MALI

Diario di viaggio 2005

 

di Ricky Caputo

 

 

(vedere la prima parte del viaggio, con tutti i consigli e varie spiegazioni, dal titolo “Burkina Faso – gioie e dolori”)

 

 

 

SABATO 29 OTTOBRE                    KORO

Entrati in Mali, arrivando dal Burkina-Faso, raggiungiamo KORO, in tarda serata. Ci fermiamo per la notte al Campment Aventure (6000cfa), con sistemazioni in stile tradizionale, spartane, ma di gran suggestione. Esiste un generatore elettrico, ma essendo gli unici ospiti non l’hanno acceso.

Anche qui veniamo subito agganciati da un ragazzo, James, che si propone subito come guida per il trekking nei Paesi Dogon. La prima impressione è molto buona. Parla discretamente bene l’inglese, sembra sveglio e che sappia il fatto suo. Rimaniamo, quindi, d’accordo che dopo la doccia ci accompagnerà a mangiare e per mettere giù i dettagli dell’escursione (si può mangiare anche nel campment, ma i prezzi ci sono sembrati un po’ cari; non conoscendo il posto ed essendo troppo buio per girare poteva essere invece un buon posto per cenare). Ci incamminiamo, nel buio totale e con difficoltà, nonostante le torce elettrice, per le strade, ma a parte dei baracchini infimi, non troviamo altro. Veniamo così accompagnati dopo 15min a piedi, in una non bene identificata struttura, probabilmente un altro campment, ma squallidissimo, dove rassegnati ci fermiamo per mangiare le uniche cose disponibili; pollo e patatine fritte. Nel frattempo alla nostra guida, che si allontana, intanto che mangiamo, si aggrega un signore, visibilmente zoppo, il quale sembra prendere in mano la trattativa. Tutto fila quasi liscio, anche se eravamo particolarmente infastiditi dal numero di persone che si aggregavano alla trattativa, sparivano, tornavano, mentre James non si vedeva più.

Avevo, per fortuna, già preparato un contratto scritto in francese, molto dettagliato (chi è interessato si faccia vivo che glielo invio), da sottoporre alla firma. Peccato che James torni completamente ubriaco, e solamente grazie al suddetto signore, riusciamo a completare la trattativa, anche se già i dubbi sorgevano ed eravamo preoccupati. La promessa fattaci da James che non berrà nulla, mentre sarà con noi, ci convince a concludere, anche perchè avremmo sicuramente perso un giorno a cercare qualcun altro. Concordiamo un compenso tutto incluso (dettagli nel contratto, aggiornato e migliorato dopo il viaggio) per 11000cfa al giorno (da pagarsi giornalmente alla fine della giornata, per un’escursione di 5 giorni), cifra molto ragionevole, rispetto a quanto scritto sulle guide di viaggio, ma che ci renderemo conto nei giorni a venire altissima per la qualità dei servizi offerta (abbiamo stimato che le spese possono essere di 6000cfa al giorno cad, tutto il resto è guadagno della guida, e per una che non è professionista, ed infatti non aveva il tesserino, 5000cfa al giorno di guadagno sono considerevoli, calcolando anche il fatto che lavora per 5 giorni di fila….quindi fatevi voi i conti!). Veniamo riaccompagnati al nostro alloggio, e sulla strada, facciamo scorta di bottiglie d’acqua per il viaggio, dato che nei villaggi le faranno pagare il doppio (1000 cfa). Rimaniamo d’accordo che si parte per le 8.00.

 

DOMENICA 30 OTTOBRE       Inizio trekking da: KANI KOMBOLE, TELI (4km), ENNDE(6km)

Partenza da Koro, iniziano subito le prime discussioni che ci accompagneranno per tutto il viaggio. Il mezzo promesso per arrivare subito a Kani Kombole, non esiste. James aveva considerato di farci arrivare con un carretto, ma oltre a non averlo trovato, ci spiega che ci vogliono 4 ore con tale mezzo.  Bisogna attendere, in alternativa, il solito taxi-brousse che si riempie, peccato però che in questo modo ( e lo scopriamo sempre troppo tardi), siamo obbligati a pagare l’intera tratta che ha capolinea a Mopti, nonostante facciamo un decimo del tragitto (3500cfa); con ulteriori discussioni, James capitola e contribuisce al pagamento del taxi-brousse con 1000cfa cad.

Si arriva per le 11.00 al primo villaggio dei paesi dogon di Kani-Kombole, il quale ha due belle moschee in fango, e che nei villaggi a seguire non si troveranno quasi più. Dato che il nostro itinerario non sarà circolare, quindi partendo da Kani-Kombole, arriviamo a Sangha, per proseguire  poi, per Mopti, senza quindi tornare sui nostri passi, dobbiamo trascinarci i bagagli grossi e pesanti dietro, ma saranno trasportati, secondo le possibilità, con un carretto o da dei portatori, ed influiranno veramente poco sulla spesa (1000-2000cfa al giorno, a bagaglio). Noi abbiamo scelto di far viaggiare i bagagli insieme con noi, facendoli arrivare nel campment dove si pernotta, in modo da viaggiare con zainetti il più possibile leggeri (cosa consigliata). La guida, ovviamente, stava facendo arrivare i bagagli, direttamente nell’ultimo villaggio, in questo caso a Sangha, dato che in questo modo, avrebbe risparmiato un bel po’ di soldi! Non cadete nel tranello, e verificate dove andranno i vostri bagagli. Il trekking in generale è semplice, più impegnativo solo quando si sale e scende dai villaggi situati sulla falesia; solo il caldo è il vero problema. Muovetevi sempre nelle ore meno calde della giornata. Potete decidere in ogni modo voi il ritmo, fermandovi dove e quando volete; naturalmente, in questo modo accorcerete od allungherete il tempo necessario per arrivare alla meta finale da voi scelta (in genere il percorso fatto da noi viene proposto in 7 giorni, ma noi, buoni camminatori, l’abbiamo fatto in poco più di 4).

Sosta per il pranzo a Teli. La scelta sarà sempre tra pasta (spaghetti), riso e cous-cous. Noi ci siamo trovati sempre bene, cibo saporito ed abbondante. È necessaria sempre un’ora abbondante per la preparazione dei pasti, dato che spesso è cotto tutto, utilizzando solo la legna. In quasi tutti i posti dove vi fermerete sono disponibili bevande e birra fresche, e bancarelle di souvenir. Se trovate qualcosa che vi piace veramente (a parte le immancabili porte e serrature Dogon che troverete dappertutto), e non si approfittano di voi, non fatevelo scappare; non è sempre detto che lo troverete altrove. Verso le 15.00 ripartiamo e si arriva al villaggio di Enndè dove pernotteremo. I campment per turisti sono essenziali, tranne che nei villaggi più turistici e grandi di Sangha e Banani. Servizi igienici all’africana, e spesso per lavarsi l’unica soluzione è un secchio d’acqua, anche se a volte sono disponibili rudimentali docce. La corrente elettrica è data da generatori che sono utilizzati solo per i frigoriferi. L’illuminazione comunemente è per mezzo di lampade a petrolio. Un sacco lenzuolo, od un leggero sacco a pelo può essere utile sia per il fresco della notte, sia a causa delle mediocri condizioni igieniche di dove si dorme. E’ molto interessante, ed una delle cose più espressive per immergersi nelle tradizioni e nel modo di vivere di questi popoli, dopo cena fare un giro “notturno” per i villaggi. Mettete subito in chiaro con la guida che volete avvalervi di questo servizio. La nostra, dopo cena andava subito a dormire, e solo la nostra intraprendenza, e l’aver incontrato Santiago, un ragazzo che si è aggregato a noi nel viaggio e che parlava bene francese ci ha permesso di assistere alle attività serali che, specialmente, quelle dei giovani i quali ballano e si ritrovano, danno più significato al viaggio.

 

LUNEDI 31 OTTOBRE         da Enndè: BEGNIMATO (10km), KONSOUGOU-LEY(5km)

Sveglia e colazione con delle meravigliose frittelle di miglio; acquisto di una serratura dogon (3000cfa+10 penne),  e via. Oggi il tragitto è molto lungo, ed arriviamo quasi al tramonto.

Il campment di questo minuscolo viaggio, è spartanissimo; direi inesistente. Si dorme per terra, sotto un rudimentale gazebo, e non c’è nessuna delimitazione; spazi aperti. Come per tutti gli altri pernottamenti, siamo gli unici ospiti, e l’atmosfera è molto …primitiva! Mentre ceniamo, decine di grossi ranocchi scorazzano per terra, e quando ci si muove bisogna stare attenti a non pestarli!

 

MARTEDI 1 NOVEMBRE                Paesi Dogon: Dourou (6 km), Lombori (6km), Tireli (8km)

Sveglia all’alba, ma perdiamo troppo tempo per sistemare i bagagli e ci perdiamo il meglio di essa. La nostra guida infatti, ci porta sul ciglio della falesia dove si gode uno spettacolo bellissimo, ma sarebbe stato molto più bello, alzarsi poco prima dell’alba per vedere il sole sorgere sulla pianura sottostante….ricordatevene!! Prima di partire il proprietario del Campment ci regala tre piccole statuine di legno, una a testa, quasi come per ringraziarci di aver scelto il suo posto per fermarci. Effettivamente, non penso si fermino in molti qui, ma il posto è veramente pieno di fascino avventuroso…..ci si sente molto più d’altri alloggi, in africa. Non sembra un posto per turisti, ma quasi un rifugio per viandanti! Da provare! Ci rimettiamo in marcia ed il sentiero con il quale ridiscenderemo a valle, è molto suggestivo; ricorda a tratti, angoli del Grand Canyon americano. Sicuramente la parte più scenografica di questo trekking. Da precisare che io soffro tantissimo di vertigini, ma tutto il percorso non è nulla di preoccupante.

Ridiscesi a valle si arriva al villaggio di Dourou, nel quale dopo una breve sosta si riparte alla volta di Lombori, nel quale ci fermeremo per il pranzo, per proseguire in seguito per Tireli, dove pernotteremo. Il villaggio di Tireli è molto caratteristico, costruito tutto in pendenza, con viottoli in pietra, spesso messa lì per caso. In questo villaggio, si può assistere, avendole richieste con anticipo, alle tipiche danze Dogon. Noi siamo arrivati che erano in pieno svolgimento dalla parte opposta del villaggio; abbiamo tentato di raggiungere tale spiazzale, ma senza guida ci siamo persi per il villaggio e nel frattempo erano giunte al termine. In ogni caso pare siano molto care, qualcosa come 15-20$ a testa!

 

MERCOLEDI 2 NOVEMBRE           Paesi Dogon: Ireli e Banani

Proseguiamo il trekking, arrivando in serata a Banani. Questo villaggio è composto da due parti ben distinte. Quella classica, e la parte “nuova” che non ha più nulla di caratteristico, ed è solo piena di venditori che cercheranno di trascinarvi nelle loro botteghe nella speranza di vendervi qualcosa. L’alloggio dove abbiamo dormito era una normale costruzione, ancora da completare. Qui riuscirete anche a barattare tutti i vostri indumenti (camicie, cappellini, pantaloni, magliette), scarpe, occhiali da sole, pile, orologi con l’artigianato del posto. La parola magica è “troquè”! Comunque anche qui la sera non c’è nulla da fare se non mangiare ed andare a dormire.

 

GIOVEDI 3 NOVEMBRE                 Paesi Dogon: Banani Amou, Sangha

Le prime ore della mattinata le passiamo facendo un giro circolare, giungendo a Banani Amou, la parte più vecchia e disabitata del villaggio, dove respiriamo gli ultimi attimi d’autenticità del luogo, passiamo da Banani , e torniamo nella zona dei turisti, da dove riprendiamo il cammino per raggiungere l’ultima tappa del nostro trekking: Sangha. La nostra avventura è arrivata al termine. Risaliamo quindi la falesia per raggiungere questo villaggio che di Dogon non sembra avere più nulla. Costruzioni non più caratteristiche, ma ormai volte alla modernità con uso di mattoni e lamiera. Veniamo ospitati in casa di una famiglia, la quale nonostante abbia delle stanze per probabili ospiti, sembra che sia da molto tempo che non veda più nessuno, giacché la pressoché totalità dei turisti si ferma nella grande e ben organizzata struttura turistica del villaggio. I bambini, se nei villaggi precedenti erano sorridenti, anche se insistenti, nel chiedere regali, qui diventano anche aggressivi, e tutti vi chiedono qualcosa…che tristezza! Nonostante tutto, proviamo a fare un giro, dopo che la nostra guida si separa da noi per fare ritorno al suo villaggio, ma è impossibile; si è continuamente fermati con l’avviso che non si può andare di qui o di lì, e che ci vuole una guida. Esasperati, proviamo lo stesso ad entrare nella parte più caratteristica del villaggio, ma poco dopo veniamo circondati ed in pratica invitati con ben poca cortesia ad uscire immediatamente, se non paghiamo per la visita!! Ci allontaniamo, quindi, e facciamo ritorno al nostro alloggio, dopo aver cercato di capire chiedendo a destra e sinistra, come sarebbe possibile andarsene al mattino dopo per arrivare a Bandiagara, ma sono tutti vaghi, poco disponibili, e ci indirizzano sempre su macchine private che chiedono prezzi altissimi! Bho, domattina vedremo! In teoria ci dovrebbe essere un taxi-brousse che passa…..

Ceniamo nel nostro “campment”, con alcuni ragazzini che ci continuano a fissare, mentre ci servono la cena. Sono stranamente molto gentili, ci portano sempre loro, l’acqua per fare la doccia, e così doniamo loro qualche penna. La cosa deve aver fatto scattare in loro, il senso degli affari, dato che dopo cena c’invitano in uno spiazzo poco lontano, dove nella totale oscurità alcuni ragazzi e ragazze stanno cantano e ballando. Ci fanno sedere per assistere agli avvenimenti, ma poco dopo ci trascinano in disparte facendoci capire che ci vogliono molte altre penne da distribuire, come “ringraziamento” e per continuare a fare parte della comitiva! Va bhe, ormai, sappiamo che funziona così e ci sono avanzate molte altre penne, quindi torniamo nel nostro alloggio a prenderle e le diamo a quella che sembra la ragazza più grande e più rispettata, con il compito di distribuirle come meglio crede….almeno quest’impiccio lo evitiamo! C’intratteniamo, in ogni modo ancora per poco, dato che i bambini continuano a toccarci cercando di capire se abbiamo ancora qualcosa che ci possano chiedere, e sembra quasi che ci frughino tra le tasche…insomma, prima che la situazione diventi particolarmente antipatica, preferiamo andarcene. Era meglio organizzarsi in modo tale da non doversi fermare in quest’antipaticissimo villaggio…ricordatevelo!

 

VENERDI 4 NOVEMBRE                Sangha-Bandiagara-Mopti

Di buon mattino, ci dirigiamo nello spiazzo antistante la grande struttura turistica del villaggio, per aspettare qualche mezzo che ci porti a Bandiagara. Stranamente oggi sembrano tutti più gentili. Ci fanno sedere all’ombra per l’attesa, e poco dopo c’è qualcuno che si offre di accompagnarci con la propria auto a prezzi esagerati. Proviamo a contrattare, ma non scendono a meno di 25.000cfa.

Continuiamo ad aspettare, e nel frattempo giochiamo a carte, per ingannare l’attesa, anche se iniziamo ad essere molto pessimisti sulla possibilità di andare via a prezzi ragionevoli, quando si compie il miracolo. Arriva un ragazzo italiano che, con la sua guida, deve andare anche lui a Bandiagara. Riusciamo quindi a fare gruppo ed a pagare “solo”, 6000cfa a testa, ovverosia 24.000 per la macchina (4 paganti, la guida locale, ovviamente non paga nulla). Non è poco, ma arrivati a questo punto vogliamo solo allontanarci al più presto da questo postaccio!

Arrivati a Bandiagara, pranziamo, nell’attesa che parta il pulmino che ci porterà a Mopti (3500cfa). Bhe, se prima eravamo in tre a ballare l’hully gully, adesso siamo in quattro a ballare l’hully gully, dato che il ragazzo italiano si aggregherà a noi fin quando non ci separeremo per tornare noi in Burkina, lui a Bamako, da dove tornerà a casa. Nel frattempo usufriamo della sua guida, la quale parla un po’ d’italiano, è molto professionale, servizievole e cosa rara da queste parti, onesta.

A Mopti ci fermiamo all’Hotel Du Reuve, alquanto caro e distante dal centro (5.500 cfa a testa per una stanza da quattro). C’è un altro albergo con internet, non segnato sulle guide, in centro, accanto alla polizia (di fronte la torre dell’acquedotto), e molto vicino alla stazione dei taxi-brousse, un po’ meno caro (e in ogni caso siete in centro!). Dopo il tempo di una doccia è già buio, e ci facciamo la “passeggiata” in centro, per andare a mangiare. Qui la popolazione è proprio insopportabile, specialmente i bambini che continuano ad urlarti “tubab, cadeau!”. Iniziamo proprio ad essere stanchi di questa nostra permanenza in africa…..

 

SAB 5 NOVEMBRE              Giro villaggi sul fiume

Al mattino ci dirigiamo verso il porto, nel quale incontriamo la guida dell’altro ragazzo italiano, e prende subito in mano la situazione, ci contratta una barca a remi per 4000cfa (3 ore),e ci accompagna nell’escursione, senza chiedere nulla. Visitiamo il villaggio di Kakoli-Daga, abitata da Bozo, ma è uno squallore, o meglio il villaggio è di per se carino, ma la gente ti assedia, chiedendoti soldi e regali. Non puoi fermarti a guardare nessuno, che subito ti assilla con richieste. Tempo cinque minuti e scappiamo schifati. Arrivati al secondo villaggio come da programma, non vogliamo neanche scendere a terra, ci limitiamo ad osservare le attività dalla barca, ed almeno in questo modo nessuno ci chiede nulla e s’interessa a noi. Per il terzo villaggio, chiediamo di essere portati in uno dove non va mai nessuno, e così è fatto. Certo, il villaggio è spoglio, poco caratteristico, ma almeno la gente è vera, riusciamo a parlare con qualcuno a scattare delle foto con tranquillità, senza che nessuno ci chieda nulla in cambio, e sembrano invece loro, molto stupiti ed interessati alla nostra visita! Non segnalo il nome di tale villaggio per evitare che ci vadano in troppi e si rovini ! Provate semplicemente anche voi a chiedere di andare in qualche villaggio non battuto da turisti.

 

DOM 6 NOVEMBRE            Djenne

Partenza per Djenne, per vedere il mercato del lunedì. Solita estenuante attesa con il taxi brousse (3500 cfa) per arrivare, ed altrettanti estenuanti due ore, compressi come sardine.

Arrivati a Djenne, non facciamo in tempo a scendere dal nostro veicolo, che veniamo assaltati da 4-5 ragazzi che fanno a gara per prenderci sotto la loro “ala protettrice”. Esasperati, si commenta la situazione con un “ecco che rompono le scatole!!”, ma la frase viene capita, e l’atmosfera si surriscalda un po’, e dobbiamo allora perdere tempo, come sempre, in chiacchere per calmare gli animi, mentre ci dirigiamo verso il Chez Baba Hotel (7000cfa). Qui pernottiamo, e dobbiamo insistere per farci dare una zanzariera…..fanno sempre i finti tonti !

Il pomeriggio facciamo un giretto in paese, che è composto completamente da vie in terra battuta.

Facciamo fatica a girare tranquilli, gruppi di bambini ci ostacolano, affermando che non possiamo andare in questa direzione od in quella…..che la zona è sacra, ed altre balle varie (ma ovviamente se si distribuiscono caramelle, caveau, ed altro….allora la sacralità non frega più a nessuno e si può andare dove si vuole). Noi, nel dubbio, dopo, esserceli scrollati di dosso, abbiamo fatto un giro largo e siamo tornati da soli, dove volevamo andare…..ma che stress ! Forse è meglio andare dalla polizia, ubicata sul piazzale centrale, e chiedere se ci sono restrizioni per andare in giro. Almeno sapete chi mandare al diavolo !

Al momento, ad averle avute, avrei distribuito volentieri caramelle al cianuro, a destra e manca.

Se si ha tempo c’è una barca che porta sull’altra sponda del fiume, tanto per fare un giretto…lì magari sono meno abituati ai turisti e si può gironzolare senza rompiscatole in giro. Noi abbiamo scoperto tale cosa solo al tramonto che ormai era troppo tardi…altrimenti ci avremmo provato.

Serata in un postaccio sulla piazza centrale a mangiare. E’ una stanza di 2mx2 che assomiglia più ad uno stanzino dei rifiuti….con due tavolini all’esterno. Ci facciamo convincere dalla simpatia (o meglio ruffianaggine) del ragazzo davanti all’ingresso, e mangiamo i soliti spaghetti con pomodoro. Il pasto sarà fatale. Il giorno dopo inizio a stare male. Dopo cena, mi fermo con Santiago a parlare con due ragazzine, alcune delle poche che parlavano francese. Loro sono in evidente imbarazzo, ma la cosa è talmente apprezzabile da parte loro, che non si sottraggono alla nostra presenza, ed anzi scatena la curiosità di molte altre, per le quali tale cosa è quasi un evento, da queste parti ! In pochi minuti siamo accerchiati da una decina di ragazzine e poco dopo, visto “il nostro successo”, anche dei ragazzi si avvicinano, un po’ per la curiosità, un pò perché nell’assembramento sperano di rimorchiare qualcuna delle presenti !! Bastano una decina di minuti, e ci sentiamo noi, invece, ambite prede di quell’orda di femmine che ci guardano con esplicito interesse……quindi prima che qualcun’abbia il tempo di farsi avanti per invitarci nella sua capanna, ci defiliamo ed andiamo a nanna !

 

LUN 7 NOVEMBRE             Djenne, giorno di mercato

Ci svegliamo all’alba per vedere il sole tingere con i suoi colori il paesaggio. Davanti alla moschea, veniamo agganciati subito da un tizio che ci vuole portare sul tetto di una casa per ammirare meglio lo spettacolo del sole….ma chiede una follia! L’equivalente di un euro a testa. Alla fine, dopo, esserci finti disinteressati, patteggiamo un euro per tutti e tre. E’ bello che vediamo, oltre all’alba, lo spettacolo del mercato che a poco a poco si anima, fino ad arrivare al culmine nel giro di poco tempo. E via…..si apre la caccia ….alle foto! Cosa non facile….specialmente se si vuole farne di belle è indispensabile un teleobiettivo….dato che chi si accorge che lo stai fotografando strilla e si agita come un condor in amore ! In ogni caso un mercato veramente coloratissimo, proprio “african style”. Imperdibile !

Facciamo la pausa pranzo, ma io non mangio, inizio a stare malissimo….cerco un bagno, ma trovo solo una stanzetta con pavimento in cemento con un buco in mezzo, senza acqua e senza carta igienica…..mi devo accontentare dei miei fazzoletti x il naso…….sono distrutto….anche dal punto di vista psicologico per tali condizioni.

E finito il giro al mercato, ci si rimette in attesa per poter tornar indietro a Mopti, da dove partono gli unici mezzi per proseguire verso il Burkina Faso alla volta di Ougadougou.

Ritorniamo all’hotel du Reuve, e qui abbandono i miei compagni di viaggio, in preda ad un febbrone che arriva quasi a 39 ! Per fortuna durante la notte mi riprendo, ed il mattino dopo sono quasi a posto.

 

MAR 8 NOVEMBRE Mopti---->viaggio verso il Burkina Faso

In attesa di partire verso Ouagadougou, e ben contenti di lasciare il Mali, per tornare nel più tranquillo Burkina, ci godiamo un po’ di relax fino alle 16.00, ora in cui dovrebbe partire qualcosa verso la nostra meta. E “qualcosa” è più che espressiva come parola…..in effetti nessuno ci sa dire che automezzo partirà…..capiamo che dipende dai clienti.

Con nostra somma disperazione ci ritroviamo di fronte qualcosa tipo Fiat Ducato, omologato per 12 persone, e pigiati in 21 ! Sarà l’incubo peggiore della nostra vita. Non si riesce a stare uno “spalla all’altro”, quindi bisogna mettersi alternati uno con la schiena appoggiata al sedile, e l’altro piegato in avanti, ed ogni tanto ci si dava il cambio, in mezzo ad un caldo infernale e polvere. Inoltre il veicolo procedeva lentissimo, continuando a fermarsi, per caricare mercanzie sul tetto. Tutto ciò comporta che si arriva troppo tardi alla frontiera Mali-Burkina, e non si può proseguire. Bisogna aspettare la mattina seguente. Si prospetta una nottata, ognuno in balia di se stesso. E se la gente del posto, scende e si accomoda sulla nuda terra per dormire, con una temperatura anche molto fresca, noi ci dobbiamo rassegnare a dormire seduti dentro il nostro veicolo……pregando tutte le divinità di questo mondo perché questo viaggio da incubo e la notte passi il più velocemente possibile.

Al mattino, portate a termine le formalità doganali, si riparte, e siamo in Burkina Faso.

 

Il diario di viaggio prosegue (seguire le date) nella sezione AFRICA – BURKINA-FASO, titolo: “Burkina Faso – gioie e dolori”

 

 

 

Ricky 

ricky@hsr.it

 

 

 

 

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