BURKINA FASO "gioie e dolori"

Diario di viaggio NOVEMBRE 2005

di Ricky Caputo

 

 

 

 

NOTE: Il viaggio prosegue nel Mali, per poi tornare nel Burkina

Le parti in neretto, sono comuni anche per il viaggio in Mali

Prezzi vari (in Cfa) 650 cfa = 1 euro

* Acqua minerale in sacchetto (1/2 l)   50 (se è stata lasciata al sole, sa di plastica; provate sempre un solo sacchetto prima di prenderne altri).

* Acqua minerale in bottiglia (1,5 l)                  500

* Bibita in lattina (coca,etc)                              300

* Pacchetto di sigarette                                   marlboro 600, excellence 400, gold seal 200

* Birra in bottiglia da 66cc                               400-500

* Un pollo allo spiedo                          1500 (se comprato dai baracchini attrezzati in strada)

* Noci di cola                                                 15 (piccola), (25 media), 50 (grande), 800 un chilo (circa 40) molto apprezzate, in particolare dagli uomini, ed indubbiamente molto utili per esprimere gratitudine per un servizio, per fotografare, o semplicemente per fare amicizia con qualcuno. Fatene subito scorta!

* Benzina                                655 al litro. Tenetene conto per contrattare un’escursione in macchina!

 

I prezzi indicati delle camere sono per due persone con bagno fuori; i campment sono delle strutture spartane o molto spartane, in genere delle stanze spoglie, senza luce, a volte anche senza porta; i prezzi dei taxi in genere vanno a persona; se siete almeno in due sono molto economici; offrite poco più della metà della tariffa che vi propongono. Chiarite bene che il prezzo pattuito è per tutte le persone ! (spesso, anche se siete in gruppo vi dicono X, per poi all’arrivo affermare che intendevano X per ogni persona!)

 

Tempi e distanze in africa: hanno una concezione enormemente distorta; indico in parentesi il probabile equivalente: “subito!” (entro 20-30 min), “tra poco” (da una a 2-3 ore), “molto vicino” ( “a cote”, 5-10 min a piedi), vicino (20-30 min a piedi), lontano (è proprio lontano!!)

 

Il viaggio si è svolto durante il Ramadan, ma non c’è nessun inconveniente, se non quello di essere un po’ discreti di giorno quando mangiate e bevete, dato che gli altri non possono. Se volete offrire qualcosa potete farlo solo ai bambini, che sono esentati dal digiuno. L’unico “ problema” sono i tre giorni che segnano la fine del ramadan, nei quali qualsiasi attività è ferma, e se volete farla “muovere”, dovrete pagare parecchio! Ah, consiglio, il giorno precedente alla fine del ramadan, per tradizione si compra  un montone (od una piccola parte), per festeggiare, quindi tutti cercheranno di racimolare i soldi necessari, anche a costo di guadagnare pochissimo, e per questo fare shopping od avvalervi di servizi ed altro può essere molto conveniente per voi….ma non speculateci!

 

In africa è ancora esistente il baratto. Le cose più richieste sono: vestiti occidentali, magliette, camicie, pantaloni, sandali tipo trekking, scarpe, orologi, pile per illuminare, cappelli, calze. Quindi se vi volete sbarazzare di qualcosa,  portatevelo. E’ anche un’occasione a fine viaggio di alleggerirvi. Potrete fare shopping a costo, praticamente zero ! Spesso vi chiederanno lo stesso, un’integrazione in denaro, ma se ci sapete fare, ve la caverete con ben poco!

 

LUNEDI 24 OTTOBRE          OUGADOUGOU - PO -TIEBELE

Arriviamo, con un volo Royal Air Maroc (650 euro) a Ougadougou, capitale del Burkina Faso in piena notte, ore 1.30 e ci aspetta la prima sorpresa dell’organizzazione africana; non arrivano i nostri bagagli e quelli di una decina d’altre persone, rimasti probabilmente a Casablanca o scaricati erroneamente nello scalo in Niger. Rimaniamo fino alle 4.00 per il disbrigo delle formalità di denuncia e con l’amaro in bocca quando ci annunciano che il prossimo volo che li potrebbe consegnare arriva Venerdì!! Ma che bello ! Rimaniamo disorientati, sul da farsi, e per fortuna riusciamo almeno a cambiare i soldi nel baracchino con postazione internet e telefoni, di fronte all’uscita (cambio a 645, anziché 650). Ormai sono le 5.30, quindi attendiamo l’alba per decidere il da farsi. Quest’imprevisto ci obbliga ad un radicale cambiamento del nostro itinerario, che per fortuna si riesce ad adattare alla nuova situazione. Chiacchierando con alcune persone (che da qui fino alla fine del viaggio si avranno sempre intorno, pronti come avvoltoi per assalire la propria preda e riuscire a spennarla il più possibile), uno si offre per 1000 Cfa, di accompagnarci in centro città per fare gli acquisti di prima necessità (sandali, magliette etc) ed in seguito alla compagnia degli autobus per raggiungere la nostra prima meta, che sarà PO verso sud, quasi al confine con il Ghana per cercare di raggiungere subito il villaggio di TIEBELE, 30 km ad est. Ho letto che la strada per PO è considerata pericolosa a causa degli innumerevoli assalti perpetrati negli ultimi tempi, ma percorsa di giorno è, per ora, tranquilla. Perdiamo l’autobus delle 7.00, ed il prossimo è alle 12.30, che gioia ! E’ l’inizio delle interminabili attese che contraddistinguono i paesi africani ! Ne approfittiamo per fare un giretto, giacché siamo in pieno centro. Come prima impressione, più che una capitale sembra di essere in un paese di provincia, sporcizia dappertutto, confusione, merci buttate a destra e sinistra, per non parlare delle “stazioni degli autobus”, davvero simili più a vecchi depositi a cielo aperto abbandonati che altro; diciamo pure impossibili da localizzare senza l’aiuto di un nativo! Finalmente si parte (biglietto andata e ritorno 3500 Cfa). Sarebbe stato meglio collocarsi sulla fila a sinistra all’ombra, ma ovviamente noi siamo a destra !! Quando si comprano i biglietti sono richiesti i nomi; in pratica scrivono una lista e si viene chiamati a salire in ordine d’arrivo, con la possibilità di scegliersi i posti “migliori”, ma spesso vige la legge del più “furbo”; si può provare ad occupare i posti considerati appetibili appoggiando dal finestrino qualcosa sui sedili, poiché in genere fino a pochi minuti prima della partenza, non fanno, comunque, salire nessuno. Arriviamo a PO, un piccolo e sgangheratissimo, ammasso di costruzioni, dopo tre lunghissime ore. Qui cerchiamo un mezzo per andare a TIEBELE, ma dopo molti dubbi con il presupposto dell’ovvia fregatura, ci dobbiamo arrendere all’evidenza che in africa i mezzi di trasporto sono pochissimi, e se partono (perché partono solo quando sono pieni, anzi, strapieni) lo fanno solo nelle prime ore del mattino e del pomeriggio; poi è desolazione! In seguito veniamo a conoscenza che i taxi-brousse, scassatissimi Peugeot 505 station wagon, partono verso le 10 del mattino per Tiebele, e da lì alle 13 fanno ritorno a Po, tariffa ufficiale 500 Cfa per tratta. Veniamo come al solito, abbordati da un tipo che ci propone di portarci in macchina, convincendoci con il fatto che si fermerebbe anche lui a dormire da “famigliari” al villaggio. Premesso che, per la visita, sono sufficienti un paio d’ore, l’occasione in ogni caso di dormire in un posto “caratteristico” c’invoglia, e quindi contrattiamo l’andata (ed il ritorno per il mattino successivo alle ore 12) per 8000 Cfa. (anziché i 15000 inizialmente richiesti). Come poi ci rendiamo conto per tutto il resto del viaggio, si contratta con una prima persona (presubilmente il procacciatore di clienti), si discute con una seconda (il vero proprietario), e si parte con una terza (il semplice guidatore). Dopo 45 minuti, arriviamo. Si viene subito avvolti da un nugolo di ragazzi che non esitano a fronteggiarsi tra di loro arrivando perfino alle mani per “accaparrarsi” il cliente. Inizialmente possono sembrare tutti simpatici, ma ben presto una volta scelti potrebbero rilevare la loro vera personalità, cercando di imporsi; siate inflessibili, pagate SEMPRE alla fine e ricordategli che i capi siete voi, se vogliono avere il loro denaro ! . Quindi non esitate a testare la loro affidabilità, chiacchierandoci inizialmente e ricordate di mettere TUTTO per iscritto PRIMA dell’inizio di ogni servizio, facendolo firmare (assicuratevi naturalmente che sappia leggere e scrivere !). Indispensabile, quindi, carta e penna, e conoscenza di qualche parola di francese ! Sappiate che un compenso adeguato è di 1000-2000 Cfa al giorno, per una guida improvvisata, 3000-4000 per una guida seria e professionale che sappia bene l’inglese, a prescindere dal numero di persone. E’ indispensabile che la vostra guida abbia ben chiaro che tra i suoi compiti c’è anche quello di tenere alla larga gli scocciatori. Chiunque si aspetta una ricompensa, detta impropriamente“cadeau”, regalo, anche per il più piccolo dei favori; cercate di evitare nel modo più assoluto di dare soldi e di elargire qualsiasi cosa a sproposito, senza che vi sia reso un servizio per piccolo che possa essere. Solo nel caso siate particolarmente grati, “donate”, 1-2 sigarette, una penna, un accendino, o qualsiasi altra “stupidate” abbiate a casa; anziché buttarle portatele con voi che vi torneranno molto utili ! Se ciò che donate vi sembra sufficiente per il servizio reso, ma la persona chiede di più, provate, sorridendo e dimostrandovi un poco offesi, a richiedere il dono indietro dato che non vi sembra apprezzato. Di solito farà desistere dal proseguire con ulteriori richieste.

Ci sistemiamo all’Hotel KUNKOLO (5000 Cfa per due persone), una carinissima e spartana sistemazione in una struttura, la stessa pulita, creata a somiglianza della corte reale di Tiebele, situata a quasi 1km dal “cuore” del nuovo villaggio, gestita, da un più o meno simpatico ragazzo rasta francese.. E’ senza luce e con bagno africano, vale a dire all’aperto; consiste in un muro su tre lati (per avere un po’ di privacy), e di un buco sul “pavimento” collegato ad una specie di “cisterna” scavata direttamente sottoterra, dove finiscono tutti i vostri “ricordini” (e dove spesso ci sono migliaia di mosche) e si ha a disposizione un annaffiatore per dare una pulita alla bene e meglio. La “zona doccia” è simile, ma si ha a disposizione un secchio d’acqua, ed a volte, una piccola ciotola per sciacquarsi . Portatevi la carta igienica da casa! Avrete difficoltà a trovarla!

Si dorme in “capanne” rotonde in muratura, provviste solo del letto. Verificate che la porta si chiuda dall’interno! E mi raccomando usate SEMPRE la zanzariera. Non si scherza con la malaria.

Dopo che “finalmente” un ragazzetto è riuscito a conquistare la nostra fiducia, grazie anche al fatto d’essere simpatico, parlare inglese e di avere il tesserino ufficiale di guida, ci sistemiamo, e dopo una veloce “doccia”, ci facciamo portare “in centro” dove consumiamo quello che sarà uno dei pochi piatti disponibili in terra d’africa. In pratica, se non si è in grandi città e si vuole mangiare in economia (300-700 cfa), gli unici piatti disponibili sono: spaghetti, riso e cous-cous, sempre con lo stesso condimento a base di una specie di salsa al pomodoro. L’unica variante sono i “petit-pois” (700cfa), ossia piselli, non sempre conditi con la suddetta salsa, e pollo, che essendo ruspante ha poca carne ed è molto stopposa. Il pesce, viste le pessime condizioni igieniche, non abbiamo mai avuto il coraggio di provarlo!

Alla sera non c’è assolutamente niente da fare, se non andare a mangiare qualcosa e bere una birra.

Portatevi una pila potente per illuminare la stradina sterrata (seminata anche da “ricordini” degli animali che scorazzano liberi ovunque) per raggiungere il centro e tornare, e tenetela SEMPRE a portata di mano. Questo vale, anche per tutto il resto del viaggio!

 

MARTEDI 25 OTTOBRE       TIEBELE - OUGADOUGOU

Sveglia poco dopo l’alba, che in questo periodo è alle 5.30. Appuntamento con la nostra guida, e già sorgono le prime discussioni in terra d’africa. L’autista della nostra macchina, nonostante l’avessimo salutato la sera precedente rimanendo d’accordo che ci saremmo incontrati alle 12.00, dopo la visita alla corte reale, vero ed unico motivo per spingersi fino a qui, si presenta in albergo dicendo che dobbiamo ripartire subito, e che gli accordi erano quelli ! S.P.Q.A.! (Sono pazzi questi africani)! In realtà ci provano. Sempre. Per fortuna che dovevamo ancora pagare, altrimenti non avremmo avuto scampo ! Era la sua parola contro la nostra. Nella discussione, durata più di un’ora, sono state coinvolte anche la guida ed il proprietario dell’albergo, che alle nostre minacce di riportare tutto su internet e far crollare la presenza dei turisti in loco, ha cercato di intercedere per noi, anche se la nostra vittoria è dipesa solo dal fatto che se non avesse rispettato gli accordi, il “caro” autista non avrebbe visto i soldi. In ogni caso sono molto bravi ad agitarsi ed ad alzare la voce per incutere timore negli sprovveduti turisti i quali il più delle volte sembra che cedano alle pressioni. Mi raccomando ancora, scrivete sempre tutto, fate firmare (ed ancora meglio fatevi mostrare i documenti e trascrivete tutti i dati) e pagate alla fine; non è una garanzia al 100%, ma in ogni modo mooooolto utile.

Si riesce quindi, a compiere questa sospirata visita, che si rileva abbastanza interessante, sia dal punto di vista dell’architettura che dell’originalità. Gruppi (attaccati uno all’altro, secondo la grandezza della famiglia) di costruzioni rotonde in argilla, o fango secco che dir si voglia, con molte decorazioni, probabilmente mantenute solo per attirare i turisti, ma comunque carine.  Nel corso della visita ed all’uscita sarete avvicinati da una moltitudine d’individui che girano con un quaderno, per riscuotere le “donazioni” dei turisti. La nostra diffidenza ha evitato di cadere in queste “trappole”, perché dal modo di agire di queste persone sembra quasi che sia un pagamento dovuto per questa o quest’altra associazione. L’unica associazione è quella di questi furboni che si andranno a bere in birra i vostri soldi! !! L’unica tassa dovuta è quella per la visita del villaggio per il quale vi dovranno rilasciare la ricevuta ufficiale con la dicitura “ticket de visite touristiques Cours Royal de Tiebele” (1500 Cfa cad.). I libri dicono che tale tassa include anche il compenso della guida, ma la stessa ci ha spergiurato che non è cosi ed ha pianto in cinese antico per meglio convincerci. Alla fine della visita, abbiamo salutato la nostra guida, e nel dubbio, gli abbiamo detto chiaramente che non credevamo a quello che diceva, ma che in ogni caso data la sua estrema gentilezza, gli lasciavamo 2000 Cfa. Apriti cielo ! Un’altra ora a discutere. Si è offeso, adirato, affermando che il compenso era una miseria e che potevamo anche tenercelo ! Ebbene è bastato convincerlo che avremmo fatto così e ce ne saremmo andati, per convincerlo a ritenere il compenso adeguato. Certo, specialmente all’inizio, il dubbio d’essere noi dalla parte del torto un poco l’avevamo, ma come abbiamo imparato in seguito non era per niente così. Anzi, altre guide, che erano state più disponibili in termini di tempo, hanno fatto i salti di gioia per un eguale compenso !

Insomma, andiamo comunque via, con l’amaro in bocca per queste continue discussioni. Meno male che, il nostro autista, ha messo nel cassetto la sua faccia da cattivo ed ha iniziato ad accarezzarci il pelo, nella speranza di scroccare qualcos’altro (effettivamente, viste le insistenze, ma questa volta sul giocoso, è riuscito a strapparci 2-3 sigarette ed altri 500cfa). Torniamo a PO, e senza altri problemi prendiamo il bus che ci riporta ad Ougadougou. Arriviamo per le 16.00, con l’intento di prendere subito un altro bus per giungere a Kaya, località sulla strada per andare a Gorom-Gorom, poiché la capitale non offre assolutamente nulla (ma in seguito vedremo che Kaya è un ammasso polveroso di baracche dove c’è ancora meno!), ma dopo un inutile girovagare da una stazione all’altra della città ci arrendiamo al fatto di dover rimanere qui. Per fortuna troviamo un accogliente albergo “Le Pavillion Verte” (dai 7500 ai 15000 cfa, camere essenziali, ma c’è un bel giardinetto, la possibilità di fare il bucato, ed un guardiano all’ingresso che tiene lontano tutti gli scocciatori), proprio a pochi passi dalla “stazione” della Sogebaf (soprannominata “Petit sogebaf”, situata a nord, dopo la ferrovia; la sede principale detta invece “grande sogebaf” è a sud-ovest; compagnia di autobus scassati, con la quale l’indomani mattina contiamo di raggiungere BANI (5000 cfa) ed in seguito DORI, verso il nord-est.

 

MERCOLEDI 26 OTTOBRE OUGAGADOUGOU - BANI - DORI

Partiamo con il bus delle 7.00 (c’è un altro bus Sogebaf alle 14.00, ed uno della Stmb alle 15.00), verso DORI da dove domattina contiamo di raggiungere il famoso mercato del Giovedì di Gorom-Gorom. La strada dopo Kaya, diventa tutta sterrata, ma ci sono in questo periodo i lavori per asfaltarla. Decidiamo di fare una tappa a BANI, villaggio dove ci sarebbero le famose “sette moschee”, dove arriviamo dopo 5 ore di duro viaggio. Ci aspettavamo un paesino, invece ci ritroviamo in un villaggio con case in fango secco. Cerchiamo di sbrigarcela da soli per visitare le moschee, ma dopo neanche 50 metri veniamo circondati da una moltitudine di ragazzini, che ci fanno intendere che qualcuno ci deve accompagnare. Ekke palle ! Va bhe, alla fine un ragazzo che gira con il solito quaderno delle “donazioni” e qualche foto consumata, ci fa capitolare, anche perché la strada passa proprio in mezzo alle abitazioni, e sarebbe poco opportuno infilarsi per sbaglio a casa di qualcuno. La visita, stranamente, NON è a pagamento, ma si è invitati a fare una donazione. La visita delle moschee, per lo più in rovina, sembra a causa della siccità la quale non ha permesso di ricavare il fango necessario per ricostruirle, è molto deludente e quasi non valeva la pena di fermarsi, a meno di non essere indipendenti con i trasporti. In poco più di 30 minuti, si esaurisce il giro e veniamo fatti accomodare per terra su delle stuoie nel cortile di quello che dovrebbe essere l’unico “campment” del posto. Sono stati molto gentili e premurosi con noi, ed al momento della donazione avendo solo 2000 cfa come taglio più piccolo, lasciamolo quello, cifra sicuramente esagerata (500 cfa, erano sufficienti), ma da come si andrà a prospettare la giornata, ci siamo assicurati di essere “coccolati” tutto il giorno. Da quanto dettoci, il successivo bus per arrivare a Dori, doveva infatti passare dopo un’ora (ore 14.00), ma attendiamo fino al tramonto e non si vede nulla all’orizzonte. Ad averlo saputo avremmo potuto scorazzare per il villaggio e poi provare ad attendere sulla pista e chiedere un passaggio, anche a pagamento, a qualcuno, cosa che al calare delle tenebre abbiamo fatto; o meglio alcune persone del villaggio l’hanno chiesto per noi, leggendoci negli occhi, la nostra crescente preoccupazione al solo fatto di rimanere inchiodati in quel posto per la notte! Ebbene, concordiamo il prezzo di 1000 cfa, a persona, con un truck diretto a Dori. Come al solito chi ha fatto da intermediario, ha chiesto di consegnare a lui i soldi (per poi probabilmente svignarsela), ma siamo stati irremovibili che avremmo pagato solo all’arrivo, ed esclusivamente all’autista. Con quest’inconsueto mezzo, ed un po’ preoccupati sulla rischiosità della situazione, arriviamo dopo due traballanti ore, senza nessun problema, a destinazione.  Il truck deve fermarsi in periferia, ma l’autista gentilissimo, ci accompagna fino all’Auberge Populaire (6000, struttura accettabile, con camere in bungalow). Il paese è avvolto nelle tenebre a parte la zona “centrale” (per tale motivo, è incredibile come a volte si hanno persone molto vicine, ma non ve n’accorgete; certo, sono nere!). Alla reception veniamo subito agganciati da due ragazzi, pseudo guide, che ci accompagnano addirittura alla camera, ed in seguito a mangiare, uno dei quali il famoso “rasta man”, un ragazzo che parla molto bene inglese e sembra più un nativo della Giamaica, che fa dei bei discorsi sulla pace e l’onestà (ma non abbassate mai la guardia!). In ogni caso si rileva molto discreto, ha provato a rifilarci un tour in macchina, ma senza essere invadente, ed ha mollato subito il colpo quando ha capito che non eravamo interessati. Nonostante ciò, il mattino successivo è venuto a prenderci all’albergo e si è preoccupato di accompagnarci al minibus in partenza per Gorom-Gorom, di assicurarci un posto a sedere e di espletare le formalità del pagamento E’ probabile che abbia fatto la cresta sul biglietto (2000 cfa), ma è sicuro che ci avrebbe provato qualcun altro (senza averci reso alcun servizio!). A Dori, c’è addirittura un “internet café”!

 

GIOVEDI 27 OTTOBRE       DORI - mercato settimanale di GOROM-GOROM - DORI

Dopo due ore di viaggio, si arriva e si è “invitati” subito a recarsi al posto di polizia a pagare la tassa turistica di 1000 cfa; se riuscite ad evitarla, nessuno in paese vi chiederà nulla.

Appena usciti dal posto di polizia, veniamo, come al solito, abbordati da un ragazzo che iniziando a chiacchierare ci fa subito da guida. Cerchiamo di liberarcene, ma niente, ci rimane incollato. Ennesima rassegnazione; ma a questo punto devo convenire che è sempre meglio accettare questa situazione come dato di fatto e non farsi troppe paranoie. Indubbiamente una guida spesso non è indispensabile, ma può rilevarsi molto utile per girare senza nuovi fastidi, in modo rapido e sicuro, e per individuare e chiedere tutto quello che volete. Visitiamo subito la zona del mercato del bestiame, molto interessante e colorata. Prestate attenzione agli animali che a volte si ribellano ed iniziano a correre a destra e manca nella vana ricerca di una via di fuga! Proseguiamo con la visita di una capanna tuareg (visita sicuramente impossibile senza una guida!), dove una donna intenta a preparare il burro, ci fa accomodare sulle stuoie e riusciamo a fare qualche bella foto senza problemi. Naturalmente prima di andarcene ci è chiesto se possiamo “contribuire” con un aiuto comprandole qualcosa da mangiare. Andiamo quindi a prendere un sacco di miglio e glielo portiamo (1000 cfa). Il miglio in questa zona d’africa è come il grano da noi.

Molto buone come colazione, le frittelle di miglio, che al mattino si possono trovare quasi ovunque, vendute dalle donne in giro per le strade. Non confondetele con le frittelle di formaggio di capra (di colore più scuro, sul marroncino), a mio avviso orribili! In ogni caso, costano poco, quindi sbizzarritevi pure a provarle. Potete anche chiedere di assaggiarne solo una (che in ogni caso dovrete pagare!), e dato che la qualità e bontà varia molto, è sempre meglio farlo, prima di prendere molte. Per quelle più grandi il prezzo è 25 cfa , quelle piccole in genere costano 100 cfa per 6-8 pezzi.

Il mercato è un crogiuolo d’etnie: tuareg, mossi, bambara che arrivano anche dai paesi immediatamente confinanti, in altre parole Mali e Niger. Si vedono tuareg agghindati a festa arrivare in cammello; uno spettacolo! Davvero tutto affascinante, un caleidoscopio di colori, spezie, lastre di sale che arrivano dalle miniere di Taoudenni, in pieno deserto ad oltre 500 km a nord di Timbuktu, in Mali. Il mercato, per ora, non è assolutamente turistico, quindi si vendono merci d’uso quotidiano, di nessun interesse per noi, ma gli amanti delle spezie, qui possono fare festa e portarsi con quattro soldi un alternativo souvenir a casa.  Solo 2-3 banchi vendono statuine ed altri oggetti per turisti, e ci sono sembrati piuttosto cari, ma d’altra parte in Burkina, il turismo individuale è raro, ed i pochi turisti che vi arrivano sono quelli danarosi che partecipano ad un tour organizzato. In giro potete scatenarvi con le foto, ma con tatto e furbizia. Queste popolazioni non amano essere fotografate o riprese (salvo che non le pagate o date qualcosa; ma forse proprio per questo non vogliono essere fotografate “gratis”, proprio perché hanno capito che ci sono molti fessi che sono disposti a farlo, quindi evitate di aggregarvi a questa categoria di persone!)

Gironzoliamo fino alle 14.00 con una pausa per pranzare. La nostra guida prima di lasciarci ci accompagna al taxi-brousse per rientrare a Dori e che, a detta di quello che sembra l’autista, dovrebbe partire fra poco, e per questo paghiamo subito il richiesto (1500 cfa) Ebbene, aspettiamo due ore e poi veniamo invece dirottati, invece, su un furgoncino, dove ci accatastano come bestie insieme ad altre 20 persone, ma solo per le 18.00 riusciamo a partire ! Viaggio stremante, anche se il peggio dovrà ancora arrivare!

Arrivo, doccia, cena, e via a dormire.

 

VENERDI 28 OTTOBRE                  DORI - OUAGADOUGOU

Sveglia come sempre poco dopo l’alba, e ci accorgiamo che sui tetti dei bungalow e dintorni, sono appollaiati una moltitudine di condor !! Diamo già questa sensazione di cedimento ?

Viaggio di ritorno a Ougadougou (5000 cfa) infinito, 8 ore di sobbalzi, caldo e guida fuori pista (siccome c’erano dei tratti bloccati per i lavori della nuova strada, l’autista per non aspettare si buttava allegramente in mezzo alla campagna, inventandosi una nuova strada!). Arriviamo alla “grande” Sogebaf. Taxi per l’aeroporto (1000cfa), nella speranza di poter “riabbracciare” i nostri bagagli. Arriviamo e spieghiamo subito ad un addetto alla sicurezza, cosa dovevamo fare, ma ci viene detto che l’addetto all’ufficio non c’è ed arriva alle 18.00 ossia fra tre ore!! Ma cavolacci, oggi che avevamo tempo per rilassarci, siamo bloccati qui! Ne approfittiamo per cambiare ancora un po’ di soldi, dato che sembra in Mali sia più difficile e meno conveniente; passa meno di un’ora ma il dubbio che ci abbiano detto il giusto mi ossessiona; approfitto di un attimo di distrazione del sorvegliante, per infilarmi dentro all’hall di arrivo dell’aeroporto, e con mia grande gioia, ma sdegno per l’inaffidabilità delle persone, trovo l’ufficio bagagli aperto, ed in men che non si dica riabbracciamo le nostre borse, sognando già tutte le comodità che in questi giorni abbiamo dovuto fare a meno!Yeahh!!. Riusciamo a dribblare l’intermediario per il taxi, facendo finta di allontanarci e poi tornando sui nostri passi in modo da “cadere” direttamente fra le braccia dell’autista e torniamo (1500cfa) a “Le pavillion verte”. L’albergo è però al completo, e ci fanno accompagnare ad un albergo vicino, proprio attaccato alla petit Sogebaf, “Le Dapoore” (9000cfa però con bagno in camera). Al mattino presto abbiamo il bus che ci porterà a Ouahigouya (3000cfa) prima, e dopo un cambio, a Koro (Mali). Preoccupati dato che dobbiamo muoverci per le 5.00, cerchiamo di metterci subito d’accordo con un taxi, ma ci chiedono cifre folli (4000 cfa). Alla reception dell’albergo, ci assicurano che non c’è, invece, assolutamente problema a trovare un taxi alla mattina presto.

 

SABATO   29 OTTOBRE      OUAGADOUGOU - OUAHIGOUYA – KORO (Mali)

In effetti, basta che usciamo dall’albergo al mattino, e subito già le poche persone in giro, iniziano a sbracciare per “aiutarci” a trovare un taxi, cosa del tutto inutile visto che, per fortuna, subito uno appare alla nostra vista. Raggiungiamo (1000cfa) ancora la grande Sogebaf, ed al momento di caricare i bagagli, provano anche con noi a chiederci i soldi per farlo. E’ bastato fargli capire che andavamo a parlare con qualcuno e che sapevamo benissimo di quel trucco, per far desistere da ulteriori insistenze. C’era già molta gente, nonostante l’ora 5.15, e molti erano rimasti la notte a dormire per terra. Alle 6.00 partenza, ed arriviamo dopo un tranquillo viaggio di due ore a Ouahigouya. Quì ancora problemi; ci fanno aspettare altre due ore, non sapendoci dire dov’è il bus per proseguire, dicono di aspettare, ma alla fine il bus non c’è. Dobbiamo cercare un mezzo alternativo e noi, insieme con altre 6-7 persone veniamo accompagnati ad un taxi-brousse. Ma non si partirà prima delle 16.00, finché non arriverà un numero sufficiente di persone per riempire il mezzo (3000cfa)

Nella “disavventura” conosciamo Santiago, un ragazzo spagnolo che vive in Belgio e per ciò parla bene francese. Sembra che faccia il nostro stesso itinerario, e rimarrà con noi fino alla fine del viaggio. Arriviamo finalmente a Koro, in Mali, che ormai è buio pesto, ed il paesino è totalmente privo d’illuminazione. Per fortuna l’autista ci accompagna nel campment. Il racconto prosegue nel diario di viaggio dedicato al Mali (“Mali – Gioie e dolori”)

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MERCOLEDI 9 NOVEMBRE           BOBO-DIOULASSO

Rientriamo in Burkina, dopo la deviazione in Mali, ed arriviamo finalmente dopo un viaggio veramente estenuante e terribile a Bobo-Dioulasso. Prendiamo un taxi per andare in albergo e qui cercano di fregarci; ci chiedono subito 500cfa, cifra che ci sembra subito ragionevole, ma all’arrivo ci viene spiegato che era sott’inteso 500 cfa a testa!

Un’interminabile discussione si accende, spenta, per fortuna, da un ragazzo che prende le nostre difese affermando che la tariffa giusta è 200cfa a testa. Paghiamo quindi 600cfa. Lo stesso ragazzo si propone subito come guida, e visto “l’aiuto” che ci ha offerto, lo prendiamo in considerazione.

Sistemati i bagagli nell’hotel “Le Cocotier” (6500cfa), centralissimo, concordiamo l’escursione in macchina per il giorno seguente per i villaggi di KORO e KOUMI e visita della città a piedi, con la nostra guida per 18000cfa (per tre persone). Stanchi, adirati ed esausti e in ogni modo poiché avendo saltato la tappa di Timbuktu, in Mali, avanzano 3-4 giorni nei quali non sapremmo cosa fare, io e Matteo decidiamo di provare ad anticipare la nostra partenza. Con nostra gran fortuna la Royal Air Maroc ci ha cancellato il nostro volo di rientro del 21, quindi senza esitare e soprattutto senza penali, prendiamo, è il caso di dirlo, al volo, l’offerta di rientrare il 18 ! Rallegrati da questa buona notizia, ci abbandoniamo ad un meritato pranzo; passiamo la giornata a rimetterci in sesto dopo lo spossante viaggio, ed a fare un po’ di bucato.

 

GIOVEDI 10 NOVEMBRE               escursione a KORO e KOUMI

Partenza con la nostra guida, in macchina verso il villaggio di KORO. Arrivati, dopo una sosta per cambiare un pneumatico forato (assicuratevi sempre che abbiano la ruota di scorta!!), dobbiamo pagare la tassa di 1000cfa. Il villaggio è deludente; un ammasso di costruzioni con materiali moderni e lamiera. Sembra più una favelas. C’è pochissima gente, con abiti tracciati e per nulla tipici. Bastano 15 minuti ed andiamo via. Per proseguire per Koumi, si deve ripassare da Bobo, e l’autista vuole approfittarne per far riparare il pneumatico forato, cosa molto intelligente ! N’approfittiamo per fare colazione con il solito the, anche se non troviamo le consuete frittelle ! Nel giro di un’oretta si riparte e si arriva a KOUMI. Anche qui si pagano 1000cfa cad, per la visita, tassa che comunque va allo stato e non al villaggio. C’è una tassa della stessa cifra anche se si vuole fare foto, anche se è molto difficile, perché le persone non vogliono essere riprese, e per fare foto alle costruzioni, è molto probabile che ci sia sempre qualcuno sulla “traiettoria”, rendendo la cosa quasi impossibile se non dopo estenuanti tentativi di farli spostare o di pagarli per la foto. Le case sono un po’ più particolari, fatte in fango essiccato di colore rossastro. La gente non è per niente amichevole e si rivolgono a noi solo per chiedere qualcosa con aggressività.

Anche questo villaggio non ci ha per nulla soddisfatto.

Da andare proprio se non si è avuta, o si avrà la possibilità di andare nei paesi Lobi (Gaoua), vero pezzo forte della visita. Torniamo in città, dopo solo quattro ore, e dopo aver pranzato, continuiamo l’escursione con la nostra guida, a piedi. Dopo aver visitato il mercato centrale, nel quale in seguito a lunghe contrattazioni, facciamo un pò di shopping (coperta matrimoniale “bogolan”  portata via a 15000cfa, dai 25000 richiesti). Sicuramente si poteva scendere ancora, ma mi hanno preso proprio per stanchezza! Prestate attenzione alle dimensioni e non credete a chi dice che non esistono misure più grandi. Eventualmente approfittatene per farvi aggiungere al momento, dato che ci sono anche i sarti, qualche striscia di tessuto.  Nel mercato vedono pochi turisti, e quindi sono tutti molto insistenti per vendervi qualcosa; bhe almeno la concorrenza dovrebbe esserci! I cd musicali sono interessanti; va alla grande la musica della costa d’avorio, molto allegra, da discoteca, ed il genere “zouk”, originario delle Antille francesi, molto sensuale, simile ad una lambada più cadenzata. Si portano via per 800-1000cfa (ovviamente copie!). Il giro prosegue (il tutto a 100 metri dal nostro albergo) alla gran moschea di Bobo, alla quale ci si deve limitare ad un giro perimetrale esterno, poi alla città vecchia, quasi una vera favelas. Si devono pagare anche qui 1000cfa, e si deve avere obbligatoriamente una guida, cosa che mi sembra assolutamente indispensabile, visto il degrado dell’area. Nella zona del “fiume”, ridotto ad una fogna a cielo aperto, la gente si lava, fa il bucato ed i bambini fanno il bagno. Assurdo, ma vero. Usciti dalla zona vecchia, ci sono molti negozietti che vendono maschere ed altro. Andateci da soli! Chiunque farà il possibile per aggregarsi a voi mentre entrate e riscuotere, così, una percentuale sulla vendita. Le maschere sono tante, anche se a mio avviso anche nella capitale ed in Mali, se ne trovano di molto belle. Una bella maschera di circa 30 cm la si può portare via a 5000cfa. E’ quasi il tramonto quando ci separiamo dalla nostra guida e rientriamo in albergo. Una doccia, un po’ di riposo e siamo a cena e proseguiamo in seguito, per andarci a bere una birra, in un posto dietro l’angolo che ha tavolini sul marciapiede e bella musica diffusa. Siamo gli unici turisti, come al solito, e nonostante c’è un grande cartello con scritto il prezzo della birra, tentano di farci pagare di più….ma non ci riescono! Nel frattempo si aggrega a noi un bambino, il quale inizia a snocciolare informazioni sui trucchi per fregare i turisti e ci mette in guardia da un gruppo di ragazzi seduto accanto a noi, il quale ci “invita” a proseguire la serata con loro. Solite tattiche per scroccare una serata a danno dei “tubab”, come vengono chiamati i bianchi in africa nera. Ci mette anche a conoscenza che proprio questa sera, in un locale all’aperto (Le Bambolo, per turisti) c’è un’esibizione di percussioni (jambee) e ci convince ad andarci. Naturalmente lui non è molto diverso dagli altri, e l’unico scopo è quello di farsi offrire la consumazione al locale! (ingresso 600, consumazioni  dai 700 per una birra in su). Lo spettacolo è comunque carino, e ne è valsa la pena. In pratica sarà l’unica sera che si andrà a letto tardissimo; alle 23.30! (in genere per le 20.00, 21.00 sembra già notte fonda e si va a dormire).

 

VENERDI 11 NOVEMBRE              BOBO – BANFORA

In mattinata bus per Banfora (1300cfa) , dove si arriva in meno di due ore. Scarichiamo i bagagli, in un albergo a 100m dalla fermata del bus, ed iniziamo un giro. Non so se è tutti i giorni, ma è in svolgimento un piccolo ma interessante mercato, nel quale è stato sufficiente chiedere a due ragazzi dove comprare il burro di karite (dopo averlo fatto sciogliere sul calorifero, si può miscelare al 30% con una normalissima crema per le mani, per ottenere una stupenda crema idratante per il corpo! Un kilo 500cfa), per averli incollati per tutto il resto del soggiorno in questo paesino (ma sono molto simpatici). Ci aiutano a contrattare una macchina (5000cfa), per la visita alle cascate di Karfiguela ed al villaggio di Tengrela, abbinato all’omonimo lago dove si dovrebbero avvistare gli ippopotami, e praticamente ci fanno da guide.

Le cascate sono carine, nulla di che (ingresso 1000cfa). All’inizio del sentiero da dove si risalgono le cascate, c’è un grande termitaio. Sosta per godersi l'ambiente, e si riparte per Tengrela. Il lago è deludente (1000cfa). Ci vogliono altri 2000cfa per un giro in barca, ma in questo periodo il lago ha molta acqua e la possibilità di avvistare i sospirati ippopotami è praticamente nulla, e quindi rinunciamo. Solo a fine stagione secca vale la pena provarci. Facciamo una sosta al villaggio e prendiamo una bevanda fresca nel campment gestito da un ragazzo rasta. Il campment è molto carino, spartano come al solito, ma pieno di fascino. Quasi, quasi, valeva la pena di fermarsi per la notte, ma noi dobbiamo rientrare a Banfora. La sera, oltre ad andare a mangiare un boccone non c’è nulla da fare.

 

SABATO 12 NOVEMBRE                BANFORA- GAOUA

Durante la notte, il nostro compagno di viaggio spagnolo, Santiago, accusa malesseri allo stomaco e rimarrà a letto fino alle 14.00, ora nel quale c’è l’unico bus per Gaoua (il quale, a differenza di quanto scritto sulle guide, percorre ancora la vecchia strada, sterrata e polverosissima).

I due ragazzi ci rimangono appiccicati anche per tutta la mattinata e ci vengono a salutare quando partiamo. Sono gli unici che non ci hanno chiesto nulla, e gli lasciamo come ringraziamento per la loro disponibilità, quello che ci avanza, uno zainetto, un cappellino e delle penne. Avremmo voluto dargli anche un paio di magliette, ma ormai c’eravamo già disfatti di tutto !

Il viaggio per Gaoua si svolge sempre su uno scassatissimo minibus, senza vetri, ma almeno era mezzo vuoto, e quindi è stato “confortevole”. Portatevi delle mascherine per la polvere, e mettetevi sotto un fazzoletto di carta inumidito, il quale dovrete cambiare spesso. Arriverete seppelliti dalla polvere! Riparate tutto quello che potete (specialmente macchine fotografiche e videocamere), in pacchettini a tenuta quasi stagna! Si arriva dopo 5 ore, ormai con il buio. La fermata della compagnia è per fortuna in centro paese (esiste una stazione più grande degli autobus a 3km). Il ragazzo che scarica i bagagli si offre subito per portarci in albergo, cosa che accettiamo di buon grado, vista l’oscurità. Peccato che l’unico alloggio disponibile in paese (gli altri segnati sulle guide, sembrano ormai inesistenti), ha delle camere che a paragone, le celle di una prigione sembrano lussuose. I bagni, inoltre, sono sporchissimi e fanno vomitare. Viste le condizioni di salute anche di Santiago, non ce la sentiamo di fermarci in quest’oscenità. Veniamo quindi subito dirottati su un tizio che metterebbe a disposizione la sua macchina (non esistono taxi ufficiali) per accompagnarci nell’hotel della stazione degli autobus, che pare l’unica alternativa. Dopo aver concordato a fatica 1000 cfa, appena saliamo in macchina, l’autista ci offre una soluzione alternativa, a meno di un km dal paese. E’ un posto che ci viene presentato come la vecchia “base canadese”, la quale ha dei bei miniappartamenti singoli con due stanze, salottino cucinotto, bagno ed aria condizionata! Praticamente il lusso!! Ci facciamo convincere ad andare, e la scelta si rivela azzeccata! L’unica “fregatura” è che c’era stata “venduta” per 5000cfa, mentre l’indomani scopriamo che il vero prezzo è 10000. Ma, in ogni caso, li vale tutti; ci sono due letti matrimoniali ed un divano….quindi si potrebbe dividere il costo anche in 5! Il “taxista” si offre di venirci a riprendere più tardi per accompagnarci in paese a mangiare, aspettarci e riaccompagnarci, dato che in zona non c’è assolutamente nulla (arrivate con l’acqua, almeno!), ma, anche qui, saltano fuori dal nulla, due ragazzi (uno dei quali si chiama justine) i quali si offrono subito per accompagnarci a piedi in paese. Anche loro sono molto simpatici e si guadagnano subito la nostra fiducia. Per arrivare in paese basta percorrere il lungo “viale” di accesso della base, e girare a destra, e sempre tenendo la destra in 15-20 minuti si arriva. Solo pochissimi posti per mangiare sono distinguibili. Altri sono nascosti e senza insegne. E proprio in uno di questi veniamo accompagnati, dove mangiamo le solite cose per una sciocchezza.

Nonostante fossimo già “in compagnia” si vengono a sedere al nostro tavolo altri ragazzi con il chiaro intento di proporsi come guide, ma nessuno ci sembra particolarmente affidabile. Rientriamo al nostro alloggio, sempre “scortati” da Justine ed il suo compare.

 

DOMENICA 23 NOVEMBRE                      GAOUA

Naturalmente il mattino dopo li troviamo ad attenderci fuori dalla porta, e si passa velocemente al dunque. L’escursione nei paesi Lobi. Concordiamo e scriviamo i dettagli. Viste le condizioni ancora febbricitanti di Santiago, optiamo per un’escursione in macchina. Si concorda un forfait, tutto incluso per l’escursione di tre giorni, per tre persone (cibo, guida, macchina, benzina, candele, pagamento per i pernottamenti di due notti e “regalini” da distribuire per fare foto) di 45000cfa. Mettiamo bene in chiaro che vogliamo scattare foto alle persone senza dare nulla personalmente. Loro ci assicurano che è possibile, e saranno infatti loro che “armati” di tabacco e le solite noci di cola,  chiederanno con anticipo il permesso alla gente dei villaggi in modo che noi saremo liberi di muoverci a nostro piacimento. Alla fine non sarà proprio così, ma sicuramente “incameriamo” una quantità soddisfacente di foto senza dover discutere con nessuno. Felici per avere “concluso” l’affare (ma con un anticipo di solo 6000cfa), i ragazzi ci accompagniamo in giro per il paese, nel quale si svolge l’immancabile mercatino. Il pomeriggio lo passiamo a goderci il nostro alloggio, anche perché non ci rimane altro da fare. Rimaniamo d’accordo con le nostre guide, che ci si vedrà il mattino successivo alle 7.00.

 

LUNEDI 14 NOVEMBRE                 GAOUA – PAESI LOBI

Sveglia e sistemati i bagagli, siamo pronti per le 6.45, ma il tempo passa e non si vede nessuno arrivare, 7.30, 08.00, 8.30...... ci iniziamo ad arrendere all’evidenza di essere stati fregati! 6000cfa d’anticipo per fare nulla, sono una bella tentazione da queste parti. Ci rimane la magra consolazione di avere preso i dati direttamente dal documento di una delle guide e di andare a denunciare l’accaduto alle autorità, ma ecco che appare per le 09.00 uno dei due ragazzi, il quale c’informa che la macchina con la quale si doveva partire era guasta e ne stavano contrattando un’altra. Naturalmente hanno provato a chiederci più soldi per ciò, ma il rifiuto secco è la richiesta di restituirci l’anticipo è bastato per farlo desistere. Si rimane ancora in attesa. Il tempo passa, Un’altra macchina sembra che stia per arrivare, ma si ferma anche questa….si vede in lontananza una moltitudine di gente che ci lavora intorno, e solo dopo un’ora capiscono che…..ha finito la benzina ! Si aspetta ancora…..ma dopo un’altra ora la notizia. In tutto il paese non c’è più benzina! Ieri ci sono state le elezioni e si è mossa tanta gente…distributori vuoti; e sembra che i rifornimenti non arriveranno prima delle 14.00! Siccome siamo “invitati”, visto ormai l’ora, le 12.00, a liberare l’appartamentino della base canadese, le nostre guide ci accompagnano a pranzo da un loro amico, “che abita qui vicino”, e sotto un sole cocente ci incamminiamo per due km fino ad arrivare in periferia, nella probabile abitazione di qualcuno nella quale i ragazzi avevano concordato la preparazione di un pranzo (che si è rilevato abbastanza ignobile!) Aspetta ed aspetta per le 15.00 arriva la sospirata macchina. Saliamo, partiamo, ma dopo 100m siamo punto a capo. La macchina si spegne! Invano si prova più volte di farla funzionare, senza successo. Esasperati ed alquanto dispiaciuti, chiediamo la risoluzione immediata del contratto, e di essere riaccompagnati alla base canadese dove contiamo di passare la notte e di scappare il mattino successivo da questo covo di matti! Ma le nostre guide non vogliono mollare l’osso così tanto pregustato e, con una lunga discussione, ci convincono ad effettuare l’escursione a piedi. Si ritratta il compenso per 28000cfa, e dopo che ci hanno cercato un “taxi” si va immediatamente alla stazione dei bus a 3km dal paese da dove un facile sentiero ci porta, con una corsa quasi contro il tempo, nel giro di 45min, al primo villaggio (Djikandoo), all’ora del tramonto (18.30). Finalmente ci rilassiamo e tutto lo stress accumulato in giornata si dissolve. In pratica veniamo ospitati nell’alloggio della famiglia del capo villaggio (il “deleghè”). I villaggi Lobi sono costituiti dalle abitazioni delle famiglie simili a dei piccoli fortini in fango, i quali sono  distanziati parecchio l’uno dall’altro; il villaggio, od agglomerato vero e proprio, si può estendere anche nel raggio di due km. Qui, a differenza dei paesi Dogon, in Mali, o di Tiebelè, il turismo è ancora agli inizi. Non esistono strutture predisposte. Si dorme veramente in “casa” dei nativi, a stretto contatto con gli stessi, e non esiste nessun’organizzazione in merito. Quindi…niente bagni, niente doccia (neanche quelli in stile africano!!! Si fa tutto in mezzo alla vegetazione!), niente luce, niente acqua potabile (portatevene a sufficienza), nessuna bevanda fresca, non ci sono lampade a gas, solo candele, se ve le portate! Niente posate (portatevele! O mangerete con le mani) e niente piatti!!! Si mangia tutti insieme (anche le guide) direttamente dalla pentola dove hanno cucinato. Se siete fortunati potete chiedere di separare la loro porzione dalla vostra. Sappiate che si usa dare una parte del cibo preparato alla famiglia che vi ospita. Regolatevi, quindi, con le provviste. Le guide, inoltre fanno anche da cuochi, anche se vi lascio immaginare le condizioni igieniche con le quali prepareranno i vostri pasti! Si dorme su delle stuoie sul duro tetto delle capanne. Nessuna zanzariera. Le due peggiori notti dell’intero viaggio! Ma sicuramente le più tradizionali. In questo periodo faceva freddino di notte. Un maglione, calze, un giubbotto leggero e pantaloni lunghi sono indispensabili.

Cena a base di pasta e patate. Poi un anziano della casa (piuttosto alticcio ed addormentato) ci ha intrattenuto con dei racconti sulle loro tradizioni, ed ovviamente alla fine ci ha mostrato dei “talismani” contro gli spiriti fatti spesso con conchiglie ed indossati da tutti (e solamente), i bambini dei villaggi, e…. naturalmente erano in vendita! (gli amuleti, non i bambini!) Se vi interessano, provate a barattarli con qualcosa.

Durante la notte se dovete fare un bisognino ci si affaccia direttamente dal tetto sul ciglio della struttura e…si fa! Questo ovviamente per gli uomini…per le donne..non lo so ! Scendere ed avventurarsi nella vegetazione di notte, sembra non sia consigliabile…causa …cani, galline, mucche e tutti i ricordini sparpagliati lasciati e, non ultimi,….il pericolo scorpioni!!

 

LUNEDI 14 NOVEMBRE                             PAESI LOBI

Sveglia, con la schiena a pezzi, e con la gioia che finalmente la notte era finita, poco prima dell’alba. Ed in questi posti sia l’alba che il tramonto sono proprio “africani”. Indescrivibili!

Visita di tre insediamenti famigliari e dell’interno delle capanne, molto particolare (si accede da un buco situato sulla sommità della struttura), e proseguimento dell’escursione. In questi posti, per camminare consiglio pantaloni lunghi, scarpe chiuse con calze, cappello (non esiste quasi, ombra), e per chi è allergico alle graminacee anche una maglietta a maniche lunghe ed un bandana da mettere sulla bocca, dato che si passa spesso in campi con “fili d’erba” alti anche più di due metri, con sentieri pressoché inesistenti. Vi aprirete il cammino come capita.

Sosta per il pranzo da una famiglia molto ospitale nel villaggio di Dumm-bù. Anche con il poco che hanno, cercano di farci sentire quasi parte della famiglia. I sorrisi si sprecano e veniamo omaggiati anche di “succulenti” semi di miglio alla brace. Si riparte verso le 15.00, quando il sole è un tantino meno implacabile, e si arriva dopo un paio d’ore nel seguente villaggio dove pernotteremo (Longatè). Potrei affermare che, visto un villaggio, visti tutti, in ogni caso è una bell’esperienza e due notti bastano (e per qualcuno avanzano!) per immergersi totalmente in quest’angolo d’africa.

Questa famiglia e poco ospitale, ed un tizio, il quale poi per fortuna si allontana, piuttosto alticcio, è piuttosto insistente ed invadente nel chiederci “cadeau”.

Cena sempre con pasta (poca) e molte patate. L’acqua dei pozzi di questa zona è quasi marrone, ed avere cucinato il tutto con essa, provoca a tutti e tre un po’ di mal di pancia, che viene messo subito a tacere con un dissenten! Qui nessuno ci fila, quindi dopo il pasto ci corichiamo quasi subito.

 

MERCOLEDI 16 NOVEMBRE                    PAESI LOBI

Dopo la sveglia, e la consueta visita di alcune abitazioni, dove in alcune di esse c’è un fuggi fuggi da parte dei bambini più piccoli, spaventati dal nostro arrivo, ci si incammina sulla strada del ritorno, sulla quale ci imbattiamo in una piccola “zona mineraria”, dove si scavano buchi profondi, non ho ben capito a che scopo. Proprio in questo mentre, le nostre guide hanno la bell’idea di allontanarsi per aspettarci nel vicinissimo villaggio, ma ciò è bastato perché ci sentissimo alquanto “accerchiati” ed in balia della moltitudine di curiosi i quali dopo averci spiegato cosa stavano facendo si sono subito preoccupati di chiederci il solito “cadeau”, con aria quasi di sfida. Per fortuna è bastato scherzarci su, ribattendo “un cadeau per noi ? Ma va benissimo, grazie!! Siete proprio gentili”, per far finire tutto in una risata generale e squagliarcela!

Dopo alcune soste arriviamo al punto di partenza, ovvero la stazione degli autobus, da dove prenderemo quello che ci riporterà nel giro di sei ore nella capitale Ougadougou (compagnia STR, partenze ore 7.30 e 15.30 3300cfa) dopo aver recuperato i borsoni, lasciati alla partenza, in un capanno.

Arrivati in città, dobbiamo prendere un taxi (1500cfa) per recarci al nostro affezionato albergo “le pavillion verte” (la stazione della STR è quasi di fronte alla “grande SOGEBAF”), dove trascorreremo l’ultima notte in terra d’africa.

 

GIOVEDI 17 NOVEMBRE

Mattinata per gli ultimi acquisti nelle bancarelle del centro, per sbarazzarsi della moneta locale avanzata (ottimi affari!), pomeriggio per preparare i bagagli e riposarsi e con il volo delle 2.00 di notte, lasciamo (felici di farlo!!!) e senza ulteriori problemi, questo paese, così ancora lontano dalle abituali mete turistiche. BON VOYAGE!

 

 

Ricky

ricky@hsr.it

 

 

 

 

 

 

 

 

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