Ciao Michele, magari qualcuno, oltre alle solite descrizioni di bellezze
naturali, sarà interessato a sapere anche quello che succede in Bolivia dal
punto di vista sociale e economico. Noi siamo qui da oltre quattro mesi,
abbiamo presenziato all'insediamento del Presidente Evo Morales, e adesso alla concretizzazione
di uno dei principali obiettivi di questo governo e del popolo boliviano che
lo ha appoggiato. Ti inviamo il messaggio che abbiamo ricevuto dalla redazione
del sito gestito da Gianni Minà che si occupa di temi latinoamericani.
Un saluto da Villa Tunari ... ce ne andiamo a navigare lungo il Rio Mamorè,
nella selva amazzonica, con l'idea di raggiungere Guayaramerin, al confine con
il Brasile.
Ti salutiamo con un'espressione in lingua indigena aymara che significa
"evviva, felicità": JALLALLA.
Stefano e Donatella
Gli idrocarburi sono dei boliviani.
Il neoliberismo è finito. Con il decreto supremo n. 28701, il Presidente
Evo Morales, il primo presidente rappresentativo di tutti i boliviani nella
storia, ha restituito le risorse naturali del paese alla gente di Bolivia.
DECRETO SUPREMO N. 28701
di Gennaro Carotenuto
"Cominciamo dagli idrocarburi, poi toccherà alle miniere, quindi alle
foreste, quindi a tutte le risorse naturali che ci hanno lasciato i nostri
antenati. Infine sarà la volta della terra che è per tutti i
boliviani" ha detto Evo.
Finiscono così vent'anni di saccheggio. Fino ad oggi le imprese straniere
che spogliavano la Bolivia lasciavano una regalia del 18% allo stato.
Morales ha invertito la cifra. Da oggi sarà lo stato a trattenere l'82%
degli utili ed a lasciare alle imprese straniere che accetteranno le
condizioni, il 18%.
Immediatamente dopo l'emanazione del decreto, il presidente Morales ha
disposto che l'esercito prendesse il controllo dei 56 giacimenti di
idrocarburi in tutto il paese. La Bolivia ha le seconde riserve di gas del
continente e produce 40.000 barili di petrolio al giorno. Da oggi queste
passano ad essere di proprietà della compagnia pubblica YPFB (Giacimenti
Petroliferi Fiscali Boliviani). Le multinazionali che li sfruttavano hanno
180 giorni di tempo per accettare i nuovi contratti o andarsene.
Le Forze Armate hanno preso il controllo dei pozzi senza incidenti ed il
vicepresidente Alvaro García Linera ha calcolato che lo stato incasserà
oltre il 550% in più dalla nazionalizzazione. E' la terza volta in 70 anni
che in Bolivia si nazionalizzano gli idrocarburi. Negli anni '30 questi
erano sfruttati dalla Standard Oil e nel 1969 dalla Gulf. Poi con il
neoliberismo questi erano stati riprivatizzati fino alla "guerra del
gas". Nel 2004, i movimenti sociali avevano tenuto in scacco tutto il
paese esigendo la socializzazione del gas. Nonostante la Bolivia intera
sieda su un'immensa bolla di gas, ben pochi boliviani ne hanno potuto finora
beneficiare.
Le proteste avevano costretto il presidente fondomonetarista Gonzalo Sánchez
de Losada a ritornare di corsa a Miami (da dove era stato inviato), non
prima di usare l'esercito contro i cittadini, assassinandone più di 70.
La guerra del gas si aggiungeva a quella per l'acqua ed era stato il segnale
di non ritorno per il sistema neoliberale ed aveva posto le premesse al
trionfo del MAS (Movimento Al Socialismo) che ha portato Evo Morales alla
presidenza della Repubblica nel dicembre 2005.
Il governo spagnolo ha espresso la sua "più profonda
preoccupazione". La Repsol sfrutta infatti un quarto delle riserve
boliviane. Dal Brasile si è parlato di un "gesto non amichevole"
verso la Petrobras.
Appena il giorno prima Evo Morales, dall'Avana, aveva annunciato l'ingresso
della Bolivia nell'ALBA, l'Alternativa Bolivariana per le Americhe,
antiliberista, della quale fanno parte Cuba e Venezuela. Oggi l'annuncio
della nazionalizzazione. Miglior primo maggio per i lavoratori boliviani non
poteva esserci.