JULIANO

di Marina Grasso

 

Vi racconto di Juliano:

Spero che questo serva a tenere viva la speranza che si puo' fare qualcosa per chi ha meno di noi e che spesso non servono tanti soldi, ma solo un po' di tempo e collaborazione!!

 

 

 

 

Ritrovo Juliano (http://www.viaggiareliberi.it/Brasil_2005_Marina.htm) appena arrivo a Canoa, è cresciuto, più carino e intraprendente, ormai avrà 6 o 7 anni, viene tutti i giorni in spiaggia e scrocca gli avanzi del pranzo di uno o dell'altro di noi......ma spesso chiede anche una coca o un gelato! E' un bambino come tutti e sa vendersi bene, c'è sempre qualcuno che si impietosisce!!

Abbiamo scoperto da un amico dentista che lo ha visto, che il fatto che non parla è dovuto ad una malformazione del palato che non è chiuso e che si puo' facilmente operare, ma Juliano vive con altri 4 fratelli in una tenda fatta di lenzuola legate ad un albero, una madre squilibrata e un padre tossico e spacciatore che beve e picchia la moglie.

Come fanno ad avere i soldi ?

Vogliamo fare qualcosa e Paola propone di raccogliere i soldi per l'operazione, ma non è cosi' semplice, ci vuole il permesso dei genitori, qualcuno che se ne occupi e che lo accompagni, ci sono delle responsabilità.....
Luisa, la proprietaria del nostro residence, parla con un chirurgo di Fortaleza suo amico che si offre di fare l'operazione gratuitamente, ci sarà da pagare la clinica, anestesista, ecc....

Marcus, l'autista del residence, consiglia di andare ad Aracatì a parlarne con gli assistenti sociali, perchè la prima cosa da fare per Juliano è curare il suo "bisciu du pè", parassita che gli ha corroso le dita dei piedi come una lebbra.
La mattina dopo Paola ed io, accompagnati da Simone, la moglie di Marcus, andiamo.

L'assistente sociale, un ragazzo giovane e molto disponibile, è di Canoa, il paese di Juliano, per cui conosce bene la storia di quella famiglia, ci racconta che il padre è spacciatore ed è gia stato in prigione molte volte, che loro gli danno 60 Rs di sussidio al mese e generi alimentari, ma lui li baratta e non li da alla famiglia; gli hanno anche offerto una casa, ma ha rifiutato perchè c'è una legge in Brasile che dice che se si occupa, senza costruire per 5 anni un terreno non accatastato, se ne acquisisce automaticamente la proprietà.

E così per il miraggio di tutti questi soldi, l'intera famiglia continua a vivere sulla terra attorno ad un albero!
Mentre a noi tre che siamo mamme ci vengono le lacrime agli occhi sentendo questo racconto......

 



Chiediamo se l'assistenza sanitaria puo' incaricarsi di farlo operare, ma l'assistente sociale ci risponde che c'è una lista d'attesa di 2 o 3 anni e ci fa vedere dal computer che nel distretto di Aracatì, città di 300.000 abitanti e qualche paesino intorno, ci sono 1650 casi di bambini che vivono in condizioni come quella di Juliano o peggiori.
Noi giochiamo la nostra carta dicendo che c'è un chirurgo disposto ad operarlo gratuitamente e che noi pagheremo il resto, lui e la sua collega sono molto contenti e ci ringraziano di cuore; sono pronti a darci tutto l'aiuto che possono mandando i prendere i bambini per portarli ad Aracatì a fargli togliere il "bisciu du pè" e poi ci assicurano che si occuperanno loro di parlare con la madre e di spiegarle tutto, di portare Juliano a Fortaleza per l'operazione e riportarlo a casa dopo la degenza.


Devo dire che non mi aspettavo tutta questa collaborazione, nè che saremmo riuscite a concludere qualcosa di concreto!! Anche Simone, tornando a casa, commossa sinceramente, ci promette che si prenderà lei l'incarico di seguire la situazione quando noi saremmo tornati in Italia.

 



Arrivate al residence, Luisa ci comunica un'altra bella notizia: il chirurgo opererà Juliano in ospedale e così non ci sarà nulla da pagare se non le analisi preventive all'operazione. Raccogliamo subito 500 Rs tra di noi e le diamo a Simone
- Con quello che avanza compragli qualche cosa da vestire per l'ospedale - , le diciamo, Juliano è vestito di stracci!

Gli assistenti sociali mantengono la promessa, infatti due giorni dopo, i bambini ci dicono che sono stati all'opsedale a farsi togliere il "bisciu du pè"

Paola ed io torniamo a casa, ma sappiamo che Juliano è in buone mani: Simone e Luisa, due mamme come noi, si occuperanno di lui.

Speriamo che questa storia abbia un lieto fine e che Juliano possa presto parlare.

 

 

 


Marina

ma.grasso@fastwebnet.it

 

 

 

 

 

 

 

 

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