Londra

Regno Unito

A taste of England
Pensieri e diario di viaggio aprile 2009

di Domenico

 

 

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Londra grigia, snob, fredda. A Londra i luoghi comuni oggigiorno sono presto confutati. A cominciare dalla gente sempre molto disponibile a darti una informazione, per continuare con la comprensione della lingua, per finire al tempo, che ci accoglie grigio e piovoso, ma poi ci regala tre giorni di sole primaverile durante i quali i parchi cittadini ci hanno offerto un aspetto della città accogliente e familiare. Sarà la globalizzazione: forse di londinesi nativi a Londra ce ne sono pochi, ma non credo così pochi da lasciare tutta la gentilezza e accoglienza ai nuovi inglesi.

 

L’impatto con Londra è comunque quello che ci aspettiamo, grigio e piovigginoso, tanto che i primi due giorni ci abituiamo a vederla con i colori un po’ sbiaditi. Chissà come sarebbero apparsi il palazzo del Parlamento e la Clock Tower se il cielo ci avesse regalato un pomeriggio soleggiato o un ardente tramonto. Un’idea ce la siamo fatti passeggiando per i verdi parchi cittadini, eleganti e tranquilli: per noi è strano osservare gli scoiattoli nutriti dalla gente. In questi parchi non si sentono i rumori del caos cittadino e la città appare così lontana pur essendo dietro l’angolo.

Ad essere sinceri talvolta è più il vociare della gente che si sente, piuttosto che il traffico d’auto. A Piccadilly Circus invece si vede e sente di tutto.

Circus, appunto. Folle di persone si fermano a guardare cosa non si capisce: forse le abbaglianti insegne pubblicitarie, forse la statua del presunto eros, forse il circo di auto che entra ed esce da tutte le parti. E lì ci fermiamo anche noi a guardare le stesse cose. E’ questo il fascino di Piccadilly Circus, fascino delle luci e dei palazzi eleganti, dei negozi e dei vicini locali della vita notturna. All’inizio mi sento a disagio (può essere Londra famosa per questo?), in fondo è una piazza che sorge intorno a una rotatoria: vedo solo automobili e tanta tanta gente. Ma poi mi ritrovo nella fotocamera una ventina di scatti: il fascino di Londra comincia a farsi strada in modo subdolo.

Non molto diversa è l’impressione che ho di Trafalgar Square. La prima cosa che si nota avvicinandosi alla piazza è la colonna dell’ammiraglio Nelson; poi tocca ai cartelli di divieto di nutrire i piccioni. Non riesco a immaginarla invasa dagli escrementi dei topi volanti.

Non c’è un punto di riferimento in questa larga area nella quale si perdono sia la National Gallery sia St. Martin-in-the-Fields. Eppure l’ho vista nei quadretti dipinta a olio, con il big ben sullo sfondo: anche Trafalgar ha la sua poesia.

 

Non c’è una cosa in particolare che a Londra spicca sulle altre. Forse il Tower Bridge, la Tower Hill e Westminster sono i siti più suggestivi. Sarà che il fascino della città è nella sua anima medievale e nella storia di potere, intrighi, violenza. Tutto è racchiuso nella Torre e nei suoi 900 anni di attività nei quali vide torture ed esecuzioni per gli osteggiatori della monarchia.

Alcune di queste furono davvero insolite, come quella di James Scott, Primo Duca di Monmouth.

Scopriamo la sua storia dal racconto di uno dei Yeoman Warders, i guardiani della corona. James Scott, dopo un fallito tentativo di proclamarsi re, fu incarcerato nella Tower Hill e quindi giustiziato il 15 luglio 1685. Si dice che ci vollero otto colpi di ascia per decapitarlo; qualche fonte ne indica cinque, altre sette. Ma ciò non bastò a dare pace al ribelle James. Infatti, quando fu necessario un suo dipinto, ci si accorse che dipinti non ve ne erano e il cadavere fu riesumato, la testa riattaccata e quindi si procedette con l’opera.

Raccontate dai “Beefeaters”, le storie macabre e reali assumono un fascino che solo questa gente e il loro celeberrimo humor può dare.

 

Sacro e potere a Londra si fondono alla perfezione in un posto unico: Westminster. L’incoronazione della regina è sacra anch’essa se è vero che il monarca è anche capo supremo della Chiesa Anglicana e la cerimonia a Westminster deve essere tanto fastosa e solenne quanto quella della proclamazione di un papa. Ma il potere è anche tragedia. Oliver Cromwell, morto nel 1658,  fu poco dopo riesumato, impiaccato e squartato. La sua testa ornò una lancia di Westminster per ben vent'anni!

Westminster del presente e del passato: da una parte la televisione che nel 1953 ha fatto il suo ingresso nell’abbazia, dall’altro la Stone of Destiny che quella cerimonia la vive da protagonista dal 1308.

 

Londra è anche shopping. Non potreste dimenticare sicuramente Harrod’s, ma forse non conoscete Liberty o Fortnum & Mason che dal precedente si distinguono per la tranquillità dei negozi di lusso e l’eleganza che non viene svenduta.

Ma anche i negozi comuni qui hanno un’atmosfera diversa: quella atmosfera che solo a Londra si vive.

D’un tratto passi dagli eleganti negozi ai mercatini di un tempo. Portobello Road riesce a stento a mantenere il fascino di un tempo, soprattutto quando il sole colora la piccola e lunga stradina. Uno dei negozianti che visitiamo è salernitano e ci dice che i cinesi stanno comprando tutto e di storico c’è sempre meno. Camden Town Market è purtroppo molto più avanti su questa strada.

Non troviamo molto su Portobello Road la domenica, ma già il passeggiare è soddisfacente.

Se fosse facile, avrei sognato di fare un giro per botteghe e mercatini a bordo di un routemaster, il celeberrimo e raro bus a due piani che parrebbe anacronistico in tempi di autobus ad aria condizionata se non fosse che qui siamo nella terra delle tradizioni.

E se parli di tradizioni non può non venirti in mente il the. La pausa pomeridiana ti concede un momento di riposo senza però rinunciare a vivere la città. Che sia un the oppure un cappuccino, se lo accompagni con un dolce, torta di mele o di mandorle che sia, vorresti che la sosta durasse molto molto di più.

Per chi gira tutto il giorno a piedi, tanta forza di vivere la vita notturna non c’è e onestamente sia io che Adriana non siamo tipi così nottambuli. Però basta entrare in un pub – meglio se serve cibo ancora verso le 21 – per sentirti londinese un po’ di più: pub e osti sono accoglienti, puoi discorrere, rilassarti, attendere. E se fuori all’ingresso ti trovi in Carnaby Street o in Covent Garden, sembra quasi di ritrovarsi in alcuni dei quadretti ad olio di altri tempi.

Altri tempi e altro tempo: di altro tempo avremmo voluto averne per viverne ancora.

Londra è una città mondana e colta allo stesso tempo, offre decine di spettacoli teatrali (ancora di più in giugno e luglio), concerti ovunque, offre se stessa e la storia dei suoi edifici, delle sue strade, della letteratura mondiale e anche della musica (vogliamo ricordare le strisce pedonali di Abbey Road, la copertina più famosa dei Beatles?). Londra è un po’ da vivere, un po’ da vedere e un po’ da ascoltare.

«Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita, perché a Londra si trova tutto ciò che la vita può offrire.» (Samuel Johnson)
 

Albergo: Georgian House Hotel

http://www.georgianhousehotel.co.uk/default.asp

Ci riservano un miniappartamento poco distante dall’hotel. È una mansarda comoda ma per arrivarci bisogna salire sei strette rampe di scale, che, con le valigie, non è proprio il massimo!

Tutto sommato siamo stati bene e comodi.

 

Trasporti:

All’hotel arriviamo da Stunstead con il bus della Terravision (partenze ogni 30 minuti circa, tempo circa 80 minuti fino a Victoria Station). Il biglietto lo facciamo in aereo pagando in euro, quindi risparmiamo qualche centesimo rispetto a costo in sterline. Al momento della partenza, gli addetti Terravision (tutti italianissimi!) ci consigliano di prenotare il posto per il ritorno, cosa che facciamo con il bus che partirà  poco più di tre ore prima della partenza del nostro aereo.

A Victoria Station compriamo la Oyster Card. Ci costa 26£ da oggi a lunedì per un numero illimitato di viaggi su metro (zona 1 e 2) e bus cittadini. Questo è quello che ci consiglia l’operatrice. L’alternativa poteva essere la Oyster “pay as you go” (con cauzione di 3£, vedi tfl.gov.uk/oyster) nella quale si carica una somma che viene scalata a ogni viaggio con una tariffa più bassa di quella usuale, ma anche guardando il sito non eravamo riusciti a fare un preventivo della spesa.

            Il costo di una singola corsa è proibitivo (circa 3£ se non ricordo male), per cui la soluzione migliore è la Oyster Card o la Travel card. È pur vero che il servizio è di prima classe (anche se spesso non si trovano scale mobili). Se qualche linea viene sospesa si trovano addetti del tube con cartelli che segnalano il problema e danno informazioni sui percorsi alternativi. Una sera abbiamo atteso 15 minuti che la metro ripartisse: noi con la nostra ansia di chi non si fida di chi amministra, loro tranquillamente in attesa che tutto si risolvesse aiutati dal conducente che informava costantemente i passeggeri sulla situazione.

 

Giovedì 16 aprile

Roma Ciampino – Londra Stunstead con Ryanair. Arrivo h 12.

 

Itinerario:

Buckingham road, Buckingham Palace (da fuori)

Queen’s Garden

St. James’s Park

Il parco è piccolo ma molto bello; sarebbe ancora più bello se il lago non fosse vuoto a causa della manutenzione che, dopo vent’anni, viene fatta proprio in questo mese.

Horse Guard Parade

Whitehall

Trafalgar Square

È considerata il cuore di Londra: qui ad esempio si attende il nuovo anno, qui c’è cinema d’estate, così come parate e manifestazioni. Arrivando da Whitehall sono colpito da un cartello che vieta di nutrire i piccioni: tempo fa questa piazza era in abbandono anche a causa della presenza di questi animali. Adesso è una piazza molto spaziosa ma un po’ monotona nei colori, priva di punti di riferimento, nella quale spicca la colonna dell’ammiraglio Nelson e soprattutto il flusso incessante di auto, e in cui si perdono sia la National Gallery sia St. Martin-in-the-fields.

St.Martin-in-the-field

Non riusciamo a vederla all’interno: una volta è già chiusa (chiude alle 18), un’altra c’è un concerto. Quello che riusciamo a sbirciare dall’ingresso non è molto entusiasmante; piuttosto siamo sorpresi dall’originale bar ristorante tra le volte gotiche della cripta.

Irving st., Leicester Sq Coventry St

La zona intorno a Leicester Square è molto caratteristica, ci sono stradine piene di locali affollati di sera e di giorno. La recensione della Lonely Planet non è delle migliori sia per l’architettura della piazza che per la presenza di ubriachi e piccoli ladri: fortunatamente non possiamo confermare!

Noi facciamo una pausa tè all’ottimo Rendezvous, che da fuori è forse il meno appariscente (grazie anche a quei pacchi di pasta Barilla esposti nelle vetrine), ma il servizio è ottimo sia nei dolci che nei cappuccini.

Piccadilly Circus, Piccadilly Street

Ma Piccadilly Circus è caratteristica per le insegne luminose, per la statua dell’angelo della carità cristiana (o eros, come conosciuto più comunemente ma meno correttamente) o invece per il casino di autoveicoli e persone???

Fortnum & Mason

Stupendo negozio di lusso su Piccadilly Street, primo grande magazzino di Londra  creato nel 1707 che oltre a oggetti di tutti i tipi divisi in 6 piani  ci rapisce per l’offerta di tè.

Regent Street

Strada elegante come Piccadilly; vi ha sede il National Geographic con annesso negozio.

 

Note del giorno:

Qualcuno è inzaccherato (hai visto? Ho imparato il vocabolo!) appena lasciato l’appartamento: rifare 6 rampe di ripide scale è stato un po’ seccante. Almeno per chi le ha fatte…

Tempo grigio e pioggia leggera, ma tiepido (siamo intorno ai 18 gradi)

 

 

Venerdì 17 aprile

 

Itinerario:

Westminster Bridge, Parliament Square e Parlamento

Facciamo un po’ di foto al Parlamento dall’Albert Embankment e dal Westminster Bridge. Poi passiamo dall’altra parte, su Parliament Square.

La facciata pseudo gotica del palazzo, senza i giochi d’ombra di qualche raggio di sole, appare un po’ monotona ma resta impressionante per la sua maestosità.

Da una parte la Victoria Tower che contiene 1,5 milioni di atti del Parlamento approvati dal 1497; dall’altra il simbolo di Londra, il Big Ben (più precisamente “clock tower”), inaugurato nel 1858. L’orologio è il più grande d’Inghilterra con i suoi 4 quadranti da 7,5 metri di diametro; ogni ora  rintocca la campana da 14 tonnellate e ora che ci penso, purtoppo, non ho sentito il celebre suono.

Westminster Abbey

Senza dubbio vale la visita. Costa 12£ con audio guida e dura circa 2 ore. Il College Garden è aperto solo martedì, mercoledì e giovedì.

Completata nel X secolo, poi variamente distrutta e ricostruita, la struttura di oggi è più o meno quella del  XIII secolo. La chiesa si autofinanzia interamente: non riceve fondi né dallo Stato, né dalla Corona, né dalla Chiesa Anglicana.

L’audioguida conduce tra storia e arte: l’abbazia è stata la sontuosa sede di tutte le incoronazioni fin dal 1066 compresa l’ultima, quella della regina Elisabetta II nel 1953 ripresa per la prima volta dalla televisione, le cui immagini sono proiettate nel palazzo dei gioielli nella Tower of London.

È così visibile la coronation chair, il trono dove, fin dal 1308, vengono incoronati re e regine e sotto la quale viene posta la stone of destiny, la pietra del destino contesa dalla Scozia.

Ma l’abbazia è anche sede di funerali, come quello della principessa Diana nel 1997 e della regina madre nel 2002. L’abbazia è l’estrema dimora di Enrico VII, ma soprattutto delle sorelle nemiche e regine Maria di Scozia ed Elisabetta I, sepolte nella stessa cappella l’una vicino l’altra.

Nella chiesa si trova il “poets’ corner” con i  memoriali di poeti quali Shakespeare e Dickens: un monumento in questo luogo è il più alto onore che la regina possa concedere.

Ma Westminster è pur sempre luogo di culto: ogni ora l’abbazia di ferma per un minuto di preghiera.

National Gallery (www.nationalgallery.org.uk/plan/language/italian.htm)

L’ingresso è  libero e si può prendere l’audioguida con “offerta” consigliata di 3,50 £, somma che serve anche per sostenere il museo. Insieme all’audioguida ci danno la mappa: i piani sono 5 ma solo il secondo è quello dell’esposizione. La nostra visita dura 2 ore circa perché scegliamo solo alcune sezioni soffermandoci non su tutti i quadri. L’audioguida italiana illustra poche opere, una trentina su circa 2300;  quella inglese invece tantissime! In entrambi i casi le spiegazioni sono molto dettagliate e talvolta molto molto lunghe.

Harrod’s

Si può immaginare un viaggio a Londra senza Harrod’s e i suoi sei piani di lusso? No di certo, anche se l’atmosfera non è quella silenziosa e riflessiva di un negozio chic, piuttosto quella di una specie di mercato dove la merce è dorata e anche il culatello te lo servono in guanti e livrea. Troppa gente da Harrod’s, soprattutto al pian terreno con le “Food Halls” assolutamente imperdibili. Imperdibili quasi quanto la scala egiziana e il mausoleo di Diana e Dodi Al Fayed (figlio del proprietario del negozio), assolutamente kitsch e stonante con il resto degli ambienti.

Tra pezzi di alta moda e marchi nobili, al gift shop, all’Harrod’s Arcade e alla Tea and Coffe Hall si trova qualche buona occasione con marchio Harrod’s, talvolta unica (ad esempio gli infusori per il te), talvolta troppo commerciale (borse e orsacchiotti).

La metro Knightsbridge ferma proprio sotto il negozio

Liberty

Se tutti conoscono Harrod’s, pochi conoscono Liberty (www.liberty.co.uk/), segnalatomi da Silvia che presto riceverà la chiavi della città per quante volte c’è stata. Altro mega negozio di lusso, a cominciare dalla facciata in stile pseudo-Tudor del 1925, per continuare con le eleganti ascensori per finire con i prodotti artigianali di qualità come vasi, gioielli, mobili.

Liberty è a pochi passi da Carnaby Street.

Regent St, Carnaby St, Kingly st

Dopo la visita a Liberty il tempo ci dà una piccolo tregua e quindi cogliamo l’occasione per vedere la parte alta di Regent Street (strada che sembra lunghissima, ma poi per percorrerla non ci vuole così tanto) dalla quale si arriva a Carnaby Street, una volta centro della swinging London (con cui si indicavano gli abiti alla moda per giovani) e adesso stradina molto curata e caratteristica con alcuni negozi e alcuni pub molto attraenti per i turisti

 

Note del giorno:

Il tempo è stato peggio di ieri. Dopo la visita alla National Gallery, essendo in zona, molto volentieri abbiamo fatto di nuovo pausa al “Rendezvous”

Sera a Carnaby St. e cena al Shakespeare’s Head. Ci sono altri locali carini in zona, come il  The White Horse e il The Blue Posts.

 

 

Sabato 18 aprile

 

Itinerario:

Embankement, Victoria Garden

Piccolo giardino che segue il fiume,  molto curato ma da cui non si ha una veduta particolare del lungo Tamigi.

Somerset House

Palazzo molto elegante con un bel terrazzo che affaccia sul fiume. Il cortile da poco aperto al pubblico (prima del 2000 era un parcheggio per esattori delle imposte) è molto attivo d’estate con caffè e concerti di musica classica. Noi ci limitiamo a vedere terrazzo e cortile, ma vicino all’ingresso lato Strand c’è una galleria amministrata dal Courtauld Institute of Art, ovvero la più importante accademia britannica di storia dell’arte.

Strand, Fleet Street, Twinings Shop, Royal Court of Justice

Strand e Fleet Street sono due strade molto eleganti che noi non abbiamo visto per intero per avere scelto di percorrere  l’Embankment.

Vicino alla Sommerset House c’è un negozietto del 1706 che potrebbe sembrare un semplice punto vendita di un famoso tè. Invece è il primo punto vendita di un preciso tè, il tè Twinings, che qui si trova negli usali filtri e sfuso, e si vende pure a singole bustine a 0,15£.

Intanto cominciano a intravedersi delle guglie della Royal Courts of Justice poco oltre il bello scorcio di St. Clements Danes Square. L’edificio vittoriano sede nazionale della aule di giustizia fu costruito nel 1882 in stile gotico con 35 milioni di mattoni e conta – almeno così si dice – 1000 stanze e più di cinque chilometri di corrido

St Paul’s Cathedral

11£ ingresso + 4£ audio guida non mi sembrano pochi per la cattedrale che non può competere con Westminster. Già la facciata  non è che ci entusiasma molto. Ritroviamo la storia recente dei Windsor: qui si sposò Diana con il principe Carlo nel 1981. All’interno spicca la cupola e il coro. La cupola in particolare è visitabile a varie altezze: la  balconata di pietra che costa circa 370 gradini (all’interno, 120 gradini prima, la galleria dei bisbigli permette di ascoltare i bisbigli da un punto al suo opposto) e poi il punto più alto, la golden gallery, ancora altri 110 gradini per arrivare quasi a quota i 110 metri di altezza: la cupola di St. Paul è seconda per grandezza dopo quella di San Pietro. Dicono che da lì si abbia una bella veduta di Londra, ma noi non ci addentriamo in questa impresa. Inoltre, (s)fortunatamente la Golden Gallery è chiusa.

Piuttosto scendiamo giù alla cripta che ospita alcune tombe illustri (ammiraglio Nelson e William Blake).

Tower Bridge

Se del ponte originario non resta nulla (era in pietra, con case ed edifici), il nuovo ponte terminato nel 1894 è diventato da subito uno dei simboli di Londra ed è inutile dire quanto ci si senta a Londra passeggiandoci sopra oppure ammirandolo da tutti i lati che le vie circostanti permettono.

In uno dei quattro sottopassaggi pedonali si nota un accesso al fiume che una volta era una specie di punto di recupero suicidi.

Tower of London

Il prezzo è elevato(17£ esclusa audio guida)  ma secondo me ne vale la pena. La “Torre” è in realtà un castello.

La storia di potere, intrighi, violenza è racchiusa tutta qui. Nel 1097 la white tower era il più alto edificio di Londra con i suoi 30 metri (anzi, essendo in Gran Bretagna, 98,42 piedi). Per i suoi circa 900 anni di attività la torre fu sede di torture ed esecuzioni per gli osteggiatori della monarchia: dal Tower Green furono giustiziate due delle mogli di Enrico VIII, nella Wakefield Tower fu probabilmente assassinato Enrico VI durante la guerra delle due Rose, nella Bloody Tower furono assassinati Edoardo V e il fratello minore per impedire la loro pretesa al trono. Ma spesso le esecuzioni erano pubbliche con tanto di passerella per la testa mozzata.

La storia della Tower, delle sue esecuzioni e dei suoi intrighi ci viene raccontata in perfetto humour inglese dai Beefeaters, i volontari che vivono nel castello e fanno la guardia ai gioielli della corona custoditi nella Jewel House. La fila è lunga, ma scorre costantemente fino alla porta tipo rifugio antiatomico che chiude la sala con i gioielli (tra cui il famoso Koh-i-Noor da 105 carati)

All’interno di torri ed edifici troviamo qualche mostra e qualche ricostruzione, il percorso comprende il passeggio sulle mura da dove si ha una bella veduta del Tower Bridge (che approfittiamo per vedere in azione: breve fischio, tutti fermi, si apre il ponte e passa la grossa imbarcazione; pochi minuti e tutto riprende).

La torre di Londra mi ricorda uno dei riti londinesi: escludendo quello del tè (che onoriamo ogni giorno), escludendo il noioso e forse troppo turistico cambio della guardia, alla Tower si usa ogni sera alle 21.30 chiudere a chiave la fortezza e questa cerimonia pare sia affollatissima e richiede prenotazioni in larghissimo anticipo. E pare pure che non sia stata mai interrotta da 600 anni, solo qualche piccolo in occasione di una bomba caduta durante la II Guerra Mondiale.

Shad Thames, The Queen’s Walk

La Lonely Planet snobba del tutto queste due vie.

Lo Shad Thames è una via molto breve ma che troviamo caratteristica forse perché molto tranquilla. Da qui si accede alla riva del fiume, mentre dalla parte opposta si arriva al Queen’s Walk, passeggiata che costeggia il Tamigi e dalla quale si ha una bella veduta del Tower Bridge. Torniamo qui di sera per fare alcune foto in notturna.

Kensington Garden, Hyde Park

Che dire su queste oasi in piena città. Entriamo a Kensinghton Garden da Lancaster Gate, tra il laghetto “Long Water” e la statua di Peter Pan; poi ci inoltriamo in Hyde Park.

Kensington Garden ci appare più riservato e tranquillo, Hyde Park molto più frequentato e rumoroso; i due laghi, il Long Water e il serpentine (citato in “The Noble Bachelor”, storia di Sherlock Holmes, che proprio in questi giorni stavo leggendo) rispecchiano lo spirito dei rispettivi giardini: placido e silenzioso il primo, affollatissimo di pedalò il secondo. Entrambi i parchi sono sterminati, qui è il posto giusto per oziare sui prati o sulle sdraio (a pagamento) che si trovano in alcune zone di Hyde Park.

 

Notting Hill e Portobello Road.

Notting Hill è quartiere residenziale nel quale non c’è molto da vedere se non qualche stradina con villette e giardini. Io trovo la zona carina, Adriana non tanto.

Sempre qui vicino comincia Portobello Road, sede del famoso mercatino dal 1837.

 

Note del giorno:

Shad Thames per pausa panino.

Da Tower Hill alla metro St Paul’s Cathedral arriviamo con il routemaster, lo storico autobus a due piani, quello che è  esso stesso attrazione turistica, quello senza porte, con il piano superiore a cui si accede dalla scala posteriore e per scendere dal quale non sappiamo come fare (mi hanno poi detto che c’è un filo per azionare una campanella). Meno di cinque minuti per arrivare a destinazione: il routemaster è sicuaramente da provare!!

Cena a Earl of Lonsdale su Portobello Road. Accettabile, carine entrambe le sale, quasi un grosso salotto la sala più interna.

 

 

Domenica 19 aprile

 

Itinerario:

Portobello Road Market

A Londra ci sono tanti mercatini. Ne scegliamo due e il primo e Portobello Road che ci dicono meglio attrezzato il sabato. La domenica il mercato non è a pieno carico, quindi non troviamo molte bancarelle, piuttosto vari negozi. Il tutto comunque molto carino e accogliente, complice la bella giornata soleggiata.

Camden Town

Suggeritomi da due amici, il mercato ci delude del tutto. Il caos e la merce dozzinale non ci mostrano niente di londinese, anzi sembra di essere a una fiera di cineserie. Aggiungo che in negozi adiacenti si trovano oggetti uguali a prezzi molto molto diversi.

Camden Town è stato pochi giorni fa restituito all’antico splendore dopo l’incendio del 2008. Chissà se le cose sono cambiate rispetto alla nostra visita. In ogni caso penso che l’offerta della merce è assolutamente anonima per chi cerca oggetti inglesi.

Regent’s Park

Creato intorno al 1820 e originariamente tenuta di caccia, il Regent’s Park è bello, colorato e vario. Si passa dai laghetti alle piccole cascate e isolotti alla miriade di tulipani sparsi ovunque. E poi c’è la zona del teatro all’aperto dove nei mesi estivi si mettono in scena opere di Shakespeare. Il parco sembra immenso, ma in due ore lo si può visitare comodamente.

Un ottima pausa (a prezzi ragionevolissimi) si può fare al “The Garden Cafè” dove noi prendiamo un cappuccino e un dolce niente male!

Museo Scherlock Holmes

Niente visita alla casa museo del celebre investigatore. Ovviamente la targa con il numero civico (221b) è posticcio, la casa riproduce quella dei racconti che non furono mai ambientati lì. Il gift shop all’ingresso è molto carino: ad accoglierci il personale è in costume d’epoca.

Covent Garden

Covent Garden è un posto molto carino e accogliente. Noi lo conosciamo di sera su suggerimento di Luce e Fabio e ci troviamo così bene che ritorniamo il giorno dopo per vederlo anche di giorno.

Di sera compriamo regalini al White…Chelsea, negozio di te vicino al mercato; piccolo giro per vedere la Royal Opera House (molto deludente), scoprire le piacevoli stradine della zona e fermarci intorno al mercato dove c’è sempre qualche musicista di strada.

La domenica sera a Covent garden i pub servono fino alle 20.30 (come in genere in tutta Londra).

Il giorno dopo scopriamo la Tea House, negozio di tè molto carino, e la St. Paul’s Chuech: onestamente non ricordo l’interno, ma nel giardino adiacente ci fermiamo a scrivere le cartoline.

 

Note del giorno:

Con molto piacere ricordo qui l’incontro con Luce e Fabio in Hyde Park: le nostre vite ci hanno condotto su strade sempre diverse, ma ritrovarsi a Londra vuol dire che i sentimenti sinceri e radicati non conoscono tempo e distanza.

 

 

Lunedì 20 aprile

 

Itinerario:

In realtà oggi c’è poco di nuovo, ci prendiamo il tempo per lo shopping tra Fortnum & Mason, Piccadilly Circus e Covent Garden. Poi si torna in albergo a prendere i bagagli per il ritorno in Italia. Il tutto sempre sotto un sole splendente…

 

È il secondo viaggio che faccio con Adriana alla quale va tutto il mio ringraziamento per la pazienza con cui mi ha sopportato per cinque giorni e per l’entusiasmo con cui ha  condiviso con me questi giorni, nonostante gli orari spesso serrati e  i chilometri percorsi a piedi!

So che per te i giorni precedenti alla partenza sono stati molto intensi e lo stesso è stato per me. Sono contento di averli potuto vivere con te, anche se da lontano e per poco. Mi è dispiaciuto non essere lì quando hai scoperto il tuo regalo. Volevo che tu festeggiassi il tuo traguardo in un modo particolare, ho cercato di fare del mio meglio. È solo una piccola parte delle cose che sai farei per te…

 E come accadde per la Scozia, anche il ritorno da Londra mi ha lasciato una profonda malinconia. Ora vorrei capire se è la Gran Bretagna che mi manca, oppure tu. Non resta che fare la prova: Andalusia va bene?

 

Domenico

domenico_z74@libero.it

 

 

 

 

 

 

 

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