Bruxelles

Belgio

Seguendo i Genesis in tour – Prima tappa

Diario di viaggio 23 – 25 giugno 2007

di Domenico

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Cosa porta verso Bruxelles (o Brussel in fiammingo) in piena estate? Senza dubbio una buona ragione che nel mio caso vuol dire GENESIS e il loro Turn it on tour 2007.

Come al solito l’organizzazione è fai da me, con un volo prenotato on line a gennaio (Brussel Air Lines) e un albergo prenotato sempre on line due settimane prima di partire.

Mi erudisco velocemente poco prima di partire tra internet (www.belgio.it, www.trabel.com/brussels.htm) e una guida Lonely Planet: stavolta parto da solo.

Bruxelles noiosa, burocratica, grigia. Senza dubbio non eccelle per mondanità né per la socievolezza dei suoi abitanti troppo troppo riservati. Ogni posto ha il suo fascino e Bruxelles può essere un buon punto di passaggio verso altre destinazioni, anche perché due giorni sono più che sufficienti per visitarla.

 

Alcune notizie di servizio….

 

Collegamenti con gli aeroporti

Il Leonardo Express è un comune intercity che impiega 30 minuti per fare meno di 20 km che separano Roma Termini dall’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino alla modica cifra di 11 euro (o anche 12 € se comprate il biglietto all’imbarco). L’alternativa sono i regionali da 5,50 € ma con pericolo ritardi.

L’aeroporto internazionale di Bruxelles (www.brusselsairlines.com) è collegato con la città con circa 4 treni all’ora che percorrono circa 13 km all’onesto costo di 2,80 €. Il tragitto è percorso in circa 30 minuti oppure in 15 con i treni diretti.

I servizi italiani si distinguono sempre….

 

Lingua

La capitale d’Europa, così designata nel 1993, non ha un buon rapporto con l’inglese e spesso capita di trovare persone che proprio non parlano la lingua di Sua Maestà. Bruxelles è bilingue, essendo francofona ma fisicamente nelle Fiandre, regione di lingua fiamminga (o meglio dialetto fiammingo dell’olandese).

I nomi delle strade sono sempre in due lingue: francese e fiammingo.

 

Trasporti interni

Bruxelles è molto piccola quindi è inutile pensare alle metro o agli autobus. La metro è d’aiuto se si vuole uscire fuori dal centro, ad esempio per visitare il palazzo del Parlamento Europeo o l’Atomium. Sono disponibili biglietti per corsa singola (1,50€) o carnet di 5 o 10 biglietti a prezzo ridotto.

 

Meteo

Il tempo a Bruxelles è sempre variabile: sole, pioggia, vento. Imprevedibile. Le temperature estive sono gradevoli, 18 – 22 °C. Direi una felpa è d’obbligo, ma anche un K-way per le improvvise piogge, in genere fini e brevi.

 

Gente del luogo

Viaggiare da solo può essere un limite alla socializzazione. Ho provato ad accorciare le distanze in un paio di occasioni (quale posto migliore di un concerto rock con centinaia di fans come me) ma proprio la gente del luogo non spicca per apertura. Aggiungo che a Bruxelles c’è gente locale che parla francese e fiammingo e quindi si vive la strana sensazione di non riuscire a capire chi è indigeno e chi straniero!

 

 

Sabato 23 giugno

 

Il volo parte con un’ora di ritardo a causa di problemi con Alitalia con cui si viaggia in cooperazione.

Lascio l’Italia a circa 35 gradi e arrivo lì in piena primavera: 22°C sono una goduria…

Dall’aeroporto di Bruxelles in un’ora sono già in albergo, il quale affaccia sul Sablon, aristocratica città alta, con eleganti palazzi, residenze e ambasciate.

Decido che per oggi faccio un giro “outdoor” per la città approfittando del bel tempo.

La Place Du Sablon nel week end ospita un piccolo mercatino di antiquariato. Sul mercato affaccia la Eglise du Notre Dame du Sablon, chiesa tardo gotica del XIV secolo, grande e bella fuori ma piccola per quello che può essere visitato. Vale la pena per l’interno e le vetrate istoriate.

Attraverso la strada e sono su Place du Petit Sablon, piccolo giardino all’italiana del 1890.

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Notre dame du sablon da petit sablon  

 

Mi dirigo quindi verso il Palazzo di Giustizia e già mi è chiaro che la città è molto piccola.

Il Palais de Justice è un imponente edificio ma è in ristrutturazione per cui l’esterno non è ben apprezzabile. Lì vicino c’è Place Poelaert da cui si gode un bel panorama della Città Bassa (il centro storico) e si vede il suggestivo Atomium in lontananza.

Ritorno quindi verso il Sablon per una visita alla Eglise Notre Dame de la Chapelle, la chiesa più antica della città dove riposa Pieter Bruegel il Vecchio, pittore fiammingo del Cinquecento.

 

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Rue rollebeek

 

 

In 30 minuti sono già nel centro di Bruxelles. Ci entro da Sud, cioè la Grand Place mi si presenta con la vista della Maison du Roi: eccezionale!

 

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La Grand Place (dal 1998 nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO) è il fulcro della Città Bassa, cuore medioevale di Bruxelles. Le forme barocche e gotiche dei suoi palazzi sono davvero avvolgenti e mi lasciano senza fiato. Tra questi spiccano il bellissimo Hotel de Ville (municipio, palazzo del 1450) e la Maison du Roi (casa del re) che ospita attualmente il Musèe de la Ville de Bruxelles. La piazza è anche nota come Grote Markt (mercato) perché nel XII secolo era sede del mercato.

Nella piazza mi ci perdo un bel po’, faccio decine di foto, poi decido di visitare la Cathèdrale des sts Michel e Gudule la cui facciata non spicca molto nella piazza su cui affaccia. La chiesa nacque nel IX secolo come cappella dedicata a San Michele e poi fu sostituita nel XI secolo da una chiesa romanica in cui vennero traslate le reliquie di santa Gudule. La cattedrale odierna, in stile gotico, meglio apprezzabile facendo un giro intorno, ha subito vari rimaneggiamenti, come mostra l’imponente organo del 2000 (4300 canne) di fronte al bel pulpito barocco del 1699.

Dalla cattedrale il Parc de Bruxelles non è lontano. Niente di particolare, ma all’estremità opposta, che affaccia sul bel Palazzo reale, c’è un concerto per la festa Europea della musica e un bel po’ di gente. Il Palais Royal è un bell’edificio ma può essere visitato solo un mese all’anno (tra luglio e agosto).

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A questo punto, dato che domani avrò il concerto e sono vicino alla fermata metro, decido di fare un salto all’Atomium la cui vista da Place Poelaert mi aveva ben impressionato. So già di trovarlo chiuso (chiude alle 18) ma parto uguale.

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Dunque, la vista è da brividi! La costruzione risale al 1958 e colpisce perché non dà riferimenti, cioè non si individua l’altezza, la profondità, non si capisce come può essere abitato all’interno e, guardandolo dal basso verso l’alto, attraverso i bracci, le nuvole che ci scorrono sopra e si specchiano sulle sfere tolgono ancor di più il senso di equilibrio. L’Atomium è una copia in acciaio di una molecola di cristallo di ferro ingranditas 165 miliardi di volte. Le sue nove sfere ospitano esposizioni e uno spazio bar-ristorante.

Anche la vista notturna non è male, con le suggestive lucine che scorrono sulle sfere.

 

L’Atomium è a due passi dallo stadio Roi du Boudoin dove domani si terrà il concerto. Provo a fare un salto sperando di poter vedere il montaggio del mega palco. All’ingresso sono fermato da una bella indigena. Lei non parla inglese, io non parlo francese: non  mi fa entrare! Peccato…

 

Rientro in centro scendendo alla fermata “Bourse”: nei pressi c’è Rue Auspach piena di ristoranti, negozi e locali. Su Rue de la Borse si trova un piccolo ma fornitissimo negozio di dischi (non ricordo il nome, ma è accanto a “Le Cirio”).

Un altro fornitissimo negozio di materiale musicale (spartiti e libri) mi è sembrato “Adagio” in Rue Eperonniers, che si trova però nei pressi della Gare Centrale.

 

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Dal palazzo della Borsa mi dirigo di nuovo nell’atmosfera serale della Ilot Sacrè e le sue vie in acciottolato e i vari ristorantini. In particolare la Petite Rue des Bouchers e le via adiacenti sono molto caratteristiche.

 

Ceno in un ristorante sulla Grand Place, ‘t Kelderke, che per posizione, menù, qualità e prezzo è senza dubbio da provare. Non prendo il piatto tipico (cozze e patate fritte) ma un altrettanto caratteristico e ottimo piatto con salsiccia e purè di patate con cavoletti.

 

 

Domenica 24 giugno

 

Chi visita Bruxelles non può non onorare il simbolo cittadino, il Manneken Pis, semplice statuetta di 30 cm che raffigura un bimbo che fa la pipì. Non è chiaro se alluda ironicamente allo spirito ribelle della città oppure alle usanze dei suoi abitanti attuali. Il bimbetto è meta di folle di turisti: onestamente, non capisco perché! So però che il Manneken Pis è vestito con costumi diversi secondo un calendario regolare. I vari costumi sono raccolti nella Maison du Roi.

L’Hotel de Ville è visitabile in alcuni giorni e d’estate anche la domenica. Alle 10.45 c’è visita guidata in inglese: pago biglietto (2,50 euro) e mi vedo il bell’interno del municipio con una comprensibile spiegazione in inglese. Consiglio la visita: bella la sala del consiglio, gli arazzi fiamminghi e la sala gotica dove vengono ricevuti i capi di stato.

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Attraverso la piazza e visito il Musèe de la Ville de Bruxelles (3€), museo dedicato alla città inserito nella spettacolare Maison du Roi in stile neogotico. Il museo espone modelli, sculture, dipinti e documenti della città e una sezione ospita i costumi con cui il Menneken Pis viene vestito secondo calendario. Niente di esaltante, ma vale la pena farsi un giro nel bel palazzo.

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Maison du roi


Decido di visitare i quartieri di Ste Catherine e St-Gery, zone moderne e all’avanguardia del centro storico di Bruxelles. Anzi, Bruxelles fu fondata proprio dove oggi sorge Place St-Gery. Forse la zona va vissuta la sera, visto che è sede di teatri, librerie e ristoranti. Io ci passo intorno mezzogiorno e, complice il tempo grigio e la poca gente in giro, non sono molto colpito.

La mia guida mi segnala nelle vicinanze la Maison de la Bellone (Bellona, dea della guerra) con una “stupefacente” facciata seicentesca. Il problema è che la facciata è protetta da una copertura di vetro e il palazzo è affiancato da altri edifici e quindi per me resta un edificio anonimo. All’interno si trova la Maison du Spectacle, centro di arti drammatiche, che trovo chiusa.

Bene, a due passi ho la metro, è ora di vedere il Palazzo del Parlamento. Essendo domenica non posso visitarlo (si visita due volta al giorno dal lunedì al venerdì), resta la visita esterna che non aggiunge molta emozione al viaggio.

A pochi passi c’è il Parco del Cinquantenario, al cui interno ci sono alcuni musei (come Autoworld). Decido di fare due passi: magari con un po’ di sole, qualcosa da leggere o da mangiare sarebbe valsa la pena…

Rientro in centro e pranzo da Charles Quint subito fuori le Galeries Royales St-Hubert, il più antico centro commerciale d’Europa nonché il più elegante della città.


Sono le 15 circa. Rientro in albergo perché l’ansia e l’emozione sono altissime. Il tempo di cambiarmi e parto verso lo stadio. Serata piovosa, arrivo alle 18 anche se ho il posto numerato e il concerto inizia alle 20.30. Trenta minuti di ritardo e poi esplodono le tastiere sull’intro di Behind the lines. Tutto di un fiato fino alle 23.40 quando Carpet Crawlers chiude il mio primo incontro ravvicinato con i Genesis.

Ai cari amici fan dei Genesis rimando al mio blog per il resoconto.

Genesis 

 


Il concerto termina appena in tempo per le ultime metropolitane. Scendo di nuovo alla Borsa così da fare un giro notturno per il centro. Anche di sera la Grand Place è molto suggestiva!

 

 

Lunedì 25 giugno

 

Giornata a spasso per le strade del centro prima di raggiungere l’aeroporto.

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Alcuni suggerimenti per lo shopping.

Cioccolato. Le fabbriche di cioccolato belga hanno inventato la pralina, precisamente la famiglia Neuhaus nel 1912. In città trovate tanti negozi che vendono cioccolato di ogni tipo e a ottimi prezzi. Tra le più rinomate, oltre la Cote d’Or, pare ci siano Leonidas, Neuhaus, Godiva, Wittamer e Pierre Marcolini.Parte del cioccolato belga proviene dal Congo, nonostante la situazione politica e civile del Paese africano.

Adiacente alla Grand Place c’è il museo della cioccolata.

Birra. Insieme al cioccolato è il must qui a Bruxelles: il Belgio conta circa 600 marche di birra! Alcuni negozi vendono anche la confezione regalo “Belgian Tour”. Sempre alla Grand Place si trova il Belgian Brewers Museum.

Merletti. Altro prodotto rinomato locale, purché fatti a mano. Ancora, a Bruxelles si possono comprare ottime scarpe, borse, cappelli e gioielli.

Giocattoli. Sono stato da Grasshopper in Rue du Marchè aux Herpes, alle spalle della Maison du Roi, dove ci si perde tra tanti oggettini più o meno originali e più o meno artigianali.

 

 

Domenico

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