Marocco
UN VIAGGIO
EMOZIONANTE CHE HA IL SAPORE DELLA SCOPERTA
Diario di viaggio 6 aprile - 6 maggio 2008
di
Daniela Cesca
Partiamo, siamo
in cinque, ho lavorato parecchi mesi per preparare nei dettagli questo viaggio e
per questo mi sento particolarmente responsabile della buona riuscita. Il
periodo è lo stesso pressappoco dell'anno scorso, quando in pochissimi giorni
invece abbiamo messo a punto il percorso da Meknes a Marrakech che valutato ora
dopo la recente esperienza risulta essere stato molto meno impegnativo, meno
gratificante, anche se ne siamo rimasti entusiasti tanto da voler ripetere
l'esperienza nel Paese, più sfruttato turisticamente e più scontato di questo.
La prima cosa
che ho fatto è seguire per lungo tempo i voli e i costi, alla fine abbiamo
speso 534,00€ a testa per andata e ritorno e volo interno.

PRIMO GIORNO:
Partenza da Venezia, volo Iberia scalo a Madrid e volo fino a Casablanca, se ne
va così il primo pomeriggio.
Caricati su due
taxi ci facciamo portare all'hotel KENZI BASMA centrale e comodo per spostarsi
anche a piedi.
SECONDO GIORNO:
La scelta obbligata di questa giornata a Casablanca è stata dettata dal fatto
che il volo interno per Laayoune, vero punto di partenza del viaggio, è solo
alle ore 23.15 e una volta al giorno, impossibile quindi effettuare in giornata
il trasferimento completo.
Un taxi solo...
scassatissimo ci porta alla Grande Moschea Hassan II imponente, protesa sul
mare, la seconda per grandezza al mondo, un gran colpo d'occhio, ma il costo del
biglietto a persona, 12,00 € ci toglie la voglia di visitarla anche
all'interno, preferiamo spendere i nostri soldi in altro modo. Con altro taxi
(che non sono poi così economici!!!) ci facciamo portare a vedere la costa e la
collina che sovrasta Casablanca completamente occupata da ville imponenti e
giardini strabilianti, entriamo all'ippodromo e al campo di golf... non sembra
proprio di essere in Marocco o perlomeno nel Marocco che noi vogliamo visitare!
Non mi entusiasma tutto questo! Ci consoliamo con un pranzo luculliano a base
anche di ostriche crude al Porto non facendoci scoraggiare dal tremendo odore
sprigionato dalle reti ammucchiate al sole, il tutto al costo di una pizza in
Italia, ristorante però FREQUENTATO dai locali, NON dai turisti, pulito,
ordinato e gradevole! Giro a piedi nella Medina, entusiasti gli amici, noi un
po' meno dal momento che abbiamo visto quella di Fes, decisamente più grande e
caratteristica. Per far passare il tempo con altro taxi ci facciamo portare di
nuovo sulla costa per mangiare un gelato (il nome del locale VENEZIA ICE che
fantasia!!!!) seduti su un bellissimo terrazzo vista oceano. Rientro in hotel
per ritiro valigie, si va in aeroporto . Non ci va di rispendere 50,00€ per i
taxi, quindi dopo lunga contrattazione carichiamo su una Mercedes tutti i
bagagli, il taxista lega il cofano con dello spago e noi 5 ammassati dentro...
quasi uno sull'altro... avete presente le Mercedes che girano da noi piene di
Marocchini?????...ecco... lo stesso...! Risparmiamo però 25.00 €. E' troppo
divertente a volte essere così...risparmiosi!
Volo
puntualissimo e aereo strapieno, le nostre ultime parole famose....”Ma chi
vuoi che vada a Laayoune e a quest'ora?”
Formalità
d'obbligo eseguite con una certa calma arrivo però velocissimo dei bagagli. E
fin qui, tutto bene! All'uscita troviamo la persona che ci deve accompagnare
all'hotel (Hotel Parador) e consegnare
la Jeep
(Toyota Land Cruiser Prado)! Caricati i bagagli sopra la macchina in breve (5
minuti ) siamo all'hotel, sistemiamo i documenti della macchina e quasi all'alba
andiamo a dormire. Siamo eccitati per la vera avventura che comincerà il giorno
successivo!
La macchina ci
è stata portata giù perché sembra che in loco si possano affittare solo jeep
con autista, cosa che noi NON volevamo, il costo del trasferimento è stato di
328,00€, l'affitto al giorno 157,00€ e il materiale richiesto per eventuali
problemi di insabbiamento 11.00 € al dì. Consiglio....controllare stato delle
gomme e pretendere una macchina adatta al percorso!!!!
TERZO GIORNO:
Finalmente... si parte veramente, un giro per il paese tutto di costruzioni
rosa, pulito e ordinato, alcune case particolari ocra o gialle in stile
sahariano sormontate da cupole, il guaio è che Laayoune non è proprio piccolo
e non ci sono indicazioni chiare sulla direzione che dobbiamo prendere. Giriamo
un po' chiedendo informazioni e poi andiamo sperando di aver imboccato la strada
giusta! Si corre in un territorio semidesertico la strada buona, poco traffico
fatto di camion, ci attraversano la strada frotte di dromedari coi piccoli, non
possiamo non fermarci per le prime foto ricordo. Un posto di blocco, ci chiedono
documenti e motivo del viaggio, vogliono sapere se proveniamo dal Senegal! Tutto
a posto, il percorso noioso e senza interesse, piatto. Finalmente si arriva a
TARFAYA dopo aver provato l'emozione delle prime piccole dune che appaiono e
scompaiono alla vista e i cumuli di sabbia sulla strada. Una spiaggia enorme e
bellissima ci accoglie e non resistiamo alla voglia di toglierci le scarpe e
camminarci sopra. E' deserta! La gente in paese cammina tranquilla, ci guarda
incuriosita, le donne avvolte in colorate stoffe.... comincio a capire che sarà
difficile portare a casa questi ricordi, la gente non vuole essere fotografata e
io li rispetto! Il programma sulla carta suggeriva un'altra meta per il
pranzo... ma la fame ci induce a chiedere al custode di un piccolo museo se in
paese c'è la possibilità di mangiare. Cortesemente ci accompagna al Restaurant
RABAT. Ci mescoliamo alla gente del posto e ci adattiamo a mangiare quello che
c'è.... di buono! Si avvicinano due ragazzi italiani in viaggio da un mese e
mezzo, in arrivo dal Senegal... zaini in spalla e ci chiedono un passaggio! Il
mio compagno è di Modena... loro della zona......NON c'è motivo per non essere
gentili! Ora saremo in 7...spostiamo tutti i bagagli sul portapacchi sopra la
macchina... e un po' stipati ripartiamo. Per la coppia aver avuto il passaggio
rappresenta un “affare” sia economico che “culturale”. Infatti ci
seguono nelle nostre ulteriori visite con entusiasmo visto che il prendere i
mezzi pubblici non avrebbe permesso loro deviazioni dal percorso principale.
Deviamo per
vedere la depressione salina di SEBKHA TARZA. Tutta la zona è uno scenario di
dune abbaglianti, la valle punteggiata dai coni bianchi del sale.
Poi
la LAGUNA DI
KHNIFIS, la deviazione dalla strada principale (
2,5 Km
) è ben asfaltata ma a volte ingombra di sabbia. Percorsa fino alla fine
godiamo di una bella vista sulla laguna.
A Akhfenir
avremmo dovuto mangiare. E' un paesetto con ristorantini lungo la strada,
incontriamo poi la stazione di controllo della Marine Royal, sulla sinistra,
indicato da un cerchio di pietra, un buco dove si vede il mare. Incontriamo una
(o più?) stazioni di servizio dove il gasolio è a prezzi ulteriormente
ridotti! Facciamo il pieno e acquistiamo acqua in bottiglia. Ponte sull'OUED
OUARR, il paesaggio diventa sempre più sahariano con formazioni sabbiose,
percorriamo un breve tratto sterrato e lasciata la macchina per la prima volta
affondiamo i piedi nudi nella calda e morbida sabbia delle dune che sorgono
numerose vicino all'oceano. E' una sensazione bellissima sentire la sabbia
avvolgere il piede e accarezzarlo. Finalmente verso sera arriviamo a TAN TAN
PLAGE in un paesaggio offuscato dalla sabbia sollevata dal vento.. non è
caldissimo!!!.. anzi! PERCORSI
327 Km
.
QUARTO GIORNO: A
Tan Tan Plage abbiamo alloggiato all'Hotel Hagounia nuovo, vicino al mare,
modesto, pulito ma con il grandissimo pregio di avere una cucina abbondante e
meravigliosa nonché un gestore estremamente disponibile e gentile. Colazione da
grand hotel!! A TAN TAN troviamo un blocco militare, ci chiedono i documenti e
ci consigliano di fare delle fotocopie dei passaporti per evitare le prossime
volte di perdere del tempo, restiamo fermi infatti per più di un quarto d'ora
durante il quale i militari più volte si scusano del contrattempo e ci spiegano
che è per la nostra sicurezza! Partenza..il programma prevede direzione
Guelmine con deviazione su pista per arrivare a Plage Blanche. Bisogna fare
attenzione perché la deviazione è poco segnalata! Difatti è quanto successo.
Chiediamo informazioni a un posto di blocco, ci suggeriscono di arrivare fino a
Guelmine e deviare poi per
80 km
. fino alle spiagge. Il percorso è monotono ma scorrevole, Guelmine, la città
dei cammelli, è movimentata, traffico e gente per strada ci rendono la guida un
po' difficile visto che dobbiamo cercare le indicazioni per la nostra meta. Ci
aspettano
80 km
. di strada bellissima, non incontriamo anima viva e poi alla fine le tanto
agognate spiagge. Alcuni locali passeggiano in riva al mare e ci guardano con
curiosità. Decidiamo per l'avventura... cartina alla mano, verificata la
presenza di una pista in direzione Sidi Ifni (la nostra meta serale) percorriamo
a velocità abbastanza sostenuta la battigia per parecchi chilometri e poi
vediamo la pista che si inerpica sulla scogliera. Il paesaggio è maestoso,
peccato il tempo non sia del tutto bello, dall'alto si vedono ampie spiagge ma
non abbiamo il tempo per raggiungerle anche se sarebbe bello! L'euforbia, una
bellissima pianta grassa, cresce e ricopre il terreno, vorrei raccoglierne
una... ma la risposta è sempre...”dopo, tanto ce ne sono tante!”... e quel
dopo non è mai venuto. (UOMINI!!!...) I miei compagni di viaggio sono timorosi,
dopo aver sbagliato un paio di deviazioni suggeriscono di tornare indietro, una
volta addirittura hanno espresso il dubbio che avessimo già superato il paese
senza vederlo (è sopra la scogliera... esattamente dove eravamo noi...
impossibile!) ...quando poi ci siamo letteralmente incastrati dopo una curva in
una pista che moriva lì... il loro panico è stato evidente......ma
noi....avvezzi a questo e altro... con mille manovre e un po' di calma siamo
riusciti a riprendere la via! La velocità molto ridotta, visto il fondo non in
buono stato, ci ha fatto percorrere
20 km
. in un paio di ore, finalmente un cartello!!!! Siamo sulla retta via! Ma da
questo momento, dopo foto ricordo e rilassati... sbagliamo pista due volte
arrivando una volta direttamente in casa di una persona... la seconda, se non
avessimo trovato chi ci fermava, ci saremmo di nuovo “persi” per le
montagne. Gli ultimi chilometri di pista sono difficilissimi, grandi dislivelli
e buche profonde, Elena si esalta e si diverte... Arrigo guida con bravura... io
scendo per le riprese che devono documentare le nostre gloriose gesta... gli
altri due con la scusa di dare indicazioni scendono e si fanno un pezzo a piedi!
Non siamo ancora arrivati, una lunga e ottima strada asfaltata ci conduce al bel
paese di SIDI IFNI dallo stile spagnolo. Carino proprio, animato e pulito, ne
approfittiamo per fare un giro nel mercato del pesce e piccoli negozietti
intorno. Un'ottima cena di pesce servita nel ristorante dell'albergo (Hotel
Belle Vue ) dove dormiamo, ci ripaga delle fatiche della giornata.
FATTI
306 Km
.
QUINTO GIORNO:
Affrontiamo la giornata percorrendo una strada costiera che offre mirabili
panorami fino a Mirleft, proseguiamo verso Tiznit dicendo definitivamente addio
al mare. Tiznit è adagiata nella parte arida della pianura del Sous, ha già un
carattere presahariano con le sue case di terra e fango sparse in mezzo alle
palme. La città è circondata da
6 km
di mura colore rosa, interessante la parte del mercato (impossibile fotografare
la gente! ) mentre una delusione per quanto riguarda il Souk dei gioiellieri e
dei pugnali. Molto turistico! Magnifici paesaggi di montagna ci accompagnano
fino ad Assaka e al suo uadi costeggiato di palme. Seguono gole e piccoli
villaggi aggrappati al fianco della montagna con campi a terrazzo. Arriviamo al
Passo del Kerdous (1100 s.l.m) da dove si gode di un'ottima vista sul
territorio. Mangiamo (male) nel triste e vuoto ristorante dell'albergo sul passo
per scoprire subito dopo che il portellone dietro della jeep NON si chiude.
Interviene, con scarsi risultati un “meccanico” recuperato gentilmente da un
cameriere, risolviamo momentaneamente utilizzando un complicato sistema di
tiraggio interno fatto con varie cinghie delle borse... ma in movimento, la
portiera continua a sbattere e non siamo sicuri che prima o dopo a una curva si
spalanchi del tutto facendoci perdere i bagagli. Finalmente dopo varie opinioni
contrastanti animatamente espresse da ognuno di noi, decidiamo di fermarci in un
paese dove vediamo della gente che sta aggiustando delle macchine lungo la
strada. Si forma un capannello curioso di “meccanici” che dopo un consulto
cominciano a smontare completamente l'interno del portellone... qualche dubbio
che si giunga a un buon risultato.. lo abbiamo.. ma veniamo prontamente
smentiti..... ci mettono le mani in 4-5 ognuno dice e fa la sua....attrezzi per
terra in mezzo alla polvere... ma alla fine... tutto a posto! All'altezza di
Jemaa Ida Oussemlal esistono due itinerari possibili per arrivare a Tafraute.
Proseguiamo per la bella strada che serpeggia le valli attraversando Tizourhane
e Adai dopodiché si inerpica su un incredibile deserto roccioso. Hotel Les
Amandiers posto in ottima posizione panoramica. E' prestino per cui ci
concediamo un attimo di relax in piscina godendoci un panorama entusiasmante.
Cena in hotel... tipicamente da “viaggi organizzati”...! FATTI
190 Km
.
SESTO GIORNO: Di
nuovo in macchina, stasera saremo a Tata. Purtroppo non porto con me immagini di
Tafraute, l'assurda necessità di andare... andare.. fa sì che a me vengano
negate le doverose soste per foto e riprese.. e questo mi fa “giurare” che
tornerò per fare questo, è un vero peccato non aver immortalato un paesaggio
così suggestivo. (Diversa sensibilità dei viaggiatori!!!!) Per fortuna che
oggi “ho obbligato” il mio compagno alla guida.. e quindi ho un certo
potere....!
Allunghiamo il
percorso per visitare
la Vallee
des Ameln...siamo indecisi che paese vedere a fondo perché per raggiungerli
dalla strada principale bisogna inoltrarsi su strade bianche verso la montagna.
Decidiamo per Ait Messaud Ouamelne. Ottima scelta perché questo ci permette di
vedere una particolarità che avevo visto su un documentario di Geo&Geo. Ci
accoglie un fresco rumore di acque zampillanti e molteplici ruscelli scorrono ai
lati della strada principale immersa in un lussureggiante boschetto. Un uomo sta
armeggiando piegato, ci avviciniamo e scopriamo che è il responsabile della
distribuzione dell'acqua nei vari quartieri del paese e questo avviene chiudendo
con stracci e pietre alternativamente uno o più diramazioni del ruscello. La
cosa mi commuove e chiedo se è possibile fotografare... anche qui un NO gentile
ma perentorio. Peccato! Rubo comunque qualche immagine di schiena di donne
cariche di fieno e quelle che si inoltrano nei campi. Immagini bellissime e
piene di poesia. Si riparte. Si sale fino al passo Tizi-n-Tarakatine (1500m
s.l.m.) attraversando desolati ma splendidi paesaggi, un cielo di un blu
profondo rende tutto ancor più bello. Arriviamo a Igherm borgo privo di
particolare fascino e ci fermiamo a mangiare. Per raggiungere Tata ci sono due
possibilità, un percorso di
120 km
su buona strada e uno di
90 km
. un po' più impegnativi. I miei appunti dicevano di privilegiare il secondo.
Decisione ottima! La strada stretta ma perfettamente asfaltata attraversa
paesaggi irreali, si vedono piccoli paesini con i loro Agadir in alto, la gente
che raccoglie il frumento in piccoli appezzamenti terrazzati strappandolo dal
terreno con le mani nude, ragazze che ci salutano e di cui si vedono solo dei
profondi e nerissimi occhi... credo siano giovanissime.. mi pare di cogliere un
po' di malinconia nei loro sguardi.. ma forse mi sbaglio! Montagne dai mille
colori e dai disegni curiosi.. mai viste nel resto del mondo... rimpiango di non
avere conoscenze “geologiche” per poter capire di più questa opera
naturale... qualche foto... poi, poiché la strada è ancora lunga procediamo. A
valle palmeti e paesini con le case che spuntano qua e là tra il verde.. donne
sedute coi bimbi all'ombra... restiamo a bocca aperta nel vedere queste scene di
altri tempi. Il paesaggio ora si apre, una grande pianura dove le montagne
restano dietro, la strada è deserta, ormai ci stiamo abituando a questo,
l'arrivo a Tata ci fa scoprire un'animata cittadina.. e si comincia a sentire il
vero caldo... 41 gradi! Hotel Les Relais des Sables. Carino le nostre stanze
spartane ma pulite, la piccola piscina ci aspetta per un tuffo ristoratore.. poi
ci viene chiesto se possibile di spostarci in altri alloggi... per esigenze
della direzione... ci danno TRE SUITE con aria condizionata! Meglio di così!!!
Usciamo in paese sul tardi.. ormai i negozietti sono chiusi e quindi non ci
resta che andare a letto. Il giorno dopo sveglia presto! FATTI
190 KM
.
SETTIMO GIORNO:
Sveglia anticipata, la giornata è impegnativa, i programmi prevedevano la
visita dei siti rupestri in zona accompagnati da una guida, ma ciò significava
doverla poi riportare a Tata e non c'era il tempo per farlo, ci siamo informati
se ci fosse la possibilità di trovare da soli la zona, ma non è segnalata in
nessun modo e quindi nonostante molta attenzione lungo la strada al km che ci
avevano segnalato come inizio pista, non siamo riusciti a vedere nulla di certo.
Quindi si prosegue nonostante la mia delusione! La strada asfaltata è facile e
piacevole, in vista di Tissint lo oued a sinistra regala delle forme di erosione
spettacolari. Insisto finché convinco il guidatore a una retromarcia per
inoltrarci in una pista che ci porta proprio sul bordo di questo strano posto. E
allora foto di tutti noi con questo particolare sfondo. La natura... che gran
artista è! All'ingresso di Tissint c'è un posto di blocco della Gendarmerie
Royale, girando a sinistra dopo
200 m
. si trovano le cascate D'Attiq, tappa d'obbligo. Dobbiamo acquistare un telo di
plastica e degli elastici per proteggere le valigie dalla sabbia quando tra
poche ore affronteremo il deserto. Ci fermiamo nella piazza di quello che sembra
un paesino più grande. Veniamo subito circondati dal passaggio di più asini
cavalcati da vocianti bambini, da una parte un barbiere sta lavorando
all'aperto, altri vendono verdure a un angolo... qualcun altro ci guarda
curioso! Nessun acquisto! Si prosegue, la strada è ancora lunga per arrivare a
Foum Zguid dove troveremo la nostra guida. All'ingresso del paese sulla sinistra
c'è l'Hotel Iriki dove dovremmo trovarla. Dopo un difficoltoso scambio di
informazioni che non portano a nulla, prendo il cellulare e chiamo Ahmed Zouine,
la guida. Arriva in motorino dopo qualche minuto vestito di blu e col
turbante... proprio come si vede nei film.... e insieme a lui andiamo ad
acquistare ciò che serve e a pranzo. Mangiamo bene nella piazzetta dove la vita
quotidiana ci scorre accanto offrendoci degli affreschi marocchini piacevoli. Si
parte, fatta scorta di acqua, sistemato il bagaglio sul portapacchi imbocchiamo
la pista ben segnalata... la polvere si solleva abbondante... comincia la vera
avventura, quella che aspettavamo da giorni! Ci aspettano più di
100 km
. Tracce di macchine si alternano a destra e a sinistra e con piccoli gesti la
guida ci fa girare a destra o a sinistra a seconda di come il terreno permette
un più agevole tragitto. Una sosta per vedere su un'altura i fossili marini...
sul cruscotto della jeep il termometro segna come temperatura esterna 51
gradi....ma col vento non si sentono tanto! Inizia ad alzarsi la polvere e
veniamo investiti da una tempesta di sabbia (non programmata ...ma ci ha dato
una scarica di adrenalina in più!)..non si vede oltre il cofano della macchina,
sbagliamo più volte direzione, a volte ci ritroviamo sopra i cespugli, a volte
slittiamo sul fondo, anche la guida è preoccupata, l'andatura è lenta e
dobbiamo arrivare al campo tendato prima del tramonto. Sceglie un percorso
alternativo più lungo ma spera di avere più visibilità facendo una pista
sassosa! Verso sera, stanchi e sballottati arriviamo in vista delle alte dune e
ci dimentichiamo del percorso pesante fatto, la guida chiede in un campo dove
dobbiamo andare e finalmente... passando sopra le dune e divertendoci con la
macchina nel fare questo, arriviamo in vista del nostro. Er Chegaga La caravane
du sud. Scaricati i bagagli mi tolgo le scarpe e salgo la duna vicina. La sabbia
è calda mi rilassa, mi stendo ignorando il fatto che mi entrerà dappertutto e
guardo il cielo... sento pace intorno a me. La cena servita in una tenda ben
allestita, è buona e abbondante, siamo seduti su cuscini intorno a tavole ben
preparate.. è molto suggestivo. Dopo, un piccolo spettacolo musicale intorno al
fuoco fatto dagli inservienti, insieme a noi un gruppo di 10 spagnoli. Cala la
notte, il silenzio e milioni di stelle sopra di noi. Ora la sabbia delle dune è
fresca e distesa insieme al mio compagno mi godo questo momento assolutamente
romantico e irripetibile. Il silenzio è ciò che colpisce di più.. quel
silenzio che nel “nostro mondo” non esiste più! Una breve notte perché la
sveglia sarà prima del levar del sole! FATTI
227 Km
.
OTTAVO GIORNO:
Sono le 5, ci svegliamo per salire sopra la duna più alta per salutare il levar
del sole. Nella realtà non è come nei film o i documentari, una bella
nebbiolina impedisce di vedere il disco del sole spuntare da lontano, questo ci
toglie i colori aranciati che aspettavo per fare le foto e le riprese. Pazienza!
La scalata della duna è faticosa ma raggiunta la cima la fatica è dimenticata
dal panorama che ci offre. Restiamo minuti in silenzio, ognuno immerso nei
propri pensieri. Bellissimo scendere di corsa, vedere sparire le nostre impronte
immediatamente, sentire la sabbia ancora fredda sulla pelle. Bello! Dimentico
quasi la delusione delle fotografie mancate. Doccia spartana, colazione e si
riparte. La guida chiede istruzioni, sembra che la tempesta del giorno prima
abbia reso molto difficoltosa la pista di sabbia e si decide per un'alternativa.
Partenza.. siamo tutti gasati.... visitiamo una piccola oasi.. commovente la
piccola pozza di acqua zampillante dalla quale nasce la vita... ci sono
ranocchi.. grilli... fili di erba....e palme. Dopo alcuni chilometri e alcune
deviazioni diamo dell'acqua a due persone che sono con un motorino in panne a
60 km
dal primo paese e in mezzo al deserto (???)... e poi...........
contemporaneamente... scoppia una gomma e si buca un'altra!!!!!!!!!! TRAGEDIA!
La guida si mette le mani in testa disperata... ma dice a noi di stare
tranquilli. Il mio compagno si agita e parte “mormorando” in direzione...
vuoto, noi quattro restiamo per un attimo in silenzio. La preoccupazione è di
non essere sulla pista giusta... difatti vediamo la polvere di altre jeep ma
molto lontane da noi... la guida dice che prima o poi qualcuno passerà.(??????!!!)
Elena si ricorda dei due marocchini fermi con la moto... i nostri cellulari di
cui uno satellitare non hanno campo. Raggiunti i due... spiegata la situazione a
gesti....con nostra sorpresa vediamo uno di loro salire sopra una duna e
chiamare col cellulare il meccanico. Arrivano poi altre jeep e praticamente in
mezzo al deserto tutte le varie guide parlano e discutono tra loro.. noi non
capiamo! Alla fine noi tre donne con due jeep di francesi veniamo accompagnate a
Mhamid mentre i nostri uomini attendono il soccorso. Che avventura... ci
ricongiungiamo ore dopo....in gran corsa perché i meccanici non avevano portato
delle ruote giuste e quindi avevano tamponato alla meglio aggiustando quella
bucata e gonfiando quella di scorta che però.. perdeva. Il percorso Mhamid
Zagorà è stato fatto a velocità supersonica (perdendo il piacere di vedere il
paesaggio e i paesi veramente belli, visti sfrecciare dai finestrini) perché le
gomme si sgonfiavano e a ogni pompa di benzina bisognava fermarsi per gonfiarle.
Ma ci è andata bene....alla fine.. quante risate! A Zagorà la giusta
ricompensa per una giornata così. Riad Lamane...bellissimo. Io e Arrigo abbiamo
avuto l'onore della stanza N.19 una suite stupenda che non dimenticherò
facilmente. Lasciati i compagni in albergo, io e Arrigo andiamo da un meccanico
SERIO e comperiamo una gomma, facciamo aggiustare bene quella bucata facciamo
pulire il radiatore perché ormai in macchina all'accensione dell'aria
condizionata ...entrava solo sabbia.. altro che fresco!
Finalmente un
tuffo in piscina.. una doccia un po' di riposo e una buona cena. FATTI
259 km
.
NONO GIORNO:
Oggi il percorso è abbastanza breve e agevole per cui decidiamo di affrontare
la giornata con un po' di calma. Torniamo indietro di
20 km
per visitare Tamegroute un villaggio di terra rossa. Entriamo per la prima
volta in un negozio di ceramica dove gentilmente ci viene offerto del tè alla
menta... ma gli uomini fuori in macchina dopo 10 minuti scalpitano per cui ce ne
andiamo a mani vuote.. le contrattazioni per gli acquisti sono lunghe e
laboriose.. e divertenti! Lasciata la macchina sulla piazza grande, accompagnati
da una guida visitiamo
la Biblioteca
della Scuola Coranica (interessante e abbastanza ben tenuta) e le vie
sotterranee. Ci aspetta il mercato di Zagorà. Molta gente e merci esposte in
bell'ordine o alla rinfusa... colori e rumori da immortalare.. ma anche qui mi
viene negato questo piacere. Rubo qualche immagine.. perché proprio non ce la
faccio a rinunciare totalmente. Visitiamo lo Ksar di Tissergate e percorriamo
la Valleè
du Draa godendoci i paesaggi e la natura prorompente. Ci fermiamo per pranzare
nella piazza di AGDZ che offre molti ristorantini all'aperto..c'è caldo umido
fastidioso. Affrontiamo il passo del Tizi-n-Tinififft, la strada è allargata e
perfettamente asfaltata. Belle viste! Arrivo a OUARZAZATE nel tardo pomeriggio e
ci buttiamo subito in piscina dell'Hotel Tichka Salam. Visto che è la seconda
volta che vengo qui, mi sento quasi a casa, riconosco le strade e i posti e mi
sembra strano. Cena e poi passeggiata nella piacevole piazza. FATTI
168 km
.
DECIMO GIORNO:
Visita alla KASBAH de Taourirt, al Museo del cinema e poi partenza per Hait
Bennhaddou. Vista la disavventura dell'anno scorso (siamo rimasti impantanati
nel letto del fiume a causa di una incauta “guida” (?) che si era offerta di
accompagnarci) che ci aveva impedito di visitarlo... quest'anno ci tengo
particolarmente.. è una questione di principio!!!! Guadiamo... a piedi questa
volta, il fiume accompagnati da bimbi che ci offrono la mano (ma che poi
chiedono soldi!) Una guida che parla italiano ci accompagna fino al punto più
alto dal quale si gode una vista a 360 gradi del territorio... bello! Ci aspetta
una lunga strada fino a Marrakech e soprattutto il Passo del TIZIN-n-Tichka che
ricordo come “tremendo”. Ci fermiamo a mangiare a Taddert..esattamente come
l'anno scorso.. stesso “ristorante” per scoprire che ora ci sono due
camerieri, il proprietario ha un blocchetto stampato con la sua pubblicità per
fare i conti (l'anno scorso ce l'aveva fatto su foglio a quadretti con disegnati
da lui tanti fiorellini)...si mangia peggio e si spende di più. Effetti
benefici(?) del turismo! Ci fermiamo durante la discesa dal passo (che forse
perché già fatto mi è sembrato meno impegnativo) per gli acquisti di vasi e
piatti da uno dei tanti negozietti lungo la strada. Arriviamo nella caotica
Marrakech, l'impatto col traffico dopo tanti giorni in cui era inesistente, ci
confonde, salgo su un taxi per farci accompagnare all'hotel che si trova nella
Medina. Riad KARAM. Il taxista ci lascia a un angolo della strada dal quale non
si può proseguire in macchina. Scendo e con Elena seguo le indicazioni del Riad..le
stradine si fanno sempre più strette e buie finché ci inoltriamo in una viuzza
buia e cieca. Suoniamo a due porte.. non ci apre nessuno.. poi compare una
gentile signora che ci apre una terza porta. MERAVIGLIA! Dal buio entriamo in un
ambiente luminoso.. colonne bianche su due piani intorno a noi una fontana e
petali di rosa ovunque. Restiamo a bocca aperta. Le stanze poi!!!!!!!! Torniamo
dai nostri compagni di viaggio e siamo curiose di vedere le loro facce quando
entreranno!!!! Consegniamo la macchina e ci vengono riconosciute senza difficoltà
le spese sostenute per la riparazione. La sera candele e luci soffuse ovunque..
ci siamo solo noi, ceniamo serviti benissimo in un salottino all'aperto. Troppo
bello. Usciamo dopo cena per andare a piedi, siamo vicinissimi a Place
Jemaa-el-Fna . La piazza brulicante di gente, capannelli di gente attorno alle
varie attrazioni, musica.. confusione.. qui NON si può fotografare... ma se
paghi POI puoi fare tutte le foto che vuoi! Mangiamo datteri, noccioline,
arachidi, mandorle comperate dalle bancarelle.. beviamo spremute di pompelmo e
arance.. ci stiamo ingozzando....ma domani queste buone cose non ci saranno più!
Rientriamo soddisfatti nel nostro bellissimo Riad! FATTI
218 Km
.
UNDICESIMO
GIORNO: Svegliati con calma facciamo una mitica colazione e lasciamo con molti
rimpianti il nostro alloggio. Con il taxi del Riad facciamo l'ultimo giro per la
città, ritorniamo alla Piazza Jemaa-el Fna per gli ultimi acquisti e troviamo
il coraggio di andare a vedere da vicino gli incantatori di serpenti. Poi ci
aspetta il nuovo aeroporto di Marrakech e il volo di ritorno.
Tutto questo è
stato possibile anche grazie alla collaborazione con Alessandra Bravin titolare
dell'Agenzia Cobratours di Marrakech.Un grazie anche a lei.
Daniela
Cesca CESCae0b@farmaciacesca.191.it
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