Guatemala e Chiapas 2002

"Emozioni Indios: sogni e realtà del centroamerica"

Diario di viaggio 2002

di Raffaella Gambaro

 

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Siamo arrivati a Città del Messico alle 6 p.m. del 25 gennaio 2002 e abbiamo subito deciso di partire verso il chiapas. così, zaini in spalla, abbiamo preso un boleto per il taxi ufficiale e ci siamo fatti portare alla stazione degli autobus...un traffico da fantascienza, ci abbiamo messo quasi un'ora, rischiando di rimanere congelati perchè il taxista aveva le caldane e c'era l'aria condizionata  a stecca.

arrivati là abbiamo avuto la prima brutta sorpresa (grazie al cielo una delle poche dell'intera vacanza): in Messico, e poi come abbiamo notato anche in guate, non esistono praticamente piatti vegetariani. moooolto male, dato che io non mangio carne da ormai 5 anni e mauro da quasi 10....

dopo un volo di 16 ore mi è quasi venuto un attacco di nervi, anche perchè dopo i viaggi, mangiare è una mia grande passione, e grazie al cielo che non sono predisposta all'obesità...

mi sono fatta coraggio e ho ripiegato per un panino con una specie di formaggio dentro e per una porzione di chips da fantascienza.

abbiamo poi aspettato il nostro autobus e a mezzanotte siamo partiti, direzione Oaxaca.

siamo arrivati alle 8 del mattino e abbiamo baciato l'asfalto del capolinea: avevamo appena scoperto l'estrosità della guida degli autisti messicani! dopo un abbondante colazione a base di fagioli, uova e tortillas (che suppongo non siano una novità neanche per te) anche se stanchi morti abbiamo deciso di appoggiare gli zaini all'ostello della gioventù e abbiamo iniziato a girare la città. a mio avviso niente di che, anche se c'erano delle viuzze molto caratteristiche e dei palazzi che meritavano almeno una foto e così anche il mercato comunale coperto, cavallette incluse.

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cazzeggiando tutto il giorno abbiamo poi preso la decisione di non fermarci una notte lì (grande cazzata, perchè sapevamo che Montealban meritava almeno una breve visita!), di fare un'altra sfacchinata  in autobus per poi riposarci arrivati a San Cristobal, prima nostra vera meta.

d'accordo sia io che Mauro, siamo andati a comprare il biglietto (Nota: i viaggi sono parecchio costosi: tu che ne pensi) e poi abbiamo continuato a passeggiare. verso le 20, prima di partire, io ho pensato bene di mangiare un'enorme fetta di torta al cioccolato nella pasticceria della piazza principale: una goduria che mi sono goduta fino alle 24.00 circa, ora in cui ho iniziato a vomitare nel bagno dell'autobus, per non fermarmi fino alle 5.00 del mattino, ormai prossimi a San Cristobal: BENVENUTI IN CHIAPAS!!!!! è stata l'esperienza più terribile della mia vita. Mauro non sapeva cosa fare, nessuno sembrava accorgersi di nulla (in realtà su quell'autobus non c'era quasi nessuno, ma non è una giustificazione...no?) io che continuavo a vomitare e l'autista che proseguiva imperterrito a 90km/h anche nelle curve a gomito.

da quel giorno non ho più mangiato cioccolata!!!!

una volta a S. Cristobal abbiamo cercato una posada e nella ricerca abbiamo incontrato due ragazzi, lei indonesiana (TIO) e lui di torino (MARCO) con i quali abbiamo diviso una camera a due letti matrimoniali e abbiamo trascorso i giorni lì.

oggi ripenso al Chiapas in due modi: da un lato con molta nostalgia dei suoi colori, dei villaggi limitrofi a san crist., delle sue chiese colorate, della pace nel momento in cui ti toglievi dal casino ed andavi a far foto "giusto fuori città".

dall'altra invece ci ripenso con tristezza e ti spiego subito perchè: nel momento in cui abbiamo deciso di fare un viaggio in centroamerica e soprattutto in Chiapas, pensavo che avrei trovato leggenda (Marcos) e storia (gli indios), anche perchè ho passato la mia giovinezza a sentir parlare da mio padre (storico e studioso delle rivoluzioni indigene ed autoctone dell'america latina dal chile a cuba, ecc..) delle lotte, delle sconfitte e delle vittorie dei rivoluzionari zapatisti.

per cui mi aspettavo di trovare fierezza e dignità negli indios messicani, un orgoglio che nasceva dalla loro lotta per la libertà. invece ho trovato solo un marcos diventato pupazzetto da vendere a 10 pesos ed un'assoluta mancanza di stima per se stessi e per le loro origini da parte degli indios, che per qualunque cosa ti chiedevano un "pesito", fra un pò anche per un sorriso.

mi ha rattristato, mi ha fatto venire voglia di piangere, al pensiero che tanta gente è morta per permettere loro di essere liberi, mentre invece sono diventati solo degli accattoni, pronti a mercanteggiare fierezza e bellezza di una cultura secolare per 4 miseri pesos.

ho lasciato il s.crist. con il cuore triste, e come me mauro, tio e marco, con i quali ci siamo lasciati a Palenque, che non ti sto a descrivere perchè già la conosci, dopo aver visitato ovviamente le cascate e Agua Azul

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da Palenque, abbiamo attraversato il fiume di confine su una stupenda (per quanto rudimentale) piroga a motore insieme ad uno svedese (MARK che, tu pensa, è stato fidanzato un anno con una ragazza di savona) tre ragazze svizzere (CRISTINA, CATHRIN e non mi ricordo la terza), ed un'argentina (MANUELA).

arrivati in Guatemala, davanti all'ufficio IMMIGRACION (scitto con la bomboletta!!! stupendo!!!) abbiamo dato il via alla nostra seconda parte del viaggio, non senza pagare 5 dollari per una tassa d'ingresso totalmente ingiustificata (ma tu prova a dire di no in un ufficio dove c'è un solo "impiegato" che però si fa fare da spalla da tre tipi alquanto strani e, diciamocelo, grossi grossi e sporchi sporchi).

prima meraviglia del secondo tempo: due bei fucili a canne mozze che spuntavo da un camion che stava superando il nostro ennesimo autobus appena lasciata la frontiera. niente male!!! ma io non sono cresciuta con il mito che la povertà, la fame ed i soprusi si combattono solo con la pace e con il dialogo? forse mio papà si è spiegato male....

siamo arrivati a Flores e da lì, dopo una notte in una posada dove al posto di qualche compagno a due gambe, avevamo scarafaggi grossi come la mia gattina da piccola, siamo partiti alla volta di Tikal (ore 4.45 a.m.): anche per Tikal non ti sto a fare alcuna descrizione.... (a parte i gradini per arrivare in cima al tempio, ricordi?)....la conosci. 

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abbiamo camminato tutto il giorno, senza alcuna guida, ma facendoci portare solo dalla nostra curiosità ed ovviamente dai suggerimenti della lonely. siamo poi partiti alla volta del lago Atitlan e lì abbiamo cazzeggiato ben 5 gg. a Panajachel abbiamo fatto 1 giornata di hiking al vulcano e una di cavallo in giro per le piantagioni di caffè (solo 100qtz in due) con il nostro mitico Pedro, tre cavalli e sette figli, che ci ha poi chiesto se potevamo segnalare il suo "allevamento" di cavalli alla lonely così avrebbe avuto qualche turista in più all'anno (e noi lo abbiamo fatto appena rientrati, anche perchè è stata un'ottima guida, che ci ha spiegato tutto sul suo amato lago, sulla sua terra, sulla guerra che ha imperversato per anni, e che li ha ridotti alla fame....caro Pedro, spero che tu stia bene e che le nuove edizioni della lonely parlino di te!)

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Panajachel tramonto.JPG (53973 byte) Panajachel.JPG (49782 byte)

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