L'anello si chiude ed eccoci ancora in Iran, ma nel nord. Da qui estremo est dell'Iran in quattro giorni siamo ad Igoumenitsa pronti per imbarcarci per l'Italia. Durante questa tirata a pieno gas, il Dominator ha cominciato a singhiozzare, ma è bastato levare il filtro supplementare della benzina per farlo ripartire al massimo come se non si fosse accorto di tutti gli stupendi km che ci ha regalato.

 

Yurte ….che passione

Yurte o Gher? La disputa va avanti da innumerevoli anni, Mongole o centroasiatiche?
Non lo sappiamo, ma abbiamo avuto la fortuna di "viverci" e la percezione di cosa ciò significhi.
Lunghi sterrati che si arrampicano su morbide montagne fino a 3000/3500m, qui appaiono immensi e dolci altopiani, attraversati da ruscelli il cui contenuto è l'equivalente del nostro rubinetto; disseminate come preziosi e rari funghi bianchi, qua e la fanno la loro comparsa le yurte. A circa un chilometro, un lago.
Cavalli, qualche raro cammello a pelo lungo, pecore e altri ovini a noi sconosciuti, il tutto su di un tappeto verde che da un senso di tranquillità di morbidezza, di un mondo a noi veramente lontano, di …semplicità. Ed è questo quello che più ci ha colpito, la semplicità della vita, non nel senso di facilità, ma nel suo significato più bello, saper apprezzare ciò che si ha ed usarlo al meglio.

L'interno di queste meravigliose tende di feltro montato su di una struttura in legno, ci colpisce.
La piccola porta in legno coloratissima, tappeti variopinti, sia alle pareti sia sul terreno, una stufa alimentata da sterco seccato al sole ed un piccolo quanto ingegnoso contenitore per l'acqua, appeso alla parete, che scarica in un piccolo lavandino che a sua volta immette il liquido usato in un recipiente sottostante.
Completano l'arredamento un ampio tavolino basso (qui non si usano le sedie) e caldissime coperte piegate durante il giorno, pronte ad essere usate durante la fredda notte.
L'escursione termica è veramente grande, si passa da circa 30 gradi, in pieno giorno a zero nella nottata; questo quando il tempo è buono. La mattina prima del nostro arrivo aveva nevicato.

Cibo semplice e ottimo, zuppe di legumi, pesce di lago essiccato al sole e quindi arrostito, latte fermentato leggermente alcolico, riso e carne.
La mattina ci si lava nel ruscello.
La notte il silenzio è assoluto, si sfida volentieri il freddo per ammirare il cielo, così immenso che sembra inghiottirci, così indimenticabile, indimenticabile come questi pastori nomadi che ci hanno qui ospitato e che ci hanno fatto capire il valore e la grandezza della Vita in condizioni che a noi appaiono intollerabili.

 

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