Turchia 

Diario di viaggio 26/06-10/08 2005

di Arianna

 

 

 

 

Questo stupendo viaggio ha inizio il 26 luglio 2005,giorno della nostra partenza per la Turchia.Quasi una meta di "ripiego",si rivelerà un magnifica terra dove i panorami stupendi ripagano di ogni cosa,dove la semplicità e la cortesia della gente vi lasceranno senza parole,dove tutto è così magnifico ed unico del suo genere da non ritenere possibile che un'unica terra abbia così tante possibilità da offrirvi,così tanti modi diversi di farvi sentire vivi..... questo è Turchia.....

 

 

26-07-2005     Milano - Istanbul - Kayseri - Göreme

27-07-2005     Göreme

28-07-2005     Göreme, valle di Ihlara 

29-07-2005     Göreme - Mersin - Kızkalesi

30-07-2005     Antalya

31-07-2005     Antalya

01-08-2005     Kaş

02-08-2005     Kaş, Kekova, Üçağız, Kale-Simena

03-08-2005     Kaş, Meis (Kastelorizo)

04-08-2005     Denizli - Pamukkale

05-08-2005     Denizli - Aydin - Selçuk

06-08-2005     Efeso - Marmaris - Datça

07-08-2005     Datça

08-08-2005     Datça

09-08-2005     Istanbul

10-08-2005     Istanbul - Milano

 

 

 

 

 

Martedì 26/07/05

 

Oggi è il giorno di partenza per la Turchia che finalmente, dopo  essere stato tanto atteso, è arrivato.Partiamo da Milano Malpensa alle 11 di mattina con un volo della Turkish Airlines, che si rivelerà un'ottima scelta, diretto verso Istanbul.Il viaggio dura circa tre ore ,dopo le quali si intravede in lontananza questa meravigliosa città....Dico meravigliosa perchè si trova "a cavallo" sul Bosforo e già da un semplice sguardo dall'alto si possono scorgere una serie di minareti e di cupole che le assegnano un tocco magico ed unico al mondo.Peccato che oggi,Istanbul sia per noi solo una semplice città di transito;il nostro viaggio infatti proseguirà verso Kayseri cittadina della Cappadocia.Sorvoliamo lo stretto dei Dardanelli,teatro di così numerose guerre e conflitti fra flotte avversarie, che nessun libro e narratore riusciranno mai a raccontarne la grandezza.

Atterriamo dopo pochi minuti e appena giunti in aeroporto sbrighiamo ovviamente la solita pratica del controllo passaporti.Dopo una lunga coda giunge finalmente il nostro turno ma,giunti allo sportello, un "gentile" signore ci avverte del fatto che dobbiamo pagare un visto,previsto per tutti i visitatori.

Poco più in là vi è uno sportello presso il quale sono indicate tutte le tariffe che i viaggiatori provenienti dai diversi paesi devono pagare e che,per i turisti italiani,è di 10 euro.

Paghiamo e dopo un adesivo apposto sul passaporto, ci incamminiamo verso la zona aereoportuale destinata ai voli nazionali o "domesti flights"come indicano i cartelli.

Regoliamo i nostri orologi poichè la Turchia è avanti di un'ora rispetto all'Italia.

Anche per questo, l'attesa del volo per Kayseri si rivela meno pesante e lunga di quanto previsto;dopo circa 3 ore ci imbarchiamo per raggiungere la Cappadocia.

Il volo questa volta è breve,dura infatti meno di un'ora....Giungiamo a Kayseri alle 8 di sera circa e, nonostante non sia tardissimo,il sole è già tramontato da un pò e il buio e la notte avanzano lentamente.

La stanchezza comincia a farsi sentire e quindi per comodità decidiamo di pernottare a Kayseri; poi però cambiamo idea proseguendo fino a Göreme distante circa 50 chilometri.Da quanto scrive la guida sembra essere un posto davvero magnifico tant'è vero che è presentato come un luogo magico circondato dai vigneti ed estremamente calmo e rilassante per chi ha la fortuna di trascorrervi qualche giorno.

Ritirati i bagagli usciamo dall'aeroporto dove vi sono alcuni autobus e taxi in attesa di dare un passaggio verso le varie destinazioni.Ovviamente noi chiediamo informazioni per la città di Göreme ma sembra che nessuno abbia questa meta.

Le scene di calma e tranquillità che si svolgono davanti a noi mi lasciano a dir poco esterrefatta.....Abituata com'ero ai ritmi "travolgenti"del Senegal dove ogni cosa era estremamente complicata e difficile,qui tutto,dai trasporti,alle persone e al loro modo di fare,sembra essere di facilità incredibile.

E infatti troviamo subito un taxi (pulitissimo e comodissimo ??????) che per 10 lire ci porta fino all'otogar di Kayseri e una volta lì (se fortunati) troveremo un bus che prosegue per Göreme .Il tipo del taxi,credendoci i soliti turisti sprovveduti,si offre di portarci fino lì per ben 50 costosissimi euro.....ma allora abbiamo proprio la faccia da fessacchiotti!!!!

All'otogar compriamo due biglietti al costo di 5 lire ciascuno presso una delle tante biglietterie disponibili;l'orario di partenza è alle 9.Manca ancora più di mezz'ora così,nell'attesa,ci sediamo su una panchina osservando le scene che si presentano ai nostri occhi:gente che parte,gente che arriva,gente in transito prorprio come noi,in attesa di partire per chissà quale destinazione. C'è movimento ma nonostante ciò tutto è calmo,ordinato,pulito,sembra quasi che il tempo si sia fermato.

Dopo un pò saliamo a bordo dell'autobus diretto a Göreme ,e che autobus!!!! Ultramoderno,pulitissimo e con l'aria condizionata funzionante (il  che non è un dettaglio in paesi caldi come questo).

Finalmente partiamo e dopo varie fermate in diverse parti della città per raccattare passeggeri qua e là,ci dirigiamo verso Göreme.Con nostra grande sorpresa,a bordo vi è una specie di "hostess" che passa in continuazione tra i sedili prima per un semplice controllo dei biglietti,poi per distribuire cibarie varie tra cui merendine,acqua(su),caffè (kahvesi) e the (çay),la scelta é vostra!.Prestate però attenzione poichè le bevande sono servite molto molto calde tanto da deformare nel giro di pochi secondi il bastoncino che dovrebbe servire da cucchiaino.

Non perdetevi assolutamente il "lavaggio mani" a bordo,unico al mondo:una boccetta con acqua e limone per lavare via ogni schifezza toccata prima di salire in autobus.

Verso le 10 giungiamo infine a destinazione;il bus ci lascia  nella piazzetta principale proprio davanti all' "accomodation office" a cui volendo si possono chiedere informazioni circa i posti a disposizione,presso pensioni ed alberghi, in cui pernottare.Per l'ora tarda però è chiuso, ma non abbiamo nemmeno il tempo per accorgercene che già riceviamo il primo assalto.....Un signore ci si avvicina , ci dice di essere il proprietario di un grazioso "hotel" (come lo chiama lui) e ci propina la solita storiella:ottima posizione,vista bellissima,colazione inclusa,lavanderia....e poi?

Diamo una rapida occhiata alla camera doppia che è sufficientemente spaziosa e che,con doccia annessa costa 15 lire (senza, 10);ci fermiamo qua.

Effettivamente,anche se ormai buio,dal terrazzo del "Köşk Hotel " si gode di una vista meravigliosa;tutto è circondato dagli stranissimi coni di tufo e tutto è sapientemente illuminato per mettere in risalto le bellezze del luogo.Ma noi siamo un pò stanchi per godere di tutto questo e dopo un paio di foto,via a letto

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Mercoledì 27/7/05

 

 Dopo una notte eccellente (niente rumori,leggera brezza e non caldo afoso),ci svegliamo con gran calma e con la stessa calma consumiamo una ricca colazione sul terrazzo del nostro hotel.Qui sembra non esistano le razioni "contenute"come da noi,tant'è che la colazione potrebbe essere quasi un pranzo.Di fronte ai nostri occhi un sacco di cibo,fortunatamente leggero tranne che per la frittata ben intrisa di olio...Oltre a questa,pane fresco,pomodori,cetrioli,formaggio tipo feta greco,anguria,burro,marmellata e caffè o the da zuccherare a piacere.Questa sarà per tutta la durata delle vacanza,la nostra colazione, che è ovunque più o meno la stessa;le uniche variazioni sono sul tipo di frutta utilizzato o l'uovo sodo anzichè la frittata.

Dopo aver ben bene mangiato passiamo un pò di tempo a chiaccherare con il padrone di tutto il tran tran che ci racconta della possibilità di compiere alcune escursioni organizzate,nei dintorni della valle di Göreme.Ci facciamo quindi spiegare le varie possibilità e optiamo per un giro,non lunghissimo ma a quanto pare molto interessante,che faremo domani.Data la nostra adesione (a domani il pagamento della tariffa dovuta),ci incamminiamo lentamente verso un paesino che si scorge in lontananza:Uçhisar.

 

Ciò che di questo luogo si vede più di altro,è un castello semi diroccato che troneggia su tutta la valle sottostante;le varie abitazioni sono arroccate lungo i pendii di questa collinetta dalla cui cima si gode di una vista a 360° di ciò che stà nei dintorni (e molto più in là).Già da Göreme si vede il castello di Uçhisar con in cima la solita bandiera turca che sventola un pò dappertutto.Raggiungiamo il paesino attraverso un sentiero che si dirama attraverso la Valle dei Piccioni, facile da seguire e capace,in certi punti,di regalare delle viste mozzafiato.La passeggiata non è lunghissima nè particolarmente faticosa ma noi la allunghiamo ulteriormente;il panorama infatti è talmente unico e quasi surreale da voler coglierne ogni dettaglio che,in quanto tale,assegna la particolarità a questo luogo fatto di bellissime guglie formate secoli e secoli fa,dolci strapiombi e delicate forme.

Camminando ho infatti la sensazione (stranissima ma super travolgente) di trovarmi in un luogo in cui tutto è calmo,fermo e impresso nel tempo.Sembra che tutto si sia fermato al giorno in cui i cunicoli e gli anfratti di questi coni erano ancora abitati,al giorno in cui i colombi volavano impazientemente da una nicchia all'altra; il silenzio regnante accresce questa sensazione e il mio cuore batte all'unisono con il ritmo del luogo  e al suono dei picchi che battono ritmicamente sui tronchi d'albero.

Difficile da descrivere ciò che si prova camminando tra gli albicocchi che ormai lasciano cadere i loro frutti maturi e dolcissimi,alzare lo sguardo e scorgere l'infinità di un cielo limpidissimo color cobalto che sembra contenere tutto quanto,guardarsi attorno e sentirsi vivi e in completa sintonia con questo paradiso.

La nostra passeggiata prosegue fino all'arrivo ad Uçhisar dove,visto il caldo e la conseguente sete,ci fermiamo in un delizioso "bar" per dissetarci e riposarci.

All'interno la "House of memories",ha una piccola stanza ricavata all'interno di una costruzione in tufo,abbellita e "ingentilita" dalla presenza di numerosi kilim (tappeti) colorati.

Ci stravacchiamo senza problemi e ordiniamo un the,una coca e una bottiglia d'acqua.Nel frattempo consultiamo un pò la guida e apprendiamo con piacere che il maestoso monte che si erge in lontananza proprio di fronte a noi,è il monte Argeo,alto ben 3916 metri.

L'ora di pranzo è passata da un pò e quindi decidiamo di rifocillarci alla meglio anche perchè la gran quantità di gente presente sul terrazzo a mangiare fa ben sperare.

Ordiniamo una domates chorba o minestra di pomodori (ottima anche se fuori è caldo),i sigara boregi o involtini fritti con dentro del formaggio,una specie di tortilla deliziosa nota come gözleme con un ripieno misto di formaggio ed erbe e infine un caffè turco(lasciatelo riposare ben bene onde evitare di bere sabbia).

Con la pancia piena proseguiamo verso il castello di Uçhisar a cui si giunge attraverso una serie di viuzze interne;paghiamo un'entrata di 4  lire ciascuno e attraverso una serie di scalini scavati nella roccia saliamo fino in cima.Da qui una vista stupenda sulle valli circostanti tra cui si possono facilmente riconoscere la Valle delle Rose (per la sua colorazione tipica),la Valle dei Piccioni che scende fino a Göreme,  la Valle del Miele.

Una breve sosta e poi facciamo ritorno a Göreme attraverso lo stesso sentiero percorso all'andata,ma, poco prima del paese (precisamente ad ovest),ci fermiamo per visitare la Yusuf Koc Kilisesi per cui paghiamo un'entrata simbolica visto che il "guardiano"non ha sufficiente resto.

All'interno vi sono molti affreschi raffiguranti Dio e gli apostoli,un pò come in tutte le chiese di questa zona.

Torniamo alla nostra pensione e dopo un attimo di riposo e una desideratissima doccia usciamo di nuovo per scoprire un pò le vie interne della cittadina.Dicono che da queste parti il tramonto,se sapientemente osservato da un punto preciso,sia meraviglioso;così più o meno in direzione degli alberghetti scavati nei coni di tufo,saliamo lungo un sentiero fino in cima ad un piccolo monte. Ed è vero,da qui lo spettacolo è davvero unico.Dopo aver a lungo passeggiato sostiamo in un "ristorante" di strada dove servono dei döner kebap, il tipico piatto turco;prendiamo un paio di kebap al pollo serviti in un piatto assieme a del riso e della verdura,una coca e una birra per un totale di 14 lire.Vista l'ora tarda,il kebap(dopo aver girato sullo spiedo tutto il giorno) ha la carne leggermente dura,quasi abbrustolita,quindi, se potete, mangiate i kebap ad un'ora decente della giornata.
Due passi,ma c'è chi ha ancora fame e quindi ci fermiamo di nuovo in un  "Turkish pide";dall'insegna e dal disegno che compaiono sulla vetrata intuiamo che qui si mangia...la PIZZA!!

La loro pizza però prevede diversi tipi di condimenti particolari come carne macinata,peperoni,verdura ecc. ( e fin qui niente di strano);ciò che invece è strano è la forma (bislunga)e il loro modo di servirla nel piatto tagliata in striscie.Qui  spendiamo veramente poco ,infatti,assieme alle bevande,paghiamo 8 lire.

Tuttavia non si può stare in Turchia e non assaggiare il Raki,altra bevanda tipica a base di anice simile all'Ouzo greco.Un consiglio:tagliatelo con l'acqua perchè è forte parecchio e potrebbe darvi una bella botta senza che abbiate il tempo per chiudere un occhio (restando in tema di occhi....).

Quindi,ci sorge la brillante idea di comprare non due raki in un bar,ma un 'intera bottiglia  da 35 ml per la quale (viste le nostre facce da fessi) ci spillano ben 35 lire,circa il triplo di quello che solitamente la si paga e pari a 20 euro.Bella fregatura!!!!

 

 

Giovedì 28/7/05

 

Come anticipato precedentemente oggi è la giornata dell'escursione nei dintorni di Göreme che si rivelerà,a mio parere,la più indimenticabile di tutta la permanenza in Turchia.

Sveglia alle 8 di mattina....La giornata è eccelente e nel sole splendido,luminoso e "puro" del mattino la bellezza della vallata è ancor più prorompente.Colazione (abbondante come sempre) sul terrazzo,accuratamente protetto da una tettoia che smorza il calore dei raggi del sole e un gatto e un cucciolo di cane che amichevolmente si azzuffano a vicenda.

Prima della  partenza paghiamo al padrone della pensione 50 lire a testa (circa 30 euro) che si riveleranno ben spesi poichè comprenderanno il viaggio su un pulmino "indipendente" della "Yama Tours", a nostra disposizione per tutto il giorno,le varie "entrate" (Valle di Ihlara,case sotterranee di Derinkuyu) e il pranzo.

Verso le nove il nostro pulmino arriva e saliamo a bordo assieme ad un ragazzo olandese che alloggia nella nostra stessa pensione;dopodichè "perdiamo" un pò di tempo per le vie interne di Göreme per "raccogliere" gli altri gitanti.Dico perdiamo,perchè tutti, stamattina ,sembrano non avere sentito la sveglia e dobbiamo aspettare vari minuti ad ogni fermata.

Con il pulmino finalmente carico partiamo ,destinazione Derinkuyu.Ma,lungo la strada principale,ci fermiamo poco prima di Uçhisar per ammirare la valle sottostante(quella che il giorno prima abbiamo percorso a piedi).La guida ci spiega che migliaia di anni fa mentre il vulcano Erciyes (Monte Argeo) era in eruzione, le lave coprirono uno spazio di circa 4200 km quadrati.Dopo che questo vulcano cessò ogni sua attività,questa regione subì una grandissima erosione da parte del vento e dell'acqua.In conseguenza a questa erosione le terre friabili furono asportate e le rocce non logorate presero forme singolari e soprattutto si formarono coni sormontati da blocchi di roccia dura che sono gli odierni "camini di fata".

Dopo questa "breve"spiegazione partiamo a tutta birra,questa volta veramente verso Derinkuyu il cui nome antico è Melagobia.Il paesino,frazione di Nevşheir,è situato sulla strada per Nidge (Nicea) ed è famoso per le sue case sotterranee,le sue chiese,il manicomio antico e le sue ricchezze storiche.La città sotterranea fu scoperta per puro caso e aperta al pubblico nel 1965 dalla Direzione Generale delle Opere Antiche e dei Musei.Si immagina che siano vissuti gli Ittiti,i Romani e i Bizantini in questa città sotterranea accettata come la nona meraviglia del mondo.Nella regione della Cappadocia sono localizzate ben 36 città sotterranee che furono un posto sicuro per i primi cristiani sia per diffondere la loro religione,che per pregare tranquillamente lontani da ogni tipo di oppressione e poi furono utilizzate come rifugio contro le invasioni arabe cominciate nei secoli VI e VII.

Al primo e al secondo piano si trovano una scuola missionaria,una cucina,un deposito,delle stanze,delle sale da pranzo,delle cantine e delle stalle. E al terzo e al quarto piano si trovano dei nascondigli,dei depositi di armi e delle gallerie.Quando la città subiva un grande attacco si salvavano scappando per queste gallerie.Ci sono alcuni segni che dimostrano che gli altri piani di questa città sotterranea sono rifugi. E uno di questi segni sono le porte di pietra rotonde.Quando la città subiva un attacco,chiudevano i corridoi con queste porte di pietra e scendevano nei rifugi inferiori,dal momento che,tali porte,si potevano aprire solo dal'interno.Negli ultimi piani invece si trovano pozzi,nascoste gallerie per la fuga,una chiesa,sala per le riunioni,un confessionale,un loculo per la sepoltura e dei camini di aerazione.

L'unica domanda che riesco a pormi osservando tutto questo...come cavolo avranno fatto a realizzare questa e molte altre città sotterranee?Quante persone si rivelarono necessarie per realizzare queste opere mostruose e quante di esse morirono?Ma so che a questo non troverò mai risposta.Sicuro è che la grandezza degli antichi non ha pari.

Salendo le scale che lentamente ci portano verso l'uscita, si ritorna al solito clima,cioè quel caldo che ti attanaglia alla gola e da cui non trovi via di scampo...Abituati alla penombra della "caverna" il sole sembra così forte da riuscire ad accecare.

Uscendo,circa 100  metri a sud , sorge una maestosa chiesa,la chiesa del monastero: fu costruita nel XIX secolo in un momento di rinascita della cultura greca locale.Purtroppo però è chiusa,un lucchetto e un catenaccio enormi ne bloccano l'entrata;possiamo comunque ammirare l'esterno e la vite attorno al portale.
Ci incamminiamo verso il minibus per continuare la nostra escursione ma il nostro procedere viene interrotto in continuazione dai soliti mercanti di strada che vendono le solite cose:bamboline fatte artigianalmente,collane con pietre e un sacco di altre cose.

Proseguiamo per la valle di Hilara o valla di Peristrema che si trova sulla strada che collega Nevşheir ad Ankara (ma noi giungiamo qui direttamente da Derinkuyu) e che costituiva uno dei luoghi di ritiro preferiti dai monaci bizantini.

L' "entrata" alla valle costa 5 lire ma è già compresa nel prezzo totale dell'escursione;attendiamo che ci vengano distribuiti i "biglietti" e poi finalmente procediamo entusiasti verso ciò che sembra essere un autentico paradiso in terra, o almeno questo è ciò che per me potrebbe tranquillamente rappresentare. Le entrate alla valle sono 4 ma la maggior parte delle persone utilizza l'entrata che attraverso i 360 scalini,conduce alla Ihlara Vadisi Turistik Tesisleri.

Scendiamo questa lunga scalinata che ci porta "dentro" alla valle che già qui rivela le sue particolarità e bellezza.

La valle si trova a circa 150 metri di profondità ed è formata dall'erosione secolare del fiume Melendiz Suyu che scorre tuttora conferendo alla valle un "sapore"unico ed indescrivibile....

Lo scopo dell'escursione infatti,è proprio quello di seguire  il corso di tale fiume che si snoda per 16 km lungo la valle.Dapprima essa si rivela molto stretta con rocce di dimensioni titaniche che si ergono quasi "a difesa" della stessa valle;poi,man  mano che si procede lungo il sentiero,essa si apre sempre più diventando ampia e poco profonda ma rivelando un panorama da favola.

Assieme al resto della comitiva ci avventuriamo lungo il sentiero che è abbastanza regolare e come tale lo si percorre facilmente. L'interesse di questa valle è dato anche dalla presenza di molte chiese che sono raggiungibili attraverso delle brevi "deviazioni" dal sentiero principale.Ne visitiamo un paio,precisamente la Direkli Kilise a due passi dal termine della scalinata e la Ala Kilise un pò più avanti sul sentiro superando il ponticello in legno sulla destra.

Ve ne sono molte altre che però si trovano in zone più interne e,non avendo molto tempo a disposizione,dobbiamo accontentarci di quelle già viste.

Generalmente, chi visita questi luoghi,fa parte di comitive o tour oganizzati; se posso darvi un consiglio in merito è proprio quello di "staccarsi" leggermente dal resto della compagnia per poter godere al meglio del silenzio che la valle è in grado di offrire;in questo modo potete anche fermarvi ogni qualvolta lo vogliate senza che la  orda di turisti continui a spintonarvi mentre cercate di fare una foto.

Dopo aver percorso circa 2 chilometri giungiamo a Belisirma, piccolissimo centro abitato in cui è prevista la sosta per il pranzo. Ci sediamo a dei tavoli,precedentemente preparati, proprio accanto al fiume che continua inevitabilmente a scorrere...

Accanto a noi un paio di ragazzi tra cui l'olandese della nostra pensione,due ragazze cinesi(che per ovvi motivi parlano solo tra loro) e una coppia di signori francesi con cui scambiamo quattro chiacchere.Oltre a questo vi è la simpatica compagnia di zanzare e moschini che pungono in continuazione facendo sussultare improvvisamente più di qualcuno.

Ci portano da mangiare e anche qui la solita minestrina di pomodoro arricchita però da alcune erbe che le conferisce un sapore particolarmente gradevole,del pollo o del pesce (a scelta) accompagnati da del riso (molto buono ma uuh se è piccante....) e per finire,della frutta.

Dopo pranzo ci parlano della possibilità di procedere nel cammino attraverso la valle in direzione di Selime che si dovrebbe raggiungere in circa tre ore;l'adesione però è facoltativa e chi non volesse camminare ha la possibilità di raggiungere comunque la località attraverso un passaggio sul minibus.

Noi ovviamente procediamo a piedi e non potevamo scegliere cosa migliore....Siamo in pochi e questo contribuisce certamente a creare un'atmosfera più "familiare".

Da qui la valle sembra cambiare continuamente,alternando ripide e scoscese rocce ai coni tipici della Cappadocia,alternando il rosso della terra tipica turca al colore chiaro del tufo...tutto questo abbellito e "ingigantito" da un verde smeraldo del fiume che scorre tranquillo e da un blu quasi irreale del cielo.

Lungo il  percorso scorgiamo in diversi punti, "accampate" vicino al  fiume, alcune famiglie che pascolano le loro greggi e più avanti,alcune strane figure che sono qui a passeggiare in mezzo al nulla (di case nemmeno l'ombra).Il cammino poi procede attraverso campi con diverse coltivazioni (patate,granoturco,zucche) che rivelano più di tutto il clima ottimo che permette di far crescere diverse specie.

La lunga scarpinata si conclude quando giungiamo in uno spiazzo in mezzo ai prati e dove il resto della compagnia ci attende. A due passi,il monastero di Selime. Si tratta di una sorprendente struttura scavata nella roccia,caratterizzata da mille cunicoli molti dei quali comunicanti tra loro.Al suo interno vi è una chiesa circondata da una galleria.Molte zone si trovano completamente al buio quindi fate attenzione a possibili scalini o incavi nella roccia.Dalla parte più alta si ha uno sguardo di insieme del territorio circostante.

Le ultime due tappe della giornata sono una cittadina che si trova poco distante da Ihlara e un lago formatosi dentro ad un cratere.

Il paesino che visitiamo porta il nome di Güzelyurt e si trova a circa 9 chilometri da Ihlara. Ci inerpichiamo su per una collinetta dalla quale si può ammirare buona parte del paese che si rivela molto tranquillo con case in pietra,chiese rupestri,una moschea e,anche qui,una città sotterranea.Sullo sfondo una splendida vetta,la Hasan Daği.

Prima di proseguire e fare quindi ritorno a Göreme, sostiamo per un pò nella piazza centrale di Güzelyurt;prendiamo un the (generosamente offertoci dalla nostra guida) e osserviamo con curiosità le scene di vita che abbiamo davanti.Nella piazza infatti,a minuti si svolgerà un matrimonio e i parenti degli sposi aspettano con impazienza l'arrivo dei festeggiati.

L'ultima  fermata (seppur breve) viene effettuata a Crater Lake, un lago che,con il passare del tempo,si è formato all' interno di un cratere. Ma qui,in cima ad una collina,l'aria che soffia comincia ad essere un pò freddina ed impertinente quindi, anche stanchi per la  giornata,facciamo definitivamente ritorno alla nostra pensione.

Dopo una doccia un'ultima uscita per cenare;stasera scegliamo un posto un pò particolare al cui interno osserviamo molte persone sedute sui tappeti intente a fumare il narghilè o water pipe. Mangiamo della minestra di pomodori,un pò di carne,melanzane fritte e un pò di yogurt (speriamo risolva e allevi i nostri problemi intestinali....).

Prima del meritato riposo compriamo i biglietti per l'autobus che domani ci porterà a Mersin, città di mare. Scopriamo però che su quello che parte al mattino non ci sono più posti liberi, così partiremo con l'autobus successivo e cioè a mezzogiorno. Il costo del tratto Göreme-Mersin è di 18 lire.

 

 

Venerdì 29/7/05

 

Oggi è l'ultima mattinata a Göreme e,proprio per non sprecare le ultime ore a disposizione,ci incamminiamo verso il famoso museo all'aperto per dargli un'occhiata veloce.Lungo il tragitto però  pensiamo che non sia il caso di allontanarsi tanto visto che tra non molto passerà l'autobus che ci porterà fino a Mersin.

Sulla strada che porta al museo quindi,deviamo dopo un breve tratto e ci addentriamo in una piccola valle,per noi ancora inesplorata.Una piccola arrampicata sui coni di tufo,alcune foto.Per gli interessati,nei pressi c'è un UFO museum,una casa con all'interno delle bacheche che conservano ritagli,stampe e storie di avvistamenti ufo ma di esseri umani nemmeno l'ombra.....solo un cane che mi guarda e annusa guardingo.Poi il ritorno alla piazza centrale di Göreme.Il bus arriva un pò in ritardo e,dopo essere saliti,scopriamo che a Nevşehir,distente pochi chilometri, dovremo di nuovo scendere e attendere il "vero"autobus per Mersin.E attenderemo parecchio prima che arrivi ma in questi casi,si sa, si inganna l'attesa in diversi modi.....

Finalmente ci dirigiamo verso Mersin con l'autobus pressochè pieno e il percorso che esso seguirà si snoda tra le città di Nidğe,Tarsus,Adana e come meta finale,Mersin.

Lasciamo Göreme e i suoi coni di tufo e ci addentriamo in un paesaggio che si diversificherà sempre di più scendendo verso il mare.

Le "costruzioni" di tufo vengono pian piano rimpiazzate da arbusti e pini verdi che nascono sui costoni di quelle che stanno diventando montagne sempre più alte,talmente alte che alcune sono ancora ammantate di neve.Qua e là,in prossimità di alcuni torrenti, si intravedono degli "accampamenti" con persone intente ad occuparsi delle loro coltivazioni.A tratti ricompaiono zone secche e brulle che conferiscono al tutto un'atmosfera desolante.

Dopo circa due ore di percorrenza l'autobus si ferma per il rifornimento e per permettere,a chi si trova a bordo,di sbrigare le solite "faccende" impellenti....

Scendendo, l'aria calda e umida mi investe letteralmente e mi toglie il fiato;ogni movimento risulta faticoso e sembra di avere qualcosa di pesante ed opprimente proprio sopra la testa.Ma mi sa che devo iniziare ad abituarmi visto che il clima,nei prossimi giorni,sarà più o meno questo.L'unica cosa positiva sarà che la fame calerà......

Il viaggio prosegue verso Tarsus che ormai non ha conservato niente dell'antico villaggio;vi sono invece molti palazzi,tante case fatiscenti ai bordi delle strade,ma qui siamo solo di passaggio......Anche l'arrivo a Mersin però non è dei migliori;tipica città industriale,con il porto,tanti grattacieli,moltissimi negozi,insomma un vero e proprio insulto alla natura e in completa opposizione con gli scenari di Göreme.Così decidiamo di "allontanarci" lievemente da tutta questa modernità e scegliamo di passare i prossimi giorni in una località vicina:Kizkalesi.Sulla guida è descritta come uno dei posti con le migliori spiaggie del litorale,con un bel castello( da cui la cittadina prende il nome) e con la possibilità di compiere delle escursioni giornaliere in paesini vicini.L'ideale insomma.....

All'otogar di Mersin prendiamo al volo un dolmuş per Silifke,a 4 lire ciascuno, che ci lascerà a Kizkalesi,26 chilometri prima.Vi giungiamo ormai a notte fonda e decidiamo di pernottare all' "Inca hotel" con vista sul mare;il costo della camera doppia è di 60 lire,colazione compresa.

La camera è abbastanza spaziosa,con bagno interno,aria condizionata ma subito notiamo che qualcosa non va nell'impianto di illuminazione.Sale un addetto (sudato a tal punto che sembra essere stato preso a secchiate) e manipola per più di venti minuti attorno al lampadario,dando dei leggeri colpetti con il cacciavite, nella speranza che la luce magicamente ritorni.Ma la luce non ne vuole sapere di allietarci della sua presenza,al che l'elettricista improvvisato, se ne va sconsolato per poi non tornare più.

Senza luce e con un fracasso infernale che proviene dalle vie sottostanti ci facciamo una doccia veloce e poi scendiamo (molto sudati pure noi) in strada per mangiare qualcosa.Camminando sembra di stare in una delle tante nostre località di mare,con musica alquanto movimentata che si confonde con le grida dei bambini e con quelle degli adulti che trascinano rumorosamente le loro ciabatte.Il luogo è talmente affollato che bisogna fare attenzione a non scontrarsi con chi passeggia....

Troviamo un posto in cui prendiamo un iskender kebap ossia un kebap adagiato sulla pide e con dello yogurt come accompagnamento,della carne e un paio di coca (14.5 lire).

Più tardi in albergo,vista l'aria che tira,decidiamo di non spendere altro tempo qui o nelle immediate vicinanze ma piuttosto di proseguire per Adana.Ma come si dice domani è un'altra giornata quindi si vedrà.....

Un consiglio? Kizkalesi si ,se amate il caos e lo "struscio", Kizkalesi no se continuate a pensare alla tranquillità di Göreme e delle sue valli incantate.

 

 

Sabato 30/7/05

 

Pimpanti, dopo una notte con l'aria condizionata e i tappi che ci hanno permesso di dormire decentemente ,scendiamo per la colazione che anche qui sarà la stessa di sempre.Assaggiate pure quello che loro chiamano "Salami" ma che con il nostro,di salame,non ha proprio niente a che fare.

Scattiamo alcune foto al castello di Kizkalesi,raccogliamo i nostri zaini e poi ci mettiamo sul ciglio della strada in attesa di un dolmuş che ci porti fino a Silifke.Fortunatamente arriva subito così non dobbiamo aspettare sotto il sole che ha la stessa intensità di una lancia che trafigge....

Paghiamo 2 lire ciascuno per il passaggio e giunti all'otogar compriamo i biglietti per la grande e famosa Antalya.Il loro costo è di 24  lire ciscuno e attendiamo l'autobus che,a minuti,dovrebbe arrivare.

Saliamo ai posti contrassegnati sui biglietti ed ecco inizia un altro lungo viaggio sulle vie della costa turca.Tutto il tragitto infatti si snoda lungo di essa e il bus procede a bassa velocità per le numerose curve,per la strada stretta e i numerosi dossi.

Procedendo si osserva bene la costa che,in quasi tutti i tratti,è selvaggia e caratterizzata da scogli che sembrano molto taglienti.Rari sono i posti in cui si potrebbe fare il bagno anche se l'acqua è così cristallina e trasparente da poter vedere chiaramente tutto ciò che ci sta dentro.Sono comunque dei piccoli angoli incontaminati, non ancora scoperti dal turismo selvaggio...altro che Kizkalesi.

La vegetazione è presente con dei pini e il loro tipico odore di pece che si sparge nell'aria.

Poi una breve pausa-pranzo ma prendiamo solo un paio di yogurt ( l'intestino non si è ancora sistemato) , un paio di bibite e un baklava (dolce millefoglie con miele e pistacchi) per 9.25 lire in un posto che dà sul mare e la cui spiaggia è deserta.

Ripartiamo mentre il clima si fa sempre più pesante;l'aria condizionata dell'autobus "attutisce" almeno un pò l'afa....

Incontriamo la cittadina di Anamurium,famosa per le sue banane;dall'alto,mentre l'autobus sale lungo il fianco della montagna,si possono scorgere i tetti bianchi delle serre in cui vengono coltivate.

Giungiamo ad Alanya prima grande città lungo il percorso di oggi, ma anch'essa è un pò come tutte le altre:grande città,traffico,negozi,tanta gente che cammina.

Alle 9 di sera arriviamo infine ad Antalya;all'otogar (che è mastodontico) preleviamo ad uno sportello bancomat e poi cerchiamo un autobus che ci porti a Kaleiçi. Kaleiçi è un quartiere grazioso e antico che si estende intorno al porto ed è composto da case ottomane e rovine sparse qua e là.

Per giungervi basta prendere un autobus (che poi segue la linea del tram) e scendere in prossimità della porta di Adriano. Il costo del biglietto è di 45 centesimi di lira.

Sucessivamente ci si addentra nelle vie tranquille di Kaleiçi e non distante,troviamo la "Sabah Pension". Il proprietario parla bene l'inglese e il costo della camera doppia è di 40  lire, colazione compresa. Alcune stanze sono ricavate all'interno di una casa successivamente riadattata a mò di albergo;vi è l'aria condizionata,il bagno e dei simpatici terrazzini con tappeti e cuscini che sono a disposizione degli ospiti.Di sera sono l'ideale per rilassarsi,clima permettendo....

In tarda serata usciamo per cena e sostiamo in un posto in cui si mangiano i soliti döner kebap;scegliamo sul menu una pida ma ciò che poi ci portano non ha alcuna somiglianza con ciò che abbiamo scelto.Un paio di bibite e ,senza richiesta da parte nostra, ci portano dei piattini con dello yogurt e una salsina di verdure piccante accompagnati da del pane caldo.Ci dicono che questo sia gratis ma visto che paghiamo 24.5 lire (un pò caro direi) mi sa che hanno conteggiato tutto con gran minuzia....Altra fregatura fresca di giornata.....ops..di serata....

 

 

Domenica 31/7/05

 

Oggi sveglia non molto presto visto che l'intera giornata sarà dedicata ad una visita della cittadina e dei suoi dintorni.

Scendiamo per la colazione e poi ci incamminiamo per le viuzze di Kaleiçi dove in realtà c'è ben poco da vedere.Anche questo è il classico posto ormai preso di mira dai turisti e i numerosi negozi e le "bancarelle" per strada che vendono souvenir di ogni sorta ne sono la dimostrazione.

Decidiamo quindi di trascorrere la giornata in riva al mare;è una parola visto che spiaggie,come le intendiamo noi,non ce ne sono.Pare comunque che scendendo al porto romano ci sia la possibilità di accedere al mare.Questa è l'unica scelta possibile a meno che non si alloggi presso qualche hotel che,tra i molti servizi,ha anche la spiaggia privata.Ma non è il nostro caso,quindi ci stabiliamo definitivamente in prossimità di alcuni scogli limitrofi al porto.

Nella baia un andirivieni di barche che tornano dalle loro escursioni giornaliere ,cariche di turisti  vocianti.L'accesso al mare,per fare il bagno, è un pò difficoltoso poichè ci si deve tuffare dagli scogli che in certi punti risultano scivolosi.A turno,per non lasciare le nostre cose incustodite,ci bagniamo un pò anche se il vento ci asciuga velocemente e avvertiamo di nuovo il caldo pre-bagno.

Nel primo pomeriggio però il sole si eclissa e dei nuvoloni neri si avvicinano minacciosamente alla nostra zona;fate attenzione però perchè anche se il sole è coperto dalle nuvole non significa che i suoi raggi non possano filtrare e scottarvi comunque (come è successo alla sottoscritta).Proteggetevi quindi a dovere poichè potreste pentirvi di non averlo fatto ma sarà già troppo tardi.

Verso le quattro risaliamo lungo la scalinata che dal porto conduce alla tranquilla Kaleiçi e  ci fermiamo per dissetarci presso il "Mermerli Restaurant" che ha una vista invidiabile di tutta la baia (due birre,due coca=12 lire).

Successivamente lavoro di lavanderia presso la nostra pensione e doccia, dopo la quale i  postumi dell'abbronzatura forzata e quasi indesiderata si "amplificano" notevolmente facendoci camminare ad andatura tipo zombie....

Anche per questo, per la cena, scegliamo un posto abbastanza vicino in cui ci coglie l'idea (pessima) di ordinare diversi piatti ,spinti dalla fame che sembra insostenibile.

Però si sa che qui,in fatto di razioni,abbondano sempre......Quindi ci portano un piatto di calamari fritti,spiedino di pollo,patate fritte,due insalate,due coca (32 lire).Però quando ordinate i piatti di carne o pesce tenete sempre presente che vengono serviti assieme a del riso e della verdura,il che direi,è già un pasto completo.

Seppur non sia stata una giornata movimentata ci sentiamo stanchi e quindi torniamo alla nostra pensione.....

 

 

Lunedì 1/8/05

 

Stamattina ci svegliamo un pò più presto del solito poichè in mattinata vorremmo raggiungere Kaş, altra località di mare non lontanissima da Kalkan.

Dopo colazione paghiamo la camera e procediamo verso il centro di Antalya.Poichè l'otogar è lontano e gli zaini sono pesanti,cerchiamo un dolmuş che ci porti fin là e mentre stiamo camminando tranquillamente ecco che improvvisamnete ne passa uno.1 lira ciscuno è il costo della corsa.All'otogar troviamo subito un minibus diretto a Kaş il cui orario di partenza è previsto per le 9;pagate 10 lire ciascuno partiamo verso Kaş.

Anche quest'oggi la strada percorre la costa e in certi punti è proprio un belvedere.Vi sono molte "calette" deserte nelle quali sarebbe magnifico poter approdare e farsi un bagno....mentre io il bagno me lo sto facendo...ma di sudore!!!!

Prima di giungere a Kaş ,in un certo punto il mare rientra talmente da formare quasi un lago,dove l'acqua diventa stagnante.Si giunge nel paese percorrendo la strada che taglia la montagna che lo sovrasta;poi si scende gradualmente verso il basso,il centro di Kaş. All'otogar prendiamo i nostri zaini e guida in mano,ci incamminiamo verso il campeggio.Nel paese si respira un'aria calma e gradevole,molti negozietti sulle sue vie e molte barche ancorate nel porto.Riceviamo anche qui "l'assalto" di un signore che ci propone il suo hotel,vicinissimo,come sistemazione.Noi vorremmo però proseguire in direzione del campeggio ed egli cerca di scoraggiarci dicendo che dista più di 3 chilometri.Noncuranti proseguiamo  e sulla strada vi è un delizioso albergo con delle camere che si affacciano proprio sul mare.E' il "Kaş Hotel" ma l'unica camera disponibile si trova in un bungalow ben distante dal mare e il costo ci sembra poi eccessivo (60 lire). Andiamo al campeggio allora....Sulla strada che lì conduce vi è un interessante tempio ellenico in ottimo stato.Qui sono disponibili dei posti in dei bungalow e c'è già della gente accampata con delle tende.C'è parecchio movimento e il tipo molto "originale" che coordina tutto,ci mostra il bungalow numero 7.Appena apre la porta una folata di vento caldissimo ci investe,al che gli chiediamo:"Ma qui la notte fa parecchio caldo?" e lui "Noo,alle 8 si sta bene,fa quasi fresco".Sarà, ma dalla temperatura che c'è ora non sembrerebbe.....

Il bungalow del Kaş Camping costa 30 lire a notte e ovviamente i bagni sono in comune.Accaldati prendiamo le stuoie e scendiamo verso gli scogli per poterci fare un rilassantissimo bagno.Sfortunatamente tutti i posti sulle sdraio e soprattutto sotto gli ombrelloni sono occupati così non ci resta altro da fare che sdraiarci sotto il sole....Prima però un bagno in un'acqua calda ,trasparente e molto salata tant'è che non si rivela nemmeno necessario il tentativo di tenersi a galla.E' un vero sollievo stare lì a sguazzare pensando al caldo che c'è.....Poi prendiamo un pò di sole mentre Michele passa il tempo sbucciando e mangiando i semini di girasole che sembrano piacergli veramente tanto.

Di fronte,vicinissima sorge l'isola di Kastelorizo o Meis teatro del film "Mediterraneo".L'ora passa velocemente e l'intensità del sole diminuisce con il passare del tempo;la temperatura,anche per la presenza della brezza marina,si fa via via più gradevole.

Dopo una doccia rinfrescante ci dirigiamo verso il centro di  Kaş;è veramente un paese escogitato per i turisti e per le persone che qui giungono con le loro barche.Le vie bellissime,illuminate e curate sono ricche di negozi deliziosi che espongono prodotti di artigianato di ogni tipo e costo.Vi sono molti ristoranti,alcuni dei quali chiaramente costosi....

Al porto vi sono reclamizzate varie possibilità per chi volesse compiere delle escursioni nelle isole vicine.Esaminiamo un pò le offerte e decidiamo,per il giorno seguente di andare alle isole di Kekova e Uçagiz dove si trovano diverse affascinanti rovine .Paghiamo subito la quota di 25 lire ciascuno presso una delle tante agenzie,per un giro in barca che dura quasi tutto il giorno ed è compreso il pranzo.

La fame comincia a farsi sentire e in un chiosco lungo la strada,prendiamo un paio di patate lesse( 5 lire ciascuna) che vengono poi farcite con ogni tipo di ingrediente (mais,maionese,funghetti,spezie,cetriolini,burro e formaggio fuso)le famose Jaket baked patatoes..Prendiamo una coca e una birra in un negozietto vicino e consumiamo la nostra frugale cena su un muretto che costeggia la via principale.Più di qualche volta noto lo sguardo incuriosito di persone,che proprio di fronte a me,stanno mangiando in ristoranti "in"....e chissà cosa si staranno chiedendo....

Alla fine la patata si rivela una vera bomba quindi facciamo due passi per digerire e poi torniamo al camping.Una volta arrivati si rivela necessaria un altra doccia;poi uno sguardo al cielo così pieno di stelle tra cui ne scorgo alcune cadenti.Il momento del sonno arriverà per me tardi visto il caldo che attanaglia il bungalow....alla fine la stanchezza ha la meglio....

 

 

Martedì 2/8/05

 

Oggi,come anticipato precedentemente,andremo all'isola di Kekova e zone limitrofe.Ci svegliamo quindi presto e andiamo in paese per far colazione con un paio di the e le solite merendine con la frutta secca.

Ci rechiamo al porto e  saliamo a bordo della "Aquabaldan" che attende ancora altri turisti prima di salpare.La giornata è davvero bella ma già si sente il calore del sole che per fortuna non picchia direttamente sulle nostre teste;troviamo posto infatti sul ponte che è saggiamente coperto da un tendone.Poco prima delle 10 lasciamo il porto e ci dirigiamo verso il largo;sul nostro procedere incontriamo alcune  barche che fanno ritorno al porto o che vi giungono da località di mare vicine.Alcune sono delle vere e proprie barche da sogno che sfrecciano nel mare lasciando una scia schiumosa che fa sussultare ripetutamente la bagnarola su cui ci troviamo.

Alla nostra destra l'isola di Kastelorizo che si vede bene nella luminosità del cielo mattutino.

Dopo un paio d'ore di navigazione la barca si ferma al largo per un primo bagno in queste acque meravigliose;tutti si tuffano come meglio possono e noi facciamo lo stesso (ma ci tuffiamo bene).L'acqua è calda,stupenda e pulitissima.

Proseguiamo verso  Uçagiz  (Tre bocche) che si trova a circa 30 chilometri da Kaş.Fino a poco tempo fa Uçagiz era rimasto il tipico villaggio turco di pescatori e contadini relativamente intatto ,immerso in un paesaggio davvero idilliaco su una baia tra isole e penisole,ma ora sta diventando un "paradiso segreto".

Il villaggio conosciuto anticamente con il nome di Teimiussa è di fronte a Kalekoy situato nel punto in cui sorgeva l'antica città di Simena.

Noi ci fermiamo qui per il pranzo e nell'approdare si scorgono sulla destra alcune tombe licie;in queste zone sono particolarmente presenti e sono facili da vedere poichè sono dei grandi sarcofagi dalla forma tipica.Di simili se ne trovano a Kaş dove sono presenti un sarcofago licio e una tomba dorica scolpita nella parete rocciosa nel III sec. a.c. facilmente raggiungibili a piedi tramite un sentiero (da non percorrere nelle ore calde).

Il pranzo si rivela poi una specie di self service in cui cerchiamo di scegliere le pietanze dall'aspetto migliore evitando senza alcun dubbio la pasta che  invece tutti sembrano amare;scegliamo spiedini di carne,della verdura lessata in sugo di pomodoro,melanzane alla griglia e pane....

Giunge presto  l'ora di risalire in barca;pochi minuti e poi un ulteriore pausa a Simena Island per visitare il castello che domina dall'alto e anche qui alcune tombe licie.L'entrata al castello però si paga;noi scendiamo lungo un sentiro alternativo a quello che tutti percorrrono e ci fermiamo a raccogliere alcuni fichi sempre attenti a non farci beccare da chi potrebbe arrabbiarsi perchè gli stiamo rubando la sua frutta.....

Costeggiamo poi l'isola di Kekova;lungo la costa sono sparse fondamenta e rovine bizantine,in parte coperte dall'acqua e chiamate Sunken city o città sommersa.

Infine un ultimo stop in un' insenatura per un ultimo bagno prima di fare rotta verso  Kaş.Vi giungiamo verso le sei di sera;portiamo subito i nostri passaporti all'agenzia che domani ci porterà a Kastelorizo.Li tratteranno fino a domani,al ritorno a Kaş,per poter sbrigare le solite pratiche "doganali" poichè Kastelorizo appartiene pur sempre ad un altro stato:la Grecia.

Dopo una coca ed un kebap in un posto sulla strada che fa angolo procediamo verso il camping.Accaldati,facciamo l'ultimo bagno della giornata....questione di minuti anche se la temperatura dell'acqua (in confronto a quella esterna) è ideale. Ci rilassiamo un pò e poi torniamo in paese.

Stasera vogliamo però dare un occhiata alle tombe licie scavate nelle rocce quindi,seguendo la Lycia Caddesi ci allontaniamo un pò dal centro di Kaş.Si giunge ad una scalinata che va percorsa fino al suo termine e poi si percorre un sentiero tra i sassi fino a raggiungere le tombe,ben illuminate dai fari.Più in alto,a destra,ve ne sono altre ma visto che entrambi siamo in ciabatte è meglio evitare di salire ulteriormente tra sassi e terra sicuramente scivolosa.

Anche stasera per cena scegliamo le patate seppur con guarnizioni diverse....Camminiamo un pò tra le strade che ormai conosciamo pìù che bene (anche perchè ce ne sono solo un paio),prendiamo un paio di the al solito bar sotto gli alberi che c'è nel parco.L'atmosfera è calma e serena.Sul tardi facciamo ritorno al camping,dove un ventilatore,gentilmente offertoci dal signore "che non ha mai problemi" concilierà perfettamente il sonno.

 

 

Mercoledì 3/8/05

 

Sveglia alle 8 e un quarto poichè alle 10 è prevista la partenza per l'isola di Kastelorizo.Colazione in un bar con l'elma çay che per me ha dei veri effetti soporiferi visto che è praticamente impossibile riuscire a tenere gli occhi aperti;andiamo alla "Koçlar Travel Agency" presso cui abbiamo prenotato l'escursione di oggi.Il costo è di 25 euro ciascuno ma senza il pranzo e con il ritorno previsto per le 3 di pomeriggio.

Siamo solo 8 passeggeri sull'intera barca e partiamo seppur con un pò di ritardo.Il tratto di mare che separa Kaş dall'isola di Kastelorizo è di circa 11 chilometri e ci si impiega quasi un'ora per attraversarlo. Kastelorizo è situata tra Rodi e Cipro e il suo nome deriva dall'italiano Castello Rosso, nome che si associa al suo passato medievale in quanto anticamente Kastelorizo era la base dei crociati di San Giovanni giunti qui  per liberare la terre sante; dopo alcuni anni di dominazione egiziana, la cittadina passò nuovamente sotto il controllo del comandante borbonico del Regno di Napoli. Sul vicino isolotto di Ro è rilevata la presenza di un uomo che assistito dal governo, si sostituisce alla famosa Signora Ro che per circa 50 anni aveva vissuto sola su questa isola mantenendo alzata la bandiera greca contro l’eterno invasore turco. L'arrivo sull'isola è dei più tranquilli; vi sono pochissime case tant' è vero che,per  la maggiorparte,essa è disabitata.

Oggi infatti conta solo circa 200 abitanti a dispetto di un passato,non lontanissimo,in cui la popolazione contava ben 17000 persone.Fa un certo effetto guardare certe cartoline in cui Kastelorizo è stata fotografata poco prima della prima guerra mondiale;durante questa, infatti,l'isola è stata bruciata da un rappresaglia inglese e tutto ciò che c'era finì inevitabilmente... in fumo.Ora l'isola sembra conservare una minimissima parte di un passato che,per molti, è stato semplicemente glorioso.

E anche camminando sulla via principale che si snoda attorno alla baia,proprio a ridosso del mare,si incontrano poche persone;la maggiorparte sono turisti e non è difficile capire che l'isola, negli ultimi tempi ,sta diventando una meta sempre più presa in considerazione.Vi sono molte insegne di alberghetti e B&B tra cui spicca senz'altro l' "Hotel Megisti",elegante e raffinato.Il caldo è così pesante che approfittiamo subito per buttarci in acqua;detto...fatto....Ci togliamo rapidamente le scarpe e ci immergiamo in un'acqua che subito ci dona sollievo.

Proseguiamo e ci "perdiamo"in alcune viuzze interne dove tutto sembra riposare;non un rumore, fatta eccezione per lo sciabordio di alcune onde che si rifrangono contro la banchina.Si ha persino paura di parlare per non interrompere la quiete del luogo...

Dopo un caffè freddo(tipico del luogo)ad un bar, ci avventuriamo su per una scalinata che conduce al famoso Castello Rosso;lungo il cammino "rubiamo"qualche fico.Pochi minuti per giungere al castello che merita senz'altro di essere visitato per la vista che offre del mare sottostante in cui sono ancorate molte barche(mica stupidi!!!) ma anche per ammirare  dall'alto la parte abitata dell'isola.Camminando lungo la stradina di ciottoli giungiamo per caso in una piazzetta dove c' è una chiesa bizantina interessante ma chiusa poichè dentro vi sono dei lavori in corso.Proprio lì vicino,a due passi,c'è un simpatico e raccolto ristorante;il portico è ombreggiato da alcune grandi piante e soffia una leggera brezza che ci scompiglia i capelli.All'interno,appese sulle pareti,vi sono alcune fotografie che ritraggono,proprio in questo luogo,alcuni attori del film "Mediterraneo" e che (almeno alcuni) abitualmente ritornano per visitare questo posto incantevole. rCi fermiamo per il pranzo e mangiamo delle deliziose polpette,del riso,una tipica insalata greca,dei fichi caramellati e una caraffa di vino del posto  (25 euro).

Quattro chiacchere con un anziano signore (che parla benissimo l'italiano)  che ci racconta le varie vicissitudini della vita isolana;dopodichè torniamo alla nostra barca che alle 3 partirà per riportarci a Kaş.Approfittiamo degli ultimi 10 minuti a disposizione e facciamo un bagno rapido tuffandoci da degli scogli.

In meno di un'ora giungiamo a Kaş e una volta qui,non essendo tardissimo, decidiamo di fare una capatina alla spiaggia di Kaputaş. All'otogar attendiamo un pò e poi prendiamo un dolmuş che va in quella direzione;non sappiamo se lì ci sarà una fermata apposita ma visto che la spiaggia si scorge facilmente dall'alto chiederemo all'autista di farci gentilmente scendere lì. Dopo circa venti minuti a bordo del dolmuş (2,5 lire ciascuno) vediamo finalmente la spiaggia...e che spiaggia.

Non è una delle solite che si vedono e composte da sabbia ma ha un fondo ghiaioso ed è ridotta in lunghezza;non c'è molta gente presente e ovviamente subito ci facciamo un bel bagno.L'atmosfera è perfetta anche perchè il sole ormai non picchia più di tanto;ci fermiamo un'ora circa e poi saliamo in strada in attesa di un passaggio per  Kaş  che non tarderà ad arrivare.

Al campeggio doccia e un pò di relax;usciamo sul tardi per la cena che stasera non sarà a base di patata lessa ma scegliamo un tipico ristorante un pò "anonimo" e in cui i cartelli all'esterno non reclamizzano pasta e pizza.Opteremo per una zuppa, i manti (tipici ravioli turchi),della verdura lessata e dell'acqua (16.5 lire).

Un pò di tempo per le ultime foto al porto e poi ritorno al camping.

 

 

Giovedì 4/8/05

 

Svegli già di buon mattino,lasciamo il camping,nostra "residenza" di questi ultimi e tranquilli giorni.Diretti verso l'otogar attenderemo un autobus per Fethiye; il primo disponibile partirà alle 8 e mezza così,nel frattempo,facciamo colazione con il solito çay ed un pò di succo di frutta comprato ad un emporio.

Per raggiungere Fethiye saranno necessarie circa 4 ore di viaggio per cui paghiamo 7 lire ciascuno.La cittadina però sarà solo un transito poichè,una volta giunti lì,proseguiremo per Pamukkale, dove dovremmo giungere nel primo pomeriggio. A Fethiye infatti troviamo in pochi minuti un autobus diretto proprio lì che partirà alle 11 e mezza e paghiamo subito 15 lire ciscuno per il passaggio.

Nel primo tratto saliamo lungo il fianco della montagna procedendo attraverso stradine strette e,in certi punti,addirittura insicure.Insicure si, ma per i nostri occhi,poichè gli autisti del luogo sono dei gran esperti nel guidare su tali vie e soprattutto nell'aggirare qualsiasi tipo di ostacolo si incontri in corsa.

Giunti in cima alla montagna e superando quello che ha tutta l'aria di essere un passo,sostiamo a çameli piccolo paesino semi-disabitato per bere e mangiare qualcosa.

Vista l'altitudine,qui il clima è più che accettabile;il sole c'è comunque ma non così intenso ed "insistente" come in altri luoghi.

Riprendiamo il viaggio,questa volta scendendo verso Denizli, cittadina a pochi chilometri da Pamukkale.Il nostro autobus dovrebbe portarci fin lì ma,essendo gli unici passeggeri che devono arrivare fin là,ci fanno scendere all'otogar di Denizli,da dove, con un dolmuş raggiungeremo Pamukkale.

E infatti ne troviamo subito uno ma, pochi minuti prima di partire, sale un signore in camicia azzurra (dal che capisco che è un autista) che mi sventola un bigliettino in faccia,blaterando non so che cosa.L'unica cosa che capisco è che per qualche motivo dobbiamo scendere dal dolmuş;se non vuole altro.....

Con calma riusciamo a capire che ci vuole portare a Pamukkale a bordo del suo minibus assieme ad altri turisti giapponesi e tutto questo gratis.Mi puzza proprio da  imbroglio e mi chiedo se,una volta a Pamukkale,non ci indirizzi lui stesso verso il posto in cui pernottare o magari chissà,ci porti direttamente.E infatti succede proprio così...Arrivati a Pamukkale,19 chilometri dopo,siamo subito "dirottati" verso un mega albergo con piscina e tutti i comfort possibili.Saggiamente però noi abbiamo già in testa il posto in cui trascorrere la notte e ci dirigiamo in cerca di quello,declinando la loro "gentile offerta" .

Pochi isolati più in là,verso la strada principale,troviamo subito l' "Allgau Hotel" (o "Melrose Hotel");la nostra scelta cade proprio su questo posto poichè qui,secondo la guida,vi è la possibilità di dormire in delle case sugli alberi e questo ci attira particolarmente....E' situato in un posto tranquillo e caratterizzato da un'atmosfera quasi familiare.L'accoglienza qui è delle migliori e la gentile proprietaria che parla diverse lingue, ci mostra subito delle camere disponibili.Dapprima  una in un padiglione "vecchio" dell'hotel dotata di aria condizionata e bagno interno poi un'altra più nuova,in una zona costruitA da poco.Questa è veramente un camera lussuosa ma a noi sembra un pò esagerata.Le chiediamo delle sistemazioni sugli alberi ma lei ci racconta di come questo progetto sia stato lentamente abbandonato nel corso del tempo fino a scomparire.Scegliamo quindi la prima camera che costa 30 lire a notte.

Poichè è presto lei ci consiglia di visitare Pamukkale e la vicina Hierapolis che non richiedono molto tempo e così facciamo. Pamukkale è un vero e proprio luogo di "attrazione turistica" per le sue famose vasche di travertino per la cui visita si paga 5 lire.

Si tratta di una vera e propria meraviglia della natura,probabilmente unica al mondo.Da millenni le acque calde minerali scorrono dai fianchi della collina che si trova dietro il sito ed hanno formato dei travertini straordinari che nè architetto,nè scultore avrebbero potuto fare.

Le acque termali che costituiscono un insieme di terrazze in travertino di un bianco immacolato che dà l'idea di una fortezza,hanno ispirato la popolazione locale nel dare il nome a questo sito:Pamukkale infatti significa "Castello di cotone".I travertini formano dei grandi gradini che scendono verso valle con una serie di vasche più o meno grandi a semicerchio.Si legano gli uni agli altri con stallatiti di aspetto magnifico.La vista è sorprendente la sera al tramonto quando i suoi raggi rosati si posano sul biancore del luogo.Tutto sembra allora trasformarsi in un paesaggio lunare.

Nel punto in cui le acque escono dal profondo della terra hanno una forte pressione per cui il bicarbonato di calcio concentrato evapora ed il carbonato di calcio si deposita.Forma con il tempo questo stupendo travertino di un bianco splendente.

Dirigendosi verso l'ovest dell'altipiano si giunge ad un posto che assomiglia ad una salina.Da lì cominciano le terrazze che scendono a cascata fino a valle creando l'incomparabile bellezza di Pamukkale.

Le sue sorgenti alimentano da una parte l'antica Alaşehir (l'antica Filadelfia) a 70 chilometri a nord-ovest e,dall'altra parte,l'ovest della Valle del Menderes fino al mar Egeo.Formano così un elemento di tutto un sistema fluviale.

Quanto alla città di Hierapolis,trovandosi vicina alle sorgenti,si è sviluppata nell'antichità intorno ai templi ed ha lasciato segni profondi soprattutto dell'epoca romana e cristiana.Le vestigia grandiose di Hierapolis formano con i travertini unici al mondo un insieme molto armonioso.

La città ellenistica di Hierapolis,fu costruita sull'esempio delle città ioniche di Priene e Mileto secondo un piano a scacchiera dominato da un'arteria principale.Questa,orientata in direzione nord-sud divideva la città  in due zone.La via era adornata da un duplice portico.

Su ognuna delle due estremità di questa via si potevano ammirare le porte monumentali;ora esistono solo alcuni segmenti delle colonne e dell'architrave del periodo ellenistico.Lungo questa strada si può notare una parte dei monumenti del periodo romano.

La Via Principale che va da nord a sud e divide la città in due quartieri è completata ad ogni estremità da una porta.Esse sono dette le Porte Bizantine: ciascuna aveva una sola volta ed un merlo per la difesa ed erano affiancate da  due torri a base quadrata.Le arcate e le mensole portano simboli cristiani perciò si può  dedurre che siano state costruite verso la fine del IV secolo o agli inizi del V.

Più avanti ci si imbatte nel Tempio di Apollo Archegete che,nell'antichità rese famosa Hierapolis.Posto al suo fianco sorge il Plutonium che non è altro che una piccola grotta nella roccia,alta circa quanto un uomo.Si credeva che Plutone,Dio delle tenebre e della cattiveria,abitasse sottoterra e mandasse all'umanità un gas velenoso atraverso questo orifizio.

Oltre l'Arco di Domiziano s'incontrano le rovine delle Terme romane e una straordinaria Necropoli(cimitero) che si estende per diversi chilometri verso nord con tombe di tutte le forme e dimensioni,alcune delle quali davvero splendide.

Al centro della città,addossato alla collina di Messoghis si trova uno dei teatri meglio conservati e più estesi dell'Asia.Il Teatro romano con oltre 12000 postia sedere per gli spettatori fu costruito in due fasi dagli imperatori Adriano e Settimio Severo e successivamente restaurato negli anni 70 da scalpellini italiani.

Dal teatro si imbocca uno dei sentieri che conducono in salita giungendo così al Martirio di San Filippo apostolo,una straordinaria costruzione ottagonale eretta sul luogo dove si ritiene che San Filippo abbia subito il martirio.Gli archi delle otto cappelle separate sono contrassegnate da croci; la vista da qui è magnifica.

Scendendo,sulla nostra sinistra,le terme romane conservate in buono stato e trasformate più tardi in basilica.

La nostra visita dunquè è terminata e stanchi torniamo al nostro albergo;per cena un paio di zuppe,degli şiş di carne,un'insalata.

Poi un pò di relax in un "palchetto" sistemato nel giardino con dei confortevoli cuscini e tappeti,sorseggiando un paio di birre....

 

 

Venerdì 5/8/05

 

La meta di oggi è Selçuk,cittadina a pochi passi da Efeso. Lasciato l'Allgau Hotel ci dirigiamo verso la strada principale per prendere un dolmuş che ci porti fino all'otogar di Denizli e da lì cambieremo ,in direzione Selçuk.I primi dolmuş che passano sono pieni zeppi di gente quindi non ci resta che aspettare,in attesa che ne passi uno meno affollato.Accanto a noi un gruppo di turiste giapponesi che viaggiano con i loro trolley giganteschi e già mi chiedo come faranno a farceli stare nel portabagagli di un piccolo dolmuş....chissà che scene da circo...

Eccolo che arriva e,seppur,a stento (anche questo non scherza in fatto di affollamento)saliamo su pagando 1.25 lire a testa.Giungiamo all'otogar e subito andiamo in cerca di un bus per  Selçuk;parte all 11 ma è strapieno di gente così non ci resta che prendere quello successivo che partirà alle 12 e mezza.

Abbiamo un bel pò di tempo a disposizione così ci sediamo in un "bar" sorseggiando vari tipi di the,tranne l'elma çay per le sue note virtù rilassanti.....

Finalmente giunge l'ora di partenza ma già da subito sembrano esserci i primi disguidi e le prime incomprensioni:pur avendo pagato il biglietto per la tratta Denizli- Selçuk ci "scaricheranno"prima di giungervi poichè l'autobus proseguirà (per un'altra strada) per Didime. Ovviamente chiediamo spiegazioni che però,nessuno ci sa dare....

Fatto sta che ad Aydin(località in cui il bus devia) ci tocca scendere ma,fortunatamente,c'è un dolmuş che parte tra una mezz'ora e che ci porterà fino a Selçuk e senza sborsare nemmeno una lira(è il caso di dirlo).

Vi arriviamo dopo mezz'ora di strada e ,giunti all'otogar,ci incamminiamo verso la "Homeros Pension" a cui si giunge dopo aver percorso una lunga scalinata e consigliataci dalla proprietaria dell' Allgau Motel di Pamukkale.Una pensione del tutto particolare,compresi i proprietari....

Ci viene assegnata una stanza (strana pure questa) che costa 25 lire,colazione compresa ma senza aria condizionata ( e che peccato!!!!!!!).

Saliamo un pò in terrazza da cui c'è un'ottima vista e ci rilassiamo un pò al sole.

Più tardi una breve,anzi brevissima visita della cittadina e dei suoi dintorni;interessanti da vedere sono la basilica di San Giovanni e il tempio di Artemide di cui però rimane ben poco.vi sono solo alcune colonne a testimonianza della grandezza passata,ormai svanita....

Torniamo alla pensione e svelti ci facciamo una doccia;l'appuntamento è per le otto in terrazza per un "aperitivo" insieme agli altri ospiti.Deludente constatare che l'aperitivo è composto da del vino;se fosse vino buono sarebbe un'idea ottima ma si tratta di vino di produzione locale (tipo tavernello per intenderci)....e che loro giudicano molto buono.....Eh, davvero squisito! Ma visto che siamo in terra straniera accettiamo di buon grado tutto quello che ci viene offerto...

Scendiamo di sotto per la cena che qui la si consuma tutti assieme attorno a dei tavoli rotondi e...niente sedie...ci si siede per terra.

La cena stasera è a base di verdure (melanzane,pomodori,zucchine) lessate e condite,delle polpette,un pò di insalata.Conosciamo un simpatico giovane di Barcelona che fa lo scrittore ed è qui per trovare una fonte di ispirazione per il libro che sta scrivendo.Solite domande e soliti racconti di chi non si conosce e visto che ha già girato un pò la Turchia gli chiediamo cosa ne pensi di certe zone di mare. La nostra idea sarebbe infatti quella di procedere verso Foça o di fermarci nell'isola di Bozcaada nel tentativo di avvicinarci ad Istanbul;egli però ci suggerisce che anche la zona di Datça non è niente male quindi, cambiando un po' i nostri piani, decidiamo di trascorrere lì gli ultimi giorni di vacanza(saggia decisione). Domani il nostro nuovo amico andrà ad Efeso con l'auto che ha noleggiato e si offre di darci un passaggio che noi accettiamo ben volentieri.

Notte molto movimentata per il caldo insopportabile.....pare di soffocare.

 

 

Sabato 6/8/05

 

Ci svegliamo presto poichè, dopo la colazione, andremo ad Efeso in compagnia del giovane spagnolo.Decidiamo di partire di buon'ora così forse riusciremo ad ammirare Efeso immersa nella tranquillità mattutina senza doverci fare spazio tra la calca di gente che,più tardi,sicuramente visiterà il sito.

Dopo aver pagato e tolto gli zaini dalla stanza (li lasceremo alla pensione per passarli a prendere più tardi) andiamo verso Efeso;prima però ci fermiamo un attimo all'otogar di Selçuk per comprare dei biglietti per l'autobus che alle 2 e un quarto ci porterà fino a Marmaris e una volta lì,a Datça, nostra meta finale prima del lungo viaggio verso Istanbul.Paghiamo i biglietti 20 lire ciascuno e frettolosamente,via ad Efeso.

Paghiamo l'entrata 15 lire a testa e procediamo in direzione Via dei Cureti. Alla nostra sinistra,appena dopo la biglietteria sorge il Ginnasio di Vedio e Stadio risalente al II secolo d.c. che vantava campi sportivi,terme,servizi igienici,palestre coperte ecc.Più oltre si trova lo Stadio, all'incirca dello stesso periodo,che fu demolito dai bizantini:le sue pietre finemente tagliate vennero utilizzate per costruire il castello in cima alla collina di Ayasuluk.

Percorrendo un sentiero fiancheggiato da alberi sempreverdi in direzione della parte principale del sito,sulla destra si trovano alcuni resti del Ginnasio del Porto.In fondo al sentiero si raggiunge la Strada del Porto,la più ampia via di Efeso che era lastricata in marmo e fu fatta costruire dall'imperatore bizantino Arcadio.Nel periodo di massimo splendore della città,scorrevano i condotti dell'acqua e delle fogne;su entrambi i lati della via si aprivano le botteghe e vicino al porto c'erano un ninfeo(fontana con vasca) e alcune colonne trionfali.

All'estremità orientale della strada del porto si trova il Grande Teatro,abilmente ricostruito dai romani tra il 41 e il 117 d.c.Il primo teatro fu costruito in questo luogo per la città ellenistica di Lisimaco e molte caratteristiche dell'edificio originale sono state mantenute anche nella struttura di epoca romana.Tra queste figura l'ingegnosa cavea,la zona che accoglieva i posti a sedere che poteva ospitare ben 25000 persone:a partire dal palco ogni fila di posti ha un'inclinazione maggiore rispetto a quella sottostante,in modo che anche gli spettatori seduti nelle file più alte potevano godere di una visuale e di un'acustica ottimali.Tra le altre modifiche fatte in epoca romana figurano l'ingrandimento del palco e la costruzione di una parete decorativa disposta su tre piani.

Dal teatro,percorrendo verso sud,la Via Sacra,detta anche "strada di marmo" dal tipo di pavimentazione,si notano i resti dell'elaborata rete fognaria ed idrica sotto le lastre e i solchi lasciati dai veicoli a ruote,ai quali era proibito percorrere la Strada del Porto.La Via Sacra termina presso l'embolos;alla sue destra si trovano la Biblioteca di Celso e la monumentale Porta di Augusto,mentre ad est,sulle pendici del monte,si estende la Via dei Cureti.

La biblioteca originariamente faceva parte di un complesso di edifici che ora non esistono più e per farla sembrare più imponente si fece ricorso ad un espediente architettonico:la base della facciata è convessa e ciò contribuisce a far sembrare più alti gli elementi centrali;inoltre,le colonne ed i capitelli della parte mediana sono più grandi di quelli ai lati. Le nicchie della facciata ospitavano alcune statue raffiguranti le virtù:Arete(bontà),Ennoia(pensiero),Episteme (conoscenza) e Sophia (saggezza).

Uscendo dalla biblioteca,sulla sinistra,si trova la Porta di Augusto che conduce all'Agorà.

Percorrendo la Via dei Cureti,un passaggio sulla sinistra conduce ai gabinetti pubblici per gli uomini.Non perdetevi l'imponente Tempio di Adriano sulla sinistra,in stile corinzio,che è ornato da magnifici rilievi nel portico e da una testa di Medusa che tiene lontani gli spiriti maligni.

Di fronte al Tempio di Adriano vedrete le magnifiche Case a terrazza che però (al momento della visita)sono in fase di restauro e quindi risulta impossibile accedervi.

La Via dei Cureti termina presso la Porta di Ercole,costruita nel V secolo d.c.:si trattava di una porta a due piani con rilievi raffiguranti Ercole su entrambi i pilastri principali.Sulla destra c'è una via secondaria che conduce ad un tempio colossal dedicato all'imperatore Domiziano (81-96 d.c.);parte dell'edificio ospita oggi il Museo delle Iscrizioni raramente aperto al pubblico.

La visita ad Efeso finisce prima del previsto quindi,non avendo altra scelta,torniamo a Selçuk.In abbondante anticipo sull'orario di partenza dell'autobus per Marmaris tentiamo di barattare i biglietti acquistati ieri sera con altri due per l'autobus delle 10. Fortunatamente è possibile farlo poichè ci sono ancora dei posti liberi.

Alle 10 e un quarto il bus parte carico;oggi il "tempo del viaggio" risulta scorrere via veloce....

Una breve pausa per uno spuntino in un luogo di ristoro sulla strada;prendiamo un paio di gözleme,una coca e un ayran(il tipico yogurt salato) per 7.5 lire.

Giunti a Marmaris compriamo subito i biglietti per Datça a 8 lire ciascuno ma ci aspetta ancora un'ora e tre quarti di viaggio...in mezzo al caldo....

Finalmente arriviamo...Vorremmo subito trovare una sistemazione e infatti ci dirigiamo verso il campeggio, non distantissimo dall'otogar.

Ma una volta giunti lì scopriamo che l'"Ilica camping" non ha posti liberi nei bungalow così facciamo dietro front alla ricerca di un'altra sistemazione.

Sulla via del ritorno però ci fermiamo in un posto che si trova all'angolo di una strada:scegliamo una pizza margherita,delle polpette,un'insalata,una coca e una birra ( 14 lire).Guida alla mano,cerchiamo un posto in cui passare le prossime notti;stavolta però non ci facciamo fregare...non andiamo direttamente nel primo  che capita ma faccio prima un giro di perlustrazione chiedendo un pò i prezzi e facendomi mostrare le camere.Mi dirigo subito al "Huzur" che stà proprio lì di fronte:una camera con terrazzo,aria condizionata,servizi interni (non spaziosissimi),colazione,costa 50 lire.Quando giro i tacchi, il tipo sembra voler contrattare il prezzo perchè forse ha capito che non mi vedrà tornare....Ma io voglio vedere anche altre sistemazioni e sono sicura di trovarne di più economiche....

Mi dirigo,proseguendo per la via principale,verso la "Tunç Pension" ma una volta giunta qui,mi dicono di non avere più camere;in verità il signore che sta alle "reception" mi sembra letteralmente calamitato dalla tv alla quale trasmettono una partita di calcio e chissà,forse è troppo occupato per ascoltarmi.....

Mi dirige verso la "Aşkin Pension" che si trova proprio di fronte,dall'altra parte del marciapiede.Qui la gestione è sotto le mani di un simpatico e disponibile vecchietto che però mi dice subito che lui non dà camere a chi ha intenzione di fermarsi una sola sera (??????);gli rispondo subito dicendo che abbiamo intenzione di fermarci per due sere e,detto questo,mi fa vedere la camera.

Doppia ma con letti separati,un bagno,un terrazzino, senza però la colazione, per 30 lire....vada per questa.Dopo aver sistemato le nostre cose  usciamo per "studiare"un pò i dintorni... vorremmo subito fare un bagno per" toglierci" di dosso la stanchezza e il caldo ma l'accesso al mare sembra difficile.Non è possibile infatti ,se non da alcuni punti in cui ci sono degli scogli poichè la maggiorparte del porto è circondata dalla banchina.Più tardi sostiamo ad un piccolo bar in riva al mare (se così si può chiamare)...molto piacevole....L'atmosfera è molto calma e rilassante;il sole gioca a nascondersi tra le nuvole per poi ricomparire e infine sparire definitivamente dietro i rilievi in lontananza.I colori di questo tramonto non esistono su nessuna tavolozza da pittore.....Ci abbandoniamo in chiacchere,discorsi sul futuro.....

Il tempo passa velocemente e noi sembriamo non rendercene conto;torniamo all'albergo e dopo una doccia veloce usciamo per la cena. Purtroppo la nostra abitudine di cenare tardi stasera non si rivela una buona idea,tant'è che,in alcuni posti che attirano la nostra attenzione,non vi è addirittura più nulla da mangiare.

Proseguiamo verso il porto e ci fermiamo in un posto con alcuni tavoli su una specie di terrazzo;anche qui non hanno un granchè ma qualcosa in più degli altri ristoranti è rimasto. Ci mostrano le cose che possiamo (o meglio siamo obbligati a) mangiare e che sono disposte dietro una "vetrinetta".Tutto sembra molto buono ma noi scegliamo delle melanzane in sugo rosso,un pò di carne,degli involtini di riso in delle foglie di vite,e delle erbe cotte che hanno tutta l'aria di essere spinaci( che poi si riveleranno essere alghe...buonisssime....) una birra e una coca (22.5 lire).

Siccome siamo gli unici clienti rimasti paghiamo e poi ce ne andiamo...Sulla via del ritorno ci fermiamo ad un bar proprio sulla strada con dei tavoli all'aperto.La serata si prospetterà lunga poichè Michele mi introdurrà al gioco del backgammon,appassionante, e passatempo delle prossime sere.

 

 

Domenica 7/8/05

 

Ci svegliamo presto poichè per oggi la decisione comune è quella di fare un'escursione nei dintorni di Datça toccando vari posti tra cui Knidos,interessante per le sue rovine.

Nelle strade,semivuote per l'ora tutt'altro che tarda,si respira un'atmosfera molto molto tranquilla;ci fermiamo in uno dei tanti posti presenti per una breve colazione.

Dopodichè ci dirigiamo verso il porto dove la barca ci aspetta.La partenza è prevista per le 10 e infatti noi ci presentiamo poco prima e saliamo a bordo dopo aver pagato 25 lire a testa per l'escursione che oltre all' entrata a Knidos comprende anche il pranzo.

Ci sistemiamo subito sul pontile superiore in cui ci sono alcune sedie sdraio e nessuna protezione dal sole (tenetelo sempre presente)....Oltre a noi,per il momento,solo una coppia di altri turisti.

La giornata non è proprio magnifica;vi sono infatti molte nubi che oscurano il sole che oggi non sembra volerci allietare con la sua presenza.Prendiamo il largo verso le 10 circa,ma appena partiti un mini acquazzone si abbatte  improvvisamente sulle nostre teste;difficile trovare riparo in due sotto un unico asciugamano quindi non ci resta altro che prenderci tutta la pioggia addosso.Fortunatamente non molto più tardi,il sole fa di nuovo capolino tra le nuvole ed è meravigliosa la sensazione di calore che si espande tutt'intorno.La barca procede incessante nella sua corsa in un mare che è un pochino mosso....Sullo sfondo isole in vista;sono le isole greche Simi e Kos.

Con il venticello che c'è a bordo non ci si rende conto di quanto effettivamente scotti il sole,cosa che invece si nota senz'altro nel momento in cui la barca si ferma....credetemi,vale davvero la pena di spalmarsi abilmente di crema onde evitare le solite e fastidiose scottature.

Dopo circa tre ore giungiamo a  Knidos che si trova a 35 chilometri a ovest di Datça sulla punta estrema della penisola.Qui vi sono le rovine di una fiorente città portuale risalente al 400 a.c. I dori che la fondarono furono accorti:doppiando la penisola il vento cambia direzione e nei tempi antichi le navi dovevano spesso sostare a Knidos aspettando che soffiassero venti favorevoli,così la città prosperava grazie ai lavori di riparazione delle imbarcazioni,all'attività alberghiera e al commercio.

Le rovine sono sparse nell'area di 3 chilometri all'estremità della penisola;lo scenario è spettacolare.Ripidi pendii terrazzati e punteggiati da piantagioni di olivi,mandorli e alberi da frutto si innalzano al di sopra delle due baie in cui gettano l'ancora molte imbarcazioni.Pochi degli edifici antichi sono riconoscibili ma si può comunque apprezzare l'importanza della città esplorando il sito.Non bisogna perdersi le rovine del Tempio di Afrodite e del teatro,la meridiana del IV secolo a.c. e le belle incisioni in quella che fu un tempo una chiesa bizantina.

Rovine a parte,Knidos ha solo una piccola centrale della Jandarma,da un unico ristorante e da un depositi per i manufatti trovati nel sito.

Seguiamo un piccolo sentiero che scende verso il  mare dove facciamo il bagno seppur in acqua ci siano molte alghe e il fondo sia composto da ciottoli enormi (attenzione ai  piedi). Solo un bagno veloce però poichè poi torniamo alla nostra barca che partirà entro breve tempo.Una doccia per toglierci via la salsedine (che qui è particolarmente presente) e poi il pranzo a base di pasta,patate e verdura assieme ad alcuni "amici" appena conosciuti.In realtà si tratta di una coppia in vacanza che vive a Samsun e anche loro,dopo il pranzo,ci seguono sul pontile per prendere un pò di sole (anche loro mangiando i famosi semini).Ora però,probabilmente anche per il sole già preso nella mattinata,mi rendo conto di quanto scotti di più tanto da non poter resistere senza una maglietta e dei pantaloncini.Cerco allora un riparo sotto un gommone sospeso in aria che proietta sul pontile la sua ombra...Al ritorno la barca getta l'ancora in alcuni punti per darci la p ossibilità di fare un bagno anche se (per me)l'impatto con l'acqua,dopo la scottatura,si rivela "devastante";decido di stramene allora seduta buona buona onde evitare di diventare ancor più rossa di quello che sono ed essere così motivo di riso per tutti gli altri occupanti della barca.

Tornando verso Datça costeggiamo l'ultimo tratto di mare in cui ci sono numerose e magnifiche calette,tante insenature nella roccia dove l'acqua giunge con un impeto tale da proiettare gli schizzi fino su,in alto.E poi il suo colore...sempre più irreale ma bellissimo.

All'arrivo a Datça alle 7 e un quarto ci sentiamo un pò strani ma, sicuramente,questa sensazione è data dal tanto sole e dal continuo "sballottare"della barca,tant'è che mi sembra di esserci ancora sopra...Dopo una doccia rinfrescante usciamo prima del solito per la cena,per non rimanere fregati anche stasera e doverci sempre accontentare degli avanzi.Ci fermiamo nel posto scelto per primo ieri sera, dove tutto aveva l'aria di essere così buono...Anche ora non hanno un granchè ma non possiamo "levare le ancore" per la seconda volta quindi ci fermiamo e sediamo a dei tavoli che si trovano all'esterno,sul marciapiede.Ci portano zuppa allo yogurt,moussaka,okra o bamya (peperoncini verdi ma non piccanti),peperoni ripieni di riso e spezie,dell'acqua (12.5 lire).Come detto precedentemente la sera procede al ritmo del nuovo gioco:il backgammon...fino a tarda notte....

 

 

Lunedì 8/8/05

 

La giornata di oggi sarà un pò all'insegna dell' "ozio" visto che siamo costretti a rimanere nei dintorni;stasera infatti partiremo con l'autobus verso Istanbul.Ieri all'arrivo a Datça (onde evitare spiacevoli soprese) abbiamo comprato i biglietti prenotando così i posti sull'autobus che partirà stasera alle otto e arriverà ad Istanbul in mattinata.

Ci incamminiamo in direzione dell'otogar poichè vorremmo andare ad Eski Datça ossia la parte vecchia ed originaria del paese.Prima però ci fermiamo in una piccola panetteria-bar nella quale prendiamo un paio di the,dei dolcetti di pasta frolla ed una specie di "tortino" di spinaci (7 lire) per una "modesta" colazione.

I minibus che sono diretti nelle vicinanze si fermano e ripartono ad un piccolo otogar che si trova quasi nel centro del paese;ve ne sono alcuni diretti a Pamucak (spiaggia incantevole) ed altri che proseguono verso altre mete.Di dolmuş diretti ad Eski Datça  però nemmeno l'ombra....In una pensilina sul marciapiede però vi è un foglio appeso con gli orari dei minibus che vanno in quella direzione e (in teoria) il prossimo dovrebbe passare verso le 11.Abbiamo un pò da aspettare quindi facciamo due passi nei pressi, in strade mai visitate prima che percorrono un tratto di litorale molto tranquillo.

Finalmente il dolmuş arriva rispettando così l'orario affisso;saliamo e dopo pochi minuti siamo già ad Eski Datça.Paghiamo 1 lira a testa il breve percorso.

Scendiamo di fronte ad un bar con un piccolo pergolato dove ci fermiamo e prendiamo un paio di the circondati da alcuni simpatici vecchiettini che cercano di passare il tempo chiacchierando tra loro,anche perchè qui non c'è molto altro da fare.

Il villaggio è situato verso l'entroterra ed è tranquillissimo....Per le stradine di ciottoli incontriamo solo alcuni turisti francesi mentre l'unico rumore è dato dal frinire incessante delle cicale.Vi è una moschea e molte vecchie case in pietra alcune delle quali sono state ristrutturate con cura.Negli ampi giardini di alcune di esse vi sono molte piante con dei fiori dai colori accesi,unici e particolarissimi.Vi sono anche un paio di pensioni per chi volesse godere di pace e tranquillità che qui senz'altro non mancano.In poco più di mezz'ora abbiamo fatto il giro completo.....

Alla fermata dei dolmuş aspettiamo pochi minuti;avendo ancora del tempo a disposizione non torniamo a Datça ma scendiamo dopo pochi chilometri a Reşadiye altro piccolo centro,abitato ancora meno che Eski Datça .Anche qui una breve passeggiata per le vie principali che sono solo un paio;ci sediamo ad aspettare sul marciapiede di una casa privata.Una gentile signora esce con un vassoio di fichi e dell'acqua, porgendoceli gentilmente.Mangiamo e beviamo e quando poi  entriamo in casa per ringraziarla vorrebbe invitarci a pranzo;ma a noi sembra (ed è) davvero troppo...

Al ritorno a  Datça passeggiamo con gran calma nelle vicinanze del porto osservando un pò le scene del momento,le persone che passeggiano,quelle che si divertono in mare....

Per pranzo mangiamo un paio di gözleme con formaggio,verdure e carne,una birra e un ayran ( 10.5 lire),tutto molto lentamente vista la gran quantità di tempo a disposizione...

Più tardi gli ultimi acquisti  e poi ci fermiamo per più di un paio di ore in un bar con un terrazzo osservando le numerose barche che attraccano al porto;ad ogni arrivo lo stesso "rituale" da svolgere meticolosamente perchè ogni manovra sbagliata potrebbe avere delle conseguenze nefaste per la propria barca,ma anche per quella dei vicini..

Il tempo sembra passare lentamente ma si avvicina sempre più l'ora di partire;verso le 6 e mezza facciamo ritorno all'albergo per prendere i nostri zaini,dopodichè all'otogar dove alle otto partiremo per Istanbul.Il viaggio durante la notte sarà tutt'altro che pesante; i tappi alle orecchie si riveleranno un'ottima idea....

 

 

Martedì 9/8/05

 

Verso le 6 e mezza apro gli occhi e mi sembra di essere ormai nelle vicinanze di Istanbul...sensazione errata visto che incrociamo un cartello su cui Istanbul è segnata a 187 chilometri....meglio quindi dormire ancora un pò.Al risveglio siamo quasi fermi in coda,nel tentativo di salire su un traghetto che ci porterà aldilà  del Mar di Marmara e raggiungere poi Istanbul.Non riusciamo però a capire quale è  il tratto di strada percorso durante la notte  per giungere fin qua e di conseguenza non sappiamo nemmeno in quale dei tanti porti ci stiamo imbarcando.La giornata non è bellissima,anzi ci sono molte nubi minacciose che sembrano portare un sacco di pioggia...speriamo non succeda...

In meno di mezz'ora giungiamo di nuovo sulle terraferma ma per arrivare ad Istanbul ci vorranno ancora un paio d'ore;l'autobus si ferma per far scendere i passeggeri in parti periferiche della città.Siamo sempre più pochi ad essere diretti verso la grande città.Finalmente verso le 10 e mezza circa giungiamo all'otogar:le sue dimensioni sono enormi,fa "paura" solo a guardarlo....Scendiamo indolenziti dopo tutte le ore che abbiamo passato seduti senza poterci un pò sgranchire le gambe;saliamo su un minibus che ci porterà fino ad Aksaray e poi proseguiremo con i mezzi pubblici verso Sultanameth.Una volta a bordo però l'autista per 10 lire è disposto a portarci direttamente fin là.

Scendiamo in prossimità della Moschea Blu e subito ci diamo da fare per trovare un posto per la notte;ci incamminiamo verso Kutlugün Caddesi ma i primi ostelli  sono tutti pieni e in alcuni sparano prezzi che ci sembrano un po' esagerati. L'ultimo che si trova sulla stessa via è Old youth Hostel; anche qui ci chiedono 40 euro per la doppia ma a quanto pare questo è il prezzo che gira. Dopo una doccia usciamo subito perchè non è proprio il caso di perdere altro tempo visto che mezza giornata se ne è già andata.

Essendo lì vicini visitiamo per prima la Moschea Blu.Si trova proprio sopra l'ippodromo ed è una costruzione dalle dimensioni notevoli sebbene non raggiunga mai la vicina Santa Sofia. Anteriormente vi è un cortile curatissimo con fiori e piante di ogni tipo e una fontana per le abluzioni;è fiancheggiato sui tre lati da un porticato che nelle stagioni calde poteva fungere da luogo di preghiera,meditazione o studio.

Essendo turisti stranieri dobbiamo entrare dalla porta meridionale mentre i fedeli entrano dalla porta principale.La cupola della Moschea Blu è sorretta da quattro enormi pilastri,una soluzione di supporto poco elegante ma solida.Nel cortile interno alle mura della moschea vi è un separè imperiale rivestito da una grata di marmo;da notare anche il frammento della sacra pietra  incastonato nella nicchia che si trova in direzione della Mecca e viene definita mihrab.Per ora non possiamo entrare poichè per i fedeli è l'ora della preghiera e in questi momneti non è consentito  proprio per non disturbare.

Procediamo verso Santa Sofia che si trova a pochi passi;dopo una coda relativamente breve paghiamo l'entrata di 15 lire e procediamo nella visita.

Aya Sofia è uno degli edifici più imponenti della città vecchia. L'imperatore Giustiniano la fece costruire nell'ambito degli interventi per riportare l'Impero Romano alla  sua antica grandezza. Entrando, poco prima della porta imperiale,sollevando lo sguardo si può ammirare lo splendido mosaico di Cristo Pantocreatore.Varcando la porta si apre la magnifica cupola principale.Il senso di spaziosità della navata,i milioni di tessere che ricoprono l'interno della cupola  fanno rimanere sbalordito chiunque.Nella navata laterale a sinistra della porta imperiale si trova la Colonna Piangente rivestita da un foglio di rame con un buco.Secondo la leggenda,se ci si infila dentro un dito e si esprime un desiderio,questo si avvererà se il dito ne esce bagnato.

Il vero splendore di Santa Sofia è dato però dai suoi sfavillanti mosaici.In alto,sotto la cupola,si possono scorgere dei mosaici del IX secolo raffiguranti Sant' Ignazio il Giovane,San Giovanni Crisostomo e San Teodoro di Antiochia.I mosaici più belli si trovano però all'estremità meridionale della galleria:al centro è raffigurato Cristo con la Vergine Maria e alla sua sinistra e Giovanni Battista alla sua destra.In fondo alla galleria meridionale c'è il famoso mosaico che ritrae l'imperatrice Zoe.

Entrando nel passaggio che conduce all'esterno,guardando in alto sopra la porta,si vede la Madonna con Bambino,uno dei più bei mosaici della chiesa,risalente alla fine del X secolo.

Il tempo passa e velocemente ci dirigiamo verso la Rüstem Paşa Camii. Per arrivarci passiamo per il bazar delle spezie ma solo nella sua parte iniziale...La moschea per molte persone passa del tutto inosservata poichè non si trova a livello della strada:bisogna cercare una porta e una scalinata che porta in alto.

Costruita nel 1560 la sua particolare bellezza è data dalle ceramiche di Iznik di cui sono rivestiti sia l'interno che l'esterno.

Proseguiamo attraverso il bazar oltrepassando negozi che vendono di tutto,dalle noci alla frutta secca,agli imballaggi,alla ferramenta e gli scenari,gli odori e i suoni presenti lo rendono uno dei quartieri più affascinanti mai esplorati.Giungiamo nei pressi della moschea Süleymaniye Camii, la più grande di Istanbul.Essa sorge in cima a uno dei sette colli di Istanbul e rappresenta uno dei simboli e dei punti di riferimento più belli della città. L'interno della moschea toglie il fiato per le sue dimensioni ed è gradevole per la sua semplicità.Ci sono poche decorazioni,ad eccezione di alcune belle maioliche,splendide vetrate colorate e quattro massicce colonne.

Nel cimitero annesso alla moschea vi sono le tombe di Solimano e della moglie.

Torniamo verso il bazar tra un sacco di gente indaffarata a comprare,ad ammirare le merci esposte usiamo un sottopassaggio che ci porterà al di sopra del Ponte di Galata.Vi sono molti pescatori che da qui amano gettare l'amo,alcuni poi vendono i pesci presi;venditori ambulanti che espongono la loro merce,e sotto al ponte alcuni caffè e ristoranti.Lo percorriamo e poi proseguiamo  in direzione della Torre di Galata addentrandoci nel quartiere Beyoğlu. La torre fu costruita dai genovesi nel 1348 quando questa zona faceva parte delle loro colonie commerciali; successivamente fu adibita a prigione,a osservatorio e quindi a posto di vedetta antincendio. L'entrata  costa 8 lire, dopodichè un ascensore porta i visitatori fino al settimo livello.Una volta qui basta salire ancora una rampa di scale e giungere così sul "tetto panoramico":offre una vista eccellente del panorama sul Bosforo,sul Mar di Marmara,su altre parti della città ed è un otti mo punto da cui scattare alcune fotografie.

Proseguiamo in direzione Piazza Taskim, cuore della moderna Istanbul. E' infatti il posto in cui si può assaporare il lato moderno della città con i suoi numerosi caffè,bar e ristoranti ma anche luogo di alcuni tesori architettonici.La passeggiata è lunga ma  procediamo  abbastanza speditamente lungo le vie di questo quartiere.Stanchi e in prossimità di Karaköy saliamo su un tram che ci porta fino a Sultanameth (1 lira ciascuno).Una volta qui,una doccia al nostro albergo e poi usciamo per cenare,stanchi ma fieri e contenti della giornata trascorsa.In serata non perdetevi lo "show" davanti alla Moschea Blu;una voce narrante (non so cosa visto che parla in turco) fa da sfondo ad un magnifico e sapiente "cambio di luci" che assegnano alla moschea un'aria ancora più maestosa.

Stasera scegliamo un posto nelle vicinanze in cui consumiamo l'ultima nostra cena con un cheeseburger,delle patatine,un şiş e due coche (28 lire).Due passi,un budino di riso e poi la nostra ultima notte in Turchia....

 

 

Arianna   ari27_blueyes@yahoo.ca

 

 

 

 

 

KÖŞK HOTEL/HOSTEL

GÖREME

Di Zeynal Arslan & Mahmut Baltaci

  • Servizio di colazione e cena

  • Libero accesso ad internet

  • Servizio lavanderia

  • Uso libero della cucina

  • Bevande di "benvenuto" gratis

  • TEL: + 90.384.271. 23 02

    FAX: + 90.384.271 24 12

    GSM: + 90.537.446 76 56

    E-MAIL: nemrutman@hotmail.com

     

    INKA HOTEL

    Di Bilal Seyran

    Belediye Caddesi

    Kizkakesi,Mersin

    TEL: 0.324.523 21 82

    GSM: 0.535.837.13.22

     

    SABAH PENSIYON

    Kaleiçi Kiliçarslan n° 60

    Antalya

     

    TEL: (90.242) 247 53 45

    FAX: (90.242) 247 53 47

    WEB SITE: www.sabahpensiyon.8m.com 

    E-MAIL: sabahpensiyon@yahoo.com

     

    ALLGAU PENSION

    PAMUKKALE

  • Ambiente familiare

  • Giardino con piscina

  • Stanze per tutti i budget

  • Cucina casalinga

  • TEL: 0090 258 272 27 67

    0090 258 272 22 50

    E-MAIL: info@allgauhotel.com

    allgau@superonline.com

     

    HOMEROS PENSION

    Ataturk Caddesi n°3

    35920 Selçuk

    TEL: 0090 (232)892 3995

    FAX: 0090 (232)892 8393

    GSM: 0535 310 7859

    E-MAIL: homeros_turkey@hotmail.com

    WEB SITE: www.homerospension.com 

     

    KAŞ CAMPING

    KAŞ

    TEL: (+90) 242 836 10 50

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