Messico

Diario di viaggio 2006

di Paolo Spontoni

 

 

 

 

Mexico D.F.: 25-12-2006/27-12-2006

 

E’ Natale. Comincia il mio viaggio in Messico. L’avventura parte dalla capitale, probabilmente il posto migliore  per passare questi giorni di festa.

Malgrado il lungo volo non sono stanco e decido di visitare il centro della città.

Sin dal primo mattino la città è molto viva e piena di gente. Ci sono molte bancarelle che vendono ogni tipo di prodotto. Mi dirigo verso lo Zocalo, la piazza principale di Città del Messico.

Tutto il Centro Historico è ricco di monumenti, palazzi storici e musei. Straordinariamente bello è il Palacio de Bellas Artes che si trova nei pressi dell’Alameda Central, l’unico grande parco situato nel centro storico.

Dopo aver camminato per circa mezz’ora eccomi allo Zocalo  davanti al Palacio Nacional, con i murales di Diego Rivera e la maestosa Catedral Metropolitana. Questa è una delle cattedrali più grandi del mondo ed al suo interno rimango colpito soprattutto dall’Altar de los Reyes. Quando esco dalla cattedrale mi trovo di fronte alla grande piazza dello Zocalo completamente trasformata : nel giro di poco tempo si è riempita di bancarelle ed il traffico si è moltiplicato.

Dopo aver assistito all’emozionante Ammaina Bandiera, che si ripete tutte le sere alle 18, ritorno verso Plaza de la Repubblica. Nel tragitto rimango spiacevolmente colpito dal degrado della città: nonostante sia un giorno di festa  è molto sporca e il traffico, già  caotico nella zona dello Zocalo, è praticamente congestionato. Un altro aspetto a cui non sono abituato è la straordinaria quantità di mendicanti e le numerose manifestazioni di povertà presenti nella zona più centrale della città.

La sensazione che ho è quella di una città poco sicura e vivibile malgrado l’enorme quantità di forze  dell’ordine presenti ad ogni angolo. Una città continuamente in stato di agitazione.

La sera, dopo aver cenato in un caratteristico ristorante del centro, passo qualche ora in un grandissimo luna park gremito di persone e soprattutto di bambini che indossano delle maschere caratteristiche.

 

Martedì 26 dicembre.  Oggi voglio raggiungere la Zona Rosa, un quartiere un po’ periferico della città. Mi incammino quindi seguendo Paseo de la Reforma , una lunghissima strada che parte da Plaza de la Repubblica per poi giungere nel grande Bosque de Chapultepec. Mi lascio alle spalle un centro cittadino ancora sporco e trasandato avviandomi verso una periferia più pulita e curata. Anche i visi delle persone sembrano più sereni. E’ una sensazione piuttosto strana.

Prima di giungere nel grande Bosco mi lascio affascinare tra le varie cose dal Monumento a la Indipendencia e dalla Torre Mayor che è a tutt’oggi considerato l’edificio più grande dell’America Latina.

La torre mi introduce al grande bosco. Esso comprende numerosi laghi, parecchi musei e soprattutto uno zoo molto grande. Lo Zoologico de Chapultepec ospita una grande varietà di animali tra cui alcuni esemplari di Panda Gigante.

La camminata attraverso il bosco e’ piuttosto lunga e mi ritrovo alla fine piuttosto stanco. Decido quindi di ritornare in centro utilizzando la  metropolitana. Giunto in albergo la stanchezza prende decisamente il sopravvento, decido di andare a dormire presto per poter essere riposato l’indomani.

 

Terzo ed ultimo giorno a Città del Messico. Decido di sfruttare appieno le linee metropolitane per visitare alcuni luoghi piuttosto distanti della città. Mi reco subito nei pressi dell’affascinante Estadio Azteca. Purtroppo non mi è consentita la visita all’interno dello stadio ma per un amante del calcio come me poter vedere, seppur da fuori, lo stadio in cui Pelè e Maradona hanno raggiunto il loro massimo obiettivo è una grande emozione.

La seconda destinazione di questa giornata è il quartiere di Coyoacan. Per raggiungere il quartiere attraverso i Viveros, un parco verde in cui si trovano numerosi scoiattoli e dove è possibile, facendo jogging o semplicemente passeggiando, allontanarsi un po’ dallo smog della città.

Coyocan è sicuramente un quartiere ricco e pulito, una realtà piuttosto unica ed invidiabile in questa metropoli. Colgo l’occasione per pranzare in una caratteristica cantina messicana, la Guadalupana, dove ho potuto gustare alcune ottime tequile e potuto comprendere l’origine di questa tipica bevanda.

 

Riprendo la metropolitana e faccio ritorno al mio hotel. La metropolitana è come la città molto caotica. Passo l’ultima serata nella capitale visitando il centro cittadino.

 

Pie de la Cuesta: 28-12-2006/31-12-2006

 

Parto da Città del Messico senza particolari rimpianti e con la speranza di poter trovare nel resto del Paese una realtà differente.

La destinazione del mio viaggio è Acapulco e dopo circa 5 ore di viaggio su di un comodissimo autobus scorgo finalmente l’oceano Pacifico. Acapulco è una città molto grande e trafficata. Mi sembra molto simile alla Capitale ma con una differenza sostanziale: la piacevolezza dell’Oceano.

Non ho ancora un albergo dove alloggiare e le proposte delle agenzie non sono accettabili.

Decido allora di recarmi in un  villaggio vicino nel quale,  come indicato sulla guida turistica, ci sono parecchi alberghi a gestione famigliare piuttosto economici. Tra Acapulco e Pie de la Cuesta ci sono una decina di chilometri ma occorrono circa cinquanta minuti per poter raggiungere la più piccola delle due baie. L’impressione che ho subito è che le due baie appartengano a due mondi differenti.

Trovo subito un albergo familiare ad un prezzo decisamente inferiore a quelli che mi erano stati proposti dalle agenzie di Acapulco. Oltretutto l’ albergo si affaccia direttamente sulla spiaggia. I padroni dell’albergo mi mostrano la camera ed io accetto immediatamente. Appena appoggiati i bagagli ed indossato il costume da bagno mi tuffo nell’Oceano. La sensazione è piacevolissima. L’oceano è naturalmente molto mosso e nuotare è veramente difficile. Era molto tempo che aspettavo questo momento, quello in cui avrei potuto divertirmi nell’acqua e riposarmi sulla spiaggia sotto il sole o all’ombra su una comodissima amaca. Attendo il tramonto, riposandomi all’ombra e bevendo una freschissima cerveza: mi sento un re.

Il tramonto è veramente bellissimo. Ceno direttamente sulla spiaggia e la cena è a base di pesce. Mi guardo intorno e sono da solo su una spiaggia fantastica ad osservare il tramonto sull’oceano. Ora mi sento veramente in vacanza. Il dopocena lo trascorro chiaccherando con un gruppo di simpatici messicani provenienti dal nord del Paese anche loro per godersi la tranquillità e la pace di questo fantastico posto.

 

Mi sveglio sentendo galli, galline e cani che iniziano la loro giornata. La luce entra nella stanza, guardo l’orologio, sono appena le 7. Non ho più molto sonno e poi credo che gli animali fuori dalla porta non mi faranno dormire più. Decido allora di sfruttare l’occasione per alzarmi , uscire ed andare a fare un corsetta in riva al mare sulla spiaggia. Non ci sono molte persone, solo qualche famiglia e qualcuno che , come me, ha deciso di sfruttare la mattinata per fare una corsetta mattutina.

Non fa caldissimo ed è molto piacevole correre con le onde che ogni tanto arrivano a rinfrescarmi.

Finita la corsa è il momento di una gradevole siesta su una fresca amaca. Mi assopisco e quando mi sveglio è ora di pranzare. Mi attende un ottimo polpo piuttosto piccante ma molto buono. Sono costretto ad ordinare alcune  cerveze. Fortunatamente qui le birre sono molto fresche e la gradazione alcolica è molto bassa. Nel pomeriggio, mio malgrado, mi devo recare ad Acapulco. Qui infatti, c’è il mare, la tranquillità ma mancano alcuni servizi che per un turista risultano indispensabili. L’autobus per fare poco più di dieci chilometri impiega quasi un’ora e si ferma ovunque una persona lo voglia prendere od ovunque chiunque voglia scendere. In ogni caso si viaggia a passo d’uomo per il traffico e chiunque potrebbe salire al volo senza fermare la corsa del “camion”. Acapulco è un vero caos. Dopo aver espletato i compiti per i quali sono giunto fin  qui cerco di tornare quanto prima nella quiete di Pie la  Cuesta.

Attendo molto tempo prima che un “camion” arrivi e questa attesa mi sembra la giusta punizione per aver lasciato la quiete per la tempesta. Tornato a Pie de la Cuesta decido di rappacificarmi con la natura, attendendo il tramonto sotto l’ombra di un’altissima palma.

Dopo il tramonto, in perfetta tenuta estiva serale (maglietta, pantaloncini e sandali),  decido di incamminarmi alla ricerca di un gradevole locale che mi possa far bere una fresca cerveza e mi possa permettere di fare qualche amicizia.

Qui la vita notturna è un lontano ricordo e non è molto facile trovare un bar aperto.

Comunque , dopo aver camminato per una mezz’oretta , eccolo , un piccolo bar gestito da una ragazza molto giovane, il Rent Bar. Ci sono solo un paio di tavoli ed un piccolo bancone ma è un posto molto piacevole, la birra è buona e ascolto dell’ottima musica. Malgrado il mio spagnolo sia piuttosto scadente riesco a dialogare piacevolmente con la proprietaria e qualche avventore e tra sport, cinema e  musica riesco ad avere alcune interessanti informazioni sulla costa del Pacifico. Ho anche bevuto per la prima volta il mescal e la proprietaria ha cercato di farmi capire la differenza che c’è tra questo e la tequila; non credo di aver afferrato pienamente il concetto. Torno soddisfatto in hotel e, dopo aver passato qualche minuto ad osservare le stelle con il sottofondo delle onde a farmi compagnia, decido di andare a dormire. So che il gallo mi sveglierà presto.

 

Eccola la mia sveglia quotidiana. Decido di non opporre resistenza e mi alzo subito. Quest’oggi  visiterò la parte centrale del paese, quella non turistica. Trovo i mercati che si stanno aprendo e molte persone che sono gia pronte a fare acquisti. Colgo l’occasione per fare una sostanziosa colazione prima della mia corsetta quotidiana.

Nel pomeriggio visito la baia di Coyuca. Questa laguna è molto grande, addirittura tre volte la baia di Acapulco ed è famosa perché qui hanno girato alcune scene del film Rambo2 la vendetta. Il viaggio nella laguna costa meno di dieci  euro e mi permetterà di poter vedere da vicino pellicani ed altri uccelli acquatici. Sull’imbarcazione incontro un gruppo di messicani provenienti dalla capitale. Sono una famiglia molto numerosa e dopo avermi offerto un cocktail a base di vodka e succo d’uva molto fresco e dolce cominciamo a familiarizzare.

Intanto il tour per la laguna continua. Visitiamo due isole molto differenti tra loro. Nella prima si vede una numerosa colonia di pellicani ed una vegetazione molto ricca e bella. La seconda isola è meno spettacolare dal punto di vista naturalistico ma è consentito fermarsi per poter pranzare e fare una piacevole nuotata. Le persone che ho appena conosciuto sono molto cordiali e mi invitano addirittura a pranzare con loro. Il capofamiglia, che parla molto veloce probabilmente anche grazie all’aiuto della vodka, continua a parlarmi di Gina Lollobrigida. Dev’essere stato proprio un suo grande fan. Gli rispondo che è un po’ vecchiotta e che anche io vorrei fare altrettanto con una sua connazionale, Salma Hayek, che però lui non conosce nemmeno. Col nipote riesco a parlare di sport. Ad entrambi piacciono molto gli sport statunitensi e in questo modo riesco a rimanere aggiornato sugli ultimi risultati di NFL e NBA. La visita alla baia continua fino a dopo il tramonto e così posso fotografare questo stupendo spettacolo della natura al tramonto.

Passo la serata chiacchierando con alcuni ospiti del mio albergo nei pressi dell’oceano.

 

E’ l’ultimo giorno dell’anno e l’ultimo giorno che passerò qui in questo fantastico luogo. Decido di rinunciare alla corsetta quotidiana per una tranquilla passeggiata lungo la spiaggia con la macchina fotografica. L’oceano è più tranquillo dei giorni passati e , dopo aver abbandonato momentaneamente la macchinetta sulla spiaggia faccio una  bella nuotata .

Dopo pranzo è il momento di una piacevole siesta. Questa sera si farà tardi e non vorrei essere troppo stanco. Sveglio e riposato decido di recarmi ad Acapulco. Penso che, malgrado il primo impatto non sia stato ottimale, questa città meriti almeno una mezza giornata di attenzione. Il viaggio in autobus è una vera avventura. Dopo pochi minuti l’autobus si ferma senza un particolare motivo. Vedo scendere una persona che cammina lentamente verso uno sportello bancario. Entra , preleva qualcosa esce e se ne torna in autobus. Ripartiamo.  La scena è tanto incredibile quanto vera ma nessuno sembra sorpreso. Resto senza parole. Dopo una ventina di minuti di guida spericolata alla Schumacher, ma senza Ferrari e con un traffico incredibile, succede il fattaccio. L’autobus si scontra con una macchina, cerca di farla franca ma una pattuglia  segnala all’autista di fermarsi e lo costringe alla constatazione amichevole o a qualcosa di simile. Dall’autobus scendono in quattro e sembra che il proprietario del mezzo non sia l’autista ma il ragazzo che stava seduto al suo fianco. Io mi godo la scenetta, non ho fretta e sono curioso di vedere cosa accade. Dopo una decina di minuti si riparte e l’autista sembra sereno come se nulla fosse accaduto. L’altra macchina è messa piuttosto male.

Arrivo ad Acapulco appena prima del tramonto e mi dirigo verso lo zocalo, il centro cittadino. Ne approfitto per fare una passeggiata sul lungomare e cercare di capire da dove è meglio vedere i fuochi d’artificio. Cammino su e giù per la baia per almeno due ore. Devo dire che la città non è  

molto interessante e sono sempre più soddisfatto della scelta che ho fatto tre giorni prima.

Ho fame e a questo punto mi rendo conto di aver fatto un grosso errore. I ristoranti sono tutti chiusi, quelli sulla spiaggia si stanno preparando per i cenoni di capodanno. La mia unica speranza è Oxxo, una catena di supermercati presente in tutto il Paese. Compro due panini, un pacchetto di patatine, un’aranciata dolce e una birretta per brindare. Sono più sereno e, dopo aver mangiato molto in fretta i due panini mi dirigo sulla spiaggia per attendere la mezzanotte.

Appena prima dello scadere dell’anno la spiaggia è completamente gremita, ci sono anche parecchie persone che nuotano in acqua.

E’ mezzanotte, buon anno!!!

I fuochi partono da molti punti differenti sulla baia. Sono piuttosto numerosi ma poco fantasiosi. Inoltre a meno di dieci metri da me partono moltissimi petardi un po’ pericolosi e creano panico nella gente. Finiscono i fuochi; devo dire che non sono stati memorabili.

Torno quasi subito verso Pie de la Cuesta. La strada è vuota ed in questo caso il taxi impiega appena venti minuti per portarmi a destinazione.  L’autista sembra conoscere ogni buca ed ogni avvallamento dell’asfalto. Il contachilometri  rotto non mi consente di comprendere realmente la velocità.

Arrivo in hotel e trovo parecchie persone che stanno festeggiando con canti e danze. Mi fermo qualche minuto con loro e poi saluto e vado a dormire. L’indomani mi dovrò svegliare presto.

Dormire è praticamente impossibile. Non me la prendo, è giusto che festeggino.

La festa finisce verso le quattro, finalmente riesco a prendere sonno.

 

Costa Michoacan: 1-1-2007/6-1-2007

 

Malgrado la notte piuttosto insonne per i festeggiamenti di capodanno mi sveglio alle 7.00 per poter prendere il prima possibile l’autobus per Acapulco. Lascerò questa zona per recarmi più a Nord sempre sulla costa. Arrivo verso le 8 alla fermata degli autobus di Acapulco della linea Estrella Blanca e guardando le destinazioni e gli orari degli autobus sul tabellone decido di recarmi a Lanzaro Cardenas . Il viaggio dura circa 6 ore e l’autobus parte alle 10.10. Avrò quindi il tempo, arrivato a destinazione, di poter cercare con assoluta calma un albergo. Sono le 10 ma dell’autobus non c’è neanche l’ombra. Essendo Acapulco il capolinea penso che l’autobus si debba trovare in stazione già qualche minuto prima  della partenza; ma niente. Chiedo quindi informazioni e gli addetti mi dicono che “il carro” non è ancora arrivato. Sono le 10.30 e ancora niente. La mia agitazione diventa quasi rabbia e sono disposto a cambiar destinazione per poter partire quanto prima. Scopro con enorme piacere che lo stesso bus che serve Lanzardo serve anche tutte le altre città che si trovano sulla costa prima di quella destinazione. La mia rabbia a questo punto diviene impotenza: sono costretto ad attendere l’autobus.

Alle 11:20 riesco a partire. Il viaggio non è comodissimo, il bus si ferma troppo spesso e quando entriamo nei centri abitati siamo costretti rallentare a causa dei dossi artificiali. Comunque ho parecchio sonno arretrato e non me ne curo molto. Alle 18 giungo a Lanzaro Cardenas.

Da qui con un minibus raggiungo Playa Azul. E’ il momento di cercare l’hotel. Ce ne sono parecchi e i prezzi sono molto differenti. Opto per l’Hotel Delfini. Il prezzo non è bassissimo (550 pesos) ma la stanchezza prende il sopravvento e per una notte mi accontenterò. Appena sistemati i bagagli e fatta una doccia rinfrescante esco per cenare e soprattutto cercare un hotel per i prossimi giorni.

La guida turistica, mia perfetta compagna di viaggio,  consiglia l’hotel Costa d’Oro. Dice di non curarsi troppo dell’aspetto esteriore non stupendo e della piscina piccola, ma fidarsi comunque poiché le stanze sono pulite.

Decido che il prezzo, 200 pesos, è ottimo e adeguato al posto. Ho quindi risolto il problema alloggio per il giorno successivo e posso tranquillamente recarmi in un piccolo pub prima di andare a dormire.

 

Appena sveglio decido di trasferire subito i miei bagagli nel nuovo alloggio. Il proprietario è un signore magro molto disponibile. Mi mostra una stanza, è ok e io accetto.

Lascio i bagagli, preparo lo zaino e vado finalmente a godermi l’oceano. La spiaggia è molto grande e pulita; ci sono poche persone. Per qualche ora mi godo il caldo del sole e il fresco dell’acqua   del mare. Più tardi mi reco a visitare Caleta de Campos. Dicono sia una località molto caratteristica e piacevole. L’autobus che mi dovrebbe portare a destinazione è piuttosto in ritardo e , non sapendo quando passa, decido di accettare un passaggio da un signore con il suo Pickup. Mi siedo nel cassone posteriore. Il viaggio è molto divertente. Tra il fresco dell’aria e i figli del proprietario che mi offrono in continuazione cocco da mangiare il tempo passa in modo molto gradevole. I bambini sono molto curiosi nei miei confronti e continuano a farmi domande. Mi faccio lasciare all’ingresso del piccolo centro urbano di Caleta de Campos così da poterla visitare con tutta calma. Subito sono colpito dalla piccola baia: una bella conca piuttosto grande dove il mare fa fantastiche evoluzioni. Mi spiace non aver portato la macchina fotografica ma mi prometto di tornarci quanto prima. Il viaggio di ritorno lo faccio su di un comodo autobus e non è altrettanto divertente e piacevole come il viaggio d’andata. Certo la temperatura piuttosto fresca ora non mi avrebbe permesso di viaggiare tranquillamente nel cassone di un pickup .

Giunto a Playa Azul ceno in una piacevole enramadas sulla spiaggia e dopo aver visitato i mercatini del paese mi reco in un caratteristico bar per bere una birra fresca.

 

Il giorno successivo mi sveglio piuttosto tardi. Ho riposato molto bene. Esco per far colazione e decido che oggi passerò tutta la giornata a prendere il sole e rilassarmi sulla bianca spiaggia di Playa Azul. L’oceano è particolarmente mosso. Nel primo pomeriggio mi incammino lungo la spiaggia per circa 2 chilometri, destinazione Lacuna del Pichi. Qui ho la possibilità di fare un’emozionante gita attraverso la laguna su una piccola barca a motore. Sulla lancia sono solo con il marinaio ed un suo amico che provano a spiegarmi le caratteristiche della vegetazione di questa stretta laguna. La laguna è ricca di mangrovie e piante di cocco. Ho anche la fortuna di vedere molti uccelli marini e addirittura due coccodrilli.

Finita la gita nella laguna mi viene offerto un ottimo pesce molto saporito senza condimento. Lo accompagno con una piacevole birra. L’atmosfera è veramente fantastica e sembra che il tempo si fermi. Mi godo la tranquillità, la pace, la serenità di questa preziosa solitudine.

Torno verso Playa Azul camminando sulla spiaggia. Sono letteralmente circondato da pellicani che sembrano non essere per nulla disturbati dalla mia presenza. Purtroppo il cielo è coperto da nuvole e ciò non mi consente di godere del tramonto.

Per cena provo un pessimo cocktail di polpo. Ci sono troppi aromi e il sugo di pomodoro ha un gusto troppo forte.

 

Oggi è il quattro gennaio. Sono da alcuni giorni a Playa Azul ed ho voglia di visitare altri centri sulla costa più a nord. Decido di recarmi a Pichilinguilio “the sea pool on the coast of Michoacan”.

Mi dirigo verso La Mira dove dovrei prendere l’autobus per giungere a destinazione. Prima però devo trovare un posto che mi possa far scaricare le fotografie dalla macchina fotografica ed un bancomat perché i contanti scarseggiano.

Purtroppo, malgrado mi abbiano assicurato che a La Mira avrei trovato entrambi, mi devo trasferire a Lanzardo Cardenas. Ormai per la gita è troppo tardi. E’ infatti passato mezzogiorno e non sono ancora tornato a La Mira. Cambio programma e torno a Playa Azul.

La giornata è molto bella. Dopo un gustoso pranzo decido di fare una passeggiata a Barra del tigre. Questa laguna è carina ma qui, al contrario della laguna dei Pichi, non è possibile navigare. Pazienza.

Dopo aver fatto alcune foto torno a Playa Azul giusto in tempo per prendere ancora un po’ di sole ed attendere il tramonto. Questa sera fortunatamente posso godere di un fantastico tramonto che riprendo con la mia fotocamera. Concludo la serata nel piacevole bar “la hancienda” gestito da ragazze molto giovani e simpatiche.

 

Il giorno successivo mi sveglio molto presto con l’intenzione di fare una gita a Maruata, spiaggia nota per la presenza delle tartarughe di mare. Arrivato a La Mira devo attendere quasi due ore prima che passi l’autobus. Il viaggio costa 100 pesos e dura circa tre ore. Anche in questo caso il viaggio in pulmann è piuttosto divertente con l’autista che ogni tanto si ferma, saluta un amico, chiacchera e riparte . Sono in vacanza e mi godo divertito queste piacevoli pause senza alcuna fretta.

Ma ecco che ad un certo punto c’è un posto di blocco della Marina. I militari salgono sul bus chiedono documenti e poi fanno ripartire l’autobus. Dopo circa tre ore sono a Maruata. Sono le 14 e vado subito su una delle quattro spiagge di questa baia. Il posto è fantastico. Camminando per qualche minuto raggiungo la vetta di una collina da cui posso godere di un panorama da favola.

Mi reco in un’altra spiaggia e qui incontro una simpatica ragazza originaria di Guadalajara che mi racconta essere un’artista e mi accompagna a vedere le tartarughe marine. Sono moto piccole ma sono numerosissime. Attendo il tramonto a Maruata per poter avere altre stupende immagini fotografiche da potermi portare a casa. Prendo l’autubus alle 20.30, è l’ultimo della giornata, e arrivo in albergo a notte fonda, stanco ma molto soddisfatto.

 

6 gennaio 2007, oggi la mia destinazione è piuttosto vicina e non ho alcuna fretta. Ho potuto così dormire un po’ più del solito. Faccio colazione e con un piccolo Combi parto alla volta di Acalpican. Da qui prendo l’autobus per Caleta de Campo. In realtà la mia destinazione è a circa 5 chilometri da Caleta ma non esiste un autobus che mi permetta di arrivare direttamente a destinazione. Arrivo a Nexpa grazie ad un taxi e vi giungo prima di mezzogiorno. Questa località è famosa per le grandi onde ed i numerosi surfisti che vi giungono anche dagli Stati Uniti. Oggi voglio finalmente provare a surfare. Noleggio una tavola (costa solo 70 pesos per un’ ora) e chiedo ad un ragazzo se mi può dare qualche consiglio. E’ un ragazzo hawaiano e si offre addirittura di darmi una lezione.

Mi trovo tra le mani una tavola enorme ma per i principianti sono meglio le tavole grandi, sono più manovrabili (BEH…)

Beh, vedere un hawaiano ed un milanese alle prese col surf è come vedere un film impegnato ed un cartone animato, non c’entrano nulla. Lui mi spiega cosa fare, io capisco poco. Lui appena agita le braccia per muoversi si muove; io mi ribaldo. Ecco la prima onda, mi giro verso la spiaggia, inizio a sollevarmi in piedi sulla tavola, wow…ce l’ho fatta..no! Neanche il tempo di esaltarmi ed eccomi travolto dalle onde. Sono finito sulla spiaggia, riparto, riprovo. Stesso risultato!

L’esperienza è bella e dopo quasi due ore esco soddisfatto dall’acqua ma anche piuttosto stanco. Continuare a fare bracciate alla ricerca dell’onda giusta è faticoso soprattutto se non si è abituati. E poi vedere lui fare poca fatica per muoversi e me continuare ad agitarmi e rimanere fermo..beh.

Alla fine mi convinco che sono riuscito a stare in piedi per qualche secondo, e sicuramente ho fatto  una piccola virata, una specie di curva. L’emozione è unica, fantastica.

Verso le ore sedici decido di tornare  a Caleta de Campo per poter fare qualche fotografia ed ammirare il tramonto. Purtroppo vedo il sole nascondersi dietro la collina, non mi godrò il tramonto sull’oceano. Prendo l’autobus e torno verso Acalpican. Fortunatamente il panorama che mi posso gustare dall’autobus è emozionante e scorgo un tramonto memorabile.

 

 

Morelia: 7-1-2007/8-1-2007

 

E’ passata un’altra notte. La sveglia suona alle 5.30. Voglio godermi l’alba sul mare prima di dover lasciare la costa. Fa piuttosto fresco, la spiaggia è vuota. Alle 6.20 ecco il primo chiarore, il sole sorge. L’effetto del rosso del sole sull’acqua è bellissimo. Torno in albergo dove mi fermo un po’ a chiacchierare con Antonio, il simpaticissimo proprietario dell’albergo dove sono stato.

Mi avvio verso Lanzardo Cardenas per poi pendere l’autobus che mi porterà a Morella, la capitale del Michioacan. Sul bus la visione di alcuni film rende meno noioso il viaggio. Alle 19 circa arrivo alla stazione degli autobus di Morelia, è gia buio. La guida turistica consiglia un albergo in centro piuttosto economico, il Felix.  Fortunatamente trovo una camera libera ed il prezzo è veramente basso: 140pesos.

Ceno in un caratteristico bar della città e poi passo la serata a visitare il centro. Morelia mi appare subito come una città molto pulita, tranquilla, ricca di giovani.

 

E’ lunedì 8 gennaio. La sveglia suona ancora alle 5.30. Naturalmente è buio pesto e qui fa piuttosto fresco. Questa sarà una giornata molto intensa. Voglio visitare il santuario delle farfalle Mariposa Monarca e per farlo senza un viaggio organizzato (con partenza alle 9.30 dal mio albergo e rientro entro 9 ore) bisogna impiegare molto tempo. Mi reco alla fermata degli autobus di Morelia e qui prendo l’Autobus per Zitacuaro. Prima di Zitacuaro , tre ore di viaggio, scendo e prendo la coincidenza per Angangueo. Arrivo a destinazione verso mezzogiorno, sono soddisfatto e penso che il più sia fatto.

Mi sbaglio di grosso. Per poter raggiungere il Santuario bisogna percorrere ancora qualche chilometro di salita, siamo in piena montagna. Il problema è che non passano autobus e neanche macchine. Decido di incamminarmi sperando lungo il percorso di poter trovare un passaggio.

Qui in montagna il freddo è forte e la salita è impegnativa; rimpiango di non aver indossato i cari scarponi da montagna che ho lasciato in albergo ed un maglione un po’ pesante. Non incontro nessuna macchina. Durante il percorso mi fermo alcune volte per poter fare qualche foto e soprattutto prendere un po’ di fiato. Il paesaggio è incantevole e sembra che da queste parti il tempo si sia fermato. Vedo addirittura aratri trainati da alcuni tori, una situazione inusuale in Italia.

Dopo quasi 2 ore arrivo a destinazione stremato. L’ingresso al parco costa 35 pesos e sarò accompagnato da una guida tutta per me (che onore). Anche all’interno della riserva si deve camminare parecchio e naturalmente la strada è in salita.

Sin da subito mi trovo circondato da stupende farfalle colorate, sono numerosissime. Giungo nel punto in cui dovrei vedere lo stupendo spettacolo delle farfalle che si appoggiano sul suolo e sembrano costituire un fantastico tappeto colorato. Il problema è che la temperatura piuttosto bassa e la mancanza di sole costringe le farfalle a starsene chiuse tra gli alberi al riparo dal freddo. Quindi mi devo accontentare di fotografare una grande moltitudine nera di farfalle appoggiate agli alberi.

La visita termina in 50 minuti e dopo un piacevole pranzo prendo la strada del ritorno.

Giungo stremato a Morelia alle 22.

 

 

Mexico D.F.: 9-1-2007/10-1-2007

 

Martedì 9 Gennaio.

Ho passato una notte insonne.  Ho dolori ovunque. Rimpiango di non aver seguito l’indicazione del viaggio organizzato. Anzi no! L’avventura è stata dura ma la soddisfazione incalcolabile.

Raccolgo il bagagli, mi chiudo alle spalle la porta dell’hotel, abbandono Morelia.

Mi spiace ma i giorni di vacanza sono finiti. Oggi devo tornare a Messico D. F. dove prenderò il volo che mi riporterà in Italia. Avrei passato molto volentieri più giorni in questa località, in questa simpatica cittadina ed in questo straordinario stato, il Michoacan.

Arrivo nella stazione dell’autobus e prendo il primo pulmann per la Capitale.

Sono a Città del Messico verso le sei di sera. La città la ricordo come l’ho lasciata , non mi entusiasma. Sarà per la stanchezza della giornata precedente, per il freddo preso o anche la convinzione che questa città non mi può offrire molto  che decido di rimanere in hotel.

 

Mercoledì 10 Gennaio. Sto meglio. Faccio un’ultima passeggiata per il centro cittadino e poi mi reco in Aeroporto.

Il Messico è un Paese molto vario, molto interessante. E’ impossibile visitarlo in pochi giorni; si può avere solo una piccola idea di questa incredibile Nazione.

Ho deciso di viaggiare in autobus ed è stata una scelta giusta. Il livello degli autobus turistici è molto elevato ed il prezzo è piuttosto economico. L’unico problema è che si impiega parecchio tempo e,  per chi come me aveva solo pochi giorni, non si ha la possibilità di fare molte tappe.

Per chi ha molti giorni secondo me, è la soluzione ideale. E’così possibile ammirare il paesaggio anche durante i trasferimenti. Inoltre si è più liberi di scegliere le varie destinazioni.

 

Anche durante le festività natalizie, cioè in piena alta stagione, c’è una notevole scelta per gli alloggi. Soprattutto lungo la costa ci sono sistemazioni molto caratteristiche a prezzi bassissimi. Per chi volesse addirittura dormire su un’amaca è possibile fermarsi in qualsiasi enramadas lungo la spiaggia.

 

 

 

Paolo Spontoni

paolospontoni@libero.it 

 

 

 

 

 

 

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