi di vedere dentro di Lui.
Per
un attimo chiusi gli occhi e, in presenza mentale, lo inspirai in me.
Lo
tenni stretto con delicatezza il più a lungo possibile.
Sempre
ad occhi chiusi lo espirai inviandoLo al mondo.
Tutta
la terra da quel momento lo conteneva e il Suo Amore riempiva tutto il pianeta.
Lo
invitai ad andare lontano.
Da
lì a poco, molta gente lo avrebbe pianto e le loro lacrime rischiavano di farLo
soffrire.
Vai
lontano, Nino -
dissi tra me…….. Ormai
la Tua scelta è maturata…….
-
Lo so che non corri nessun rischio
di soffrire, però è meglio tenersi alla larga da questo mondo che non vuole
perdere niente di proprio.
-
Vai lontano…….ormai appartieni
all’Assoluto.
Dopo
un po’ entravano tutti gli altri e man mano si rendevano conto che la storia
era finita.
Turi,
Antonella, Vera, Pina ed Io eravamo tutti lì…..
Come
sempre…., tutti insieme……, siamo sempre stati insieme……….
negli
ideali, nei sogni, nelle lotte, nella ricerca spirituale, nell’aiutare la
gente……..
siamo
sempre stati insieme…..
in
questo mondo stupendo ci siamo incastonati perfettamente…….., senza creare
barriere….., senza limiti……., aperti a tutti……
sempre
insieme……..per sorridere al mondo, per amarlo, senza alcun senso di colpa,
nel crescere i figli, nell’educazione…..
sempre
insieme…….i miei nuovi amici erano anche i loro, un perfetto accordo in ogni
cosa, senza contrasti…….SEMPRE INSIEME.
Anche
quella volta eravamo tutti insieme…......
Si
sparse la notizia in breve tempo.
I
ragazzi, man mano che si incontravano, si abbracciavano fortemente e a lungo.
Stavolta non si guardavano negli occhi……..e nemmeno parlavano…..si
stringevano solamente.
Non
davano spazio alle parole, proprio in queste situazioni non servono e non
risolvono il problema.
Solo
un forte abbraccio e un intenso contatto corpo a corpo poteva ridare forza e
fiducia nella vita……..
l’inconscio
sentiva il bisogno di toccare qualche cosa e di stringere un corpo vivo tra le
braccia: era come stringere Nino per l’ultima
volta………………..Forte………….Eterno.
Ci
siamo spostati tutti all’obitorio.
Tra
poco lo avrebbero portato in quella sala fredda, deposto su un giaciglio di
marmo e avvolto nello stesso
lenzuolo bianco in cui aveva esalato il
Suo ultimo respiro.
L’ultima
tappa di questa storia si stava per concludere.
Ormai
l’esito era conosciuto e gli attori, stanchi e amareggiati per non avere
ottenuto ciò che desideravano, si trascinavano come automi nei pressi di
quell’edificio che, mai come ora, rappresentava il freddo glaciale della
morte.
Nino
in quel luogo non era solo.
In
un angolino stava un fagottino di colore bianco sporco che conteneva il corpo di
un vecchietto.
Costui
era solo…………... Nessun parente lo reclamava….. Nessuno piangeva per
lui………….chi lo sa chi fosse!…………
Il
giorno dopo era sparito…….., forse durante la notte qualcuno, impietositosi
dinanzi alla tragedia della morte, aveva pensato alla Sua salma per
darGli la pace dell’ultimo riposo.
Il
senso di desolazione creatosi davanti l’obitorio del Garibaldi, era
devastante.
Nessuno
vedeva “nessuno”…………. Il vuoto era assoluto……….. Dentro e
fuori……... Giravamo tutti al buio intorno alla casa dei morti senza un
obiettivo fisso.
La
grande luce che ci aveva mantenuti uniti in quei 24 giorni si era ormai
spenta!!!!.
Si
era spenta per tutti, anche se tutti i discorsi
si sforzavano e si sforzano ancor oggi di
tenerla accesa…………………………….
Rimane
solo la devastazione…, il vuoto…….. e il senso di impotenza.
Quante
preghiere…..…..quante promesse…….. quanti buoni propositi al nostro
Dio…….che ci saremmo sforzati di mantenere qualora Nino fosse rimasto tra
noi………ma….. le avremmo poi mantenute??????!!!!!!
La
“potenza evolutiva del SE’”, nel senso del ritorno alla luce iniziale, era
talmente forte e motivata che non si è potuta assolutamente arrestare.
Mi
chiedo: ma se l’assoluto non evolve perché è già completo in sé stesso,
perché ha sentito il bisogno di ritornare alla luce?
Perché
non ha continuato ad animare quel corpo dal momento che LA PERFEZIONE NON HA
BISOGNO DI ANDARE IN NESSUN LUOGO?
Poteva
benissimo rimanere dove era e vivere in Dio, dal momento che lo era, lo è e lo
sarà in qualsiasi luogo si trova.
Una
domanda alla quale vorrei proprio dare una risposta……..
Forse
un giorno l’avrò!!!
Ho
sperato sino all’ultimo in un Suo “autonomo” risveglio.
Bastava
un determinato atto di volontà per non fare staccare l’anima dal corpo.
Forse, pensavo, il corpo non è quell’involucro vuoto, senza storia e senza
volontà che da sempre abbiamo considerato.
Forse
ha una Vita propria che, svincolata da abitudini castranti e limitative quali,
ad esempio, il desiderio implicito di morire, potrebbe continuare INFINITAMENTE
a vivere sino a quando, stanco della visione dello stesso corpo, decide
autonomamente di andarsene nel PRALAYA, nel mondo della dissoluzione, o ancora
………rifarsi un vestito nuovo.
Chi
lo sa questo corpo quali potenzialità possiede e grazie a quel “peccato
originale congenito”, appioppato dalla chiesa cattolica, non potrà mai
riuscire a volare nel mondo
“delle entità perfette”?
Potrà
mai l’uomo liberarsi da questo anatema atavico di “eterna imperfezione”
nella quale il potere ecclesiale lo ha storicamente relegato?
Bisogna
dare forza al corpo e alla volontà che esprime……….
E
allora……..
L’uomo
potrebbe veramente smuovere le montagne se, per un attimo, prendesse
consapevolezza della sua divinità e annullasse quella differenza, sicuramente
voluta dalla religione umana, tra corpo e spirito.
___________________
Qualche
mese dopo, in un momento di sconforto scrissi queste parole al nostro Nino.
Caro
Nino,
grande
Amico,
non
riesco a stare senza pensarTi.
La
Tua presenza era una certezza.
Può
finire così, consumato dal tempo, quel grande legame?
Rispondimi!
Il
tempo può vincere la consapevolezza di essere UNO con
tutti?
Mi
sentivo UNO con Te…...
Più
che mai oggi mi sento e mi vedo UNO con Te.
Non
importa se non mi parli.
Se
non Ti vedo.
So
che ci sei……….più di prima.
Prima
eri Nino……….., il mio amico……….,
ora sei Tutto.
E’
bello sentirTi vicino.
SaperTi
accanto in ogni momento, mi rende forte.
Sto
attento a non sbagliare…….Tu mi controlli.
Cerco
di pensare bene……Tu sai cosa penso.
Sbagliare
per me è impossibile…..Tu mi sei accanto.
Lo
sai!….. A volte non credo alla Tua morte.
Nessuno
ci crede….la morte non esiste, è un aspetto della vita.
Ti
sembro infantile….vero??
Tu
avresti accettato tutto con grande consapevolezza.
Ti
conosco molto bene.
Accettavi
tutto così come era….ed eri sempre felice.
Non
volevi cambiare il mondo…..e nemmeno volevi cambiare Te stesso.
Scivolavi
assieme alle cose e non le volevi stravolgere.
Erano
così….ed erano tanto belle, dicevi.
Perché
renderci le cose ostili!
Perché
cambiarle???!!!! Basta capirle!!!!!!!!.
Capirsi……capirsi………….
Siamo talmente presuntuosi………… Perché!?
Respiravi
insieme a tutti noi.
Gioivamo
della Tua presenza.
Mentre
prima Ti cercavamo….adesso non c’è più bisogno.
Ci
stai sempre accanto.
Basta
essere in sintonia con Te per gioire del Tuo respiro.
Ti
penso con gioia, Nino.
Tu
ci sei….il Tuo profumo impregna tutta la terra.
Sono
davvero pochi i grandi!………………….Tu sei grande.
Adesso
cosa fai????!!!!…..Scivoli assieme a i Tuoi simili?
Sei
spirito!
Ritornerai
tra di noi!???????………
………o
sei ancora tra di noi???????…….
Lo
sai, ho smesso di pormi domande…..di cercare.
Il
vuoto lo riempio continuamente con tutto.
Sono
fermo….vivo il Dio che è in me.
Anche
Tu sei Dio.
Non è per niente finita…………….la vita
Nell’unità Nuccio
Quel corpo nudo, avvolto nel lenzuolo, dentro il gelido stanzone della
morte, doveva trascorrere la notte…….., rimanendo per la prima volta da
solo.
La
sconfitta subita ci rendeva silenziosi.
Ormai
gli argomenti si erano esauriti.
Quel
corpo freddo bloccava il fluire dei pensieri e, difficilmente, qualcuno tentava
di parlare.
Il
giorno dopo arrivò anche il padre.
Non
era venuto nemmeno una volta in ospedale.
Quella
visione del figlio impotente, disteso sul letto, cozzava con il Suo modo di
fare.
Lui
si avviliva quando qualcuno stava fermo.
Bisogna
muoversi sempre, fare sempre qualcosa perché il tempo perduto a riposarsi è
perduto e non si recupera più – diceva sempre.
Per
Lui il figlio non poteva essersi ridotto in quel modo, ecco perché in ospedale
non era mai venuto.
Quella
mattina stava seduto su una sedia di legno davanti all’obitorio……
Era
distrutto…….
Non
si rendeva conto del perché quella “cosa” avrebbe preso uno come Nino che
per Lui rappresentava la forza.
Anche
Sua mamma stava seduta davanti l’entrata.
Era
tempo di piangere, di vestirsi di nero, di darsi con pena alle condoglianze
della gente…..
Si
prendeva in considerazione l’idea di sottoporlo ad un’autopsia per capire
almeno la causa della morte, ma successivamente tutti si convinsero
dell’inutilità di essa…………non avrebbe cambiato la tragica realtà e
avrebbe infierito sul corpo esanime del nostro Nino.
Una
infinità di pratiche burocratiche, per cercare di farLo uscire presto da quel
luogo, impegnarono la moglie e qualcun altro per un giorno intero.
Finalmente
il giorno dopo tutto era pronto per il trasferimento a Motta: l’intera comunità
Lo aspettava per darGli l’ultimo saluto.
La mattina del 15 giugno qualcuno coprì con un bel vestito il corpo del
nostro Nino.
Il
classico vestito usato per le ricorrenze importanti, di colore grigio rigato,
accompagnato da una cravatta colorata, una pettinata ai capelli, una fresca
rasatura, una tinta di fondo roseo sul viso e una lieve spruzzata di acqua
profumata.
Così
fu reso presentabile a tutti coloro che in quella mattinata tanto calda si
trovava ad assistere alla deposizione del corpo nella bara.
Non
eravamo in tanti……
I
Suoi cari e qualche amico solamente…..
Ormai
la confusione si era spostata tutta in paese dove, da lì a poco, si sarebbe
tenuto il “grande rito del funerale”.
Mettemmo
tutti una mano sul corpo per aiutarci l’un l’altro a depositarLo dentro la
bara.
Era
un po’ pesante, ma non era per niente stravolto: le sue labbra mantenevano un
lieve sorriso, e il corpo, piuttosto freddo, non emanava l’odore tipico della
morte e si manteneva in perfette condizioni.
In
India i saggi o i Sadhu non vengono bruciati, perché si pensa che in vita
abbiano bruciato tutte le negatività e quindi, grazie a questa loro vita in
continua ascesa e in completa perfezione, non hanno bisogno del fuoco
purificatore per avvicinarsi alla LUCE.
La
cremazione avvolge il corpo con le fiamme e lo riduce in cenere.
Successivamente,
la cenere, elemento inodore e senza qualità, viene sparsa al vento, o ancora,
trasportata dal fiume e riversata nel mare che è rappresentato dall’Assoluto.
Invece
i bambini, puri per antonomasia, non sono soggetti a cremazione…..………e
poi, a parte tutto, cremare un corpo morto pieno di germi infetti e di microbi
pericolosi, è quanto mai igienico.
Molte
delle nuove epidemie, causate da
virus sconosciuti, sono derivate dalla decomposizione di corpi inumati nel modo
tipico occidentale.
Dobbiamo
distinguerci dagli altri anche nella morte, cercando di avere una grande
“casa” in cui riposarci per l’eternità, migliore di quella degli altri,
più elegante e degna di
attenzione…………………………………………………..……quanta
ipocrisia!
Nino
non aveva bisogno di essere cremato:la completezza della Sua vita lo aveva
purificato completamente, così il Suo corpo, depositato intatto si sarebbe
mantenuto; inoltre, la Sua decomposizione, qualora l’incorruttibilità non lo
avrebbe conservato, si sarebbe effusa nell’aria, riempiendola di un profumo
evangelico.
Dobbiamo
sempre vivere considerandoci
perfetti e in grado di emanare Amore da ogni nostro atteggiamento.
La
consapevolezza di dare Amore attira IL VERO AMORE.
L’altro,
quello immaginato, serve da esca per attirare questo VERO AMORE.
Il
corpo veniva deposto nella bara con molta delicatezza.
Si
dovette raddrizzare la testa perché si era inclinata.
Sino
all’ultimo sembrava che dormisse.
Era
perfetto……………….
Lo
abbracciai col sentimento e lo posi in un angolo del mio cuore.
Da
quel momento la Sua figura sarebbe stata sempre presente nei miei pensieri e
nella mia vita.
Adesso
si doveva pensare alla facciata ufficiale!!!!.
Bisognava
organizzare un bel rito, con fiori, con belle promesse, buoni propositi,
un’omelia toccante, un lungo corteo composto ecc…………...,
Tutto
si sarebbe svolto secondo i canoni sociali.
Si
approntò tutto l’apparato nella chiesetta dell’Immacolata.
In
tal modo la gente poteva sostare davanti la bara per rivolgerGli l’ultimo
addio. Tutto perfetto!!!!!!!!!!!!.
Prima
di trasferire la bara in chiesa, il carro funebre sostò qualche minuto di
fronte la Sua casa.
Il
ricordo dei propri cari ogni anima lo deve portare sempre con sé, almeno così
si crede, in modo da non dimenticarli mai……..anche se ormai lo spirito vola
in alto… in altre dimensioni……….si cerca di non far morire almeno il
legame che lega il defunto alle proprie cose……..in modo da trattenerlo
nella materialità più cupa.
Dimentichiamo
con facilità che lo spirito sente il bisogno di essere sostenuto quando decide
di andare via dal corpo.
In
seguito, forse, richiamato da qualche questione irrisolta, potrebbe ritornare in
questo mondo e risolverla…………………………………….., ma queste
sono altre storie, altre nuove avventure da vivere in un prossimo futuro dal
quale ci si sente chiamati.
Il
ritorno nel mondo delle emozioni dipende dall’intensità dell’attaccamento
con il quale il corpo-spirito ha lasciato questa realtà.
Vi
erano tutti i ragazzi scout, vestiti con le divise, a rappresentare i valori per
i quali Nino da sempre si è battuto.
Dovrebbero
veramente prenderLo da emulo in ogni situazione!!!!.
Lui
ha fatto tanto per loro………………, per i ragazzi……..….
li ha voluti bene, educati nel rispetto massimo della vita, li ha visti
crescere insieme ai propri figli e li ha trattati sempre come se fossero tali.
Ogni
genitore dovrebbe ringraziarLo enormemente per come ha spiegato “la vita” ai
propri ragazzi.
Il
cielo ci ha donato la fortuna di vivere accanto ad un uomo meraviglioso, pieno
di sani principi e capace di prendere la frusta quando la società, con le sue
false regole, tentava di insinuarsi nei Suoi sacrosanti insegnamenti.
Un
uomo forte, molto forte, che ascoltava in silenzio e nel massimo rispetto le
idee degli altri, facendoli parlare e, a volte, per non farli soffrire, li
assecondava con molta veemenza.
Un
uomo libero, rispettoso delle persone anziane e dei Suoi genitori, sempre pronto
però nel richiamare chiunque, qualora ravvisasse nel loro comportamento azioni
liberticide nei confronti di altra gente.
Era
contro la violenza, e contro tutte le guerre.
Aspirava
ad un mondo di pace e d’Amore dal profondo del cuore.
Possono
sembrare frasi retoriche, ma non lo sono.
Chi
lo conosce sa di aver vissuto veramente accanto ad un uomo straordinario
e…….potrei declamarne un’infinità di qualità……..
Nel
nostro gruppo da sempre si sono fatti questi discorsi e da sempre, relativamente
alle nostre tendenze, abbiamo cercato di metterli in pratica.
Un
uomo innamorato della Sua famiglia.
I
figli erano l’aria stessa che respirava, ma non venivano mai prima dei figli
degli altri.
Nella
vita tutti sono uguali, nel cuore senz’altro avevano una certa preferenza.
Sua
moglie, Vera, era la Sua propria vita.
Era
innamorato.
Erano,
ancora senz’altro lo sono, innamorati.
Ascoltava
sempre i Suoi consigli e, spesse volte, Lo vedevo imbambolato ad ascoltarLa
mentre parlava.
Una
coppia perfetta……..
Unita……..molto
diversi………: Lei più puntigliosa……., Lui molto….a me ne fotto….,
Lei
più intellettuale……...Lui molto
spicciolo…………………………………… Entrambi forti....
Decisi
nel portare sino in fondo un impegno..…
Simili
nel lottare per le cose giuste.….
A
volte qualche scontro li richiamava con i piedi per terra e………non è male,
serve a ritemprare l’Amore caduto nell’abitudinarietà.
Attorno
alla bara tutti si avvicendavano nel massimo rispetto.
La
piazzetta dell’Immacolata era stracolma di gente.
Io
non sapevo cosa fare.
Tutti
erano tristi, compiti, addolorati, rispettosi del momento……
Io
pensavo le parole di Nino e mi veniva da ridere, avevo voglia di cantare, volevo
gridare la mia rabbia e far sapere a tutti che IO NON CREDO NELLA MORTE…..
Non
ci credo perché non esiste…., l’uomo non muore…., si trasforma per
diventare……forse….. un altro uomo più pulito……, meno rabbioso….,
amante del bello senza scinderlo da nulla….
Tuttavia,
nonostante le mie convinzioni, non feci niente di tutto ciò che desideravo
fare: Nino mi tratteneva dall’alto richiamandomi alla PRESENZA MENTALE, AL
RISPETTO DELLE TRADIZIONI ALTRUI.
Mi
misi in silenzio assieme a tutti e cercai, una volta tanto, di rispettare le
regole. Era il momento di recitare la propria parte.
La
bara venne portata sulle spalle dai ragazzi scout.
Io
riprendevo tutto con una macchina fotografica in modo da estraniarmi dalla
solennità del momento.
Le
stradelle medioevali attorno al castello pullulavano di gente.
La
piazza antistante il castello non riusciva a contenerli tutti.
La
bara entrava trionfante nella piazza, fendeva la folla e veniva depositata su un
fercolo che stava di fronte all’altare.
Ai
lati vi erano le sedie per le autorità……..sempre in prima
linea…….soprattutto in queste tristi storie…..
vi
erano i parenti………, gli amici dispersi in tutti gli angoli della
piazza….., e poi veniva la folla…..anonima e silenziosa……,
tantissimi!!!!!!!!!!!!!!!!!.
Inizia
la messa con i suoi riti….…, parla un Suo vecchio professore leggendo un
discorso commovente……., la moglie,….. facendosi forza,…… esprime il
Suo Amore per Nino…….., un capo scout ne celebra le doti………, e
poi…………. l’omelia del prete.
Tutto
questo per un semplice uomo.
Anche
il volare delle colombe ne santificava la figura.
Il
castello svettava immenso verso il cielo e, mentre
le campane suonavano con gioia, l’energia emanata da quella piazza
PIENA di gente viva, riempiva il mondo intero con le proprie vibrazioni
d’AMORE.
Vi
erano diversi preti a concelebrare la messa.
Tutti
Suoi estimatori perché ne avevano riconosciuto tutte le qualità durante lo
svolgimento di diversi campi scout.
Nino
lasciava il segno in tutti.
Anche
gli “avversari” (chiamiamoli così) Lo rispettavano e temevano la Sua
temerarietà nel dire apertamente la verità.
Solo
così – diceva - non si hanno nemici, ma solo leali “oppositori”.
Il
corteo funebre stentava a muoversi, tanta era la gente.
Un
serpentone di persone si snodava lungo la via che conduce al cimitero.
Passi
cadenzati, pesanti e distrutti dal peso dell’impotenza, lo accompagnarono sino
alla fine.
Nell’aria
svolazzavano sempre le colombe per donare armonia……e non era poco. Stavolta
i preti lo accompagnarono sino al cimitero e non ritornarono a metà strada come
in genere fanno in tutti i funerali.
Nino
era troppo importante per non essere seguito lungo il tragitto sino all’ultima
dimora……………LA SUA ULTIMA DIMORA!!
Mi
sembrava strano sentire pronunciare questa fantomatica frase “l’ultima
dimora” rivolta al bel corpo di Nino e a tutto
ciò che di positivo emanava.
Era
come ridurLo in un piccolo spazio senza la possibilità di espandersi.
Una
mente così aperta, capace di volare in mondi lontani, non si può vincolare in
una semplice bara per il capriccio degli uomini, o per alcune tradizioni che
vogliono i propri cari, quindi le proprie “sicurezze”, sempre a portata di
“preghiera”.
Inoltre
è sempre la stessa la mente, nonchè le convinzioni “coatte”, a distogliere
il corpo-spirito dall’implicita espansione verso mondi emanati dal nostro
stesso subconscio.
Certe
credenze servono da freno alla nostra espansione……….
Non
lasciando fluire liberamente la nostra coscienza………., incasellandola in
steccati sociali e religiosi………., non si fa altro che deviare
l’evoluzione del corpo-spirito dal suo implicito istinto di “ritorno alla
luce primordiale”.
Inserito
tra queste varie sfaccettature della mente la quale, a propria convenienza, vaga
dall’apertura massima alla chiusura più retriva, sta l’UOMO: preda
inconsapevole di una mente così ingorda che, di volta in volta, crea emozioni
belle o brutte, fa ridere o piangere a proprio piacimento, crea amici o nemici
quando lo desidera lei e forma le qualità dei
pensieri dell’uomo.
L’uomo
deve lottare un nemico interno che vive e si sviluppa assieme a LUI: La propria
mente.
Essa
non si può eliminare, ma si può educare inserendo, volutamente, tramite un
atto di volontà, nel nostro corpo elementi positivi frutto di un nostro attento
e continuo discernimento………così si “cambia la mente”, come diceva il
Buddha, e così cambiano anche i nostri pensieri assieme ai nostri
atteggiamenti.
Dalla
moltitudine di persone presenti mi sembra di assistere allo svolgimento della
nostra festa paesana.
Una
marea di gente silenziosa, avvolta dai propri pensieri, che scivola con
tranquillità dietro la bara contenente il corpo del Nostro Nino.
Il
corteo si lascia andare tra un mormorio di voci sommesse che, sicuramente, hanno
poco da spartire con il funerale.
Si
parla di tutto cercando di mantenere un aspetto adatto al momento.
E’
molto normale in un funerale non parlare del morto.
Sono
così poche le occasioni per incontrarci..….e quindi si parla……si parla
così tanto durante la “passeggiata” al cimitero.
Ormai
il morto non c’è più, anzi è rimasto solo il morto, un corpo in
putrefazione che tra poco puzzerà.
Si
fa presto a dimenticare…….
La
società non tiene in conto chi se ne va.
Il
tempo incalza e bisogna andare oltre queste cianfrusaglie dello spirito……
La
materia…il denaro….la posizione….la bellezza….
Valori
così importanti da far dimenticare in breve tempo chi non c’è più….e la
vita continua…..
Il
corteo arrivava intanto al cimitero.
La
ressa dignitosa davanti la cappella per assistere alla tumulazione è uno dei
momenti più partecipativi del rito.
Bisogna
smettere di parlare, spegnere i telefonini e spingersi sempre più avanti per
vedere quanta sofferenza vi è sul viso dei parenti, dare l’ultimo saluto al
morto e………….mettersi in evidenza per farsi notare.
Io
c’ero…..……
non
solo al cimitero…..….risulta anche dal nome scritto a stampatello,
per
tutta la via e con i soldi versati
sotto forma di obolo alla chiesa affinché interceda per l’anima del
morto……….., sulla cartella compilata in casa del defunto o, in questo caso, su di un tavolo
approntato davanti la porta della chiesa.
Io
c’ero………………………………….…….. Ero
presente…………………………..
Ho
seguito tutta la funzione…………….….sino alla
fine…………….……
Ci
siamo stati in tanti quel giorno………………………….
In
tanti abbiamo partecipato al funerale e in tanti abbiamo pregato per Nino
affinché svolga in serenità e con determinazione l’opera per la quale è
stato chiamato e per la quale, Lui in prima persona, ha dato il Suo assenso.
In
tanti Lo abbiamo immaginato con in mano la spada della giustizia mentre coordina
le migliaia e migliaia di anime che arrivano da questa dimensione terrestre così
violenta e guerrafondaia.
In
tanti abbiamo visto la Sua essenza volare in alto per poterci abbracciare tutti
in una sola volta.
In
tanti abbiamo sentito questo Suo abbraccio e in tanti abbiamo sentito il Suo
calore mentre, avvolti da un fuoco di bivacco durante un campo scout,
ci raccontava storie di vita…………………………e in tanti
l’abbiamo sentito “ruttare”, mentre si abbandonava con semplicità ad un
sonno ristoratore.
Questa
storia finisce davanti la cappella della famiglia Valenti.
Lui
è stato tumulato nella massima serenità….. un bel funerale….e bella gente.
Peccato che mancasse la musica.
In
altri paesi è usanza tenerla davanti la bara per accompagnare il defunto.
A
Motta non si usa……speriamo che ciò non avvenga mai
perché sarebbe un’altra fonte di speculazione dato che, intesa nel
modo conosciuto, non porta nessuna allegria, invece ne aggrava l’atmosfera
suonando arie “di cuori affranti”.
HAI RALLEGRATOI NOSTRI CUORI, ADESSO
SPLENDI NELLA LUCE DI DIO
___________________________________________________________
RIFLESSIONE
Da
anni pensavo di scrivere qualcosa sulla scomparsa di Nino, ma non l’ho mai
fatto perché mi mancava una spinta.
La
spinta mi è venuta da un incidente occasionale con la moto, accaduto a
Gabriele qualche tempo fa: gli sviluppi sono stati quasi identici,
ma…… fortunatamente….il finale molto diverso……………
Gabriele,
un ragazzo di Motta ricoverato in rianimazione, dopo un lungo periodo di coma e
dopo tante preghiere collettive fatte in chiesa o per conto proprio, è riuscito
a salvarsi dalla morte e a ritornare a vivere assieme a tutti noi.
Così
– riflettevo - quando non si è pronti per andarsene nell’altra dimensione,
la morte lascia tutto il tempo che si vuole per continuare a vivere.
Sono
trascorsi quattro anni da questa storia e l’immagine di Nino non è ancora
assorbita dalle spire del tempo, tuttavia rischia di perdersi se
cerchiamo di farla entrare con espressioni formali nella storia del nostro
piccolo comune.
Il
rischio è contenuto nell’idea di innalzare oggettivamente delle “icone”
commemorative per non dimenticare.
Lasciamo
che il tempo diluisca naturalmente la Sua immagine, ma non trascuriamo mai di
apprendere gli insegnamenti che con grande genuinità Lui ha lasciato al mondo
intero.
LA
SUA ESSENZA E’ PATRIMONIO DELL’UMANITA’ e per sentire su di noi il Suo
influsso, basta agganciarci emozionalmente e col cuore a quel contenitore
energetico che nello spazio eterico, la contiene.
Non
è importante “deificare” con ricorrenze o targhe alla memoria la Sua
figura, bensì trasmettere i Suoi insegnamenti traendoli dalla Sua vita.
Nino
non avrebbe voluto essere ricordato se non nella semplicità “educativa” dei
Suoi atteggiamenti.
Appositamente
ho preferito non chiamare nessuno per nome per non evidenziare una persona più
dell’altra.
Tutti
abbiamo partecipato e tutti hanno cercato di aiutare tutti perché ognuno è in
relazione assoluta con il mondo intero.
La
completezza è stata nella libera compartecipazione di ognuno a pregare per la
guarigione di Nino.
Anche
se oggettivamente il miracolo non si è avverato, come era nelle nostre
aspirazioni, il miracolo della guarigione interiore in tutti noi, si è
avverato. Abbiamo, senza pericolo di smentite, smosso le montagne e in noi il
cambiamento è veramente avvenuto.
La
nostra coscienza è il riflesso dell’Assoluto che vive in noi e si
tramuta in consapevolezza quando trova un oggetto sul quale proiettarsi.
In
questo modo dovrebbe inquadrarsi la nostra avvenuta presa di coscienza maturata
dalla consapevolezza, anche se postuma, di essere vissuti accanto ad un uomo
straordinario.
NINO
E’ STATO MERAVIGLIOSO PERCHE’ NOI SIAMO MERAVIGLIOSI.
Non
dimentichiamolo mai.
La
grandiosità di una persona, a parte essere dovuta alla propria storia personale
e alla qualità delle vite vissute, è sempre conseguenza assoluta delle
interelazioni che ha avuto con tutti.
Nino,
a parte i Suoi amici e il gruppo scout, è vissuto accanto ad una moglie
meravigliosa.
Le
sua qualità si sono intrecciate con quelle di Vera e, grazie a questa miscela
esplosiva, Gli si sono risvegliate le qualità divine che ognuno di noi
possiede, perché ognuno di noi E’ DIO.
Il
grande saggio diceva che: “TUTTI SIAMO DIO, MA NON TUTTI NE SIAMO
CONSAPEVOLI”.
Partendo
da questa certezza si è sviluppato tutto questo documento.
Ho
cercato di dialogare col Dio che vedo in me e in tutti, nella speranza di donare
alla gente che ha conosciuto il Nostro eroe, l’immagine di un uomo che, in
parte privo della consapevolezza per potersi riconoscere tale, ha vissuto la
propria vita incorporando tutte le qualità di UN ESSERE SUPERIORE.
Ringrazio
tutti coloro che hanno vissuto assieme a me quest’avventura caratterizzata da
un continuo travaso spontaneo di emozioni positive, tutte
PERMEATE D’AMORE.
Di
seguito trascrivo parti di lettere inviate, subito dopo il funerale, ad amiche e
amici comuni che hanno condiviso quest’avventura assieme a me.
L E T T E R E
15
giugno 1999
Cara
Renata, caro Stefano,
proprio
l’altro ieri il Nostro caro Nino ha smesso di vivere con il Suo solito corpo
tra di noi.
Se
ne è voluto andare in un'altra dimensione portandosi con sé gran parte di noi.
Cari
amici, non avrei mai immaginato di annunciarVi la morte del nostro caro Nino in
modo così prematuro, eppure questa realtà così stravagante ha trovato lo
spazio per inserirvi anche questo evento.
Non
è stato facile accettare e capire questa morte.
Non
si è mai pronti a questo evento.
Per
noi la vita, specialmente questo nostro contenitore, è troppo importante
lasciarcelo rubare senza cadere nella sofferenza.
Eppure
è così.
Nino
ci è stato rubato.
E’
così che va la vita ed è così che siamo cresciuti in questo mondo
pieno di falsi insegnamenti.
Proprio
intorno alla morte si è costruita la più grande menzogna della terra.
Ci
hanno fatto credere che la morte sia la fine di ogni cosa.
Da
qui nasce la nostra paura, nascono le guerre, proviene la grande sofferenza che
ammanta tutto il mondo.
Ci
hanno fatto credere che la morte è l’aspetto contrario della vita, invece non
è così.
E’
la vita che contiene in sé anche la morte.
E’
la vita l’unica realtà assoluta che inesorabilmente non smette mai di
perpetuarsi, mentre la morte è solo un piccolo aspetto della vita che nel
progetto divino non squilibra niente.
E’
solo un rinnovarsi, un cambiarsi d’abito perché l’altro si è logorato.
E’
il vivere continuamente, sotto spoglie sempre diverse, l’unica cosa che esiste
ed esisterà per
sempre………………………………………………………………………………………………………
Non
è un mistero morire: E’ la pura e semplice realtà, e bisogna affrontarla con
consapevolezza e con dignità.
Cara
Renata capisco la nostra difficoltà nell’accettare la morte, ma bisogna
considerarla sempre attorno a noi.
Ci
siamo e non ci siamo.
E’
un finire e un ricominciare continuamente.
Nino
oggi non c’è più, lo so. Domani saremo noi a non esserci più. Cosa rimarrà
di noi?
Cos’è
che lasceremo a questo mondo così legato all’immagine?
Lasceremo
il nostro insegnamento, le nostre azioni e tutto ciò che di bello abbiamo
fatto.
Capisci
Stefano? E’ solo una corsa la nostra vita.
E’
una grande illusione che ad ogni momento cambia la propria consistenza, mentale
e fisica.
Ma
cosa rimane allora? Dove andiamo a finire? In quale deposito galattico andrà a
depositarsi questo involucro?
Per
Nino la vita era gioia e Amore.
Non
credeva nell’infelicità eterna propinata dalla chiesa.
La
Sua stessa vita è stata imperniata sulla convinzione che la Gioia contiene
tutto……e viveva felice. L’altro mondo per Lui sarà pieno di Gioia e di
cose belle perché Lui ha creduto fermamente a questo
principio…………………………………………………
Vi
abbraccio Nuccio
-
oggi alle ore 18 si svolgeranno i funerali.
“Lui
si è ricongiunto al padre”
La
vera fonte da dove proveniamo .
16
giugno 1999
il
giorno dopo il diluvio
Cara
Vera,
in
genere si dice che la quiete viene dopo la tempesta.
E’
come dire che dopo la guerra vi è la pace, che dopo il buio vi è la luce, o
dopo la tristezza viene la felicità, o dopo il sacrificio la gioia……..
Il
far divenire le cose da altre cose è il dramma dell’umanità, vedere il male
come preludio del bene è stato per l’eternità la causa delle nostre
sofferenze e delle nostre incomprensioni.
Lo
vedi, cara Vera, la tempesta o la quiete non divergono rispettivamente l’una
dall’altra, bensì esse si contengono e si compenetrano rispettivamente sino a
diventare UNO.
Questa
UNITA’ racchiude e contiene in sé TUTTO.
Momento
dopo momento poi, siamo noi a vivere attraverso le emozioni e i sentimenti,
questo TUTTO.
L’ignoranza
è il nostro principale nemico, quindi bisogna conoscere o affidarsi ad un
Maestro per fugare le false interpretazioni che ci vengono proprio da questa
ignoranza.
Per
conto mio, attorno a noi, esiste solo il bene che contiene in sé il non-bene.
Sta
a noi, con la nostra conoscenza e la nostra intelligenza, saper discriminare e,
conseguentemente,scegliere di vivere in un modo o nell’altro su questa
terra.
La
morte del nostro caro Nino, a parte tutte le disquisizioni intellettuali che si
possono fare, era già contenuta nella Sua vita.
E’
come quel seme che contiene in sé il futuro albero con tutte le radici, i
frutti, gli uccelli e la sua ombra.
Nino
era tutto questo.
Nino
conteneva anche noi.
Noi
lo stiamo continuando a contenere tramite le Sue parole, i Suoi atteggiamenti e
il Suo grandioso messaggio.
Come
si fa a non essere tutto questo?……. Riflettici!!!!!……..Come si fa ad
immaginarci la vita Senza di Lui?….…….. senza la Sua immagine che ci
sollazza? Eppure è così!!!!!!!!!!!!!!!!….…………..
Credimi…………………………...
Proprio
in questo confonderci l’uno nell’altro, come l’acqua di un fiume si
confonde con l’altra acqua del mare, risiede l’essenza della vita.
Vi
è DIO in tutto questo.
E’
Solo LUI che, nella Sua grandiosità, riesce a contenere questo TUTTO.
Un
TUTTO che si confonde col VUOTO, con L’INFINITO, con L’ASSOLUTO.
Nino
è stato tutto questo.
“E’
ancora oggi, e sarà per l’eternità TUTTO QUESTO”.
Hai
visto ieri quanta gente ha reso omaggio alla figura di Nino?
Immaginavamo
tanta gente, ma non così tanta.
LA
SUA VITA E’ STATA VERAMENTE IL SUO MESSAGGIO.
In
tutti questi anni ha costruito attorno a sé un paradiso, e stai pur certa che,
nella Sua nuova dimensione, troverà il paradiso e la gioia con cui è vissuto.
La
Sua figura era imponente e per tutti è stato un punto di riferimento.
Questa
Sua grandezza, credimi, non è stata solamente frutto del Suo giardino. Accanto
a Lui ci sei stata Tu.
E
non è poco.
Tempo
fa Lui mi confessava di essere orgoglioso di Te perché vedeva molta
determinazione e Amore nei Tuoi atteggiamenti.
E’
vero.
Vedeva
anche la donna fragile che ha bisogno di carezze e di conforto.
A
volte la nostra debolezza crea la fortezza negli altri per fortificare la nostra
insicurezza.
Nel
Tuo caso questa forza esiste e si vede, però assieme ad essa vi è anche una
grande paura.
Paura
del futuro e confusione nell’affrontare il presente!……..
Tutto
questo è umano!……… Guai se non fosse così!!!!!!….. Guai non chiedere
aiuto nei momenti di confusione………………. Creeremmo attorno a noi un
mondo di solitudine e di mostri.
Non
dimenticare che noi esistiamo l’uno per l’altro.
Questa
nostra forza, la grande dignità che abbiamo avuto nell’affrontare questa
grande avventura è dipesa dalla nostra Unione, dal modo di dimostrarci forti
quando il momento richiedeva fortezza e fragili quando il momento ci trovava
impreparati.
Questo
paradiso lo abbiamo costruito in terra attorno a noi.
Lo
so che Nino è insostituibile……...e tale rimarrà.
So
anche che la vita continua e proprio dal Suo indistinguibile stile di vita
dobbiamo evincere il giusto comportamento, anche dinanzi a situazioni tanto
gravi……………………………………………………………………
Il
vuoto lasciato da Nino è grande, però lentamente possiamo riempirlo da tutte
le cose che al momento vorremmo mettervi.
Questo
vuoto che potenzialmente può contenere tutto, è la nostra speranza.
Un
giorno vi metteremo un piccolo progetto, un altro giorno vi depositeremo un
sentimento d’Amore, l’altro ancora vi pianteremo un albero, poi una carezza,
un sorriso e così via….
Nino
ci ha lasciati svuotati, ha preso tutto con sé…… Ci ha lasciato il
vuoto……… Vuoti per iniziare nuove strade, e tutte le strade, quando siamo
vuoti, sono
buone…………………………………………………………
Nino
è stato premiato dalla Sua stessa semplicità e dal Suo grande Amore che aveva
per tutti.
Noi,
gli amici, i conoscenti e gli scout, dobbiamo essere orgogliosi di avere avuto
accanto un così grande uomo.
Tu
lo sai che io ero innamorato di Nino?……Era più di un
amico………………………………
Quando
Gli stavo accanto mi abbandonavo completamente
perché mi sentivo protetto e pienamente rappresentato dalla Sua
presenza.
Sarei
andato con Lui in capo al mondo, però in questa occasione non l’ho potuto
seguire, è voluto partire da solo, pur sapendo che lo specialista nei viaggi
sono io.
Perché?………..
Perché ora?……….. Perché in questo modo?………
Forse
Lui era pronto, ma ha considerato se anche noi fossimo pronti nell’accettare
questo Suo atto…….. Ci ha dato il tempo,………… abbiamo
detto………….
Ma
quale tempo?
E’
tutto un mistero!….. Un dubbio!……. Un chiedersi continuo………..
…………………………………………………………………………………………………………………………….
ti abbraccio nuccio
18
giugno 1999
Cara
Rosaria,
in
India si dice che quando un Maestro se ne va in cielo, il firmamento accoglie
una nuova stella.
Il
nostro Nino in questo istante brilla di luce propria e della piccola luce che
era, così, adesso, illumina il mondo intero.
La
Sua presenza in questa dimensione non è passata
invano………………………….
Ha
riempito il mondo di sé. La Sua gioia conteneva tutte le cose belle di questo
mondo: la semplicità, l’Amore, la pace e la saggezza.
Noi
che Gli siamo vissuti accanto, con più o meno intensità, ed abbiamo respirato
assieme a Lui i Suoi sogni e la Sua praticità, dobbiamo sentirci orgogliosi.
Non
è facile nascere in questo mondo con sembianze umane…………, figuriamoci
poi di vivere accanto, corpo a corpo, con una persona “realizzata in vita”
come lo era Lui.
Dobbiamo
proprio ringraziare il nostro caro Dio per averci permesso e concesso tanto
onore………………………………………………………………………………………………………………
Da
questa realtà inedita dobbiamo tutti
intraprendere la giusta strada che è quella dell’amore e della Verità.
Cominciamo
toccando la terra, questo è il vero miracolo!
Non
sull’acqua, ma per terra, senza perderci nei sogni.
Il
mondo che vogliamo costruire non esiste………... Esistiamo noi e ciò che
siamo.
Hai
visto il grande messaggio di Nino in questa vita quale grande miracolo ha
creato?
Tutta
quella gente al funerale è stata la Sua apoteosi….e Lui ha semplicemente
camminato per terra…non ha camminato sull’acqua.
I
frutti li abbiamo raccolti al funerale……..non si smette di vivere senza un
motivo. Forse era il momento di
andare via in altri mondi a regolare le galassie e i pianeti attorno a
noi…….Dio avrà senz’altro un gran da fare per mantenere le regole
che ha creato,e Nino sarà senz’altro un valido aiutante.
Vedrai
che il tempo scioglierà il mistero della Sua morte, e il nostro atteggiamento,
riveduto, legittimerà questa Sua fine.
Cambieremo,
vedrai, e questo cambiamento lo toccheremo con le mani perché ne saremo
consapevoli man mano che le nostre azioni si svolgeranno.
I
frutti non li raccoglieremo alla fine, ma durante la strada.
Anche
gli scout credo che non aspettano la fine per gioire, ma la vivono nel momento
presente.
Nino
era molto semplice nelle Sue cose e non permetteva al tempo di insinuarsi a
lungo tra il pensare, il dire e il fare.
Non
era un intellettuale, non era un sognatore, era semplicemente un “facitore”,
come diceva San Paolo.
La
Sua azione conteneva passato- presente- futuro.
Amava
il presente più di ogni altra cosa al mondo……..
…………….Era sempre un passo avanti su di
tutti……………………………. AMAVA PERCHE’ E’ BELLO AMARE.
Mi
diceva sempre che noi, il nostro gruppo di amici, ciò che avevamo creato,
eravamo fortunati a differenza di altri: infatti la nostra unione e solidarietà
ci avrebbe rafforzato e aiutato nell’età senile, indipendentemente
dall’aiuto dei figli. Aveva ragione perché Lui guardava molto al di là di
questa realtà transeunte.
Lui
vedeva noi come spirito e già sapeva che per l’eternità lo spirito di ognuno
si racchiude e si confonde con lo spirito di tutti.
Conosceva
la verità: divisi in terra, ma uniti nello spirito.
Viveva
“il distacco” proprio perché conosceva queste cose.
Apparteneva
a questo mondo, ma non era di questo
mondo…………………………………
Non
nasce da niente da niente…….. Non diviene nulla da nulla……..TUTTO E’
TUTTO E’ AMORE E VITA…… Queste due realtà contengono in sé
tutto………………………………….
Ti
ringrazio di essermi stata vicino e di aver, con il Tuo sentire, alleviato la
grande sofferenza che ha colpito tutti.
Tuo
nuccio
23
giugno 1999
Caro
Rosario,
mai
come stavolta provo tanto imbarazzo e confusione nello scrivere una lettera. Non
so se e come darTi buoni consigli, o se sono io ad aiutarmi scrivendo queste
parole.
Certamente
la confusione è tanta, e assieme ad essa vi è anche la stranezza
dell’argomento da trattare: parlare sulla scomparsa di un mio grande amico al
figlio.
Sembra
il titolo di un tema………….. Ma!!!!!!!!!!!!!!!
Parliamone…………
In
India si dice che la morte è come la vita.
E’
vero?????…. Sicuramente da noi è un dramma……….
La
nostra impreparazione sull’argomento e il grande attaccamento alla vita pone
la morte al primo posto nella classifica delle disgrazie.
Tutto
è rimediabile, si dice, mai però dinanzi alla morte.
L’unica
cosa certa, si dice, è la morte.
Così,
la forza che proviene dalle cose materiali e spirituali che si possiedono crea
una forma di attaccamento potente e, quando capita che una di queste cose, e
capita spesso, viene a mancare, inevitabilmente scivoliamo nella
disperazione più nera.
Il
mondo ci cade addosso e per rimetterci su bisogna ricreare altri legami, quindi
sviluppare desideri, che sopperiscono alla cosa che ci è venuta a mancare.
E’
una continua corsa verso la sofferenza, perché in questo mondo anche le cose più
care hanno una presenza precaria e relativa.
Ciò
che nasce, per forza di cose, invecchia, si logora e cambia aspetto.
CAMBIA
ASPETTO……………………………...
L’unica
cosa a rimanere come sempre, a ripetersi per l’eternità, è la vita.
Siamo
condannati a vivere eternamente.
Con
aspetto diverso, in dimensioni diverse, ma sempre in relazione assoluta con ciò
che siamo stati nelle varie esistenze precedenti.
La
morte, cosa è???????????……… Perché????????????….. Chi
decide???????????……
Ognuno
di noi ha una propria risposta, e quella è la risposta giusta.
La
spiegazione che potrei darTi io, è la mia convinzione dettata dalla cultura,
dalla conoscenza, dalla paura, dalla religione, dall’attaccamento alla vita,
dalla sfiducia nella vita e da una infinità di sentimenti ed emozioni che di
volta in volta mi fanno cambiare parere.
E’
meglio che Tu rimanga con le Tue convinzioni, vedrai che quelle saranno
sicuramente le migliori per Te.
Le
soluzioni le troverai nel momento presente, nel valore che darai alle cose e ai
rapporti che durante la Tua vita incontrerai.
Ti
dico solamente che le soluzioni che troverai non saranno mai quelle definitive.
Non
convincerTi che l’unica strada è quella che hai scelto Tu.
Alle
cose e alle idee bisogna dare il giusto valore, senza mai considerarle assolute.
Solo così si può vivere sereni e
gioiosi…………………………………………..
Adesso
parliamo della vita.
Cosa
è??????………….. Perchè si vive??????????????…….
Potrei
risponderTi come prima dicendoTi che la vita è cosa Tua e dovresti pensarci
Tu…………………………………………………………………………………………..
La
vita la conosco: So cosa è, e come va.
Perché
soffriamo e perché godiamo.
Lo
sai chi determina la nostra gioia o la nostra sofferenza in questo mondo?
Siamo
noi stessi, la conoscenza che abbiamo e le scelte che attuiamo momento dopo
momento.
L’ignoranza
è la tomba della vita.
Buddha
per vincere la sofferenza diceva di sconfiggere l’ignoranza: infatti è questa
che ci richiama di vita in vita sulla terra facendoci vivere inesorabilmente il
ciclo della nascita, della malattia, della sofferenza, della vecchiaia e della
morte.
Per
non soffrire, Lui dice, basta non nascere più e tutto è fatto.
Automaticamente
si esce fuori da questo ciclo infernale.
Io
dico che per non soffrire basta vivere nel momento presente ed accettarlo così
com’è………… Basta fermarci……….. Toccarci………
Guardare………...
Questo
è il vero miracolo.
Saper
camminare per terra con i nostri piedi, morire ogni momento per poi rinascere,
morire ai nostri pregiudizi e ai nostri
errori………………………………….
E’
questo il segreto della felicità.
Tuo
padre sapeva morire ogni momento, ed ogni momento, diceva Lui, era buono per
sorridere, per Amare, per essere sé stessi aiutando gli altri……...e per
rinascere.
………………………………………………………………………………….cerca
di non cambiare mai per imitare
qualcuno……………………………………………………….nemmeno
Tuo padre.
I
grandi uomini, come Nino, sono da emulare nei grandi messaggi, ma nel piccolo
ognuno deve seguire la propria strada.
Rosario
è così perché è Rosario, con il Suo carattere, con le Sua paure, con le Sue
indecisioni, con la Sua forza, con i Suoi affetti, con i Suoi amori, con i Suoi
stravaganti modi di agire…………………………………………
noi
siamo fatti nel nostro modo e, rimanendo
tali, dobbiamo guardare la vita dei grandi che, vivendo nel loro modo, hanno
cambiato il mondo………………………………….. e Tuo padre lo ha
cambiato il mondo.
Il
mondo attorno a Lui lo ha reso un paradiso senza stravolgere niente.
Ha
solo dato il giusto valore alle piccole cose che in questo mondo vengono
trascurate.
La
Sua grandezza stava proprio nel rendere importanti le piccole cose: i rapporti
con gli umili, con i vecchietti, con gli amici, con i ragazzi, con i figli,
rendendoli grandi.
Nella
semplicità ha trovato la Sua dimensione e nella schiettezza il Suo stile di
vita.
Non
voglio santificare nessuno, voglio solo dare a Cesare quello che è di Cesare.
Per noi la Sua scomparsa è stata pesante da
accettare……………………………………….., ma per
Lui…………………..e per coloro che alla vita hanno sempre dato il giusto
peso, senza mai legarsi spasmodicamente, è stato il naturale passaggio da uno
stadio ad un altro stadio.
Senz’altro
continuerà la Sua opera: in terra rimanendoci sempre accanto, consigliandoci e
spronandoci nei momenti di crisi; in cielo organizzando accanto ai “grandi”
le stupende regole che coordinano i pianeti, le galassie e la vita sulla terra.
Non
è bello sognare, Rosario!
RicordaTi
che qualsiasi sogno diventa reale nel momento stesso in cui si vive.
……………………………………………………………………………………………………………
Tuo
padre ha vissuto la Sua vita rispettando i cinque principi universali:
“Giustizia
Pace Verità Amore Non-violenza.”
Nuccio
23
giugno 1999
Cara
Antonella,
questo
pomeriggio ho sentito la mancanza del Nostro Nino. Ero da Vera e la confusione
non mancava.
Non
mancavano nemmeno le grida.
Davide
correva sul terrazzino gridando. I ragazzi strillavano. Rosario voleva gridare,
ma non vi riusciva.
Per
un attimo i nostri occhi si incrociarono e in quell’attimo FU IL VUOTO.
La
consapevolezza della scomparsa di Nino maciullò la mia mente e mi sentii solo.
Il mio Nino, il nostro Nino, con quell’aspetto sorridente e rassicurante non
lo vedremo più.
In
questi giorni ho scritto diverse lettere e
in tutte ho cercato di dare coraggio spiegando la morte vedendola come un
evento naturale.
Forse
lo è! ma in questo caso, non
riesco a superare la grande confusione e il grande vuoto che mi ha lasciato.
Da
Te cerco aiuto.
Ti
sto scrivendo proprio per aiutare me stesso, ecco perché non posso mentire. Il
Tuo continuo ripetermi: non riesco a crederci e le Tue spontanee lacrime, mi
riportano con forza alla realtà…..e anche io mi ripeto continuamente…..Nino
non c’è più….impossibile!
Tu
lo sai che io amavo Nino!!!!!!
La
Sua forza era il mio respiro.
Molte
volte Gli ho detto: Nino Ti voglio bene. Mi dava sicurezza e mi metteva sempre a
mio agio………….. Quanto sono egoista! Non è vero!
Non
penso alla Sua scomparsa, penso alla mia sofferenza. Alla Tua sofferenza, a
quella di Turi, a quella di Vera. Pina non riesce a sorridere. E’
completamente sfiduciata verso la vita e odia tutto il mondo.
Perché
Nino! Il migliore! Mi dice….ed io a farLe coraggio.
E’
proprio vero che non si è mai pronti al distacco, figuriamoci poi in questo
mondo dove la felicità è frutto, illusorio, delle cose che possediamo. Appena
ci viene a mancare una di queste cose cadiamo in depressione e subito cerchiamo
di ricambiarla……………l’importante è, crediamo, non lasciare alcuno
spazio tra il corpo e la mente dove
possa incunearsi la sofferenza.
La
sofferenza è una brutta bestia, ed è difficile allontanarla, allora
escogitiamo terapie particolari per non subirla. Stranamente però, dopo un
po’ di tempo essa si ripresenta con maggiore intensità…..ed allora………
Cosa
è successo!!!!! Dove sta l’errore!!!!!!
L’errore
consiste proprio nel rifiutare la sofferenza.
Nel
non volerla ad ogni costo indirettamente le diamo
più spazio. Le diamo troppa importanza e Lei assume colore, consistenza,
aumenta perché aumentano i nostri desideri, e i
nostri attaccamenti…..e Tu sai che qualunque cosa
esiste, domani non esisterà più perché si logora, invecchia….finisce
di vivere tramite il solito involucro……….e cosa ci lascia?!
Ci
lascia la sofferenza, il dolore, il dramma della mancanza.
Cara
Antonella la sofferenza si deve abbracciare. Essa è un aspetto della vita.
La
scomparsa del nostro caro Nino è drammatica perché
lo abbiamo visto e considerato come un caro amico con quell’aspetto,
con quelle Sue idee, distaccato da noi.
Considerando
la realtà come un qualcosa che vive indipendentemente da noi, creiamo, senza
volerlo, i presupposti per la sofferenza. Quando invece vediamo tutto in tutto,
quindi anche Nino in noi e viceversa, la Sua mancanza, non ci toccherebbe
affatto perché la Sua essenza si confonderebbe nella nostra
essenza……………………………………………………………………………
Il
Suo respirare ha contribuito alla nostra crescita.
Scindere
Nino da noi e dal mondo intero, significa creare altra
sofferenza………………………………………………………………….
Chi
lo sa dove si trova in questo momento?
E’
questa una delle domande più frequenti che girano attorno alla morte.
Chissà
se ci vede! Se ci protegge!
Dopo
un simile evento cadiamo sempre nel dubbio e non troviamo via di uscita.
L’insegnamento che ci viene dalla chiesa non lascia spazio alla risoluzione
del dubbio, anzi lo drammatizza.
Lo
vedi Antonella, quando la nostra vita viene impregnata da falsi valori e ad
ognuno diamo troppo peso, diventa immancabile l’arrivo della sofferenza…..
quando poi uno di questi valori ci viene a mancare………..Tutto ci crolla
addosso.
La
chiesa, in contrapposizione al Grande messaggio di Cristo, ha contribuito nel
farci edificare la nostra casa sulla sabbia anziché sulla roccia.
Poco
spirito, più materia.
Una
cosa è il messaggio, l’insegnamento, un ‘altra cosa è il modo e
l’esempio che sta dietro chi vorrebbe spiegare la gioia della fede.
Un
Maestro dovrebbe far volare i discepoli durante un’insegnamento.
Un
Maestro deve camminare accanto al discepolo suscitandogli quella fiducia
che in genere la vita non da.
Un
Maestro è colui che Ti avvicina a Dio perché Lui conosce la strada.
In
India il Maestro è considerato più importante di Dio stesso perché solo sotto
il Suo insegnamento può scoprirsi il Dio che vive in noi.
Qui
da noi……quali Maestri abbiamo!!!!
L’insegnamento
è concentrato sull’acquisizione del potere economico, politico, sociale,
religioso, di casta,sull’acculturamento, sul potere della mente ecc…tutti
valori relativi e fittizi che non lasciano nulla di consistente e profondo perché
PASSANO…… E lo spirito!!!! Il Sé!!!! L’Atman!!!! E Dio????
Dove
è! In quale recondito luogo lo releghiamo in questo walzer di tiranni?
Dio
che è il vuoto quindi può contenere potenzialmente tutto, diventa in questo
nostro mondo il mezzo per santificare qualsiasi nostra azione.
Dietro
il nome di Dio, Tu lo sai, si sono nascosti e si nascondono anche oggi i crimini
più atroci.
Questo
Dio diventa l’emblema delle GIUSTE GUERRE…….è questo il vero dramma. Ecco
da dove nasce la sofferenza.
Noi
se vogliamo uscirne fuori e vivere con dignità,dobbiamo eliminare dal nostro
corpo e dalla nostra mente questi falsi miti.
Riprendiamoci
la vita ristabilendo armonia e gioia nel nostro corpo.
Smettiamo
di vederci peccatori ad ogni costo, svestiamoci dalle etichette perché
è questo nostro suddividere e classificare le cose a creare sofferenza e
violenza.
Vediamo
TUTTO, UNO.
Buddha
diceva: “CAMMINIAMO PERCHE’ E’ BELLO CAMMINARE”.
Noi
qualunque cosa facciamo abbiamo quasi sempre un obiettivo da raggiungere,
sorvolando così sul momento presente.
Corriamo
per arrivare, non per vivere.
Nino
era un grande uomo perché viveva le cose con intensità senza mai inutilizzarle
con l’assurda concezione di raggiungere a tutti i costi la meta.
Era
un uomo del nostro tempo…..ma con lo spirito in Dio. Ecco perché la Sua
presenza, anche come corpo, ci manca.
Quando
in vita si raggiunge e si vive col corpo e con lo spirito come se si fosse UNO,
il segno che si lascia è veramente grande.
Corpo
e Spirito.
L’amalgama
di questi due elementi fa essere Dio.
Dio
è corpo perché vive da Uomo con tutti i Suoi problemi, ma è anche Dio perché
è consapevole di esserLo.
A
Nino l’unica cosa che mancava era questa consapevolezza che fa di Dio un
ESSERE cosciente di essere anche il corpo.
………………………………………………………………
Gli
illusi e i confusi aspettano di raggiungere questa liberazione dopo un certo
periodo di discepolato e di sacrificio, invece sbagliano….e continueranno a
cercarla per l’eternità.
LA LIBERAZIONE SI RAGGIUNGE IN VITA. SI VIVE IN OGNI MOMENTO.
UN PASSO…UN SORRISO. UN ALTRO PASSO…..UN ALTRO SORRISO.
Il
nostro caro Nino conosceva intimamente queste cose,e viveva esclusivamente in
questo modo…………è importante questa vita terrena perché ci permette di
pensare a Dio e di Amare………………E’ bello piangere, è bello avere
dubbi. Credimi.
Tuo nuccio
25
giugno 1999
Cara
Luisa,
la
scomparsa fisica del corpo di Nino ci è caduta addosso con grande violenza.
Del
resto l’imprevedibilità di tale evento ci ha colto tutti impreparati senza
lasciarci il tempo di razionalizzare e capire la grande portata di un simile
fatto.
Forse
non vi è nulla da capire, si deve solo accettare senza scervellarsi.
Le
cose vanno come debbono andare, Tu mi diresti.
Forse
è proprio così….. ma a chi rivolgerci in questo caso se
non
a Dio!
A
chi chiedere conto e ragione se non a quel Dio che, a detta comune, dirige e
coordina tutte le cose?
Perché,
Gli chiederei, prendere Nino proprio quando viveva la propria vita da realizzato
e quindi poteva insegnarci a tutti
la strada?
Credo
che non avremo, almeno ufficialmente, una risposta diretta.
Dio
no si scomoda per simili sciocchezze, ha da regolare le galassie e tutti i mondi
paralleli che coesistono assieme a noi.
Mi
sa proprio che bisogna rassegnarci,quindi la risposta dobbiamo cercarla da noi
aiutandoci con le nostre conoscenze e il nostro credo.
Parlerei
quindi con il Dio che è in noi: Questo dubbio Lui solo lo può sciogliere. Gli
porrei diverse domande, ma poi chi mi risponderà! Lui o la mia mente!?
Alla
mente piace molto parlare, lo sai, crea illusioni, edifica castelli e poi li
distrugge. Crea Amore, convenienza, invidia, uguaglianza…e poi alla minima
onda cambia…di umore, proietta falsi miti, crea degli idoli, gioca con
la vita e non guarda nessun ostacolo perché è essa che crea gli stessi
ostacoli, le scappatoie, gli abbracci….insomma non è da prendere in
considerazione questa mente.
A
chi rivolgermi quindi, a chi chiedere spiegazioni sulla morte di Nino?
Proverei
a stare zitto……….. In silenzio.
E’
un buon suggeritore il silenzio…..non discute……non proietta…..non
valuta.
Fa
scivolare le cose senza ostacolarle…..serve solo a sé stesso…….non da
alcuna risposta… lascia che arrivino da sole.
Le
risposte anche se sembrano scaturire naturalmente, hanno sempre una storia
dietro ad esse.
Io
nel silenzio trovo sempre, anzi arriva, la soluzione su ogni mia confusione.
Basta
solo lasciarsi andare e lasciare andare le cose così come vanno.
Lo
dici sempre Tu, ed è vero.
Cercare
con la mente discorsiva il motivo di quell’effetto è ricadere nel gioco della
mente, che non aspetta altro un nostro rientro sul suo campo da gioco.
………………………………………………………………………………………………Dio
non ci lascia al buio.
Stai
pur certa che una risposta l’avremo, anzi, l’azione stessa contiene in sé
la risposta. Lo stesso effetto è gravido della causa precedente ed è causa,
lui stesso, dell’effetto procedente. Perciò, per quanto riguarda la scomparsa
di Nino, basta solo fermarsi e cogliere i suggerimenti che vengono dalla nostra
coscienza, quindi da
Dio…………………………………………………………………………………………………………………………….
Qualcuno
diceva che al di là dell’Amore vi è l’amore…..ed è vero.
L’indefinibile,
proprio perché è tale, può definirsi con qualunque concetto.
Guai
a ridurre Dio o l’Amore ad una semplice definizione. E’ come togliere la
salinità all’acqua del mare.
Al
di là del relativo vi è il non-relativo, e noi apparteniamo ad entrambi.
Ci
siamo e non ci siamo. Siamo Dio e non siamo Dio. Nel quotidiano e nel
particolare siamo relativi, nel generale siamo assoluti.
Assieme
a tutto questo fiume di parole ha trovato spazio la morte del nostro caro Nino…………..e
non lo riporteremo in vita con le
parole………………………………………………..
…………………………………………………………..ti
abbraccio
nuccio
28
giugno 1999
Cara
Nunziatina,
In
genere quando scrivo una lettera, è quasi sempre mossa da un sentire profondo
venuto in superficie per motivi diversi. Stavolta il sentire non c’è, però
entra in campo l’affetto, la riconoscenza, la gioia di essere presenti nella
mente di tante persone care e gentili.
Ovviamente
l’argomento in voga in questi giorni è: IL DISTACCO.
Come
viverlo, come accettarlo e come vedere felicità in questo grande evento che
ineluttabilmente, prima o poi, toccherà anche noi.
In
genere l’insegnamento della chiesa ci dice che la morte può avvenire in ogni
momento e solo da essa può divenire la resurrezione. Solo morendo possiamo
parlare di rinascita.
Morire
in che cosa? Mi chiedo!
Rinascere
da che cosa!
Morire
alla vita, all’egoismo, alla malvagità per poi rinascere dalle macerie a
nuova vita….all’Amore, alla GIoia.
La
morte del corpo, il dissolvimento del contenitore fisico non è assolutamente
contemplato né
accettato……………………………………………………..
E’
duro abbandonare il nostro corpo, non vedere più l’involucro fisico del
nostro amico dopo che per tutta la vita ha lavorato come un cane per modellare
un corpo e renderlo bello.
Diamo
troppa importanza all’aspetto esteriore e nel contempo però trascuriamo il
vero aspetto della vita: quello interiore, quello divino, quello dello spirito.
L’impreparazione
poi ci coglie quando la morte fa la Sua comparsa.
L’Assoluto
per noi diventa ciò che in effetti, e per propria natura, è relativo.
L’impermanente lo rendiamo assoluto, addirittura ci convinciamo che Dio
risiede nel
Relativo
e scarichiamo su di Lui tutte le
colpe di questo mondo.
Ecco
la sofferenza.
L’ignoranza
è la trappola della nostra vita.
Fare
derivare una cosa da un’altra cosa è un grande errore.
Siamo
abituati a vivere per settori, a percepire le emozioni una alla volta e come
conseguenza di altre emozioni. Questa gradualità delle “cose”, questa scala di valori, questo
suddividere e far derivare i sentimenti da altri sentimenti è come vedere
un’infinità di onde senza renderci
conto che queste onde sono composte tutte delle stessa acqua
…………………………………………………………………………………………………………………….
Lasciare
tutto alla solita frase: “Le cose vanno come debbono andare”….mi sa
proprio di un fatalismo deludente e castrante.
Una
spiegazione, un motivo deve per forza esserci perché non esiste il caso e tutto
è in relazione e compenetrato da tutte le cose del mondo.
Uno
dei motivi potrebbe essere il troppo Amore.
Il
cuore aumenta il proprio ritmo quando le cose attorno a noi diventano
improvvisamente vive.
Quando
il semplice sbocciare di un fiore diventa per noi VIVO, il nostro cuore vibra
con maggiore intensità.
Quando
il sole tramonta colorando di sé il mondo intero e, finalmente anche noi, dopo
anni di dura vita, viviamo con emozione questo meraviglioso evento vibrando
assieme ad esso………..………. È sempre il nostro cuore a sobbalzare con
maggiore intensità.
Quando
la sofferenza di un bambino diventa la nostra…….è sempre il nostro cuore a
risentirne gli effetti.
Quando
poi vivi e subisci l’impotenza perché vedi, sai e non puoi fare nulla, allora
il cuore va in subbuglio.
E’
come se volesse uscire dalla scatola toracica e prendere tutta la sofferenza del
mondo e farla propria.
Chi
lo sa quanta gioia, piena di sofferenza,Nino vedeva
attorno a sé?
Chi
lo sa se l’impreparazione e il menefrechismo di tutti questi sedicenti
volontari, pronti solo ad ingigantire il proprio ego, non abbiano fatto vivere
una situazione di impotenza febbricitante?
E
il Suo cuore….!
Il
Suo pulsare anche per un leggero soffio di vento, come ha recepito ed affrontato
questa realtà?
In
india l’infarto è conosciuto come la malattia del mistico, difatti chi
conosce e vive nell’Amore è molto soggetto a dei problemi di cuore perché
l’intensità con la quale si cerca Dio scuote l’uomo dalle fondamenta.
Perché
si dice che solo i buoni e i più sensibili se ne vanno, mentre i duri e gli
insensibili rimangono più a lungo?!.....ma perché il cuore non pulsa, è di
pietra e non cede per
niente…………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………….con
affetto
nuccio
DALLA VITA
……….ALLA VITA
7
luglio 1999
Caro
compare Nino,
mi
ricordo quando da bambino, alle elementari, ci facevano scrivere la letterina a
Gesù Bambino dicendoci che ogni desiderio espresso in quella lettera si sarebbe
realizzato.
Mi
ricordo i buoni propositi e le amorevoli parole che indirizzavo ai miei genitori
e al mondo intero.
Quella
era una realtà quasi da sogno che lasciava presagire in ogni bambino la propria
natura e la propria realtà economica.
Chi
aveva già una casa chiedeva un palazzo, chi non ne aveva ne desiderava almeno
una. Chi viveva la sofferenza in famiglia desiderava la pace. Chi veniva da una
realtà felice e tranquilla, desiderava queste stesse cose per il mondo
intero…..e così via dicendo.
Il
mondo andava così per noi bambini.
Oggi
mi risento come allora. Pronto a chiedere qualcosa al mio Gesù Nambino.
E’
strano, vero Nino, aspettare la scomparsa di qualcuno caro per poi relegarlo nel
mondo degli “spiriti giusti” e
chiedergli consigli e realizzazioni varie.
Potevamo
benissimo, Tu diresti, chiedertele queste stesse cose prima, quando ancora eri
in vita!!!!!
E’
proprio strano l’uomo……non si abbandona al prossimo se non dopo la sua
dipartita per il mondo degli spiriti.
Ma!!!
E’
meglio non fermarsi su questo concetto……..
Io
ne avrei tante cose da chiederTi:
-
Come mai, data la nostra sincera e grande amicizia, non mi hai avvertito prima
di questa Tua decisione così drammatica?
Tu lo sapevi? Forse non ne eri consapevole, ma dai Tuoi ultimi mesi di
vita si
evidenziava esplicitamente questa Tua intenzione.
Eri molto cambiato ultimamente.
Eri molto distaccato dalla vita.
Lavoravi con un ardore mai visto.
-
Hai scritto una Tua memoria sulle Tue vicissitudini al lavoro iniziando lo
scritto
con delle parole emblematiche: “Per quanti abbiano a leggere queste mie
parole………….
-
La sera prima di “andare via” incontrando Turi, Gli dicesti di farsi
raccontare
la Tua esperienza a Comiso da Vera…….mentre dovevi essere Tu a
raccontargli
la storia……come mai?
-
Avevi messo tra le Tue carte l’ultimo aggiornamento sulla legge che riguarda
il trasferimento della pensione al coniuge che rimane dopo la scomparsa
per
cause drammatiche.
-
Non intervenivi più nei discorsi come prima e vivevi guardando tutti noi
dall’alto del Tuo mondo.
Tu
lo sapevi…..lo preavvertivi…..e non ci ha avvertiti!!!!!!
Perché?
Chi
lo sa se questi Tuoi inusuali atteggiamenti erano i Tuoi avvisi?
Forse
era il massimo che potevi fare.
A
capirlo dovevamo essere noi ad essere più in sintonia con Te.
Ma
Tu eri impossibile da emulare………. Volavi su ogni cosa che facevi……..eri sempre nel giusto…..e noi perdevamo
inutilmente del tempo a chiederci il perché di una cosa……a fare gli
intellettuali……a tergiversare sull’imponderabile.
Tu
passavi sempre al dunque in modo diretto e quindi…….come fare a intuire il
Tuo messaggio se non vibravamo su un'altra onda……dimmelo?
Come
mai conoscevi delle verità profonde e le vivevi anche nella vita quotidiana?
Chi
Ti ha detto che la vita è gioia e che persino la morte di Cristo deve essere
vissuta con immensa felicità?
…………..Ti
ricordi
quando mi chiedesti l’immagine del mio Dio dicendomi che Costui sarà
senz’altro una divinità perché ha ammaliato una persona come te?
Il
Tuo comportamento esprimeva una completa condivisione di tutte le religioni
perché le sentivi TUTTE
UNO……………………………………………………………………………………
Noi
siamo ancora umani e siamo facile preda di questa nostra mente………. che non
sa calmarsi quando il momento richiede……….calma.
Siamo
ancora da questa parte, e da questa parte il mondo va così.
Come
vorrei essere con Te!!!Veramente.
Ti
ho sempre voluto bene per quello che eri….adesso ancora di più perché la Tua
immagine, i Tuoi atteggiamenti, sono incisi nel mio cuore…..e credimi sono
orgoglioso di esserTi vissuto accanto per tutti questi anni.
Ti
ricordi il silenzio del deserto?
……………………………………………………………………………………………………………………………………..
Lo
sai che per un certo periodo ho odiato gli scout che Ti toglievano a me?
Ero
in errore….certo. Ma non ne potevo fare a
meno……………………………………………….
Tuo
nuccio
(la
lettera originale è ancora molto lunga, preferisco interromperla a questo
punto)
30
agosto 1999
Cara
Vera,
Ormai
i mesi si accavallano l’uno sull’altro e l’immagine del nostro Nino non
accenna a diluirsi.
Sembra
che nemmeno il tempo riesca ad offuscare l’essenza di Nino. E’ come quel
profumo lasciato da un fiore in decomposizione.
Se
ha emesso un buon profumo, stai pur certa che la sua essenza rimarrà
nell’aria, sempre attorno a noi. Le buone qualità di una persona non lasciano
facilmente l’arena in cui, con gentilezza e con Amore, si sono manifestate.
Come
si fa a dimenticare un bel viaggio.! Lascia senz’altro qualcosa…..e con Nino
ne abbiamo fatto di viaggi.
L’ultimo,
il più importante, l’ha voluto fare da solo, però, a mio avviso non ci ha
lasciati fuori. Ci ha portato con sé rubandoci il cuore e la mente……..
difatti non passa giorno senza immaginarmelo accanto.
……………………………………………………………………………………………ti
abbraccio
nuccio
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