Francia

Diario di viaggio  4 –17 agosto 2004

di Domenico

   

 

 

L’itinerario di quest’anno parte da Parigi per poi seguire le vie dei castelli della Loira (tra Orleans e Tours) e quindi risalire verso la Bretagna (Saint-Malo) e la Normandia (Mont Saint Michel, Deauville, Honfleur, Etretat e Rouen), il tutto in 14 giorni. L’organizzazione è ancora una volta fai da noi, ad eccezione per l’albergo prenotato a Parigi attraverso agenzia.

È stato difficile definire i tempi del viaggio: infatti Parigi da sola potrebbe richiedere una settimana, poi ci sono decine di castelli in Loira e infine c’è il Mont Saint Michel, le cui maree sono legate a un preciso calendario. È proprio la necessità di dover raggiungere il Mont Saint Michel in un giorno preciso per cercare di osservare l’innalzamento della marea (purtroppo non la vedremo comunque) che ha dettato i tempi da dedicare alle diverse tappe.

L’auto la prenotiamo via internet: l’offerta Europcar è la migliore, l’assistenza all’ufficio molto cordiale (tanto che l’operatore mi consiglia come risparmiare sulle assicurazioni facoltative) e l’auto è nuovissima, una Smart Forfour grigia e nera di un mese di vita, 1500km e aria condizionata (come extra, perché non l’avevo chiesta!): se volevamo passare inosservati (quante volte abbiamo lasciato le valigie in macchina), questa è proprio l’auto che non fa per noi! L’auto non è però dotata di carta stradale.

Come guida, seguiamo per Parigi, oltre ai miei ricordi, un’ottima guida del Touring Club (soprattutto per le notizie storiche e logistiche) e la GuidExpress uscita con Libero, mentre per la Valle della Loira ci lasciamo guidare dal numero di marzo 2004 della rivista Traveller. Su internet comunque abbondano i siti su cui trovare informazioni utili sui monumenti visitabili o eventi (www.monum.fr; http://it.franceguide.com; www.parispourvous.net); il sito www.ratp.fr fornisce notizie sui mezzi di trasporto in Francia; su www.hot-maps.de/europe/france/paris/homeen.html c’è una dettagliata mappa interattiva di Parigi.

Alla fine del viaggio, il contachilometri segnerà circa 1800 km percorsi. Per tutti gli spostamenti abbiamo privilegiato le autostrade senza pedaggio (quelle indicate sui segnali verdi), cercando per quanto possibile di evitare le costosissime autoroutes (segnaletica blu). In realtà anche alcune autostrade sono gratis: quelle a pagamento dovrebbero essere segnalate dalla scritta “peage” (pedaggio). In ogni caso le strade ad accesso libero offrono paesaggi sicuramente più suggestivi delle autostrade, il traffico è molto blando, ma i limiti talvolta sono molto restrittivi.

Un ultimo commento va dedicato ai francesi e alla lingua francese. Abbiamo trovato i francesi sempre disponibili, anche quando abbiamo chiesto informazioni “volanti” dall’automobile. Il problema semmai è trovarli, perché Parigi è affollatissima di turisti, moltissimi dei quali sono italiani, mentre nella Loira e al Mont Saint Michel gli italiani sono la schiacciante maggioranza! Questa circostanza però fa gioco a chi, come noi, il francese non lo conosce, visto che puoi chiedere informazioni anche in inglese (talvolta chiedi in inglese e ti rispondono in comprensibilissimo francese). Ma usciti da Parigi effettivamente si parla solo francese, anche se comunque basta avere nozioni di “quotidiana sopravvivenza” per poter conversare con i francesi. Devo però dare merito a Ivana che ha immediatamente imparato a comprendere la lingua, cosicché tutto è risultato più semplice.

 

Parigi

E son tre! Per me questa è la terza volta che visito la capitale francese, ma Parigi si può vedere dieci volte perché non perde mai di fascino. Anzi, se la prima volta sono rimasto quasi stordito dalla miriade di attrattive, oggi finalmente riesco a godermi l’atmosfera di Parigi e scoprire i mille lati nascosti e affascinanti della città. Per Ivana invece è la prima volta qui: anche per lei è amore a prima vista. Nonostante sia metropoli, Parigi sa ben offrirsi ai visitatori grazie all’eleganza dei suoi edifici (direi in tutti i suoi quartieri) e alle numerosissime aree verdi (2000 ettari in totale). La metrò raggiunge ogni parte della città e funziona dalle 5.30 fino all’una di notte. Il costo è moderato: un carnet di dieci biglietti per la città costa 10,50€. Gli interscambi con la RER consentono di raggiungere altre parti della Ile de France, quali Versailles o Eurodisney. La vita oggettivamente è cara, ma direi ormai in linea con quella nelle grandi città italiane: per cenare è difficile scendere sotto i 14€ a testa per antipasto e piatto principale (in genere carne o pesce sono serviti con contorno di patatine fritte e/o verdure). L’acqua in bottiglia è pure costosa: un metodo per risparmiare è comprarla nei supermarket, dove il prezzo è decisamente più basso.

Parigi, dicevo, ha tante attrattive: quattro giorni sono, secondo me, il tempo minimo di permanenza nella città per poterne avere una buona idea. Tante sono le cose che abbiamo visto (pur forzando molto i nostri ritmi), ma tante sono quelle che non siamo riusciti a vedere: il Jardin du Luxemburg e quello di Tuileries, il Pantheon, la chiesa de La Madaleine, Place de la Bastille (anche se della Bastiglia è rimasta solo una sagoma sulla piazza), la tomba di Napoleone a Les Invalides, solo per dirne alcuni. Per cui, chi decidesse di visitare Parigi per la prima volta, si armi di una buona guida e si lasci guidare dal proprio istinto: non rimarrà deluso.

 

Mercoledì 4 agosto – Champ de Mars, Tour Eiffel e giro in battello sulla Senna

Partenza da Napoli per Parigi Orly con Easy Jet. Per chi non ha mai viaggiato low cost, ecco alcune impressioni su questa compagnia: gli aeromobili sono nuovi, l’ambiente è informale (steward e hostess sono giovani e in jeans), lo spazio tra file vicine è leggermente minore del solito e i posti non sono numerati, per cui chi prima entra…Di fatti, Ivana ed io ci troviamo seduti da parte opposta rispetto al corridoio. Inoltre si pagano sia gli snack che le bevande.

L’arrivo a Orly è alle 17.30. Faciamo i biglietti per arrivare al centro di Parigi con navetta e metrò (servizio “Orlyval”, circa 8€ a testa). Il tempo di raggiungere l’hotel che riprendiamo la metro alla volta della Tour Eiffel. La mia intenzione era di arrivarci dal Palazzo di Chaillot, in modo da vedere anche i giardini di Trocadero, ma la linea 9 interrompe le corse e ci tocca cambiare itinerario. Scendiamo così alla Ècole Miltaire e facciamo due passi al tramonto per gli Champ de Mars, affollatissimi di gente che chiacchiera, suona o mangia sui prati, con sullo sfondo, a pochi metri, la suggestiva Tour Eiffel illuminata (allo scoccare di ogni ora poi la torre esplode in una miriade di flash). Devo dire che l’illuminazione rende la Torre molto meno fredda: la vista da qui è sicuramente più bella di quella da Trocadero.

Ci dirigiamo lentamente verso l’imbarco del Bateaux Parisienne per un giro sulla Senna: non poteva esserci miglior impatto con la città. Se fatta in tarda serata (noi la facciamo alle 22) la navigazione permette di osservare molti monumenti illuminati, alcuni dei quali, come il museo di Orsay, assolutamente fantastici. Inoltre le rive della Senna sono affollatissime di gente.

Per chi fosse interessato a visite di Parigi di notte, vi suggerisco di dare uno sguardo su http://paris.city-discovery.com.

 

Giovedì 5 agosto – Le Louvre, Opéra, Musée d’Orsay, Quartiere latino

Decidiamo di visitare il museo del Louvre, ex fortezza prima e poi palazzo reale, che è oggi uno dei più grandi musei del mondo. I primi lavori di costruzione risalgono al 1190: dell’edificio originario non restano che le fondamenta, visibili nel museo archeologico della cripta. Sul Louvre ogni descrizione è forse superflua, in quanto i capolavori che esso ospita sono ben noti a molti, tra le antichità egiziane, la sezione greca (la Venere di Milo, La Vittoria alata), le collezioni pittoriche della Scuola italiana (La Gioconda), francese, olandese e spagnola, solo per citarne alcune. Il palazzo è molto bello; le piramidi di vetro fuori oramai non sono più un corpo estraneo. Ci aspettavamo più folla, invece l’ingresso è scorrevole, forse grazie alle numerose macchinette per l’acquisto dei biglietti. Visitare tutto il museo è possibile solo dedicandogli una intera giornata. Noi seguiamo la mappa fornita all’ingresso per visitare le sezioni che più ci interessano.

Nel primo pomeriggio facciamo un salto all’Opéra Garnier. All’interno lo scalone d’onore e il foyer sono magnifici; l’auditorium invece, recentemente ristrutturato, non fa invidia ai migliori teatri italiani.

La giornata è piovosa e quindi è l’ideale per dedicarla alle visite “indoor”. Scegliamo allora il museo d’Orsay, ma la coda è molto lunga e mi tocca farla sotto una fine pioggerellina (ho dimenticato l’ombrello in hotel e i venditori ambulanti mi chiedono 10€ per comprarne uno!). Ma vale la pena, perché il museo, ex stazione ferroviaria, è bello sia fuori che dentro (anzi direi originale dentro, avendo mantenuto la struttura in vetro e acciaio della vecchia stazione). Le collezioni (del periodo 1848 – 1914) sono distribuite su tre piani, uno quasi nascosto dietro la parete del famoso orologio.

Terminata l’indigestione di musei, concludiamo la giornata visitando il quartiere latino. Data l’ora, non riusciamo a vedere alcune belle chiese della zona, come la chiesa di St. Germain des Pres, la più antica di Parigi, e quella di St. Sulpice, o il Pantheon. La nostra passeggiata parte proprio da piazza St. Germain des Pres fino a piazza St. Michel, tra stradine scelte seguendo l’istinto. Il quartiere vale una visita più accurata perché è vivo, elegante, colorato. Ci fermiamo qui per la cena (La Citroville, rapporto qualità – prezzo decisamente soddisfacente) scegliendo il nostro localino tra una miriade di ristoranti che cucinano piatti tipici da tutto il mondo.


Musée d’Orsay

 

Venerdì 6 agosto – Ile de la Cité, Sainte-Chapelle, Notre-Dame, Le Marais, Beaubourg

La visita oggi parte dall’Ile de la Cité, il centro storico di Parigi. La metropolitana ci lascia in piazza Louis Lépine, luogo molto piacevole sede di un mercato dei fiori (ci sono negozi molto carini in lunghe gallerie ornate da piante e fiori) e, la domenica, del mercato degli uccelli. Nella Cité si concentrano numerosi edifici eleganti, nonché celebri monumenti. A ridosso della piazza Louis Lépine c’è il Palais de Justice, che oggi incorpora in se le uniche parti rimaste del palazzo reale medioevale, vale a dire la Congiengerie e la Sainte-Chapelle. La Congiengerie fu la famosa prigione della rivoluzione francese che ospitò, tra gli altri, la Regina Maria Antonietta, Danton e Robespierre. L’edificio è molto bello da fuori, ma dentro i miei ricordi evocano ambienti molto spogli, per cui decidiamo di dirigerci subito verso la Sainte-Chapelle, magnifica cappella gotica, il cui splendore può però essere apprezzato solo dall’interno perché è stretta dagli edifici del Palais de Justice. La Sainte-Chapelle è composta da una cappella inferiore, creata per gli inservienti del palazzo, e da una superiore riservata alla famiglia reale, i cui muri sono sostituiti da splendide vetrate che illustrano scene del Vecchio e Nuovo Testamento.

La nostra visita prosegue per la cattedrale di Notre-Dame, esempio maestoso di architettura gotica, i cui lavori di costruzione, cominciati nel 1163, richiesero ben 200 anni. La chiesa è realmente stupenda da fuori e vale la pena osservarla lungo tutto il suo perimetro e non solo dalla facciata principale. L’interno è decorato da dipinti, sculture e monumenti funerari; i rosoni all’estremità di ogni transetto sono bellissimi. Si possono visitare anche le torri, in modo da poter vedere da vicino i famosi e numerosi gargoyles, ma c’è di solito una lunga fila. Alle spalle della cattedrale ci sono i bei giardini di Square Jean XXIII, dove ci fermiamo a mangiare una baguette, prima di ripartire verso l’Ile Saint-Louis.

L’Ile Saint-Louis, a due passi da Notre Dame, è un isolotto dall’atmosfera molto tranquilla e rilassante, con eleganti palazzi che rendono piacevole passeggiare per le sue stradine. Si può passeggiare lungo la sua banchina, oppure lungo la via principale, rue Saint-Louis-en-l’ile, ricca di negozi. Da questa strada, attraversando il Pont de Sully, ci si può incamminare verso il quartiere ebraico, cioè Le Marais. Esso copre un’ampia area tra l’Hotel de Ville e Place de la Bastille, offrendo ai turisti stradine pittoresche, cafè, eleganti edifici, piccole boutique e una popolazione vivace. Noi ci muoviamo nelle varie stradine diretti a Place de Vosges, la più antica di Parigi e, secondo molti, la più bella, grazie al suo fascino discreto, i suoi edifici e il tranquillo parco centrale. La piazza è circondata da padiglioni identici che si sviluppano lungo portici e abbaini; al n°6 visse per sedici anni Victor Hugo e lì ora si trova il museo Maison de Victor Hugo (ingresso libero, per gli amanti del genere). Da uno dei palazzi si può accedere a un bel giardino che introduce all’elegante Hotel de Sully. Da queste parti ci sono due interessanti musei: il Museo Carnevalet e il Museo Picasso, che noi però non visitiamo.


Place de Vosges

Seguendo un altro itinerario ci dirigiamo verso il quartiere di Beaubourg, dove spicca il celebre centro di arte moderna Georges Pompidou, noto per le sue scale mobili e le tubazioni esterne. Nello spiazzo antistante l’edificio si esibiscono saltimbanchi e artisti di strada che rendono l’atmosfera molto vivace. A due passi c’è Piazza Igor Stravinskij e la sua famosa fontana di Tinguely, dove figure ispirate a L’uccello di fuoco volteggiano tra getti d’acqua. Alle spalle della fontana si eleva maestosa la chiesa di St. Merri, ma ancora più maestosa si staglia illuminata di sera la chiesa di St. Eustache che, dai miei ricordi, vale ben la pena di vedere. A separare la chiesa dal centro Pompidou c’è il Forum Les Halles, centro commerciale e culturale sotterraneo, con un patio centrale circondato da gallerie con il tetto in vetro e il giardino di arcate metalliche.

Per noi la giornata si conclude ai margini del forum, passeggiando per le vie del quartiere fino alla Fontane des Innocents, unica fontana rinascimentale di Parigi. Di sera il Forum non sembra un posto raccomandabile.

 

Sabato 7 agosto – Versailles

Dedichiamo la giornata alla visita della reggia di Versailles. Notizie sul palazzo e i giardini potete trovarli ovunque in internet (la reggia ha un suo sito: www.chateauversailles.fr). Le impressioni sulla visita sono discordanti. Ivana non resta particolarmente impressionata, né dagli appartamenti del palazzo, né dal parco, giudizio questo concorde con quello di alcuni miei amici.

C’è da dire che la reggia è affollatissima e quindi non si riesce a percepire appieno l’atmosfera degli ambienti. Inoltre la galleria degli specchi è in ristrutturazione e quindi non offre il meglio di sè. Noi facciamo solo l’itinerario classico, cioè non vediamo gli appartamenti del re.

Il parco poi è immenso. Il mio consiglio è di visitarlo nei giorni e nelle ore nei quali le fontane sono in funzione (c’è un calendario sul sito), così come abbiamo fatto noi. Alcune sono molto belle e ben visibili. Altre belle fontane sono invece più nascoste, come ad esempio il Bagno di Apollo e la Sala da ballo: se avete intenzione di scovarle vi consiglio di procurarvi una buona guida del parco.

Sicuramente meritevole di una visita è il villaggio della regina, adiacente al Petit Trianon. Lì volendo ci si può distendere sui prati lontano dalla confusione della reggia.

La mia opinione è che Versailles va visitata: che piaccia oppure no, sarà un giudizio personale.

I costi sono alti, perché c’è un biglietto per l’itinerario standard (circa 7€), uno per gli appartamenti del re (circa 5,50 €), uno per il parco (6€ con i giochi d’acqua) e altri biglietti per i musei del Petit e Grand Trianon (l’accesso al parco del Petit Trianon è libero). Molto costosa è anche l’acqua: una bottiglia da 75cl costa fino a 3€.


Villaggio della regina

 


Bagni di Apollo

 

Domenica 8 agosto – Montmartre, Avenue des Champs-Elysees, Hotel de Ville

La nostra giornata conclusiva a Parigi la dedichiamo al quartiere più caratteristico della città, se non il più famoso: Montmartre. Questo piccolo villaggio con vista sulla città, divenne leggendario nel corso del XIX secolo quando fu colonizzato da artisti e scrittori attratti dai suoi dintorni pittoreschi e dallo stile di vita bohemien. Il quartiere è davvero suggestivo e va vissuto tra le sue stradine di ciottoli che offrono piacevoli atmosfere, come la celeberrima Place du Tertre, pullulante di artisti. L’ideale è dotarsi di una mappa del posto, per poterne vedere tutti i luoghi caratteristici. Per arrivarci, partiamo dal Boulevard de Rochechouart (per intenderci dove c’è Place Pigalle e il Moulin Rouge) salendo la famosa scalinata che costeggia la funicolare di Montmartre.

Non poteva mancare la visita del Sacre Coeur, imponente e “abbagliante” per le sue bianche cupole quando lo si guarda da lontano da qualunque parte della città. Anche l’interno della chiesa è molto bello. La visita della cupola e della cripta sono a pagamento. La cripta oggi è chiusa. La cupola si rivela una mezza delusione. Innanzi tutto, non c’è nessun cartello che avvisi i turisti di cosa li aspetti: una scalinata a chiocciola strettissima e senza prese d’aria per 100 scalini! Ammetto che alla fine quasi mi mancava l’aria. Ma nessuna paura, perché dopo ce n’è un’altra, un po’ più piccola, ma di stessa ispirazione! Infine il panorama su Parigi è senza dubbio bello, ma credo che dalla Torre Eiffel sia migliore. Insomma, io non lo rifarei…

Nel primo pomeriggio visitiamo anche il cimitero di Montmartre che sembra più un giardino che un camposanto. Qui vi riposano tanti uomini celebri, come Berlioz, Degas, Stendhal. Bisogna però cercarli tra centinaia di tombe: l’unico ausilio è una mappa all’ingresso del cimitero.

Dal sacro al profano. Non potevamo non concederci due passi attraverso gli Champs Elysees, in particolare lungo l’Avenue des Champs-Elysees, vale a dire dall’Arc de Triomphe a Rond Point, dove poi inizia un parco fino ai Jardin des Tuileries. Questa è la parte più moderna (e mondana) della via, con negozi di moda, megastore, cinema, cafè e locali vari (tra cui il Lidò).

La nostra avventura parigina si conclude tra il centro Pompidou e l’Hotel de Ville (visitabile in alcuni giorni), il municipio di Parigi, bellissimo da fuori, soprattutto illuminato.

 

Valle della Loira 

La Loira è il più lungo fiume interamente francese con i suoi 1012 km. La zona dove sorgono i castelli più famosi è la parte occidentale del fiume, corrispondente alla regione Centre, divisa in sei dipartimenti: Indre-et-Loire (con capoluogo Tours), Loir-et-Cher (Blois), Eure-et-Loir (Chartres), Loiret (Orleans), Cher (Burges) e Indre (Chateauroux).

Nel 1453, con la fine della guerra dei Cent’anni, la Valle della Loira divenne il centro del potere francese essendo sede dei re di Francia. Ogni re scelse la sua residenza preferita: alcuni vecchi manieri vennero ristrutturati e vennero costruiti nuovi castelli, nei quali il potere veniva non solo amministrato, ma soprattutto esibito. Dal 2000 la Valle della Loira, nel tratto da Sully-sur-Loire a Saumur, è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Tutti i castelli che abbiamo visitato sono molto belli da fuori, per cui ogni viaggiatore (che, in quanto tale, non può non essere curioso) ne deve assolutamente scoprire l’interno, anche se talvolta ciò può rivelarsi non proprio corrispondente alle proprie fantasie.

Il tempo che abbiamo incontrato è stato estremamente variabile, con alternanza di brevi piogge (ma anche intense) e lunghe ore di sole. La temperatura, calda, è stata sicuramente gradevole.

Nella Valle della Loira abbondano storiche ed eleganti dimore nelle quali i turisti possono soggiornare a costi assolutamente contenuti (molte di queste hanno un proprio sito internet, altre si possno trovare sul sito www.bienvenue-au-chateau.com/index.html). Ottimi hotel altrettanto eleganti si possono trovare nella catena Relai du Silence. Altra scelta può essere la catena di bed & breakfast French Country Guesthouses (www.bed-breakfast-france.com), ma dal sito spesso non si riesce a capire bene sia l’ubicazione del B&B che l’interno delle camere.

 

Lunedì 9 agosto – Fontainebleau, Orleans

Partenza verso Orleans con sosta a Fontainebleau. L’autostrada (la A6) non è a pagamento e in 90 minuti giungiamo alla reggia, residenza regale sorta come padiglione di caccia nel cuore di una vasta foresta. La visita a Fontainebleau è una ottima sosta sulla strada verso la nostra meta, in quanto due ore sono sufficienti per visitarla e per rilassarci nei suoi giardini. Il palazzo è molto bello, l’interno non eccezionale, ma almeno il silenzio rende la visita gradevole.

Ripartiamo alla volta di Olivet, villaggio alle porte di Orleans, dove arriviamo in tardo pomeriggio. Il posto è assolutamente incantevole, grazie anche al fiume Loiret che lo attraversa.

L’hotel dove alloggiamo (Le Rivage) appartiene alla catena Relai du Silence e si affaccia proprio sul fiume. Il posto è molto bello, la camera ben accessoriata e funzionale e il costo del pernottamento è contenuto. Purtroppo, complice la serata piovosa, mi lascio convincere dal direttore che il loro trattamento comprende necessariamente la cena. La cena è buona, ma non economica e l’ambiente è troppo formale e silenzioso, tanto da farci sentire un po’ a disagio.

In pratica, penso che il signore ci abbia semplicemente provato ad accaparrarsi una cena (infatti domani non mangeremo in albergo con nessuna “ripercussione” sul conto della stanza. Per cui, se decidete di fermarvi in questo posto, fate gli gnorri!)

 

Martedì 10 agosto – Chartres, Orleans

In mattinata partiamo per Chartres, centro molto carino a 50 km da Orleans. Bella la cattedrale gotica di Notre Dame, monumento che fa parte del Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, e i giardini che la circondano e quelli che invece ne sono ai piedi, attraversati dal fiume Eure. I lavori di costruzione della cattedrale cominciarono nel 1194 e furono terminati in soli 25 anni, tempo brevissimo considerando l’epoca e soprattutto le immense dimensioni dell’edificio che avrebbe dovuto contenere tutti i 10000 abitanti di Chartres. La città è piacevole nel suo complesso e senza dubbio le va dedicata una mezza giornata. Mangiamo una crepe a Place du Cigne e ripartiamo per Orleans.

Anche Orleans è una città molto carina, viva nel pomeriggio intorno a Place du Martroi e visitabile anch’essa in mezza giornata. Bello il municipio e la cattedrale di Sainte Croix, anche se incominciamo ad avere l’impressione che tutte le cattedrali si assomiglino tra loro e tutte ricordino la più famosa Notre Dame di Parigi. Non a caso Orleans viene definita “l’impersonale”, per la crisi di identità di cui soffre data la sua vicinanza a Parigi. Comunque la città è un’ottima base di partenza per visitare la Loira: anzi a pochi chilometri c’è il castello di Chamerolles, che però noi decidiamo di non visitare. La storia di Orleans si lega a Giovanna d’Arco alla quale è dedicata una stata equestre al centro di Place du Martroi. La vergine guerriera non nacque qui, ma da Orleans, nel 1429, partì la sua spedizione per liberare il suolo di Francia dall’invasore inglese.

Pochi passi dal centro storico e si raggiunge la Loira, della quale si ha un’ottima vista. Viceversa, dall’altra sponda (quella Sud) si può avere una bella immagine di Orleans e della sua cattedrale.

Questa sera niente cena in hotel: ci fermiamo con due ragazzi italiani conosciuti in albergo nel centro di Orleans, alquanto deserto, in Rue de Bourgogne, al ristorante provenzale L’Olivier, dove si mangia molto bene, anche se non a buon prezzo (25€).

 

Mercoledì 11 agosto – Chambord, Blois

Si parte alla volta del castello di Chambord, che, con le sue 440 stanze, è il più grande castello della Valle della Loira. Voluto dal re Francesco I ed eretto tra il 1519 e il 1537, l’imponente edificio è lungo 156 metri, largo 117 ed alto 56, è sormontato da una miriade di pinnacoli, comignoli e lucernai. Attorno ad esso si estende il Domaine National de Chambord, il parco boschivo recintato più grande d’Europa (la sua superficie è pari a quella di Parigi).

La sua vista è suggestiva, il castello è imponente ed elegante. Nel 1670, Moliere vi rappresentò per la prima volta il suo Borghese gentiluomo. L’interno è piuttosto deludente e spoglio, ad eccezione del famoso scalone a doppia rampa attribuito a Leonardo da Vinci, formato da due rampe a chiocciola che salgono l’una sull’altra senza incontrarsi. Noi comunque ci siamo limitati all’itinerario “classico”, ma ci sono altri percorsi che possono essere seguiti con tour guidati a ore precise (www.chambord.org). Nel castello era poi in mostra il Codice Leicester, trattato su idraulica, astronomia e geografia di Leonardo da Vinci. Emozionante vedere le pagine scritte dal genio, 18 fogli scritti “alla mancina” da destra a sinistra.

Il parco fuori al castello è realmente immenso. Sul sito di Chambord potete trovare diversi modi interessanti per visitarlo, ma noi preferiamo muoverci alla volta di Blois, pensando di ritornare qui la sera per vedere il castello illuminato.

Blois è la città che diede i natali al grande illusionista Robert Houdin, da cui prese il nome l’illusionista ungherese Harry Houdini. Anche in questo caso il castello è molto bello dal di fuori, compresa la sua famosa scala ottagonale, anche se non è imponente come Chambord, perché è situato nel pieno centro cittadino. L’interno, comunque bello, ancora una volta delude le nostre aspettative.

Ci intratteniamo a Blois a fare due passi per la città, piccola ma carina, a ridosso della Loira. Ci fermiamo a cenare proprio fuori al castello mentre nel suo cortile si svolge lo spettacolo di luci ed effetti speciali “Son & Lumiere”.

La stanchezza ci fa rinunciare alla visita notturna di Chambord. Nel rincasare veniamo colpiti da una spettacolare invasione di falene: impressionante quante hanno invaso il centro, la nostra automobile a tratti si muove su di un prato di insetti bianchi!

Nel procedere verso l’hotel, notiamo che il castello di Chaumont sur Loire è a due passi dal nostro albergo.

Oggi pernottiamo a Blois alla Chateau Des Tertres, altro hotel di Relai du Silence, bella residenza Immersa nel verde, molto rilassante, stanze semplici (niente televisore) ma accoglienti, prezzo contenuto e in posizione centrale rispetto a molti castelli.

 

Giovedì 12 agosto – Amboise, Chanonceau, Tours

Il castello di Chaumont sur Loire in realtà non era tra quelli che avevamo selezionato; data anche la distanza tra il parcheggio e il castello, preferiamo partire per Amboise.

Il castello d’Amboise è definito come il più italiano tra i castelli della Loira, per gli arredi e le opere d’arte importate dalle corti italiane nonché per avere ospitato Leonardo da Vinci. Il castello si fonde con il centro di Amboise, non è appariscente come i precedenti ma vale una visita anche per la presenza della cappella in cui è sepolto Leonardo. A noi è piaciuto molto anche il centro storico di Amboise: peccato la pioggia!

A qualche minuto di cammino dal castello c’è la residenza di Le Clos-Lucè, dimora donata a Leonardo nel 1516 in cui il genio visse fino alla sua morte, il 2 maggio 1519. Il costo ci appare un po’ eccessivo (11€ per un paio di stanze) e nel parco adiacente pare ci siano solo ricostruzioni di alcune sue macchine. Desistiamo…

Si parte per Chanonceau, che dista solo 12 km da Amboise (ottima distanza per una pedalata…). Il cattivo tempo ci perseguita tanto da farci pranzare in automobile (baguette saggiamente acquistata ad Amboise) in attesa di miglioramenti. Fortunatamente la schiarita non si fa attendere e ne approfittiamo per un giro nel grazioso parco che circonda il castello di Chanonceau e che lo rende senza dubbio il più bello della Valle della Loira. L’elegante edificio (proprietà di privati!) si stende a cavallo del fiume Cher in una suggestiva cornice fatta di giardini e acqua: ci si arriva, oggi come nel 1520, attraverso un viale di platani, preludio alla sua stupefacente apparizione. Il tutto vale sicuramente una visita, anche perché pure le stanze stavolta ci soddisfano. La storia del castello è legata a numerose donne del passato, tra cui Caterina de’Medici, a cui è dovuta la galleria a due piani sul ponte che attraversa lo Cher.


Chanonceau

Avremmo voluto farci un giretto sulle barchette che si affittano sul posto (2€ per 30 minuti), ma il tempo minaccioso e il forte vento non ci hanno incoraggiati.

Anche qui in serata c’è visita al parco con il castello illuminato e musica classica in diffusione. Noi però ci muoviamo verso il nostro hotel, che è anche esso una “chateau”. Pernottiamo infatti alla Chateau De Jallanges, elegante residenza del 1500, ma quasi completamente ristrutturata nel 1980 dopo anni di abbandono. Insomma ci concediamo il lusso di due notti in un castello. L’atmosfera è unica, non capita tutti i giorni. E poi il castello è fuori dal centro abitato e la vista del cielo offre uno spettacolo notturno unico. Probabilmente le camere non sono arredate in sintonia con lo stile del castello, ma tutto sommato è una bella esperienza. Purtroppo essendo in giro tutto il giorno, non riusciamo a godere completamente di questo posto.

La sera la passiamo a Tours: finalmente un po’ di vita! Il centro di Tour è piccolo e si estende tutto nei dintorni della Place Plumereau, piena di case a graticcio risalenti al XV – XVII secolo. Un po’ più lontani sono il municipio e la bella cattedrale di St-Gatien, che osserviamo dal di fuori con un giro in automobile. Anche per Tour, una mezza giornata è più che sufficiente per visitarla, magari nel pomeriggio, in modo da fermarsi qui la sera.

 

Venerdì 13 agosto – Ussè, Chinon, Azay-le-Rideau

La giornata di oggi è “in libertà”, decidiamo cioè di muoverci secondo gli istinti.

La prima visita tocca al Castello di Ussè, che la tradizione vuole che abbia ispirato Charles Perrault, autore de La Bella Addormentata nel bosco (mentre il castello del cartoon di Walt Disney è ispirato al castello di Ludwig in Baviera). Il posto è molto bello, in particolare il castello nella cornice dei giardini e del fiume Indre. L’interno è bello, ma non eccezionale come al solito, e solo alcune stanze sono visitabili perché il castello è attuale dimora del duca di Blacas. In particolare sono ben fatte le scenografie che richiamano scene dell’ottocento, alcune delle quali create nel cammino di ronda, insieme a ricostruzioni del racconto di Perrault. Il biglietto di ingresso è necessario anche solo per entrare nei giardini. La curiosità è che, per visitare le stanze del castello, si è obbligati a seguire la visita guidata esclusivamente in francese, forniti però di una sintetica guida in italiano. Altra curiosità: sulla porta che conclude il tour interno c’è un non poco velato invito a lasciare la mancia alla guida!

Procediamo verso Chinon. La fortezza è ormai piuttosto un insieme di rovine, per cui decidiamo di non entrare e di fare due passi tra le vie tortuose e acciottolate del centro medioevale. La visita non si rivela niente di eccezionale; penso che forse sarebbe stato meglio spendere qualche ora nei famosissimi giardini del castello di Villandry.

Alle 17 arriviamo ad Azay-le-Rideau, piccolo castello ma molto bello dentro e fuori insieme al suo parco. Dopo aver visitato le stanze, ci fermiamo volentieri per il parco aspettando la sua chiusura. Infatti, dopo cena e un breve giro per il minuscolo centro, ritorniamo sul posto per assistere allo spettacolo notturno “Les Immaginaires d’Azay-le-Rideau”. Devo dire che la realtà ha superato l’immaginazione. Lo spettacolo (trovata molto efficace di promozione e rivalutazione del patrimonio della regione) è molto semplice, ma suggestivo, coinvolgente ed emozionante. Deboli luci e scenografie semplici ma calde, fanno da cornice a sequenze di luci e musiche evocative proiettate sulle pareti del castello che richiamano alla mente lo spirito e le visioni che animarono il Rinascimento.


Azay-le-Rideau

Torniamo in albergo con uno strano spirito, rilassati e sereni. Da vedere.

 

Bretagna e Normandia 

La  Bretagna è una penisola situata a Nord-Ovest della Francia, in pratica è la parte della Francia posta più a occidente. Di questa regione noi abbiamo visitato solamente Saint-Malò. Per utili informazioni vi segnalo due siti:

http://www.region-bretagne.fr/CRB

http://www.bretagna-online.com/index.html

La Normandia è situata a Nord della Francia ed è caratterizzata da un litorale lungo più di 600 chilometri che si affaccia sull'Atlantico. Per più di mezzo secolo, questi luoghi hanno ispirato numerosi artisti, tra cui Monet e gli impressionisti. Noi abbiamo visitato sia un lungo tratto di costa (dal Mont-Saint-Michel ad Etretat) sia la parte interna, con Rouen e un piccolo tratto della Valle della Senna.

Vi segnalo il sito: http://www.normandy-tourism.org/it/index.html

 

Sabato 14 agosto – Saint-Malo, Mont-Saint-Michel

Partiamo alla volta di Saint-Malo. La strada che percorriamo ci separa definitivamente dalla Valle della Loira e ci conduce nel cuore della Bretagna.

A Saint-Malo arriviamo alle 15 anche perché trovare un parcheggio non è cosa semplice (le strade sono trafficatissime di automobili). L’apparizione delle città e delle sue mura è spettacolare. Città di arte e di storia, Saint-Malo deve la sua fama ai corsari e ai suoi valorosi marinai. Il centro “intra muros” è molto bello, con i suoi vicoli, i suoi edifici, i suoi negozi e le numerosissime creperie che diffondono il loro odore per le strade. La città è viva, piena di turisti. A pochi passi c’è la spiaggia: Saint-Malo è infatti una perla turistica della Manica, caratterizzata oltre che dalle sue acque limpide, anche dal ritmo delle maree la cui ampiezza è la più forte d’Europa. Così, dopo un paio d’ore spese per il centro storico, trascorriamo un po’ di tempo passeggiando in riva al mare (purtroppo non siamo equipaggiati per un bagno: un vero peccato, perché l’acqua è limpida e non fredda e la temperatura dell’aria è calda ma non afosa). La spiaggia è altrettanto affollata e, intorno le 18, un’agitazione generale segnala l’innalzarsi ben visibile della marea, che in 30 minuti riduce di almeno 10 metri la spiaggia.

Purtroppo ci tocca già ripartire alla volta del Mont-Saint-Michel. Sicuramente avremmo voluto restare ancora un po’, anzi magari un giorno intero, da spendere tra la città e il mare.

La Bretagna è presto salutata: in pochi chilometri si è già in Normandia e, in lontananza, si intravede la sagoma del Mont-Saint-Michel. Come un miraggio, sospeso tra cielo e mare, il Mont-Saint-Michel è dal 1979 nell’elenco delle bellezze del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Lo si vede: è un vero gioiello.

Noi lo raggiungiamo nel tardo pomeriggio. Al parcheggio vi entriamo gratis (si paga in genere in ticket di 4€ valido una giornata). Prima di lasciare l’auto definitivamente, ci sinceriamo che sia al sicuro durante la notte, cioè che la marea non la raggiunga. In realtà, tutte le informazioni sul Mont-Saint-Michel e sull’andamento delle maree sono ben riportate sul sito www.ot-montsaintmichel.com. Proprio dalla lettura del calendario, avevo supposto che la marea fosse ben visibile, oggi e domani, sia al mattino, che alla sera. Invece si osserverà un innalzamento del livello del mare solo domani sera, ma non di quelli che abbiamo visto alla televisione. Restiamo un po’ delusi da ciò, ma lo spettacolo che offre il posto sul tramonto (che qui avviene poco dopo le 21) spazza via ogni malcontento.

In serata poi si riduce il numero dei turisti ed è quindi più piacevole aggirarsi per le belle stradine del monte. Visitiamo quindi l’abbazia, molto bella dentro e fuori, che, dalle 18 alle 22, si presenta illuminata e con musiche in diffusione. Dalla terrazza possiamo osservare un eccezionale tramonto, nel silenzio del posto quasi irreale.

La scelta di pernottare sul posto è l’ideale. Abbiamo tempo per ritornare ai piedi del monte e osservare la splendida sagoma illuminata della rocca e dalla sua architettura.

Cosa più difficile è cenare, perché dopo le 22 molti ristoranti non servono più la cena. Troviamo accoglienza a La Confiance: la cena è veramente ottima, così come l’acqua del Mont-Saint-Michel.

Purtroppo il tempo peggiora, con una leggera pioggia e un calo della temperatura. Complice la stanchezza, ci dedichiamo al sonno.


Mont-Saint-Michel

 

Domenica 15 agosto – Deauville, Trouville, Honfleur, Etretat, Rouen

Spendiamo ancora qualche ora al Mont-Saint-Michel, anche perché vorremo percepire l’innalzamento della marea. Continua a piovigginare. Ci mettiamo in moto alla volta della costa.

La prima tappa è Deauville, piccolo centro ma molto carino. Passeggiamo per un’ora per le graziose stradine (carina la Pazza del mercato) e una miriade di case a graticcio, fino a raggiungere la spiaggia immensa.

Partiamo quindi per Trouville. Trouville è proprio a due passi da Deauville, ma l’atmosfera cambia del tutto. L’avessimo immaginato, avremmo lasciato l’auto a Deauville, perché a Trouville è complicatissimo trovare posto e la strada principale è intasata dal traffico! Difatti, niente parcheggio. Uno sguardo bloccati in auto e continuiamo per Honfleur.

Anche Honfleur è un piccolo centro molto bello che si sviluppa a ridosso del bel porticciolo. Vale la pena spendere anche qui un paio d’ore a passeggiare per le stradine. A ridosso del porto decine di locali di ristoro affollatissimi. Originale e bella la chiesa a pochi passi.


Honfleur

Prossima tappa: Etretat. Per arrivarci percorriamo il famoso ponte di Normandia, sotto il quale si apre la foce della Senna: lo scenario è purtroppo guastato da alcuni insediamenti industriali (forse è uno scalo fluviale) e relativi camini che si osservano distintamente proprio a ridosso del ponte.

Fascino di artisti quali G. de Moupassant e C. Monet, senza dimenticare M. Leblanc e il suo immortale Arsenio Lupin, a cui è dedicato il museo della scenografia, Etretat è anche famosa per le sue scogliere a picco sul mare. Un bel posto anche questo.

Forse si poteva dedicare un po’ di tempo in più a questo tratto della costa normanna, forse si poteva visitare anche il palazzo benedettino di Fecamp. Siamo costretti infatti a procedere alla volta di Rouen, dove ci aspetta l’hotel.

L’arrivo a Rouen non ci lascia ben impressionati. Certo l’ora tarda, il tempo grigio e il grigiore del Centro St. Severe dove si trova il nostro albergo, stonano di parecchio con quanto visto fino ad oggi.

Data l’ora, raggiungiamo il centro di Rouen essenzialmente per cenare. Per le strade non c’è quasi nessuno, sarà perché oggi è ferragosto. Ma poi scopriamo uno strano affollamento proprio sotto la cattedrale. Qui, ogni sera d’estate, va in scena lo spettacolo di luci “La Cathèdrale de Monet aux pixels”: la facciata della chiesa viene trasformata in una enorme tela sulla quale vengono proiettati colori ispirati alle famose opere di Monet. L’effetto scenico è eccezionale, la facciata della cattedrale sembra realmente dipinta in ogni dettaglio.

 

Lunedì 16 agosto – Rouen, Via della frutta

Rouen, la capitale storica della Normandia, non ci appare molto bella, ma sicuramente ha alcune attenuanti. Infatti veniamo dalla visita dei piccoli e incantevoli paesini di ieri e poi la città è semideserta. Oggettivamente però molti edifici moderni (direi quasi “popolari”) a ridosso del centro storico e della Senna rendono questa piccola città un po’ grigia. Le poche attrazioni sono contenute in un’area ristretta visitabile in un paio d’ore. La parte più carina è, a nostro avviso, quello che va dalla bella cattedrale di Notre Dame alla Place du Vieux Marchè, dove Giovanna d’Arco fu arsa viva il 30 maggio 1431. Vicino ai resti dell’antica chiesa di Saint Sauvieur è stata eretta la moderna (e secondo noi criticabile) chiesa di santa Giovanna d’Arco. Tutto intorno numerosi ristoranti in edifici di legno a vista. Se non fosse per la croce sul luogo del martirio, non si avrebbe molto l’idea di cosa il luogo significò.

Visto che Rouen non sembra offrire altro, nel pomeriggio decidiamo di seguire gli istinti del turista, dedicandoci all’esplorazione seguendo la cosiddetta Via della frutta, itinerario verde lungo la Senna. Si passa attraverso piccolissimi villaggi molto carini disposti sulle rive del fiume. Poi a Duclair la strada si interrompe e vaniamo imbarcati su di un battellino che fa la spola tra le due sponde. L’itinerario è rilassante, alcune vedute della Senna molto belle, niente di eccezionale, ma almeno possiamo dire di aver voluto scoprire cosa offrisse la Normandia.

A questo punto il nostro viaggio sta per giungere al termine. Rientriamo in hotel per preparare i bagagli e poi passiamo la serata nel centro di Rouen  con una buona cena alla Taverne du Vieux (nei pressi della piazza del vecchio mercato) e poi ancora una volta (ebbene sì) ad assistere al gioco di luci alla cattedrale.

 

Martedì 17 agosto

Rouen – Parigi Orly si copre in circa due ore, fermo restando il traffico cittadino e qualche difficoltà per trovare le indicazioni di Orly (se può servire, da Parigi si può seguire la periferica ovest).

 

 

Domenico     domenico_z74@libero.it  

 

 

 

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