GRENADA

Diario di viaggio 17/08 – 24/08 2002

di Monica Bergonzini

 

 

flag of GrenadaLa bandiera di Grenada fu introdotta nel 1974. Il verde sta per la vegetazione, il giallo per il sole e il rosso è simbolo di armonia e unità. Le 7 stelle sono le aree amministrative originarie. La noce moscata è il simbolo internazionale dell’ “ISOLA DELLE SPEZIE” e la rappresenta in tutto il mondo.

IL TERRITORIO NAZIONALE DI GRENADA E’ COMPOSTO DA: GRENADA – CARRIACOU - PETIT MARTINIQUE

Grenada

Grenada Map Monica Bergonzini.JPG (275510 byte)

  

GRENADA ha una superficie di 310 Kmq, è larga 19 Km e lunga 34 Km, con 97.000 abitanti. E’ un’isola di origine vulcanica, il paesaggio all’interno è irregolare con valli attraversate da fiumi e foreste pluviali. Nella parte settentrionale si trova il monte più alto, il Mt St Catherine che è un vulcano spento alto 840 mt. La costa meridionale, è tutto un susseguirsi di penisole, promontori e insenature.

CARRIACOU (si pronuncia cheriacu) ha una superficie di circa 13 Kmq e 6.000 abitanti (è la più grande delle grenadine).

PETIT MARTINIQUE è un isola vulcanica del diametro di 1,5 Km e 600 abitanti.

 

17/08/02

Atterriamo all’aeroporto Point Salines International di Grenada alle 19, ormai c’è buio. Sbrigate le veloci pratiche doganali, con nuova apertura del bagaglio a mano (costituito da 2 zainetti, un borsoncino e un parasol che attira sempre l’attenzione dei doganieri in quanto a forma di canna da fucile!) ci dirigiamo all’uscita dove veniamo prese d’assalto dai taxisti! Le corse hanno prezzo fisso fino a St.George che dista circa 10 Km, non fatevi fregare, $14 servizio notturno, $10 servizio giornaliero. Quasi tutti i taxi sono uguali ai mini bus, furgoncini tipo ducato da 12 posti con il volume della musica sempre al massimo e autisti molto, ripeto molto spericolati. Finora le strade, a differenza di quello che avevo letto sulla guida, sono in buone condizioni, e, tra l’aeroporto e Grand Anse ce addirittura una specie di tangenziale (Maurice Bishop highway).

 

Grenada fu scoperta da Cristoforo Colombo nel 1498 durante il suo terzo viaggio nel Nuovo Mondo. Il primo insediamento europeo risale al 1609 quando un gruppo di inglesi decise di coltivare il tabacco. Nel giro di un anno la maggior parte dei coloni inglesi cadde vittima delle incursioni dei Caribi i quali, costrinsero i superstiti ad abbandonare l’isola. Nel 1650 il governatore della Martinica ottenne Grenada dai Caribi in cambio di qualche accetta, perline di vetro e due bottiglie di brandy. Nel 1651, i francesi, esasperati dai continui attacchi dei caribi, ordinarono ai soldati di cacciarli dall’isola. Le truppe francesi spinsero a nord fino a Sauters Bay, gli ultimi Caribi, dove, pur di non sottomettersi ai coloni, trovarono la morte gettandosi dalle alte scogliere.

I francesi, crearono piantagioni di indaco, tabacco, caffè, cacao e canna da zucchero, nelle quali misero a lavorare gli schiavi. Grenada, rimase sotto il dominio francese fino al 1762 quando fu conquistata da George Rodney per conto della corona inglese. Gli attriti tra i francesi e gli inglesi continuarono fino al 1877 quando Grenada fu dichiarata colonia della corona britannica e nel 1967 divenne uno stato associato alla federazione delle Indie Occidentali nell’ambito della Commonwealth. Grenada, Carriacou e Petit Martinique divennero uno stato indipendente il 07/02/1974. Ottenuta l’indipendenza salì al potere il Grenada united labour party (GULP). Il governo, ricorse alla polizia segreta e a bande criminali, divenne una vera e propria dittatura. Nel 1979, un piccolo gruppo armato di ribelli, mise in atto un colpo di stato senza spargimento di sangue supportato dal partito dell’opposizione: il New jewel movment (NJM). Il suo leader, Maurice Bishop divenne primo ministro. Seppe conquistarsi il favore del popolo ma le sue tendenze socialiste non piacquero ne agli USA ne a Barbados(molto conservatrice). Bishop fra le varie iniziative, costruì scuole, ospedali, società cooperative di credito…Quando si trattò di costruire l’aeroporto, essendo messo al bando dal mondo occidentale, Bishop chiese ed ottenne aiuto da CUBA. Sorse così l’aeroporto internazionale di Point Salines. Nacquero in seguito, dei disaccordi all’interno del partito e per la precisione, tra i militari che volevano uno stato più autoritario e Bishop, il quale, nel 1983 fu messo agli arresti domiciliari. Appena la notizia trapelò, 30.000 suoi sostenitori, pretesero che fosse rilasciato. Il popolo marciò verso Fort George, dove i militari aprirono il fuoco e uccisero una quarantina di persone. Bishop fu arrestato insieme ai suoi seguaci e fucilato seduta stante nel cortile del forte. Gli USA, con l’appoggio di alcune nazioni caraibiche ne approfittarono per invadere  l’isola, era il 25 ottobre 1983. Nei combattimenti rimasero uccisi soldati cubani, americani e grenadini oltre a 18 civili. Le truppe statunitensi si ritirarono nel dicembre 1983, ma, i soldati americani rimasero a presidiare l’isola per altri 2 anni. Oggi, al governo c’è il New National Party, il primo ministro è Keith Mitchell, oggetto di indagini da parte dell’FBI nell’ambito di un’inchiesta su una banca offshore (First international bank of Grenada)

 

La nostra sistemazione si trova sulla spiaggia di Morne Rouge e si chiama Gem Holiday Beach (www.gemholidaybeach.com).  E’ uno stabile con 16 appartamenti sistemati su due piani, metà dei quali sono vista mare (il nostro no, c’è una differenza di $20 al giorno!!!!!) e alcuni hanno 2 camere da letto (ci si può stare anche in 6). Non è molto moderno, anzi, direi che è più sul vecchiotto ma è molto pulito , ce tutto ciò che serve (camera con un ½ letto e un letto ¾ con A/C, salotto con tv, bagno, cucina con tutti gli accessori e un piccolo balconcino da dove si vede il mare. Sistemiamo i bagagli e il nostro stomaco ci dice che è ora di mangiare! Visto che siamo a piedi, e non siamo in centro rimaniamo al ristorante dell’albergo, il Sur Le Mar restorant. Si trova oltre il parcheggio proprio sulla spiaggia. Prendiamo acqua, 2 Carib (la Stag non c’è, e poi scopriamo che questa Carib prodotta proprio a Grenada è molto + buona di quella prodotta a Trinidad), catch of the day (dolphin) e io per cambiare provo il pollo alla creola. Notiamo subito la differenza della cucina tra Tobago e Grenada, a differenza della prima molto piccante e speziata, questa è più delicata, anche se questo locale lascia un po’ a desiderare, sia per il cibo che per la pulizia…Un’altra differenza che balza subito agli occhi è il prezzo, sicuramente + cara Grenada. Per la cena spendiamo EC$ 109.

Nella reception ci sono un sacco di depliants, cartine e una piccola biblioteca …per cui facciamo una bella scorta! Visioniamo tutti i depliants per il noleggio dell’auto in modo che domani possiamo spostarci tranquillamente.

  

18/08/02

 Sveglia alle 7, per fortuna abbiamo ancora un po’ di cibo così possiamo fare colazione, il problema è che siamo senza bevande! Tra i vari depliants di car rentals abbiamo trovato la Indigo Car (INDIGO CAR RENTALS Tel.1(473)439-3300 indigocars@caribsurf.com) che fa servizio di pick-up (ci viene a prendere e ci riporta alla consegna dell’auto) e rispetto alle altre, noleggia i fuoristrada allo stesso prezzo di un’utilitaria e vista l’esperienza di Tobago optiamo proprio per un fuoristrada. Telefoniamo e ci dicono che tra 10 minuti saranno qui, ne approfitto per andare a vedere la spiaggia: bellissima! Una mezza luna con sabbia bianca e mare verdissimo. Dietro alberi tra cui, bamboo e mancinella e alcune case spostate leggermente all’interno e sulla collina che domina la spiaggia. Non ho nemmeno fatto in tempo a mettere i piedi in acqua che è arrivato l’uomo del autonoleggio. Ci dirigiamo verso Lax au espene  in direzione sud. Abbiamo la prima vista dell’isola, vediamo dall’alto Grand Anse Beach (bellissima e lunghissima) e, intravediamo in lontananza, alla fine della spiaggia, i tetti rossi di St George. Ripercorriamo in parte la strada fatta la sera prima, notiamo che anche Grenada è molto verde, con alberi diversi da Tobago, le palme sono molto minori

 

GRAND ANSE BEACH da QUARANTINE POINT

 

ma ci sono molti + alberi verdi. Arriviamo al True Blue Resort, nella penisola di Lax au espene , dove c’è anche il car rental. Il resort è molto bello, ma la spiaggia è inesistente e attraccate vicino alla riva ci sono varie barche a vela e catamarani. L’omino del autonoleggio, vuole farci fare a tutti i costi l’assicurazione al prezzo di $ 12 al giorno (con eventuale franchigia di $ 300!), ci rifiutiamo, e dopo varie discussioni ci danno l’ok facendoci però firmare una carta sulla quale c’è scritto che qualsiasi danno riportato alla macchina sarà completamente a nostro carico! Un eventuale incidente ci rovinerebbe ma $ 12 al giorno ci sembrano eccessivi! Acquistiamo anche la patente di guida obbligatoria al prezzo di EC$ 30 (solo la Stefy così risparmiamo!). Finalmente abbiamo la nostra macchina! Un Suzuki Vitara rossa, nuova, con A/C e retromarcia musicale come i camion!!!!!

E’ domenica, c’è poca gente in giro, sono tutti a messa essendo questo un popolo molto cattolico e praticante. E’ tutto chiuso tranne i distributori che sono sempre aperti (24/24h), facciamo il pieno con $ 20 e riceviamo in resto i primi 5 EC$. La moneta di Grenada è  l’Estern Cariibean Dollar che si utilizza nelle isole che vanno da Grenada ad Anguilla. Sopra c’è la regina Elisabetta!!!!

E’ una bellissima giornata di sole calda con un bellissimo cielo blu x cui non si può evitare la spiaggia, andiamo a Grand Anse. Ci sono varie vie d’accesso, noi prendiamo quella vicina alla St George University (è un’università americana [tra i cui fondatori c’è anche un siciliano] molto rinomata e l’unica delle Antille) e si trova circa a metà della spiaggia che è lunga più di 4 Km. Parcheggiamo lungo la stradina che dalla strada principale arriva alla spiaggia. Ci siamo: spettacolare anche dal basso! Sembra molto più

Grand Anse Beach

 

 lunga da qui! A sud si trova un promontorio, Quarantine Point, che la separa da Morne Rouge, a nord finisce con la Lagoon di St Georges. Sabbia bianchissima e finissima, mare di tutte le tonalità del verde e dell’azzurro, la spiaggia è praticamente deserta!. Dietro la spiaggia varie piante, case e resort. Ci incamminiamo per trovare una buona posizione e un bar (non abbiamo ancora bevuto!) Arriviamo in una specie di piazzetta con in circolo una costruzione di cemento, divisa in tanti gabbiotti dove gli artigiani locali vendono i loro prodotti (oggi non c’è nessuno), e per nostra fortuna, c’è un bar aperto (non so se per il fatto che è domenica o perché abbiamo pagato in $, comunque ci hanno fregato! $3 x una bottiglia d’acqua da 1,5 lt). Davanti al bar, sotto una pianta, ci sono un sacco di rasta con delle gran brutte facce che si stanno facendo dei gran cannoni, sono le 9 del mattino! Un po’ + avanti verso nord, troviamo un bellissimo angolo con 6 / 7 palme altissime  con di fianco un bar/ristorante (chiuso) molto carino con qualche tavolino direttamente sulla spiaggia. L’acqua è molto invitante, limpida e calda e finalmente ci facciamo un bel bagno: il nostro primo bagno nel mare di Grenada! Mentre la Stefy prende un po’ di

Grand Anse Beach

 

sole, io faccio una passeggiata in cerca di conchiglie. Conosco un ragazzo (una ragazza da sola in spiaggia è fregata: per fare 100 mt ci vuole almeno un’ora xchè tutti gli uomini, di qualsiasi età, ti fermano!) che si chiama anche lui Darrek, che ha la casa proprio sulla spiaggia e mi invita ad entrare per bere un coca e rum. Gli faccio notare che sono le 10 della mattina! Mi risponde che non è un problema, lui ne ha già bevuti due utilizzando il Clark Court che ha 65°! Naturalmente rifiuto ma intanto scambio due chiacchiere. Mi dice che si può tranquillamente fare snorkling andando anche al largo perché non ci sono pesci pericolosi e che (non so se è vero) i giapponesi vengono qui a prendere l’acqua del mare perché è quella ideale, secondo me è un po’ calda comunque… Mentre torno indietro, mi accorgo che ci sono alcuni alberi con una striscia di vernice rossa sul tronco e mi ricordo di avere letto sulla guida che sono velenosi e di non starci sotto quando piove perché buttano fuori un latte ustionante. Proprio in quel momento inizia a piovere….!!! Non mi sembra vero, fino a due minuti fa c’era un gran sole! Il vento e le nuvole arrivano da est da dietro i monti. Altri due minuti e la pioggia è gia finita, poi…ricomincia e allora ci piazziamo sotto l’ombrellone del bar che nel frattempo ha

aperto (Coconut’s Restaurant). Ormai è quasi mezzogiorno e rispetto a prima c’è più gente in spiaggia, sono arrivati tutti con il vestito della festa. Notiamo che il turismo qui probabilmente ha più seguito in quanto ci sono più venditori ambulanti di parei, collane, bracciali…ragazzi che vogliono noleggiare acqua scooter, banane e sono decisamente insistenti. Passeggiando sulla spiaggia per tornare alla macchina (ora il cielo è completamente coperto) passiamo davanti al “Grand Grenada Resort” che è uno dei più esclusivi dell’isola e notiamo che c’è un sacco di vigilanza e recinzione con filo spinato…ci fa un po’ effetto…

 

Coconut’s Restaurant

 

Visto il tempo decidiamo di andare a St. Georges, la capitale dell’isola.

 St Georges è situata in cima ad un promontorio che domina il porto a forma di ferro di cavallo che si chiama The Carenage. Ci sono un museo, due forti (Fort George e Fort Frederick) varie chiese ed edifici coloniali e un mercato molto colorato. Le strade sono strette e tortuose. A St Georges  non ci sono case di legno, in quanto, ne fu vietata la costruzione dopo che due incendi, nel XVIII sec., distrussero completamente la città. Le case sono costruite in pietra e mattoni del XIX sec., con i tetti rivestiti di tegole rosse.

THE CARENANGE

 

Imbocchiamo Grand Anse Road direzione nord. La strada è ben tenuta (come dal resto in tutta l’isola), è una panoramica tutta curve, sopra la spiaggia, con varie case da entrambi i lati. Dopo 3/4 Km arriviamo a Lagoon, che è praticamente il porto commerciale di St Georges, è fatto a semi cerchio. Lo costeggiamo e arriviamo al Carenange che è il porto turistico. Molto bello e caratteristico, a forma di ferro di cavallo, con il lungomare (lungoporto!) e palazzi in stile coloniale e case, tutti con i tetti rossi. Questo è uno dei porti più sicuri di tutti i caraibi in quanto è ricavato nel cratere di un vulcano spento. Nel Carenange attraccano le navi da crociera ed infatti, vicino all’attracco c’è l’ufficio turistico e le postazioni dove le donne di St.Georges vanno a vendere le loro spezie (adesso non è periodo di crociere per cui non ci sono). In giro non c’è assolutamente nessuno. Al centro del Carenange, ci sono varie cabine telefoniche rosse, uguali a quelle londinese e di fianco c’è il Cristo degli abissi (una delusione, quasi non si nota, è come la Statua della libertà, tutta piedistallo!!!), donato dalla Costa in ringraziamento all’aiuto che i granadini hanno dato quando è affondata la Bianca C. 

La “Bianca C”, una nave italiana lunga 20 mt è il più grande relitto dei Caraibi orientali. La nave era di proprietà di un magnate italiano, il quale, l’aveva acquistata per fare una traversata da Napoli a Guaira (Venezuela). In questi viaggi era consuetudine fare scalo a Grenada. Il 22 ottobre 1961la nave, ormeggiata nel porto esterno di St Georges , stava levando le ancore quando un’esplosione in sala macchine provocò un incendio, che la fece affondare rapidamente. Delle 673 persone a bordo della nave se ne salvarono 672 grazie all’aiuto della popolazione locale. Qualche giorno dopo una fregata inglese, arrivò da Portorico e rimorchiò la nave per portarla fuori dal porto verso Point Salines. Le corde però si spezzarono e la Bianca C andò a picco e affondò ad una profondità di 50 mt. E’ una delle mete subacquee più conosciute dei Caraibi orientali.

Passiamo davanti al museo e alla libreria, chiusi anche quelli! Ci spingiamo verso l’interno, è tutto un incrociarsi di strade strette e tortuose, in salita e discesa, rigorosamente tutte a senso unico! Visitiamo la cattedrale e la chiesa anglicana

Vista di ST GEORGES dall’alto

 

La città ci fa un certo effetto…sembra una città fantasma, tutto chiuso incluse le finestre delle case, ne macchine ne persone in giro…ma dove sono finiti i 30.000 abitanti di St. Georges?

Decidiamo di andare a visitare le Annadele Falls., che non sono molto distanti, saranno una decina di Km, e si trovano, vicino al villaggio di Costantine. Per arrivarci bisogna prendere la strada che attraversa a metà l’isola,  cioè che da St.Georges arriva a Grenville (che si trova sulla costa oceanica), attraversando la “Grand Etang Forest Reserve”. Appena fuori della città troviamo il “Queen’s park stadium complex”, un bell’impianto sportivo molto simile a quelli europei. La periferia non è un gran che, anzi…molta sporcizia, le case sembrano dei serri, la gente, ha delle facce poco raccomandabili…Imbocchiamo la strada che passa per la foresta e, il paesaggio, cambia radicalmente, molto verde, ci sono palme, l’albero del pana, la poinciana regia, e una specie di xarantemo che sono le piante più diffuse dell’isola. Le nuvole sono molto basse e la pioggia si fa più persistente (non per niente siamo nella foresta pluviale!), le case sono quasi tutte in legno e sembrano delle palafitte, il piano inferiore è tipo un portico con le colonne che sorreggono la casa e, generalmente viene utilizzato per stenderci i panni ad asciugare. A Costantine, lasciamo la strada principale, ad un certo punto si incontra a sinistra una chiesa gialla (che poi abbiamo scoperto essere Metodista), si imbocca la strada subito dopo che scende a sinistra, in direzione Vendome. Anche qui una gran tristezza…le case sono delle baracche messe troppo male. La cosa che mi ha fatto più tristezza è stata la vista di una signora anziana, sdraiata per terra in una di queste baracche senza porte ne finestre con i piedi che spenzolavano di fuori.

 

 

 

CASE DELL’ENTROTERRA

 

Arrivate alla cascata, non facciamo in tempo a parcheggiare la macchina che veniamo circondate da bambini dai 3 ai 14 anni circa; chi ci vuole vendere spezie, chi ci vuole fare

da guida…siamo solo noi e loro, sono tutti per noi al che…vista l’insistenza gli diciamo che vogliamo effettuare la visita “alone”, nonostante ciò un ragazzotto ci tampina! Il sentiero che porta alla cascata è ricoperto dal guscio delle noci moscate, tutto nero. Qui a Grenada è una cosa molto comune. Il posto è molto curato e ben tenuto. La cascata lascia un po’ a desiderare in quanto non è ne molto alta (saranno una decina di metri) ne molto voluminosa. Il salto finisce in un laghetto che prosegue verso valle con un fiumiciattolo. L’acqua è scura, sembra fangosa invece il colore è così per via del tannino lasciato dalla corteccia sgretolata degli alberi. Ho letto sulla mia guida (il Turist Office naturalmente è chiuso!) che è possibile fare il bagno, ma dopo aver sperimentato con un piede decidiamo che non è il caso! L’acqua è gelida! Sono troppo inca@@@@…la mia Nikon non ne vuole sapere di andare, avrà anche 14 anni ma era in perfetta forma e ora…nessun segno di vita x cui…niente foto. Sulla parete della cascata è cresciuta una

 

 

ANNADELE FALLS (foto dell’ufficio del turismo)

 

pianta che la ricopre completamente, le foglie sono immense. La Stefy è un po’ invidiosa perché anche lei a casa ha la stessa pianta ma…tutta, è grande come una foglia di questa!

C’è anche un orto botanico con le coltivazioni delle varie spezie, anche questo molto curato; il problema è che col fatto che l’ufficio è chiuso, non abbiamo nessun opuscolo e di conseguenza non capiamo niente!!!

Rientrando, decidiamo di dirigerci verso l’aeroporto per vedere se troviamo uno sportello per cambiare i soldi…niente da fare. Ormai sono le 5, io ho un gran mal di

testa e una gran fame. Ci fermiamo in un barettino sulla strada. Prendiamo due Carib e un pacchetto di crekers, torniamo a pagare in $ e tornano a fregarci! 5$ Nel frattempo viene un acquazzone che sotterra completamente la strada! Ci sarà un metro d’acqua per terra! Per la cena optiamo per l’Acquarium a Point Salines. Il posto è bellissimo, direttamente sulla spiaggia con vista che spazia fino a ST. Georges che vista da qua è tutto un groviglio di lucini. Anche il cibo e il servizio sono ottimi. Prendiamo 2 salad al buffet, 1 fish of the day, 1 schrimp (spiedini di gamberi), tutto cucino alla griglia. La domenica è il BBQ day! Non contente prendiamo anche il dolce, 2 spice profum una delizia, il tutto accompagnato da acqua, le immancabili Carib e per finire 2 Clark Court Rum da 65°. Prezzo totale EC$ 155. La cena ci ha risollevato il mortale in quanto la giornata ci aveva fatto rimpiangere Tobago.

  

19/08/02

Oggi è lunedì, non mi sembra vero; banche e negozi finalmente aperti!

Abbiamo deciso di andare a Carriacou per vedere di tirarci un po’ su di morale. La giornata è limpida anche se, da dietro i monti arrivano le solite nuvole nere! Sulla mia guida c’è scritto che Carriacu è molto più secca e piove molto meno che a Grenada. Speriamo abbia ragione. Per arrivarci bisogna prendere il catamarano Offspring che fa servizio tra Grenada-Carriacou-Petite St Vincente tutti i giorni (2 corse); parte dal Carenange, proprio di fronte ai pompieri alle 9:30 e alle 17:30. Riusciamo ad andare in banca a cambiare un po’ di $ Il cambio è 1 $ = 2,67 EC$. Riusciamo anche ad andare al supermercato FOODLAND (è una catena tipo COOP, molto fornita), apertura ore 8:30 e chiusura ore 17:30. Compriamo acqua e alimenti vari per la colazione e il pranzo (buonissime le Coconut’s Tart). Il biglietto A/R per Carriacu costa EC$ 75 per persona. Oggi è lunedì ed è al gran completo, praticamente è l’unico mezzo per arrivarci, da poco è stato costruito l’aeroporto ma ci atterrano piccoli piper per lo più privati. Ci sistemiamo nella parte superiore all’aperto, cosi ci abbronziamo un pochino (e facciamo anche vari bagni!). Dal traghetto possiamo ammirare la costa verso sud anche via mare e, Grand Anse appare in tutta la sua grandezza, oggi, anche St Georges ci fa un effetto diverso, la città si è risvegliata! Per arrivare a Carriacou ci vuole 1 ora e 30 minuti. Costeggiamo la costa di Grenada  fino alla punta nord e notiamo che, ovunque, la vegetazione è molto rigogliosa e anche che, dopo la città, praticamente le spiagge sono inesistenti. Passiamo davanti a Victoria che è la seconda città della costa occidentale, a me, più che una città mi sembra un villaggio di pescatori. A nord di Grenada, ci sono un sacco di rocce e isolotti disabitati. Finalmente si vede Carriacou! Da qui sembra molto bella, meno verde di Grenada, ma contornata da bellissime spiagge bianche e mare turchino; per fortuna la guida dice che le spiagge di Carriacou non possono competere con quelle di Grenada…

Non riesco a capacitarmi di quello che vedo davanti ai miei occhi…una lingua di sabbia accecante con 4, 5 palme, barriera corallina intorno…cos’è? Tobago Kays? Booo…chiediamo: Sandy Island. Stupenda!!

SANDY ISLAND

 

Carriacou è situata  27 Km  a nord-est di Grenada, è un’isola di carattere rurale molto tranquilla. Il paesaggio è collinare e piuttosto arido, coperto in particolar modo da arbusti come cactus e acacie oltre a buganville multicolori. A Carriacou vivono circa 6000 persone e altrettante capre e pecore. Sull’isola esiste una compagnia folcloristica che si esibisce nella Big Drum Dance (danza del grande tamburo), un rito molto sentito di origine africana. Carriacou vanta anche una lunga tradizione nel campo della costruzione delle barche in quanto, durante il periodo coloniale giunsero sull’isola molti scozzesi i cui discendenti, vivono ancora qui.

Arriviamo al porto che consiste in una banchina di legno, infatti per scendere dal catamarano, ci aiutano i marinai in quanto, tra la barca e il ponte ci sarà almeno mezzo metro di distanza! Siamo a Hillsborough,  che è la capitale e unica città dell’isola.

Hillsborough, è una piccola cittadina incontaminata e tranquilla, si presenta come un agglomerato di negozi e botteghe in legno, edifici di cemento e baracche di lamiera. Lo sviluppo edilizio è praticamente inesistente. L’attività cittadina si concentra principalmente lungo Main St., la strada parallela alla spiaggia davanti al molo d’attracco dei traghetti. C’è la dogana, l’ufficio immigrazione, il mercato, l’ufficio del turismo, quello postale e il museo oltre ad alcuni negozi.

HILLSBOROUGH

 

In giro c’è un sacco di gente, nella via principale ci sono un sacco di negozi; c’è anche un supermercato per fortuna, forse ho capito la malattia della mia macchina fotografica: LE PILE!!! Notiamo che la gente qui è molto tranquilla, cordiale e rilassata. Prendiamo un minibus (che parte quando è almeno pieno a metà), costo del biglietto EC$ 2,50 per persona per qualsiasi tragitto superiore al kilometro, decidiamo di andare a Tyrell Bay sulla costa sud. Le strade a Hillsborough, sono tutte a senso unico, le case colorate con colori pastello, che bel posto…peccato starci solo una mezza giornata. Appena fuori città, la strada inizia a salire in collina e notiamo che la vegetazione è rigogliosa anche qui; le strada, sembrano dei marciapiedi (con dislivello laterale) e, distanziati l’uno dall’altro di si e no un Km. ci sono dei dossi che servono per fare rallentare più che le macchine (che non sono molte) i minibus che sono ancora più spericolati che a Grenada,  il che…è tutto un dire!!! Salite sul minibus, avevamo detto all’autista di scaricarci a Tyrell Bay, ma ad un tratto abbiamo visto una bellissima spiaggia proprio di fronte a Sandy Island,  abbiamo fatto fermare il bus e siamo scese: Paradise Beach! Entriamo in spiaggia passando attraverso il giardino di una casa! Mamma mia…sono senza parole. Avete presente le cartoline con spiaggia tropicale deserta, acqua di ogni colore di azzurro?

PARADISE BEACH

 

Ecco…questa è Paradise Beach. La spiaggia è molto lunga, poco profonda (saranno 5, 6 mt) con sabbia rosa e dietro alberi verdissimi con frutti simili a piccole mele verdi. Io un posto così non l’avevo mai visto. In spiaggia oltre a noi, ci sono due bimbi del posto che, incuriositi, sono venuti a fare il bagno proprio davanti a noi. La Stefy nel frattempo, ha raccolto un paio di meline e ne sta mangiando una; dice che è buonissima, ne mangia uno anch’io. Dolcissima.. Mentre la metto in bocca, ho un brutto presentimento…ma la mangio lo stesso. Il bagno è una favola, l’acqua calda dei Caraibi, il colore dei mari, i bimbi, la barriera corallina, Sandy Island di fronte…mi bruciano un casino le labbra e la gola, vuoi vedere…il mio presentimento…non sarà Mancinella? Facciamo vedere ai bimbi la mela, loro non capiscono quello che gli diciamo ma ci dicono “No good”.

 

PARADISE BEACH

 

Porca puttana, è proprio mancinella, ca@@o, non c’è la vernice rossa sul tronco…Siamo prese dal panico, il bruciore diventa sempre più persistente, alla Stefy brucia anche lo stomaco (la solita ingorda se ne è mangiata due). Che fare? Andiamo in strada, troviamo un signore, gli spieghiamo e lui ci dice di andare IMMEDIATAMENTE in clinica perché quel frutto contiene Poison al che…la nostra domanda: “Is possibile to dead?” “No” Sarà vero? Fermiamo il primo bus, rispieghiamo e chiediamo di portarci in clinica. Ci guardano tutti con facce allucinate, che coglione…soprattutto la sottoscritta, non l’avessi saputo…

   

MANCINELLA

 

La clinica…è una nursery. Meglio non guardarsi intorno…sterilizzano le siringhe nell’alcool! Dopo una decina di minuti di attesa (con la Stefy messa sempre peggio) il medico ci fa entrare. Gli rispieghiamo di nuovo quello che abbiamo combinato e i sintomi che abbiamo. “Mangini? You have eat mangini?” Alla nostra risposta affermativa ci guarda come dire “poverine” e poi scoppia a ridere. La cosa mi ha molto rallegrato…se ride o è pazzo o non siamo in punto di morte! Opto per la seconda opzione. Questo medico è molto curioso, anche perché, dei gran turisti da queste parti, non ne devono passare molti! Quando sa che siamo italiane ci dice che lui conosce “Roberto Bagiiiiiio” che gioca a Bologniiiiiia! Lo informiamo della nuova maglia, prendiamo la ricetta e chiediamo quant’è: offerta libera…lasciamo all’infermiera EC$ 50, lei fa una faccia subito stupita poi molto contenta. Il dottore della clinica deve essere anche il medico curante. Ci saranno una quarantina di persone, c’è anche la farmacia!!!

CLINICA

 

Sistemo la Stefy sdraiata su una panchina all’esterno (dorme in piedi, probabilmente a causa del veleno) e io rientro. La farmacia consiste in uno stanzino, dove, un’altra infermiera prepara le medicine…hai bisogno di antibiotici? Lei ti da un tot di pastiglie di antibiotici dentro ad una bustina di plastica trasparente con un foglietto di carta con su scritto il contenuto della bustina! Siamo le uniche turiste e uniche bianche, ormai, il motivo per il quale siamo li, ha fatto il giro di tutte le persone della clinica per cui, a turno, mi vengono a fare qualche domanda…sono tutti molto cordiali e gentili. Tocca a noi: 1 flacone di liquido antigas e 2 bustine a testa. In una ci sono delle pastiglie tipo malox, l’altra…non capisco. L’infermiera si raccomanda, 3 volte al giorno, dopo il breakfast, dopo il lunch e dopo il dinner. Costo totale EC$ 20. Cominciamo subito con il liquido, gusto latte-menta. Dopo nemmeno 5 minuti, la Stefy da via anche l’anima!!! E’ stata la sua fortuna, a me è andata molto peggio…Sul traghetto abbiamo dormito da quando siamo salite fino all’arrivo a St Georges, coma profondo….dolori di pancia allucinanti…speriamo di riuscire ad arrivare a casa. Ci fermiamo al supermercato a comprare latte e bibite dolci (ordine del dottore) e poi dritte in camera. Non so quante volte mi sono alzata durante la notte, ho perso il conto…sono distrutta…domani è un altro giorno…speriamo migliore….

  

20/08/02

Siamo tutte e due ancora rincoglionite…prendiamo le medicine  e decidiamo di rimanere ancora un po’ a letto. Ci alziamo alle 11, stiamo a Morne Rouge, non siamo ancora in perfette condizioni e, in caso di necessità in un attimo siamo in camera.

La spiaggia è stupenda, poca gente, tanti alberi di mancinella…mi fanno venire il vomito solo a guardarli! All’entrata della spiaggia c’è un cartello con un teschio con la scritta “Dangerous”. Incontriamo due ragazzi italiani, gli chiediamo qualche consiglio per la cena, ci sconsigliano la “Dolce Vita” perché si mangia molto male, invece ci consigliano “La Luna” e la “Boulangerie” per il pane e la pizza.

MORNE ROUGE

 

Stiamo tutto il giorno in spiaggia, andiamo a fare snorkeling nel lato sud, ci sono vari pesci, una piccola manta marrone, tante conchiglie e…tanti serpenti, gialli e a righe bianchi e rossi con la cresta…che schifo…

Ormai è pomeriggio inoltrato, andiamo alla Boulangerie. Si trova in fondo alla strada che da Morne Rouge va verso l’aeroporto, in un piccolo centro commerciale (4-5 negozi). Prendiamo una bagette da portare a casa, una aranciata e due slice di pizza margherita.. Costo EC$ 23. Il locale è di un ragazzo barese, e tra i vari lavoranti c’è anche la sorella. Il pane è molto buono, anche la pizza non è niente male, anzi..Mentre siamo li che mangiamo la pizaa, la Stefy alza la testa: “Vittoria?!?” Una signora risponde: “Si, sono Vittoria!”. Vittoria è stata l’accompagnatrice di Susy Blady, quando hanno girato la puntata a Grenada di “Turisti per caso”. Si è fermata a fare due chiacchiere, lei vive qui da qualche anno, ha sposato un signore di qui e importa prodotti dall’Italia. Ci dice che il problema maggiore è quello di fare lavorare i granadini, non ne hanno voglia, se ne starebbero tutto il giorno sotto un albero a fumare e bere rum!

Torniamo a casa, dopo due settimane rientriamo in contatto con il resto del mondo attraverso la CNN (abbiamo trascorso le vacanze fino ad oggi senza leggere un giornale e senza vedere TV, bellissimo) e ci addormentiamo.

 

Monica Bergonzini

Per leggere la prima parte di questo viaggio, a Tobago, andate al "diario di Tobago 2002"

 

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